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Valutazione semi-quantitativa della frattura morfometrica

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Academic year: 2022

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(1)

Valutazione semi- quantitativa della frattura morfometrica

Luca Pietrogrande

Professore Associato di Patologia dell’Apparato Locomotore – Dip. Scienze della Salute

Università degli Studi di Milano

Direttore UO di Ortopedia e Traumatologia ospedale San Paolo

ASST Santi Paolo e Carlo - Milano

(2)

Frattura vertebrale da fragilità:

una definizione?

• cedimento della struttura del corpo

vertebrale a seguito di un carico in flessione del tronco, anche

fisiologico, con conseguente

riduzione in altezza

del corpo vertebrale

anche solo in una sua

porzione.

(3)

Frattura vertebrale da Compressione (VCF)

• manifestazione tipica dell’osteoporosi

• clinicamente evidente solo nel 30% dei casi (frattura acuta)

• spesso silente

(fratture misconosciute)

– diagnosi occasionale

– dolore non seguito da indagini

evento silente in malattia silente

Cooper C,Melton LJ BMJ. 1992

(4)

Frattura prevalente

• frattura pre-esistente alla valutazione attuale

• diagnosticata tramite diagnostica per immagini:

– RX standard della colonna – TAC RM

– morfometria con DXA)

• nota se già individuata precedentemente:

– per diagnosi clinica al momento dell’evento – per precedente ricerca con RX

– per riscontro occasionale

• misconosciuta se mai individuata prima:

– evento clinico sottovalutato

– realmente asintomatica (deformazione

progressiva?)

(5)

frattura incidente

• clinicamente evidente solo nel 30% dei casi (frattura acuta)

• dolore dorsale, che si esacerba al carico ed ai movimenti

• aumento della cifosi, riduzione altezza

(se maggiore di 3 cm si deve sospettare VCF)

• riduzione qualità della vita

Papaioannou et al - 2002 THE AMERICAN JOURNAL OF MEDICINE

(6)

incidenza delle VCF

• Studio EVOS ha stimato incidenza globale del12%, in maschi e femmine in Europa

• nelle donne le fratture morfometriche sono il doppio che negli uomini

• nelle donne aumenta con l’età:

– meno di 5/1.000 per anno a 50 anni d’età

– circa 25/1,000 per anno alla fine dei 75-79 anni

• richio di frattura nel corso della vita all’età

di 50 anni è del:

– 3.1% per le femmine – 1.2% per i maschi

Roy DK et al - 2003 Osteoporos Int O’Neill TW et al - 1996 J Bone Miner Res

(7)

In Italia

(8)

situazione in Italia

(9)

frattura da fragilità

• clinica:

– anamnesi manca trauma efficiente – dolore e deformità

– cifotizzazione

– riduzione dell’altezza

• diagnostica per immagini

– RX mirate

– RX colonna dorsale e lombosacrale

• morfometria manuale

• morfometria computerizzata

• RMN ricerca fratture recenti

(10)

alterazioni biomeccaniche

aumento del carico compressivo per ogni situazione (stazione eretta, staz eretta con peso 5 Kg) ed ogni postura (non compensata, compensata, congruente)

aumento maggiore a livello toraco-lombare e lombare

aumento maggiore nella postura non compensata, seguita dalla compensata

sia la cifosi dorsale che la postura della colonna influenzano il carico vertebrale durante le attività quotidiane

la sola misurazione della cifosi non è sufficiente a definire l’impatto della curvatura spinale sui carichi vertebrali

Bruno AG – JBMR 2012

(11)

evoluzione della VCF

nr. VCF

5 7

SDI

8 12

angolo cuneo 4° 11°

angolo cifosi 43° 74°

apr 2013 mar 2014

2 1

2

2 1

3 1

2

2 1 3

4° 11°

43° 74°

(12)

Rischio relativo di nuove fratture in presenza di fratture anamnestiche

Frattura pregressa

Polso Vertebre Femore Tutte

Polso 3.3 1.7 1.9 2.0

Vertebre 1.4 4.4 2.3 1.9

Femore 1.5 2.3 2.4

Tutte 1.9 2.0 2.0 2.0

Localizzazione fratture successive

Kltzbuecher et al JBMR 2000

(13)

Commissione intersocietaria

• Considerando che la presenza di pregresse fratture da fragilità, sia vertebrali che non vertebrali, costituisce un fattore di rischio molto importante per nuove fratture e che la maggior parte delle fratture vertebrali prevalenti è

misconosciuta, è indicata la loro ricerca con indagini radiografiche del rachide dorsale e lombare o con la Vertebral Fracture Assessment utilizzando i criteri diagnostici indicati da Genant, ed in particolare nelle seguenti condizioni:

• 1) In presenza di sintomatologia sospetta per frattura vertebrale: dolore vertebrale intenso, che peggiora con la stazione eretta, anamnestico o in corso

• 2) anche in assenza di sintomatologia

 in tutte le donne tra 65 e 69 anni e uomini tra 70 e 79 anni con T-score <- 1.5 In donne in post-menopausa e uomini di 50 anni e oltre con specifici fattori di rischio:

– - Pregresse fratture da fragilità

– - Riduzione dell’altezza > 4 cm rispetto alla giovane età o > 2 cm rispetto all’ultimo – controllo

– - Marcata riduzione dei valori densitometrici (T-score < -3)

– - Terapia con cortisonici equivalente a >5 mg di prednisone o equivalenti al giorno – per > 3 mesi

– - Patologie concomitanti associate ad un aumentato rischio di fratture vertebrali

(14)

riduzione in altezza: quanto?

• manca univocità in letteratura

• varia dal 15% al 20% il limite di riduzione di una delle altezze vertebrali rispetto alle altre oltre il quale si definisce la frattura

• non sempre la riduzione in altezza è

conseguente ad una frattura da fragilità:

(15)

altre cause di deformazione vertebrale

a. varianti anatomiche: dorsali cuneizzate b. esiti osteocondrosi (M. di Scheuermann) c. deformazioni degenerative artrosiche

d. varianti anatomiche: lombari cuneo invertito e. fratture osteoporotiche

f. esiti frattura traumatica

f

(16)

significato della frattura vertebrale

importante fattore di rischio per nuove fratture 1,2

rilevante causa di disabilità 3,4

aumentata mortalità 5

definisce la malattia conclamata

in Italia, consente la prescrizione della terapia a carico del SSN

1. Melton LJ et al. Vertebral fractures predict subsequent fractures. Osteoporos Int. 1999;10:(214-21)

2. Ismail AA et al. Prevalent Vertebral Deformity Predicts Incident Hip though not distal Forearm Fracture: EPOS. Osteoporos Int. 2001;12:(85–90) 3. Silverman SL et al. The relationship of health-related QOF to prevalent and incident vertebral fractures: MORE. Arthritis Rheum. 2001;44:(2611-19) 4. Cockerill W et al. Health-related quality of life and radiographic vertebral fracture. Osteoporos Int. 2004;15:(113-19)

5. Cauley JA et al. Risk of mortality following clinical fractures. Osteoporos Int 2000;11:(556–61)

(17)

classificazione

• sede della frattura

– tratto

– nr. vertebra

• tipo di deformazione

– cuneo

– biconcava

• caratteristiche evolutive

– accentuazione della deformità nel tempo

• caratteristiche biomeccaniche

– stabile

– instabile (eccessiva cuneizzazione)

(18)

quantificazione

• deformazione

– giudizio qualitativo – misurazione

• gravità clinica

– entità dolore

– interessamento strutture nervose

• acuto rarissimo

• cronico per importante accentuazione curve

• precedenti alterazioni (scoliosi, discopatie…)

(19)

valutazione semiquantitativa

Ripreso da: Genant HK, Bone Miner Res 1993; 8:

1137-1148

Grado di frattura 0 - normale

1 - lieve (20-25%)

2 -

moderato (26-40%)

3 - severo (>40%) Mediana

Anteriore Posteriore

Cuneo Biconcava Schiacciamento

SDI (Spinal Deformity Index) = 5

1 1 1

2

(20)

metodo semiquantitativo di Genant

Genant HK et al. Vertebral fracture assessment using a semiquantitative technique. J Bone Miner Res. 1993;8:(1137-48)

Grado di frattura 0 - normale

1 - lieve (20-25%)

2 - moderato (26-40%)

3 - severo (>40%) Mediana

Anteriore Posteriore

(21)

Spine Deformity Index

Per ogni vertebra si

assegna un punteggio secondo il seguente schema:

0 non fratturata (SQ0)

1 frattura lieve (SQ1)

2 frattura moderata SQ2)

3 frattura severa (SQ3)

La somma di tutti i punti (dalla D4 alla L4) dà il valore dello SDI

Crans G. G. Bone 37(2005)175-179

3

6

D4 D5 D6 D7 D8 D9 D10 D11 D12 L1 L2 L3 L4 Totale

2 1

(22)

morfometria computerizzata

•scannerizzazione

immagine radiografica

•si selezionano le due vertebre poste agli estremi della sequenza da analizzare e si posizionano 6 punti di repere per ciascuna

vertebra.

•elaborazione dati da parte del software

•risultato finale: un indice

deformità vertebrale in base ad

una soglia preimpostata

(23)

% con almeno % con almeno

1 nuova frattura Basale N 1 nuova frattura Basale N

Vertebrali Non vertebrali

1Include clavicola, omero, polso, bacino, collo del femore, gamba

*p<0.05 nel confronto all’interno della categoria SQ3

Gravità frattura : SQ0 = no frattura, SQ1= lieve, SQ2=moderata, SQ3=grave

0 4.3* 1457 5.5* 1627

1 10.5* 391 7.2* 429

2 23.6* 276 7.7* 313

3 38.1 168 13.8* 196

SQ Grade

Studio MORE – Gruppo Placebo – 3 anni

gravità delle fratture e

rischio nuove fratture

(24)

in oncologia escludere sempre la frattura patologica

TAC o RMN

• per fratture

spontanee o da trauma modesto sospette per:

– persistenza del dolore

– normalità della densitometria – sedi inusuali – anamnesi

neoplastica

– per alterazioni focali dubbie

SCINTIGRAFIA OSSEA

per il sospetto di metastasi ossee

per

osteodistrofia focale

morbo di Paget osseo

osteolisi

periprotesiche

BIOPSIA OSSEA

per la conferma istologica di

osteomalacia

per sospette metastasi ossee

per sospette patologie midollari primitive o secondarie

TAC ed RMN

per preparazione a trattamento chirurgico mininvasivo

(25)

ma sempre pensare alla osteoporosi secondaria

al blocco ormonale

• paz. 73 anni con K

mammario in remisssione dopo mastectomia e terapia con inibitori dell’aromatasi

• comparsa prima frattura

pensando a secondarismo e ripresa terapia dopo

vertebroplastica

• nell’arco di 2 anni altre 4

fratture

(26)

conclusioni

• la frattura vertebrale da compressione deve far pensare all’ostreoporosi

• la VCF deve essere cercata in ogni paziente osteoporotico

• la sua misurazione semi-quantitativa o morfometrica è indispensabile per una accurata valutazione della gravità di

malattia

(27)

Grazie

dell’attenzione

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