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Inaugurazione dell’anno giudiziario 2022 - Corte di cassazione

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Academic year: 2022

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Inaugurazione dell’anno giudiziario 2022 - Corte di cassazione

Signor Presidente della Repubblica,

Signori Presidenti del Senato e della Camera, Signor Presidente del Consiglio,

Signor Primo Presidente della Corte di Cassazione;

Signor Procuratore Generale Autorità tutte…

L’anno che si è appena concluso è stato per l’amministrazione della giustizia, così come per tutto il Paese, complesso e difficile, segnato da grandi sfide e continui imprevisti; ma è stato anche un anno ricco di opportunità e di spinta al rinnovamento.

Permettetemi di ringraziare il Presidente della Repubblica per aver accompagnato il mondo giudiziario lungo quest’anno e in tutto il settennato, senza mai stancarsi di stimolare un «profondo processo riformatore», per usare testualmente le Sue parole.

Le emergenze si sono susseguite senza interruzione, anzitutto quelle legate alla pandemia. Ogni attività ha richiesto un sovrappiù di disponibilità, impegno, creatività e capacità di riorganizzazione.

Vorrei di ringraziare i magistrati, gli avvocati, il personale amministrativo, la polizia e tutto il personale degli istituti penitenziari, che hanno sempre garantito la continuità di un servizio essenziale, in un tempo così difficile.

In questo contesto di emergenza, abbiamo anche avviato riforme strutturali a lungo termine, “riforme di sistema”, per far fronte ai cronici problemi della giustizia, soprattutto quelli relativi alla durata dei

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processi e dell’arretrato. Mali divenuti nel tempo – insieme ai gravi fatti emersi negli ultimi anni – causa di una progressiva e pericolosa erosione di fiducia da parte dei cittadini, degli operatori economici e degli osservatori internazionali.

Al rinnovamento della giustizia, da tanti atteso, il Ministero della Giustizia intende dare il suo contributo in quello spirito di servizio al lavoro dei nostri uffici giudiziari che la Costituzione gli attribuisce. È con questo intendimento che in questi mesi abbiamo avviato un complesso di riforme e di interventi, tutt’altro che agevoli – anzi: a tratti scomodi e impopolari - ma urgenti e indifferibili.

Ci siamo mossi con lo sguardo sempre rivolto verso gli alti principi costituzionali ed europei, e fermamente radicati nell’attuale contesto storico, per poter imboccare le strade concretamente e realisticamente percorribili.

Le riforme che ci eravamo impegnati a realizzare entro il 31 dicembre 2021 nel quadro del PNRR, sono state tutte approvate dal Parlamento.

E non era affatto scontato. La riforma della crisi d’impresa, la riforma del processo penale e quella del processo civile – con un capitolo importante per il diritto di famiglia e dei minori - sono ora parte del nostro ordinamento e già stiamo elaborando i decreti legislativi di attuazione.

Dall’Europa sono arrivati gli stimoli per finalizzare queste riforme, superando le innegabili difficoltà, ma sono arrivati anche e soprattutto i mezzi finanziari per sostenere il grande sforzo organizzativo che stiamo chiedendo agli uffici giudiziari.

Sviluppo della digitalizzazione, incremento del numero dei magistrati e del personale amministrativo; ristrutturazione degli edifici, nuova organizzazione del lavoro, - anche attraverso l’Ufficio per il Processo che nel mese di febbraio diventa realtà in tutto il territorio - e tanto altro:

in un paese che costruisce la sua ripartenza, anche grazie ai fondi del PNRR, la giustizia può contare su adeguati investimenti, supportati dalle necessarie risorse, per iniziare il suo processo di rinnovamento.

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Abbiamo avviato un processo virtuoso, ma il suo completamento richiederà tempo e, soprattutto, richiederà sinergia tra tutti gli attori del sistema giustizia. La collaborazione istituzionale, oltre che un principio costituzionale e una regola di buona amministrazione, è un’esigenza imperativa nell’ambito dell’amministrazione della giustizia, in considerazione dei principi di indipendenza e di autonomia del potere giudiziario e dei singoli magistrati.

Tanto lavoro ci attende anche per l’anno appena iniziato.

Presto conto di poter dare un impulso deciso anche alle proposte per l’innovazione del sistema penitenziario e per rispondere alle tante emergenze che affliggono le carceri italiane.

Nel corso di quest’anno dovremo portare a termine, insieme col Mef, anche la riforma della giustizia tributaria. Ma prima ancora ci attende innanzitutto la riforma dell’ordinamento giudiziario e del CSM.

“Ineludibile” davvero, come Lei, signor Presidente della Repubblica, ha più volte sottolineato, interpretando l’animo di molti.

Come è stato già ricordato – nel 2022 ricorrono i 30 anni dalla stagione delle stragi di mafia. E il modo migliore per tutti noi, per rendere onore a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino – e con loro a tutti i servitori dello Stato uccisi nella difesa dei valori della Repubblica - è contribuire al miglioramento «dei servizi relativi alla giustizia», come vuole la Costituzione, per favorire l’inizio di una nuova stagione di fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

È stato un anno intenso, di nuove e vecchie criticità, di rinnovati slanci, di assidui dialoghi, come di infiammati dibattiti. Ma in questo anno abbiamo pure sperimentato che, anche su un terreno divisivo come la giustizia, è possibile lasciar prevalere ciò che ci avvicina su ciò che ci divide, come ci hanno insegnato i fondatori del progetto europeo, che oggi è la realtà nella cui cornice anche la giustizia opera.

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Questa disponibilità alla costruzione comune è la condizione essenziale per ogni rinnovamento, compreso quello della giustizia a cui continueremo a lavorare nell’anno giudiziario che si apre.

Grazie.

Marta Cartabia

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