FOSSILI ARTIFICIALI
O.R.A.
Osservazione Riflessione Apprendimento Strumenti per la formazione scientifica di base
a cura di:
Elena Ferrero Andrea Caretto Marco Tonon
Finanziamento MURST - ex D.M. 8/10/1996 n. 623 D.D. - Anno Finanziario 2000
Descrizione Le tre attività che costituiscono il quanto hanno lo scopo di favorire la comprensione dei processi di fossilizzazione e la distinzione tra varie tipologie di resti fossili (diretti, modelli interni, impronte e tracce) attraverso la realizzazione di modelli in gesso con diversi sedimenti. In alcuni casi si evidenziano le relazioni spaziali tra le rocce sedimentarie stratificate e i fossili contenuti, in altri è possibile scoprire i rapporti esistenti tra le tracce riconoscibili nelle rocce e le caratteristiche morfologiche - funzionali degli organismi che le hanno prodotte. Nelle attività proposte particolare riguardo è dato all’approccio pratico di tipo sensoriale ai fini di suscitare la curiosità degli allievi e di sviluppare il loro senso di scoperta. Attraverso lavori individuali e di gruppo si cerca di stimolare la riflessione sulle attività svolte, favorendo sempre la condivisione dell’esperienza, la socializzazione e il confronto tra i singoli componenti del gruppo e tra i vari gruppi.
Le singole attività sono da ritenersi autonome e alternative tra loro, un docente che intendesse svolgere tutte tre le attività in modo sequenziale deve tenere presente che determinate fasi di lavoro vengono ripetute per ogni attività (es. l’analisi delle preconcezioni dei bambini).
Osservazioni da cui trae
spunto il quanto I resti fossili di organismi hanno aspetto, forma, consistenza molto diversi l’uno dall’altro. A volte ricordano esplicitamente l’organismo di partenza, altre volte appaiono del tutto misteriosi. Le difficoltà non riguardano solo i problemi di identificazione, ma soprattutto si riferiscono all’interpretazione del loro significato e della loro genesi.
Finalità generali Favorire la capacità di:
• individuare le caratteristiche principali di un oggetto ai fini della sua descrizione.
• riconoscere i rapporti esistenti tra diversi oggetti e fenomeni.
• rilevare somiglianze e differenze tra oggetti naturali e manufatti.
• lavorare in gruppo e condividere un’esperienza sulla quale riflettere e confrontarsi.
Obiettivi specifici Favorire la capacità di:
• scoprire che il resto fossile può avere caratteristiche diverse rispetto alla roccia inglobante.
• verificare la conservazione delle dimensioni e della morfologia superficiale del resto fossile.
• scoprire che la forma può essere diagnostica anche se non si conserva la struttura.
• verificare che le caratteristiche dell’organismo di partenza condizionano il tipo di fossile che si forma.
• verificare che le caratteristiche del sedimento inglobante condizionano il tipo di fossile che si forma.
• riconoscere che rocce più recenti sono sovrapposte a rocce più antiche.
confrontare i fossili artificiali realizzati con i fossili veri per analizzarne le differenze e le somiglianze.
Fasce d'età 3-5 5-7 7-10 10-13 13-15
Durata Minima (ore) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 >20
11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
Documenti A01 - Attività 1: istruzioni per “costruire” dei fossili (resti diretti).
A02 - Attività 2: istruzioni per “costruire” dei fossili (resti indiretti).
A03 - Attività 3: istruzioni per “costruire” delle tracce fossili.
Note Il tempo necessario per lo svolgimento del quanto con gli allievi (8 ore) è stato così stimato:
Resti fossili diretti: 2 ore di lavori di gruppo Resti fossili indiretti: 2 ore di lavori di gruppo
Tracce fossili: 2 ore di lavori di gruppo + 2 ore di lavoro collettivo in palestra.
Quanti correlabili Rocce e fossili
La proposta è così articolata:
Rocce da manipolare Rocce nella quotidianità Fossili artificiali
A3 – Attività 3: Istruzioni per costruire delle tracce fossili Attività
1 2 3 1. Come “costruire” dei fossili (resti diretti).
2. Come “costruire” dei fossili (resti indiretti).
3. Come “costruire” delle tracce fossili.
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Descrizione Il seppellimento del resto di un organismo nel sedimento avviene secondo delle precise modalità (principio di sovrapposizione e successione stratigrafica). Perché i resti fossili vengano conservati devono esistere particolari condizioni, tra cui la protezione dall’azione meccanica dagli agenti esterni (aria, acqua, ecc.), attraverso inclusione in un mezzo isolante, e la protezione dai biodemolitori e dall’azione ossidante del mezzo attraverso inclusione in un mezzo isolante. L’effetto delle acque circolanti nelle porosità del
sedimento riveste un ruolo importante dei processi di fossilizzazione (permineralizzazione /demineralizzazione).Per essere riconoscibile un resto fossile deve conservare, anche solo parzialmente, la sua forma e la struttura.
Preparazione dell’attività Poiché durante lo svolgimento delle attività è possibile che gli allievi sporchino i vestiti e il pavimento, è necessario far sì che si dotino di un adeguato abbigliamento (ad esempio grembiuli “da lavoro”) e coprano adeguatamente il pavimento con un telo di plastica o con dei giornali vecchi prima di cominciare l’attività.
Fruizione
1 2 3
Gruppi di 3-4 allievi, in classe.
Materiali utilizzati Gesso in polvere (o scagliola), sedimenti vari (ghiaia fine, sabbia, argilla), acqua, contenitore, bacchetta o cucchiaio per mescolare, vaschette di plastica o di cartone, sapone liquido per i piatti (eventualmente mescolato con olio di oliva), pennelli, un piccolo martello e una spatola larga, gusci di chiocciola, foglie, pezzi di rami, ossa di pollo e di pesce, alcuni esemplari di fossili possibilmente di organismi che i bambini possano riconoscere facilmente (es. molluschi bivalvi e gasteropodi, piccoli pesci). I sedimenti si possono procurare durante un’escursione lungo il greto di un fiume, di un lago o lungo il bordo di una strada di campagna o acquistandoli in magazzini di materiali per l’edilizia e negozi di belle arti.
COME “COSTRUIRE” DEI FOSSILI (RESTI DIRETTI)
Esecuzione dell’attività Il docente dovrà preliminarmente indagare le preconcezioni degli allievi riguardo ai fossili.
A tale scopo egli potrà mostrare agli alunni alcuni esemplari di fossili veri formulando semplici domande del tipo “Secondo voi che cosa sono questi oggetti?”, “Come pensate che si siano formati?”, “Quanti anni possono avere questi oggetti?”
Si potrà poi passare alla costituzione dei gruppi di lavoro, alla distribuzione dei materiali di lavoro ed alla presentazione dell’attività pratica.
E’ opportuno che il docente affidi, all’interno dei gruppi di lavoro, dei compiti precisi ad ogni alunno affinché durante l’attività tutti i componenti del gruppo siano attivi (un allievo potrà occuparsi di preparare la miscela di gesso, un altro di preparare i materiali organici, un altro ancora di annotare sul quaderno una sorta di “cronaca” delle diverse fasi dell’attività, ecc.).
A questo punto l’insegnante spiegherà agli allievi le operazioni da svolgere (VEDI ALLEGATO A01)
Discussione e conclusione dell'attività
Dopo una discussione, in cui venga condivisa l’esperienza effettuata dai vari gruppi durante lo svolgimento dell’attività, si consiglia di rivolgere ai vari gruppi quesiti del tipo:
Quali sono le caratteristiche della superficie del calco nelle sue diverse parti?
Che cosa si è conservato dei resti originali inclusi?
Quanto tempo è occorso per ottenere il prodotto finale?
È possibile in seguito formulare ipotesi per spiegare le somiglianze e le differenze, ponendosi altri interrogativi:
Dove si pensa che in natura possa avvenire qualcosa di simile? (seppellimento di un resto organogeno in condizioni tranquille e protette)
Una riflessione collettiva dopo l’esperienza costituirà un valido strumento di verifica, sia per rilevare il clima che si è sviluppato durante le attività, l’autonomia del fare e le capacità di interazione tra gli allievi, sia per individuare le eventuali difficoltà incontrate nell’apprendere i concetti di base.
Un’attività di verifica e di analisi dei risultati può essere quella di ricostruire attraverso rappresentazioni grafiche (disegni, schemi, fotografie) e piccoli pensieri didascalici le tappe significative di interiorizzazione dei concetti.
Altra attività di verifica è rappresentata dal confronto tra i manufatti elaborati, i campioni fossili e le immagini tratte dai libri di testo, sia didattici sia divulgativi, al fine di evidenziare somiglianze e differenze.
Infine, per riflettere sui fenomeni coinvolti nei processi di fossilizzazione e confrontarli con la metodologia utilizzata per realizzare i modelli, si consiglia di stimolare gli allievi a inventare un racconto, che potrà essere successivamente narrato al resto della classe. Tale racconto avrà l’intento di ricostruire la storia di un organismo vivente che diventa fossile, attraverso una serie di tappe successive.
Sviluppi e suggerimenti Concetti significativi per l’insegnante.
Il seppellimento del resto di un organismo nel sedimento avviene secondo delle precise modalità (principio di sovrapposizione e successione stratigrafica).
Perché i resti fossili vengano conservati devono esistere particolari condizioni, tra cui la protezione dall’azione meccanica dagli agenti esterni (aria, acqua, ecc.), dai biodemolitori e dall’azione ossidante del mezzo attraverso inclusione in un mezzo isolante.
L’effetto delle acque circolanti nelle porosità del sedimento riveste un ruolo importante dei processi di fossilizzazione (permineralizzazione / demineralizzazione).
Per essere riconoscibile un resto fossile deve conservare, anche solo parzialmente, la sua forma e/o la struttura.
Descrizione Gli alunni potranno, con l’aiuto dell’insegnante, costruire dei modelli fossili utilizzando il materiale a disposizione. Attraverso lavori di gruppo si cerca di stimolare la riflessione, favorendo sempre la condivisione dell’esperienza, la socializzazione e il confronto tra i singoli componenti del gruppo e tra i vari gruppi.
Materiali utilizzati Gesso in polvere, sedimenti vari (ghiaia fine, sabbia, argilla), acqua, contenitore, bacchetta o cucchiaio per mescolare, vaschette di plastica o cartone, gusci di chiocciola, alcuni esemplari di fossili indiretti (forniti nell’eventuale kit didattico) possibilmente di organismi che i bambini possano riconoscere facilmente (es. impronte esterne di conchiglie di molluschi bivalvi, modelli interni di bivalvi e gasteropodi).
Preparazione dell’attività Poiché durante lo svolgimento delle attività è possibile che gli allievi sporchino i vestiti e il pavimento, è necessario far sì che si dotino di un adeguato abbigliamento (ad esempio grembiuli “da lavoro”) e coprano adeguatamente il pavimento con un telo di plastica o con dei giornali vecchi prima di cominciare l’attività.
Esecuzione dell’attività Il docente dovrà preliminarmente indagare le preconcezioni degli allievi riguardo a questo tipo di fossili. A tale scopo egli potrà mostrare agli alunni alcuni esemplari di fossili indiretti (es. impronte e modelli interni) formulando semplici domande del tipo “Secondo voi che cosa sono questi oggetti?”, “A che cosa assomigliano?”, “Come pensate che si siano formati?”
Durante la fase di discussione iniziale, qualora sia già stata svolta con gli alunni l’attività sui resti fossili diretti, può essere utile mostrare, insieme ai fossili indiretti, anche alcuni degli esemplari di resti fossili diretti precedentemente analizzati. Sarà possibile in questo modo fare dei confronti tra i diversi tipi di fossili chiedendo agli alunni di avanzare delle ipotesi sui processi di formazione dei resti fossili indiretti.
Si potrà poi passare alla costituzione dei gruppi di lavoro, alla distribuzione dei materiali di lavoro ed alla presentazione dell’attività pratica.
Fruizione
1 2 3
Gruppi di 3-4 allievi, in classe.
COME “COSTRUIRE” DEI FOSSILI (RESTI INDIRETTI)
E’ opportuno che il docente affidi, all’interno dei gruppi di lavoro, dei compiti precisi ad ogni alunno affinché durante l’attività tutti i componenti del gruppo siano attivi (un allievo potrà occuparsi di preparare la miscela di gesso, un altro di preparare i materiali organici, un altro ancora di annotare sul quaderno una sorta di “cronaca” delle diverse fasi dell’attività, ecc.).
A questo punto l’insegnante spiegherà agli allievi le operazioni da svolgere (VEDI ALLEGATO A02)
Discussione e conclusione dell'attività
Osservare dei fossili veri, rilevandone i dettagli superficiali, e confrontarli con quelli del calco artificiale e, quando possibile, con le caratteristiche interne.
Dopo una discussione, in cui venga condivisa l’esperienza effettuata dai vari gruppi durante lo svolgimento dell’attività, si consiglia di rivolgere ai vari gruppi quesiti del tipo:
Ci sono cavità, strutture complesse?
Distingui materiali di consistenza, grana e colori diversi?
Quanto tempo è occorso per ottenere il prodotto finale?
Una riflessione collettiva dopo l’esperienza costituirà un valido strumento di verifica, sia per rilevare il clima che si è sviluppato durante le attività, l’autonomia del fare e le capacità di interazione tra gli allievi, sia per individuare le eventuali difficoltà incontrate nell’apprendere i concetti di base.
Un’attività di verifica e di analisi dei risultati può essere quella di ricostruire attraverso rappresentazioni grafiche (disegni, schemi, fotografie) e piccoli pensieri didascalici le tappe significative di interiorizzazione dei concetti.
Altra attività di verifica, allo scopo di stimolare la conoscenza, è rappresentata dal confronto tra i manufatti elaborati, i campioni fossili e le immagini tratte dai libri di testo, sia didattici sia divulgativi, al fine di evidenziare somiglianze e differenze.
Infine, per riflettere sui fenomeni coinvolti nei processi di fossilizzazione e confrontarli con la metodologia utilizzata per realizzare i modelli, si consiglia di stimolare gli allievi a inventare un racconto, che potrà essere successivamente narrato al resto della classe. Tale racconto avrà l’intento di ricostruire la storia di un organismo vivente che diventa fossile, attraverso una serie di tappe successive.
Sviluppi e suggerimenti Concetti significativi per l’insegnante.
Il seppellimento del resto di un organismo nel sedimento avviene secondo delle precise modalità (principio di sovrapposizione e successione stratigrafica).
Perché i resti fossili vengano conservati devono esistere particolari condizioni, tra cui la protezione dall’azione meccanica dagli agenti esterni (aria, acqua, ecc.), dai biodemolitori e dall’azione ossidante del mezzo attraverso inclusione in un mezzo isolante.
L’effetto delle acque circolanti nelle porosità del sedimento riveste un ruolo importante dei processi di fossilizzazione (permineralizzazione / demineralizzazione).
Per essere riconoscibile un resto fossile deve conservare, anche solo parzialmente, la sua forma e/o la struttura.
Descrizione Gli alunni potranno, con l’aiuto dell’insegnante, realizzare numerosi esempi di tracce fossili utilizzando il materiale a disposizione. Attraverso lavori di gruppo si cerca di stimolare la riflessione, favorendo sempre la condivisione dell’esperienza, la socializzazione e il confronto tra i singoli componenti del gruppo e tra i vari gruppi.
Materiali utilizzati Gesso in polvere (o scagliola), plastilina, sedimenti vari (ghiaia fine, sabbia, argilla), acqua, contenitore, bacchetta o cucchiaio per mescolare, vaschette di plastica o cartone, rotolo di carta o fogli di carta uniti da nastro adesivo (a formare una striscia di carta lunga circa 3 m), colori ad acqua. I sedimenti si possono procurare durante un’escursione lungo il greto di un fiume, di un lago o lungo il bordo di una strada di campagna o acquistandoli in magazzini di materiali per l’edilizia e negozi di belle arti.
Preparazione dell’attività Poiché durante lo svolgimento delle attività è possibile che gli allievi sporchino i vestiti e il pavimento, è necessario far sì che si dotino di un adeguato abbigliamento (ad esempio grembiuli “da lavoro”) e coprano adeguatamente il pavimento con un telo di plastica o con dei giornali vecchi prima di cominciare l’attività
Esecuzione dell’attività L’insegnante dovrà preliminarmente indagare le preconcezioni degli allievi riguardo alle tracce fossili. A tale scopo egli potrà mostrare agli alunni alcuni esempi di tracce (es.
campioni o fotografie, quali orme di dinosauri o di altri animali) formulando semplici domande del tipo:
Secondo voi che cosa sono questi oggetti?
A che cosa assomigliano le forme delle orme e di chi possono essere?
Secondo voi in che modo possono essersi formate?
Si potrà poi passare alla costituzione dei gruppi, alla distribuzione dei materiali di lavoro ed alla presentazione dell’attività pratica.
Fruizione
1 2 3
Gruppi di 3-4 allievi, in classe e in un luogo aperto (o in palestra).
COME “COSTRUIRE” DELLE TRACCE FOSSILI
E’ opportuno che l’insegnante affidi, all’interno dei gruppi di lavoro, dei compiti precisi ad ogni alunno affinché durante l’attività tutti i componenti del gruppo siano attivi (un allievo potrà occuparsi di preparare la miscela di gesso, un altro di effettuare le impronte con i piedi e le mani, un altro ancora di annotare sul quaderno una sorta di “cronaca” delle diverse fasi dell’attività, ecc.).
A questo punto l’insegnante spiegherà agli allievi le operazioni da svolgere (VEDI ALLEGATO A03).
Discussione e conclusione dell'attività
Dopo una discussione, in cui venga condivisa l’esperienza effettuata dai vari gruppi durante lo svolgimento dell’attività (Allegato 3, punti A e B), si consiglia di rivolgere ai vari gruppi quesiti del tipo:
La traccia dello stesso bambino cambia se il materiale che conserva l’impronta è diverso (per esempio più fine o più umido)?
Imprimendo una pressione diversa nel momento della realizzazione dell’impronta le profondità di quest’ultima è uguale?
La lunghezza/larghezza del piede/mano è uguale alla lunghezza/larghezza della traccia?
La forma del piede/mano è uguale alla forma della traccia?
E’ possibile riconoscere un bambino da qualche particolare della traccia che ha lasciato?
Cosa succede alla traccia se piove, se soffia il vento, se qualcun altro ci cammina sopra?
Se si vuole conservare la traccia nel tempo che cosa bisognerebbe fare?
Dove avviene questo in natura?
Una riflessione collettiva dopo l’esperienza costituirà un valido strumento di verifica, sia per rilevare il clima che si è sviluppato durante le attività, l’autonomia del fare e le capacità di interazione tra gli allievi, sia per individuare le eventuali difficoltà incontrate nell’apprendere i concetti di base.
Un’attività di verifica e di analisi dei risultati può essere quella di ricostruire attraverso rappresentazioni grafiche (disegni, schemi, fotografie) e piccoli pensieri didascalici le tappe significative di interiorizzazione dei concetti.
Altra attività di verifica, atta a stimolare la riflessione e l’applicazione di metodi di
misurazione dei parametri ai fini di formulare un’ipotesi, è costituita dallo scambio dei rotoli di carta sui quali sono state registrate le impronte (Allegato 3, punto C). Ogni gruppo dovrà quindi, misurare l’ampiezza della falcata, osservare la forma delle impronte e confrontare tali dati con il tipo di camminata effettuata nel proprio gruppo precedentemente. In tal modo si possono rilevare le differenze ed effettuare un’ipotesi sul tipo di camminata impressa dall’altro gruppo.
Sviluppi e suggerimenti Avendo avuto cura di realizzare impronte diverse, imprimendo una maggiore o minore pressione nell’atto di effettuarle, si può successivamente misurare con il righello la
profondità della relativa traccia, tabulare i valori in modo semiquantitativo (disponendo, per esempio, in ascisse la misura della profondità dell’impronta e in ordinata tre diversi valori qualitativi di pressioni, quali leggera, media e forte).
Dopo una discussione, in cui venga condivisa l’esperienza effettuata dai vari gruppi durante lo svolgimento dell’attività, si consiglia di rivolgere ai vari gruppi quesiti del tipo:
Vi sembra che ci sia una relazione tra i due parametri (pressione e profondità della traccia)?
Indagare se qualcuno ha avuto esperienze simili dall’ortopedico e domandare:
A che cosa serve l’impronta che il medico ortopedico rileva?
Concetti significativi per l’insegnante
Il seppellimento del resto di un organismo nel sedimento avviene secondo delle precise modalità (principio di sovrapposizione e successione stratigrafica).
Perché i resti fossili vengano conservati devono esistere particolari condizioni, tra cui la protezione dall’azione meccanica dagli agenti esterni (aria, acqua, ecc.), dai biodemolitori e dall’azione ossidante del mezzo attraverso inclusione in un mezzo isolante.
L’effetto delle acque circolanti nelle porosità del sedimento riveste un ruolo importante dei processi di fossilizzazione (permineralizzazione / demineralizzazione).
Per essere riconoscibile un resto fossile deve conservare, anche solo parzialmente, la sua forma e/o la struttura.
A) Mettere una certa quantità di acqua in un contenitore, tenendo conto che il volume di acqua iniziale corrisponde all’incirca alla metà del volume del gesso impastato. Versare il gesso nell’acqua poco alla volta, a pioggia sino a quando esso non affiora sulla superficie dell’acqua; attendere qualche istante e poi cominciare a mescolare bene l’impasto. A questo punto il gesso è pronto per essere usato. Alla scopo di simulare sedimenti con caratteristiche granulometriche differenti occorre mescolare l’impasto gesso-acqua, ancora plastico, con i vari materiali a disposizione (ghiaia fine, sabbia, argilla), in modo da ottenere un miscuglio con caratteristiche diverse. A seconda della grana del materiale inglobato, le impronte e i modelli interni avranno un aspetto diverso e una superficie più o meno fedele rispetto all’originale, presentando particolari morfologici differenti.
B) Versare l’impasto gesso-acqua in una vaschetta di plastica o di cartone e includervi il guscio in modo che sporga parzialmente all'esterno. Fare in modo che la vaschetta sia riempita dallo strato di gesso solo per metà altezza. Ad indurimento avvenuto. anche solo parziale (una decina di minuti), ricoprire il tutto con uno strato di sabbia non cementata. Versare poi dell’acqua facendo in modo che lo strato superiore di sabbia venga parzialmente asportato e metta in
luce il resto della conchiglia. Tale attività consente di simulare il processo di erosione che porta all’affioramento di un resto fossile. Nel caso in cui, per motivi pratici, risulti difficile l’utilizzo dell’acqua, si potranno invitare gli allievi ad asportare delicatamente la sabbia con la mani e dei pennelli simulando in questo modo il ritrovamento di un fossile da parte di un paleontologo.
C) Versare l’impasto gesso-acqua in una vaschetta di plastica o di cartone sino a metà del suo spessore, lasciare indurire parzialmente e appoggiare le foglie e i rami, le ossa di pollo o di pesce o le conchiglie. Una volta ben indurito, spennellare abbondantemente con il sapone per piatti tutta la superficie del gesso inglobante i resti degli organismi. Ora occorre versare dell’altro impasto acqua-gesso sino a colmare completamente la vaschetta. Quando l’impasto è ben indurito, si può sfilare il blocco ottenuto dal contenitore di cartone, eventualmente rompendolo.
D) Una volta terminate queste operazioni, l’insegnante, utilizzando il
martello e la spatola, aiuterà gli allievi a separare i due strati di gesso. Questa operazione sarà facilitata dalla presenza del sapone che agisce da agente separatore. Si otterranno in questo modo i modelli di due strati di roccia sedimentaria, uno con i resti diretti e l’altro con le impronte.
FOSSILI ARTIFICIALI
ALLEGATO A01
A) Mettere una certa quantità di acqua in un contenitore, tenendo conto che il volume di acqua iniziale corrisponde all’incirca alla metà del volume del gesso impastato. Versare il gesso nell’acqua poco alla volta, a pioggia sino a quando esso non affiora sulla superficie dell’acqua; attendere qualche istante e poi cominciare a mescolare bene l’impasto. A questo punto il gesso è pronto per essere usato. Alla scopo di simulare la formazione di sedimenti con caratteristiche granulometriche differenti occorre mescolare l’impasto gesso-acqua, ancora plastico, con i vari materiali a disposizione (ghiaia fine, sabbia, argilla), in modo da ottenere un miscuglio con caratteristiche diverse. A seconda della grana del materiale inglobato, le impronte e i modelli interni avranno un aspetto diverso e una superficie più o meno fedele rispetto all’originale, presentando particolari morfologici differenti.
B) Modello interno: versare l’impasto gesso-acqua all'interno del guscio fino a riempirlo, lasciarlo indurire e poi rompere delicatamente il guscio.
C) Impronta esterna: versare l’impasto gesso-acqua in una vaschetta di plastica o di cartone, lasciare indurire parzialmente e poi creare un'impronta premendo il guscio sulla superficie di gesso ancora plastica.
ALLEGATO A02
A) Mettere una certa quantità di acqua in un contenitore, tenendo conto che il volume di acqua iniziale corrisponde all’incirca alla metà del volume del gesso impastato. Versare il gesso nell’acqua poco alla volta, a pioggia sino a quando esso non affiora sulla superficie dell’acqua; attendere qualche istante e poi cominciare a mescolare bene l’impasto. A questo punto il gesso è pronto per essere usato. Alla scopo di simulare la formazione di sedimenti con caratteristiche granulometriche differenti occorre mescolare l’impasto gesso-acqua, ancora plastico, con i vari materiali a disposizione (ghiaia fine, sabbia, argilla), in modo da ottenere un miscuglio con caratteristiche diverse. A seconda della grana del materiale inglobato, le impronte e i modelli interni avranno un aspetto diverso e una superficie più o meno fedele rispetto all’originale, presentando particolari morfologici differenti.
B) Dopo avere atteso qualche minuto per permettere al gesso di indurire parzialmente, creare delle impronte con i piedi e con le mani, imprimendo una diversa pressione e avendo cura di annotare sull’impronta il tipo di pressione impiegata (leggera, media, forte). E' possibile successivamente, disponendo le impronte di gesso in varie posizioni (cammino, corsa, salto, ecc.), simulare diversi tipi di andatura.
C) Per quanto riguarda la riproduzione della camminata, in un locale idoneo, occorre disporre a terra un rotolo o una striscia di carta, precedentemente ottenuta dall’unione di più fogli di carta che i bambini avranno attaccato insieme con del nastro adesivo.
Un bambino di ciascun gruppo riprodurrà poi un tipo diverso di camminata (es. camminata in piedi, a
“gattoni”, corsa salto a piedi uniti, ecc.) intingendo gli arti interessati nel colore ad acqua e lasciando le impronte sulla striscia cartacea. Occorre tenere presente che non è riproducibile un lungo tratto poiché il colore dopo il terzo o quarto passo resta sbiadito.
Successivamente si potranno notare sia la forma diversa dell’orma in funzione del tipo di camminata riprodotta sia misurare con un metro la lunghezza tra un’impronta e l’altra, mettendo in relazione la lunghezza della falcata con il tipo di camminata.
Confrontando, invece, camminate simili riprodotte da soggetti diversi si potrà mettere in evidenza come la lunghezza della falcata sia proporzionale alla lunghezza dell’arto e quindi all’altezza del soggetto che l’ha prodotta.
FOSSILI ARTIFICIALI
ALLEGATO A03
Obiettivi e peculiarità del progetto
Il progetto ORA è stato ideato da un'équipe mista di ricercatori (di enti e universitari) ed insegnanti esperti che hanno realizzato i materiali attualmente disponibili sul sito http://ora.infm.it. Si tratta di materiali di argomento scientifico, rivolti agli insegnanti della scuola di base e di una parte della secondaria, caratterizzati da una notevole facilità di fruizione. Le tecnologie didattiche sono state utilizzate per garantire il carattere aperto e flessibile del progetto e consentirne un'ampia diffusione.
Elementi metodologici comuni a tutti i materiali sono:
- partire dall'osservazione del contesto quotidiano;
- prevedere un obiettivo da raggiungere (se possibile, inizialmente pragmatico e poi epistemico: ad esempio, si è osservato che l'acqua è torbida e ci si pone il problema di renderla limpida; per fare ciò, dobbiamo però "capire"
qualcosa del fenomeno…);
- individuare le azioni da compiere per raggiungere l'obiettivo;
- stimolare una discussione finalizzata ad una descrizione condivisa della situazione osservata, mediante l'uso di termini o concetti già posseduti (o derivanti dal senso comune o da precedenti apprendimenti);
- presentarsi in termini che ne favoriscano diffusione e utilizzazione, Il sito web del progetto offre
- agli insegnanti interessati la possibilità di scaricare i materiali, di porre domande e ricevere chiarimenti, di partecipare a un forum di discussione moderato da esperti, di arricchire i materiali attraverso le proprie esperienze d'uso;
- all'équipe di progetto la possibilità di scambiare documenti e di aggiornare facilmente il materiale a disposizione degli insegnanti al procedere della sperimentazione.
Tipologia dei materiali
I quanti rappresentano, nella fase attuale, l'elemento base del progetto. La denominazione mira ad evidenziare l’importanza, per un insegnante che si appresti a fare una programmazione didattica, di stimare quanto tempo dedicare a un insieme di attività da svolgere con gli studenti. Ogni quanto è finalizzato sia a far conseguire alcuni obiettivi specifici, sia a contribuire all'acquisizione di alcune competenze a abilità generali ritenute indispensabili nell'insegnamento scientifico quali saper classificare, saper sintetizzare, saper evidenziare analogie e differenze, saper individuare le variabili che governano un fenomeno,… Ogni quanto è articolato in attività che contribuiscono congiuntamene al raggiungimento degli obiettivi specifici. I temi trattati traggono spunto dalla vita quotidiana (acqua, energia, suolo, rocce, giochi,…)
Per ogni quanto e per ogni attività viene fornita una scheda sintetica e una guida dettagliata, arricchita spesso da documenti di supporto: schemi da proporre in classe, brani da leggere agli studenti, modelli esplicativi di materiali specifici, istruzioni pratiche, ecc.. Materiali multimediali accessibili tramite il sito del progetto costituiscono parte integrante di alcuni quanti o materiale di approfondimento per altri. Sono inoltre disponibili, per alcuni quanti, kit didattici.
Fasi del progetto
Sono stati finora elaborati da parte dell'équipe di progetto venticinque quanti articolati complessivamente in settantanove attività. Ogni quanto è stato sottoposto a tre revisori di sedi geografiche diverse; l'attività di revisione ha impegnato quattordici insegnanti esperti. Il materiale, rivisto dagli autori in base alle osservazioni dei revisori viene attualmente reso disponibile in rete e offerto a un numero ridotto di insegnanti disposti a sperimentarlo con i loro studenti secondo le modalità richieste dall'équipe di progetto e illustrate sul sito a cui si fa riferimento per ulteriori informazioni e aggiornamenti.
Responsabile Maria Grazia Dondi
Istituto Nazionale per la Fisica della Materia (INFM) e Dipartimento di Fisica dell’Università di Genova Comitato di Coordinamento
Lidia Borghi, Università di Pavia
Roberto Fieschi, INFM e Università di Parma Alberto Greco, Università di Genova
Giunio Luzzatto, CARED - Università di Genova Susanna Mantovani, Università di Milano-Bicocca
Giorgio Olimpo, CNR – Istituto per le Tecnologie Didattiche Giuseppina Rinaudo, Università di Torino
Autori del quanto “Fossili artificiali”
Elena Ferrero Andrea Caretto Marco Tonon
* Finanziamento MURST – ex D.M. 8/10/1996 n. 623 D.D. – Anno Finanziario 2000