1. SERVIZIO CIVILE ALL’ESTERO 2. CASCHI BIANCHI: URUGUAY 2018
SCHEDA SINTETICA – URUGUAY (ADP)
Volontari richiesti: 4 (2 nella sede di Montevideo 109307; 2 nella sede di Montevideo 127610) PAESE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: URUGUAY
Area di intervento: Cooperazione allo sviluppo ai sensi legge 125/2014
INTRODUZIONE
FOCSIV è la più grande Federazione italiana di ONG che da oltre 40 anni lavora nei sud del mondo realizzando progetti di cooperazione internazionale. Punto fermo di tutti gli interventi è stato ed è quello di contribuire, attraverso il lavoro di partenariato e la promozione dell’autosviluppo al superamento di quelle condizioni di ingiustizia che potenzialmente sarebbero potute essere, sono o sono state fonte di conflitti e di maggiori ingiustizie, costruendo percorsi di pace. Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti (intesi nel senso sopra descritto), volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi come operatori privilegiati della solidarietà internazionale, FOCSIV in collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII, la Caritas Italiana e il GAVCI ha ripresentato nel febbraio del 2007, all’UNSC il progetto madre “Caschi Bianchi” che intende collocare la progettualità relativa al servizio civile all’estero come intervento di costruzione di processi pace nelle aree di crisi e di conflitto (armato, sociale, economico, religioso, culturale, etnico..) con mezzi e metodi non armati e nonviolenti attraverso l’implementazione di progetti di sviluppo tenendo presente che i conflitti trovano terreno fertile dove la povertà è di casa, i diritti umani non sono tutelati, i processi decisionali non sono democratici e partecipati ed alcune comunità sono emarginate. Il presente progetto di servizio civile vuole essere un ulteriore testimonianza dell’impegno della Federazione nella costruzione della pace nel mondo e vuol far sperimentare concretamente ai giovani in servizio civile che la migliore terapia per la costruzione di una società pacificata è lottare contro la povertà, la fame, l’esclusione sociale, il degrado ambientale; che le conflittualità possono essere dipanate attraverso percorsi di negoziazione, mediazione, di riconoscimento della positività dell’altro.
FOCSIV realizza il presente Progetto attraverso l’ente ADP
ADP - Amici dei Popoli è una ONG, presente in Uruguay da oltre 17 anni, che realizza progetti di cooperazione internazionale in diverse località e in diversi ambiti. ADP svolge le sue azioni principalmente in ambito educativo e nella formazione professionale; per fare ciò, affianca comunità educative e di formazione a favore di soggetti svantaggiati, anche in campo agricolo. Negli ultimi 5 anni sono stati realizzati:
1. “Promozione integrale e sviluppo rurale”, progetto triennale a Sarandì del Yì, nei dipartimenti di Durazno e Florida. Si è costruito un Centro per lo Sviluppo Rurale e si sono avviati numerosi corsi professionalizzanti per promuovere le attività produttive utilizzando i prodotti della regione e per migliorare le condizioni di vita della popolazione, evitando l’esclusione sociale e l’emigrazione verso i centri urbani. Il centro offre possibilità di aggregazione, apprendimento e formazione ai giovani, alle loro famiglie ed alla popolazione della zona.
2. Sostegno al centro educativo La Tablada a Montevideo. L’obiettivo è il sostegno a persone in grave situazione di disagio sociale ed economico, all’interno di un ambiente a forte valenza educativa; in particolare, si cerca di aiutare le categorie più fragili, come i bambini, gli adolescenti e le loro famiglie. In questo progetto dal 2004 è stata attivata una collaborazione nelle attività sociali e di animazione tramite sostegno economico, invio di volontari, collaborazione all'esecuzione di opere per ingrandire il Centro e inserimento di volontari italiani nelle attività educative nel periodo estivo.
3. Sostegno al centro educativo Aires Puros a Montevideo. Il Centro nasce per offrire un supporto ai bambini e ai ragazzi del barrio in situazione di disagio, offrendo loro proposte educative e ricreative.
Dal 2016 Amici dei Popoli collabora con il Centro supportando le sue attività tramite l’invio di volontari italiani.
Dal 2009 ADP realizza progetti di Servizio Civile per dare supporto alla comunità locale e collaborare con i Centri impegnati nell’educazione, nella formazione, nella tutela della donna e nella promozione dei diritti umani.
DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE O DELL’AREA GEOGRAFICA DOVE SI REALIZZA IL PROGETTO:
Montevideo fu fondata dagli Spagnoli nel 1726. Nata come roccaforte, ben presto è diventata un importante centro commerciale. Nel 1821 l’Uruguay viene annesso al Brasile e divenne indipendente dopo soli quattro anni; durante il decennio del 1960 il Paese fu scosso dal confronto di una decina circa di gruppi rivoluzionari
di sinistra e di destra radicale fra cui i Tupamaros, movimento di guerriglia Marxista, distintosi fra gli altri per la tecnica di guerriglia urbana. Di questo clima di tensione approfittò l’esercito: il 27 giugno 1973 il Presidente Juan Maria Bordaberry sciolse il parlamento con l’ appoggio delle Forze Armate e creò un Consiglio di Stato con funzione legislativa e con l’incarico di una riforma costituzionale. Ovviamente il golpe incontrò l’opposizione della cittadinanza, dei lavoratori della Convención Nacional de Trabajadores (CNT) e dei movimenti studenteschi, che indissero uno sciopero di 15 giorni. Le Forze Armate reagirono ovviamente con la forza, detenendo dirigenti di sinistra (fra cui anche futuri candidati alla presidenza della Repubblica) e cittadini accusati di sovversione. Il governo tornò in mano ai civili solo il 1 marzo 1985, con l’elezione di Juan Maria Sanguinetti alla Presidenza. Durante questa fase di transizione fu emanata una legge di amnistia a favore di coloro che erano accusati di attività sovversive e successivamente ne venne approvata una seconda per i membri delle Forze Armate accusati di violazione dei diritti umani. Tra il 2001 e il 2002, il Paese ha sofferto la peggior crisi economica della sua storia: il debito estero ammontava a 12.500 milioni di dollari USA, mentre il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 20%. Solo a partire dal 2004 ci sono stati segni di ripresa. Nelle elezioni del 2009, poiché nessun candidato alla presidenza ha conseguito il 50% più uno dei voti, il 29 novembre si è svolto il ballottaggio tra José Mujica, presidente del Frente Amplio, e Luis Alberto Lacalle. In questa occasione Mujica ha raccolto il 53% dei consensi. Nel 2015 diviene presidente Tabaré Vazquez (era già stato presidente del Paese dal 2005 al 2010). E’ il terzo premier consecutivo del Frente Amplio, la coalizione di sinistra al governo a Montevideo dal 2005. Il Paese ha oggi un’economia prospera e relativamente aperta: il commercio internazionale rappresenta infatti un fattore chiave, data la scarsa popolazione e le limitazioni del mercato interno. Tra il 2004 e il 2012 il tasso di crescita del PIL è stato in media del 5,6%, con una punta record nel 2010 dell’8,9% (nel 2014 è cresciuto del 3,3%, nel 2015 del 1.5%). Secondo il programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo l’Uruguay è infatti il terzo paese dell’America Latina, dopo Argentina e Cile, a possedere il più alto Indice di Sviluppo Umano (0,79). Il trend positivo di questo dato negli ultimi anni è un buon indicatore della crescita del Paese: infatti l’ultima rilevazione dello UNDP pone l’Uruguay al 52° posto nella classifica mondiale (Dati UNPD 2015). Questo è inoltre uno dei Paesi con la più alta percentuale di alfabetizzazione al mondo, con l’educazione base obbligatoria e numerose campagne di alfabetizzazione a beneficio degli adulti che non hanno potuto terminare gli studi primari. Per comprendere come si è arrivati a questo risultato basti pensare che l’Uruguay è stato uno dei primi Paesi al mondo a stabilire un sistema educativo gratuito, obbligatorio e laico nel 1877.
Attualmente il tasso di alfabetizzazione adulta raggiunge il 98.5%. Infine, per quanto riguarda i diritti dell’infanzia e adolescenza, l’Uruguay si trova oggi ad affrontare alcune grandi sfide. La prima riguarda l’abbandono scolastico: il tasso di abbandono complessivo tra i giovani dai 15 ai 19 anni provenienti da famiglie dei quartieri più poveri è del 48%, mentre nelle zone più ricche è solo del 9%. Questo dato è strettamente legato al lavoro minorile: infatti, alla fine del 1999 lavoravano circa 50.000 bambini (tra i 5 e i 17 anni di età), dei quali circa il 77% avevano dai 14 ai 17 anni di età. Nel 2006 la percentuale dei minori lavoratori arriva al 7%. L’ultima delle grandi sfide riguarda la violenza e il sistema detentivo e rieducativo:
sebbene i processi penali contro gli adolescenti siano al 6,4% del totale, Unicef ha denunciato nel 2012 che in rarissimi casi si ricorre a misure alternative al carcere (secondo le statistiche un adolescente ogni 1963 è privo di libertà). Analizzando la situazione dei minori in questo paese si stima che oltre il 57% dei bambini con meno di 6 anni è colpito dalla povertà e la percentuale è salita di molto dopo la crisi economica cominciata nel 2002. Sebbene non sia ancora un problema ramificato lo sfruttamento dei minori è salito negli ultimi anni, soprattutto nelle zone di confine con il Brasile e l’Argentina e nei centri del turismo. Circa 50.000 bambini di età compresa tra 5 e 17 anni lavorano, per lo più nel settore informale; l’HIV sta sempre più colpendo i giovani specialmente tra i 15 ed i 24 anni di età (Dati Unicef, 2006). Oltre al problema del lavoro minorile, in Uruguay emerge anche la discriminazione etnica e di genere. Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica dell’Uruguay, il 10,6% della popolazione uruguaiana è di discendenza africana. Si stima che sia il 13,4% nella fascia di età cha va dai 5 ai 17 anni. Tra loro, il 29,8% è impegnato in qualche forma di lavoro, remunerato o no. Si tratta di 27.485 minori lavoratori. Inoltre, per tutte le fasce d’età esaminate, le donne lavoratrici sono di più rispetto agli uomini (Dati Agenzia Fides, 2012). Infine, l’Uruguay ha un alto tasso di violenza domestica e di genere (nell’ultimo anno sono state uccise 51 donne). Violenza, maltrattamento, abuso di bambini e adolescenti sono però un’emergenza sottostimata, invisibile.
DESCRIZIONE DEL PROGETTO PER SEDE
Montevideo (ADP 109307 / ADP – 127610)
Montevideo è la città principale nonché capitale dell'Uruguay. Grazie alle maggiori possibilità lavorative, al migliorato accesso ai servizi ed allo sviluppo dell'area portuale degli ultimi anni, la sua popolazione è in crescita. A livello demografico, secondo gli ultimi dati dell’Istituto Nazionale di Statistica, nel 2011 (anno dell'ultimo censimento disponibile) la città contava 1.318.755 abitanti, circa il 40% della popolazione nazionale (3.456.000 ab. circa), con una densità media di 2.488,9 ab./kmq. Le stime prevedevano che la popolazione si sarebbe attestata attorno ai 1.379.560 abitanti nell'anno 2015 (Instituto Nacional de Estadística INE – Estimaciones y proyecciones de población - revisión 2013). Se si tiene tuttavia conto
dell'intera area metropolitana, ossia l'area municipale e tutte le aree urbane adiacenti, si arriva a una popolazione di 1.947.604 abitanti, che corrisponde al 59% di quella nazionale. La popolazione è composta per il 46,6% da uomini e per il 53,4% da donne, con la seguente distribuzione per fasce d'età: da 0 a 14 anni 26,17 %, da 16 a 65 anni 58,95 % ed oltre i 65 anni 14,88 %, con un numero in forte aumento di bambini e giovani (Instituto Nacional de Estadística INE – Estimaciones y proyecciones de población - revisión 2013 ).
Il dipartimento di Montevideo è tra quelli in cui si concentra il maggior numero di giovani tra i 15 e i 24 anni;
tra questi, circa il 59% frequenta un centro educativo, certamente un fattore che contribuisce a mantenere bassa la percentuale di analfabeti nel paese (1,5%, secondo i dati del Anuario Estadístico de América Latina y El Caribe, 2016). Negli ultimi anni la situazione è ulteriormente migliorata, grazie alle politiche nazionali dell’ ex presidente José Mujica, che in un suo discorso di fine mandato afferma: "Abbiamo vissuto anni positivi dal punto di vista dell’uguaglianza. Dieci anni fa, circa il 39% degli uruguaiani viveva sotto la soglia di povertà. Adesso sono meno dell’11%. Abbiamo anche ridotto la povertà estrema dal 5% ad un esiguo 0,5%"
(The Post Internazionale, 5/12/2014). Dal punto di vista della qualità della vita, un recente sondaggio della Mercer -società di consulenza che valuta la qualità della vita a seconda di fattori come il traffico e i trasporti pubblici, salute, economia, educazione, agenda culturale e alloggio- ha collocato la capitale uruguaiana al 78° posto nell'indagine del 2015 tra 230 città principali del mondo, in testa su tutta l'America Latina, sorpassando Buenos Aires (91°), Santiago del Cile (93°) e Brasilia (107°). Nonostante l'indigenza nel paese sia abbastanza contenuta (circa l'1% della popolazione ne è colpito secondo i dati CEPAL) vi sono grandi fette di popolazione che ancora stentano a raggiungere condizioni di vita dignitose. La maggior parte delle persone in condizioni di disagio economico-sociale si concentra nei cosiddetti barrios, baraccopoli abusive aumentate da 364 nel 2000 a 412 nel 2015. In particolare, nelle municipalità più periferiche, un bambino su due fino a 12 anni è sotto la soglia di povertà (uno su tre in tutta Montevideo). Questo disagio si riflette sui dati riguardanti l'istruzione e il lavoro giovanile. Nelle zone più periferiche 1 ragazzo su 5 tra i 15 e i 24 anni non studia e non lavora, il 24% non completa il ciclo base di studi ed il 50% non finisce le scuole superiori (dati del 2014 dell'Intendencia).
Nel contesto di Montevideo, ADP collabora con i Centri La Tablada e Aires Puros. Il Centro Bosco La Tablada si trova nella zona territoriale numero 12 della capitale Montevideo, più precisamente nel quartiere periferico Villa Colón – La Tablada. Nato come sede del principale mercato del bestiame dell’Uruguay nel XX secolo, il quartiere ha registrato il picco dell’attività commerciale tra il 1913 ed il 1916, con l’installazione di bilance provenienti da Londra e la creazione di collegamenti ferroviari. La chiusura dell’industria conserviera a partire dagli anni ’60 ha provocato il blocco delle attività commerciali e la conseguente decadenza dei servizi di base. A causa dell'impoverimento generale del paese occorso in quegli anni, poi, si è assistito a un processo di migrazione massiccia verso la capitale, durante il quale molti nuclei familiari hanno preso possesso di terreni abbandonati de La Tablada e dei barrios circostanti (Lavadero, Antonio Rubio e Verdisol).
Divenendo negli ultimi tempi il principale luogo oggetto di immigrazione e di politiche edilizie, La Tablada ha visto una evoluzione verso un vero e proprio quartiere di insediamenti in muratura (circa ventimila), che progressivamente hanno sostituito le baracche in lamiera. Tuttavia, permane una situazione di completa precarietà e irregolarità. Il quartiere ove risiede il Centro Bosco La Tablada fa parte del Centro Comunal Zonal 12 (CCZ12); secondo i dati del censimento nazionale 2011 esso ha una popolazione di 57.975 abitanti, il 4,39% del totale a Montevideo, suddivisa in 27.627 uomini e 30.348 donne. All'interno del barrio, la principale scuola di riferimento è situata in Calle Montalvo 6289. Nel turno mattutino, la scuola ha il numero 290 ed è intitolata ad Alfredo Zittarrosa, mentre nel turno pomeridiano è la numero 145 intitolata a Catalina Vazquez. La maggior parte dei bambini che frequentano il Centro proviene da questa scuola. Il liceo principale è il numero 73. Il barrio si trova nel Municipio G e confina con Camino Melilla, Avenida Lezica, Antonio Rubio e Cornelio Guerra. Il principale servizio di salute pubblica è l’Hospital Saint Bois, che ha anche un reparto di salute psichiatrica, mentre non molto distante dal Colegio Pio si trova il Circulo Catolico Residencial, privato.
ll Centro Aires Puros sorge invece nel quartiere Lavalleja. Il quartiere è stato creato senza un'adeguata pianificazione previa; ciò ha generato diversi modi di sentire, vivere e dare identità alla zona in oggetto.
Infatti nello stesso quartiere sono arrivati flussi di persone provenienti da zone e strati socio-culturali estremamente differenti. Si potrebbe sostenere che coabitino diverse comunità, culture e identità allo stesso tempo, generando una complessa rete sociale. Rispetto alla sua popolazione, dal censimento nazionale effettuato nel 2011 risulta che il distretto ospiti circa 8.346 persone (3.981 uomini e 4.365 donne), che rappresentano lo 0.65% della popolazione in Montevideo. Secondo gli studi, il 15.98% della popolazione totale ha tra gli 0 e i 9 anni; il 18,31% tra i 10 e i 19 anni e il 14,68% tra 20 e 29 anni. Pertanto, la distribuzione per età della popolazione del quartiere Lavalleja mostra la presenza di una numerosa componente giovanile. Per quanto riguarda la situazione abitativa, il 29,4% della popolazione vive nelle varie baraccopoli presenti sul territorio. Nelle zone dove vivono le famiglie aiutate dal centro vi sono alcune escuelas (la n. 125, la n. 302, la n. 184, la n. 92, la n. 105, la escuela Italia e la esculela especial Roosvelt), la UTU Lavalleja, i licei 18, 59, 63 e 60. Vi sono inoltre due ospedali pubblici relativamente vicini al centro Aires Puros; l'ospedale Saint Bois nel barrio Colon e l'ospedale Filtro nel barrio Atahualpa. Si devono infine segnalare alcune strutture di appoggio sociale, ma anche ricreative e culturali. A questo proposito è
necessario citare il Centro Morel, Tacuru, Aires Puros, ed il Tablado 2 -un teatro all'aperto che viene usato per feste, ricorrenze o per il carnevale. Le strutture sono tuttavia ubicate in zone del barrio diverse rispetto alle zone dove vivono i più poveri. Le famiglie più disagiate si trovano infatti lontano dalle strade principali.
Daniel Espósito, direttore della sezione “Espacios Públicos Habitat y Edificaciones” dell'amministrazione di Montevideo, in un'intervista su El País (23.3.2011) dichiarava: “I principali livelli di concentrazione della povertà, di situazioni ambientali insostenibili e di occupazione del suolo si trovano proprio in questi luoghi.”
Sia per la Municipalità che per il Governo nazionale, infatti, è molto difficile contenere la crescita di questi nuclei urbani irregolari, nonostante la lotta all'abusivismo sia stato uno dei cavalli di battaglia dei candidati alle elezioni politiche del 2014. Quello che sta continuando a fare l'attuale partito al governo, Fronte Amplio, è "proseguire la regolarizzazione degli stabili che si trovano in territori vivibili e spostare quelli che sono in zone inabitabili". (Luis Lacalle Pou su El Pais 26 ottobre 2014).
Le famiglie presenti all'interno dei quartieri La Tablada e Lavalleja che afferiscono al Centro Bosco e al Centro Aires Puros presentano situazioni molto differenziate. Vi sono diverse famiglie monogenitoriali, famiglie estese e famiglie multiple oltre alle famiglie nucleari. Le famiglie monogenitoriali sono composte da un solo genitore che deve provvedere economicamente a tutto. Le famiglie estese sono invece famiglie con almeno un genitore e un parente (una nonna o uno zio) con un reddito troppo basso per poter affittare una casa o in situazione di disoccupazione. In altri casi, invece, proprio perché il genitore lavora è il parente ad occuparsi dei nipoti. Le famiglie multiple sono quelle composte da un genitore biologico (nella maggior parte dei casi la madre) e dal suo compagno/a con relativa famiglia (figli a carico). Le famiglie nucleari sono composte da entrambi i genitori biologici. Nella maggior parte dei casi queste famiglie non hanno troppi problemi economici, in quanto entrambi i genitori lavorano e possono provvedere al mantenimento della famiglia. La maggioranza dei genitori dei bambini che frequentano i due centri hanno occupazioni saltuarie, di basso livello, mal retribuite; questo in correlazione con il livello di istruzione, che nella maggior parte dei casi si ferma alla scuola di primo grado. Per quanto riguarda le famiglie monogenitoriali, in molte di esse le madri svolgono un lavoro dipendente (commessa in piccoli esercizi commerciali o supermercati, cameriera, donna di pulizie). Con queste tipologie occupazionali, è estremamente difficile poter mantenere i figli - che spesso sono anche quattro o cinque. Anche nelle famiglie estese molti dei genitori hanno un lavoro dipendente. La situazione è più grave nelle famiglie multiple, in cui si riscontrano spesso anche situazioni di lavoro in nero soprattutto per le donne (ad esempio come donna delle pulizie nelle case dei vicini).
Nel territorio di Montevideo, ADP interviene nel settore: Educazione e tutela dell'infanzia Settore di intervento del progetto: Educazione e tutela dell'infanzia
La Tablada e Lavalleja sono quartieri particolarmente ardui per un bambino o un adolescente. I servizi pubblici infatti non sono in grado di far fronte alle problematiche sociali derivanti dai disagi delle famiglie d'origine. Secondo le statistiche, la violenza è un elemento costantemente presente nel tessuto sociale, e non di rado tocca anche bambini e adolescenti. Ci si riferisce in primis alla violenza domestica, problema endemico nell'intero paese. Tuttavia, anche a livello sociale, la mancanza di dialogo, di ricerca di soluzioni verbali e la poca capacità di trascendere dal piano concreto mantengono alto il livello di conflittualità. In particolare, nel quartiere Lavalleja è attiva una fitta rete di traffico di stupefacenti, che va a rafforzare le più vaste attività di commercio irregolare. Per quanto siano nate numerose reti solidali intra-parentali e di vicinato per sopperire all'insufficienza degli aiuti statali e far fronte alla situazione di povertà ed alla scarsità di mezzi, tali istituzioni informali difficilmente riescono ad arginare tutti i problemi presenti nell'area. Questo clima di perenne tensione si manifesta tramite la costituzione di gang armate, le quali convogliano i giovani che ne entrano a far parte in uno stile di vita caratterizzato da abuso di sostanze, faide e scontri con le forze dell'ordine. Secondo l'ultimo rapporto dell'Observatorio Uruguayo de Drogas, basato su uno studio sugli adolescenti tra i 13 ed i 17 anni d'età, nel 2014 più del 60% ha fatto uso di alcol, il 17% ha consumato marijuana, il 7% tranquillanti ed il 2% cocaina. Considerata anche la difficoltà di inserirsi nel sistema educativo formale, le bande esercitano un'attrattiva molto forte sui giovani, che in esse trovano riconoscimento da parte dei coetanei. In questo contesto, le famiglie affrontano diverse difficoltà per svolgere la loro funzione educativa. Il fatto che molte di queste siano inoltre "estese" (con problemi quali mescolanza nei rapporti parentali, sfocatura dei ruoli, importanti conflitti di comunicazione, emersione dei sintomi correlati a problemi comportamentali psicosociali, di adattamento, di relazione) peggiora la situazione, creando ulteriori difficoltà nella ricerca di figure di riferimento da parte del bambino/adolescente.
A queste problematiche si aggiungono quelle legate alla salute. I maggiori problemi di salute che si possono annoverare riguardano la malnutrizione, che nei bambini porta a difficoltà di apprendimento e ritardi nella crescita. In questo senso, uno dei fattori che maggiormente incide sulla salubrità del barrio è la povertà culturale dei suoi abitanti; nelle fasce più povere vi è una generalizzata ignoranza relativamente a quelli che sono i diritti che spettano ad ogni persona come cittadino. Ciò porta ad un uso deficitario dei servizi offerti dalle strutture sanitarie pubbliche e rende difficile la promozione di uno stile di vita sano e la prevenzione delle malattie. Altro fattore che incide sulla situazione sanitaria del barrio è la povertà infrastrutturale: le abitazioni sono in buone condizioni se si affacciano sulle vie principali, ma peggiorano progressivamente man mano che ci si sposta verso zone più periferiche, dove è nella norma trovare abitazioni fatte di lamiera,
legno o mattoni, alcune con pavimento in terra battuta. Le abitazioni peggiori si presentano come baracche con poco spazio all'interno, senza acqua corrente e senza bagno; talvolta, se piove molto, le strade di terra sono impraticabili e il fango entra nelle case. Anche le attività economiche della popolazione locale incidono negativamente sullo stato di salute complessivo dell'area. Molte persone lavorano nella raccolta dell'immondizia; nel barrio infatti sono presenti diverse zone in cui la spazzatura giace abbandonata lungo le strade, e non di rado si verificano roghi che impattano drammaticamente sulla qualità dell'aria e dell'acqua all'interno del territorio. Tra le fasce di popolazione più povera, molte persone svolgono lavori occasionali;
alcune famiglie possiedono un cavallo o più, che vengono utilizzati come animali da lavoro. Vi sono inoltre allevamenti di maiali, specie nella zona Giuria. Vista la presenza di immondizia e animali, molti sono i ratti che popolano l'area. Si verifica inoltre il problema dell'accesso all'acqua e ai servizi fognari. Tutti questi fattori, sommati al sovraffollamento di certe zone ed al vivere a stretto contatto con gli animali fa sì che gli standard igienici siano assai precari e che i bambini sviluppino diversi problemi di salute.
Condizioni igienico-sanitarie precarie e problematiche sociali similari, si registrano anche nel quartiere de La Tablada. L’interno del barrio è prevalentemente caratterizzato da case indipendenti. I principali problemi igienici e sanitari si trovano nella zona dell'insediamento irregolare, dove le case sono costruite anche in lamiera o legno, e alle volte sprovviste di bagno. In alcune si segnala anche la presenza di ratti. La situazione è aggravata dalla presenza massiccia di cani randagi e spazzatura che spesso viene bruciata o buttata nel fiume. Si registrano situazioni di povertà, episodi di violenza e uso di sostanze. Si segnalano episodi di criminalità: perlopiù furti, rapine e spaccio, oltre alle già citate situazioni di violenza.
Un ulteriore fattore di rischio, in particolare nelle zone periferiche di Montevideo, è rappresentato dalla precocità dei rapporti sessuali tra gli adolescenti: il 42% di loro ha il primo rapporto prima dei 20 anni (15 per le ragazze e 14 e mezzo per i ragazzi, con un rapido calo dell’età con il passare degli anni). A tale tendenza si accompagna, di conseguenza, un’elevata incidenza della maternità in età adolescenziale. Secondo i dati UNICEF, nel periodo 2000-2010 circa il 6% delle ragazze tra i 15 ed i 19 anni hanno affrontato una gravidanza. Tale attitudine alla maternità precoce, che spesso si manifesta anche tra le adolescenti più giovani (10-14 anni), comporta importanti conseguenze per le ragazze, primo tra tutti l'abbandono scolastico:
secondo CEPAL, il 63% delle madri adolescenti che hanno partorito nell’Ospedale Pereyra Rossell del territorio, non studiavano e non lavoravano.
Nonostante i timidi miglioramenti dell'ultimo periodo, i dati sulla situazione socioeconomica dei minori continuano ad essere critici. Si stima che 7 minori su 10 vivono in situazione di povertà, 3 su 10 in situazione di povertà estrema e 1 su 10 in situazione di indigenza. Il Ministero di sviluppo sociale (MIDES) fornisce alle famiglie in difficoltà un assegno mensile per ogni bambino e adolescente: per i bambini ammonta a 800 U$
(pari a circa 30€) e per gli adolescenti a 1000 U$ (pari a circa 36€). Il disagio dei minori e dei giovani è un fattore che contribuisce sovente agli altissimi livelli di abbandono scolastico: secondo il CEPAL (Anuario estadístico de América Latina y el Caribe, 2013), la percentuale di popolazione analfabeta sopra i 15 anni tocca il 1,6%, il 2% fra i ragazzi e l'1,1% fra le ragazze. Secondo uno studio dell'Unità Giovanile del Ministero del Lavoro (2013), solo il 35% dei giovani tra i 20 e i 29 anni ha portato a termine gli studi secondari, mentre tra i 20 e i 24 anni oltre il 26% dei giovani non ha terminato il ciclo d'istruzione primaria. Nel 2011, il 18,9% dei giovani tra i 20 e i 24 anni non studiava né lavorava, e il 16% dei giovani tra i 25 e i 29 si trovava nella stessa situazione secondo il CEPAL (2014).
A Montevideo il numero di bambini e di adolescenti seguiti dall'INAU (Instituto del Niño y Adolescente del Uruguay) nel 2014 ammontava a 46.802 minori. Confrontati con i dati dell'anno precedente, si riscontra un generale aumento dei minori assistiti. Le modalità si differenziano: 5.553 ragazzi ricevono cure ed attenzione 24 ore su 24 negli Istituti; 632 bambini e ragazzi sono invece inseriti in famiglie;
30.712 sono seguiti in centri diurni; 734 sono inseriti in programmi alternativi alla detenzione; 9.171 sono seguiti da comunità educanti, come Centri studi, centri educativi, centri di formazione professionale (Anuario 2016 dell’Istituto Nazionale di Statistica INE). Le istituzioni scolastiche pubbliche presenti nei due quartieri funzionano a doppio turno, con due diverse direzioni didattiche per la mattina e per il pomeriggio. L’80% dei bambini del territorio frequentano la scuola più vicina, mentre il rimanente 20% si divide nelle altre scuole raggiungibili con l’autobus.
L'abbandono scolare che i due Centri rilevano nei quartieri La Tablada e Lavalleja è del 20%, ed il 40% dei ragazzi non accede alla scuola secondaria. Anche chi accede alla scuola secondaria, nel 54% dei casi non termina il terzo corso.
Per la realizzazione del presente progetto ADP collaborerà con i seguenti partner:
Sociedad San Francisco de Sales ( Salesiani Don Bosco)
Per la realizzazione del presente progetto ADP collabora con i Padri Salesiani di Montevideo, i quali gestiscono molte attività a favore della popolazione. Dal 1997 Amici dei Popoli collabora con il Centro Bosco La Tablada che viene supportato da ADP dal 2004; il partenariato si concretizza attraverso progetti a favore dei bambini e dei giovani svantaggiati che prevedono l’affiancamento nelle strutture formative dei centri, in particolare per i bambini in età prescolare e scolare, e l’invio di volontari e gruppi di volontari italiani durante il periodo estivo - da oltre 17 anni. Dal 2016 collabora anche con il Centro Aires Puros, supportando la realizzazione delle attività educative e ricreative con l'invio di volontari. Nell’ambito di tale collaborazione
pluriennale, il Centro Bosco La Tablada e il Centro Aires Puros si sono resi disponibili a realizzare insieme ad ADP progetti di impiego per giovani in Servizio Civile.
Centro Bosco La Tablada
Il centro Bosco La Tablada è situato nella zona ovest della capitale (Centro Comunal 12, Municipio G, barrio La Tablada). Il centro è nato nel 1990 con lo scopo di dare sostegno alle famiglie della zona, in particolare a 200 tra i bambini e gli adolescenti che vivevano in situazioni di disagio sociale e di povertà. L’azione educativa è diretta a bambini in età prescolare e ad adolescenti fino a 18 anni i quali, all'interno del Centro, possono usufruire anche della mensa scolastica gratuita nei periodi di chiusura delle scuole, servizio che garantisce loro almeno un pasto giornaliero. Inoltre il Centro Bosco La Tablada gode di copertura medica, ed i destinatari del progetto hanno accesso al servizio odontoiatrico e oculistico gratuito. La maggior parte dei bambini che frequentano il centro proviene dal quartiere; tra questi, molti dagli insediamenti irregolari e pochi da case non abusive. La presenza di bambini di entrambe le zone, tuttavia, è un fattore estremamente positivo, poiché favorisce una maggiore integrazione tra due realtà che, pur vivendo nella stessa area, difficilmente entrano in contatto tra loro.
All'interno del Centro vengono realizzate le seguenti attività:
1. Centro de Educación Inicial Caritas Lindas (Centro di educazione primaria “Faccine Belle”) detto anche "Guardería". È in funzione dal lunedì al venerdì, dalle 8.00 alle 16.00. Accoglie attualmente 50 bambini tra i 2 e i 3 anni d’età offrendo loro uno spazio di socializzazione ed accoglienza per tutto il giorno, si forniscono colazione, pranzo e merenda.
2. Club del Niño (Club del bambino), funzionante da lunedì a venerdì nei due turni dalle ore 8.30 alle ore 12.00 e dalle ore 13.00 alle 16.30. Questo progetto educativo, rivolto a bambini in età scolare, rafforza l’apprendimento e sostiene lo studio, per limitare il fenomeno dell’abbandono scolastico. La partecipazione ai laboratori avviene per turni basati sull’età: gruppo dei “chicos” (1°,2° e 3° anno);
gruppo dei “grandes” (4°,5° e 6° anno). Attualmente il progetto raggiunge circa 90 bambini.
3. Centro Juvenil (Centro Giovanile), funzionante da lunedì a venerdì dalle 14.00 alle 18.00. Il progetto educativo ha lo scopo di accompagnare preadolescenti e adolescenti in situazioni di difficoltà per far sì che rimangano inseriti nel sistema educativo formale, e di sostenere quelli che lo hanno già abbandonato. Si offre un appoggio al bambino e alla famiglia nel passaggio dal Club del Niño al Centro Juvenil, supportando nella scelta del liceo o dell’istituto più adatti alle capacità e agli interessi del ragazzo. Il centro giovanile offre uno spazio di socializzazione e di accoglienza pomeridiano e laboratori tematici. Inoltre è collegato ad Istituti Educativi di istruzione media superiore e tecnica.
Attualmente raggiunge 100 adolescenti.
4. Oratorio festivo: funzionante il sabato per i bambini del quartiere con specifiche iniziative di coinvolgimento delle famiglie; alla sera si organizzano cineforum, feste e riflessioni comunitarie.
Centro Salesiano Aires Puros
Il Centro Salesiano Aires Puros coinvolge nelle proprie attività circa 250 fra bambini, adolescenti e giovani la cui età varia da 5 a 21 anni. Fa parte delle obras seguite dai Padri Salesiani in Uruguay. Il Centro è nato nel 1980 dalla volontà di un gruppo di ex studenti dell’Istituto Juan XXIII, i quali volevano far fronte alla situazione di povertà ed esclusione sociale, culturale ed economica che colpiva e colpisce tutt'ora una grande fetta di popolazione uruguaiana. La proposta originale prevedeva qualche ora di oratorio festivo settimanale con ricreazione pomeridiana e spuntino. Nel corso degli anni si sono aggiunti un centro giovanile ed attività di catechesi. Dal 1992 si è realizzata una proposta di sostegno scolastico giornaliero (rivolto ai bambini) su base volontaria tramite un accordo con INAU e nel 2002 sono iniziate le attività di supporto per adolescenti affinché, sempre con il supporto di INAU, il centro giovanile funzionasse stabilmente.
Il Centro Salesiano Aires Puros è ubicato nel quartiere Lavalleja, in strada Bvar Batlle e Ordonez 5020.
Attualmente Paso de las Duranas e Lavalleja sono nel processo di reinsediamento attraverso il piano speciale per l’Arroyo Miguelete della Intendencia di Montevideo. Il Centro lavora principalmente con bambini, adolescenti e con le loro famiglie che risiedono nella ri-localizzazione degli insediamenti "25 de agosto", complesso Behring, insediamenti “Joanicó”, "Paso de las Duranas" e "Lavalleja Sur", nonché il piano abitativo "40 settimane" e gli insediamenti "Aquiles Lanza", e collabora con la Cooperativa de Vivienda (COVISANT I) limitrofa al Centro. Le aree di intervento riguardano l'inclusione nel sistema di istruzione formale, la promozione dei diritti, le attività per il tempo libero e la formazione cristiana; il tutto dalla prospettiva di uno sviluppo umano integrale. Problemi riguardanti la salute, il cibo e la casa incrociano permanentemente le attività come variabili di incidenza che spesso è necessario tenere presenti per il raggiungimento degli obiettivi educativi.
All'interno del Centro vengono realizzate le seguenti attività:
1. Sostegno scolastico - Club de Niños: proposta effettuata in accordo con INAU (convenzione n. 980).
Segue un totale di 70 bambini con frequenza giornaliera, dal lunedì al venerdì, e divide le attività in due turni: dalle 8 alle 12 la mattina e dalle 13 alle 17, la sera. Ha un'area di sostegno pedagogico, laboratori artistico-ricreativi, attività sportive e ricreative che permettono ai bambini e ai ragazzi di esprimersi e sviluppare appieno il loro potenziale.
2. Centro giovanile “Kerá Mitá”: realizzato sempre grazie alla convenzione con INAU (n. 3327). I destinatari delle attività del Centro sono 50 adolescenti tra i 12 e i 17 anni. Funziona dal lunedì al venerdì
dalle 16 alle 20. Il lavoro portato avanti all'interno del Centro vanta uno spazio di sostegno pedagogico e rafforzamento educativo, laboratori sportivi, di danza e di teatro, nonché varie attività ricreative.
3. Spazio adolescenti (ESPA): si svolge con frequenza di una volta alla settimana, il sabato dalle 17 alle 20. Si tratta di uno spazio, ricreativo, educativo portato avanti da 12 giovani animatori volontari a cui partecipano circa 50 ragazzi dai 12 ai 18 anni.
4. Scuola professionale adolescenti (CODOF): è una cooperativa finanziata da INEFOP che utilizza gli spazi di Aires Puros per svolgere le proprie attività di formazione. Tali attività sono rivolte ai ragazzi del quartiere dai 15 ai 17 anni che non studiano e non lavorano; l'obiettivo è aiutare 20 adolescenti a creare il proprio progetto di vita. Partecipano anche alcuni ragazzi che frequentano il centro giovanile. Le attività di CODOF si svolgono per 4 mesi, il martedì e giovedì dalle 13.30 alle 15.00 circa. I ragazzi partecipano a lezioni e laboratori di gastronomia, elettotecnica, informatica, arte urbana e a momenti di orientamento educativo-lavorativo.
5. Oratorio: è uno spazio ricreativo, educativo e di evangelizzazione, realizzato da una trentina giovani volontari. A questa attività partecipano normalmente più di 100 bambini da 5 a 12 anni, con frequenza di un giorno a settimana, il sabato dalle ore 11 alle 17.
Per poter partecipare alle attività del Centro Bosco La Tablada e del Centro Salesiano Aires Puros il bambino o adolescente è tenuto a frequentare la scuola primaria, la scuola superiore/corso professionale o ad avere un lavoro. Questa misura è stata inserita per tutelare l’utente stesso: dal momento che il genitore trae beneficio dal suo ingresso nel centro – potendo lavorare per l’intera giornata – gli viene richiesto in cambio di garantire che il figlio stia svolgendo un regolare percorso lavorativo o scolastico. Oltre a questa condizione iniziale, per ottenere l'accesso al servizio ci sono altri parametri: da quante persone è composta la famiglia, qual è la situazione economica, l'impegno scolastico e lavorativo del ragazzo. Per gli educatori dei centri infatti è importantissimo responsabilizzare l'utente, che tramite queste accortezze viene spronato a mantenere i propri impegni.
Montevideo nella sede di La Tablada (109307) Destinatari diretti:
1. 250 tra bambini (da 6 a 12 anni), adolescenti (da 13 a 18 anni) e bambini di 2 e 3 anni che frequentano rispettivamente il Club del Niño, il Centro Juvenil e la Guarderia del Centro La Tablada.
2. 120 famiglie.
Beneficiari:
3. 300 famiglie dei bambini e dei ragazzi. La popolazione del territorio, per un totale di 6.500 persone.
Montevideo nella sede di Aires Puros (127610) Destinatari diretti:
4. 120 tra bambini (da 6 a 12 anni), adolescenti (da 13 a 18 anni) che frequentano il Club del Niño ed il Centro Giovanile Kerá Mitá del Centro Aires Puros.
5. 85 famiglie.
Beneficiari:
6. 180 famiglie dei bambini e dei ragazzi. La popolazione del territorio, per un totale di 4.000 persone.
OBIETTIVI DEL PROGETTO MONTEVIDEO (ADP – 109307)
7. Sostenere 120 giovani famiglie in difficoltà, a rischio di disgregazione e peggioramento della situazione di povertà con il rafforzamento dei servizi sociali.
8. Prevenire ed attenuare i fenomeni di emarginazione, devianza e abbandono scolastico per 250 bambini e adolescenti in grave stato di disagio sociale, educativo ed economico con azioni di supporto ai minori in difficoltà ed orientamento allo studio e al lavoro.
9. Rafforzare il coordinamento, la comunicazione delle diverse iniziative del Centro Bosco con gli enti locali, il quartiere e le famiglie stesse per mettere in comune le risorse, le esperienze e le modalità di lavoro.
MONTEVIDEO (ADP – 127610)
10. Sostenere 85 giovani famiglie in difficoltà, a rischio di disgregazione e peggioramento della situazione di povertà con il rafforzamento dei servizi sociali.
11. Prevenire ed attenuare i fenomeni di emarginazione, devianza e abbandono scolastico per 120 bambini e adolescenti in grave stato di disagio sociale, educativo ed economico con azioni di supporto ai minori in difficoltà ed orientamento allo studio e al lavoro.
12. Rafforzare il coordinamento, la comunicazione delle diverse iniziative del Centro Aires Puros con gli enti locali, il quartiere e le famiglie stesse per mettere in comune le risorse, le esperienze e le modalità di lavoro.
COMPLESSO DELLE ATTIVITA’ PREVISTE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI MONTEVIDEO (ADP – 109307)
Azione 1. Rilevamento e analisi del Centro Bosco La Tablada e comparazione delle proposte educative e della partecipazione alle attività
1.
Mappatura e schedatura delle strutture del Centro Bosco La Tablada con riferimento particolare a risorse umane, spazi, attività e proposte educative.2.
Monitoraggio della partecipazione dei destinatari, compilazione di schede per la rilevazione dell'utenza e analisi dei dati in base al numero di partecipanti, le fasce di età, la frequenza nella partecipazione.3.
Osservazione e analisi per comparazione delle metodologie educative adottate dal Centro, dei programmi formativi e delle attività di coinvolgimento delle famiglie.4.
Analisi del rapporto numerico educatori-utenti, qualifiche del personale, frequenza delle attività, stesura di schede di rilevamento e analisi dei dati.5.
Partecipazione ad incontri bimestrali con le famiglie dei ragazzi nel quartiere sui bisogni e le azioni più richieste, raccolta necessità riscontrate, analisi e comparazione dei dati emersi in rapporto agli anni precedenti.6.
Monitoraggio sull’andamento delle proposte educative e sulla situazione dei fruitori tramite elaborazione di report, comparazione tra i due centri e condivisione delle buone pratiche.7.
Analisi dati e valutazione SWOT sulle attività del Centro (punti di forza, debolezza, limiti ed opportunità)8.
Partecipazione a 2 incontri mensili di coordinamento fra i vari gruppi di lavoro del Centro.9.
Stesura dei verbali delle riunioni di coordinamento e conseguente apporto alla valutazione delle attività del Centro, proposte di pianificazione delle attività.Azione 2. Implementazione dell’azione educativa del Centro Bosco la Tablada.
Ideazione, organizzazione e realizzazione di n° 2 percorsi educativi per anno scolastico per 200 minori nel Centro Bosco La Tablada sui temi dell'educazione alla pace, dei diritti umani, della legalità e comparazione dei risultati.
Attività settimanali di animazione ludico-sportive e laboratori creativi (talleres) con particolare attenzione al tema della tutela dell'ambiente tramite l'utilizzo di materiali semplici e di riciclo.Svolgimento di laboratori teatrali, musicali e di espressione corporea da proporre anche negli oratori attorno al Centro Bosco La Tablada come l’Oratorio Nuevo Valdocco, con particolare attenzione agli aspetti relativi alla dimensione fisica, relazionale, familiare del bambino.
Realizzazione di laboratori specifici mirati alla soluzione di problematiche rilevanti affrontate dai fruitori del Centro da progettare e realizzare in collaborazione con gli educatori e la psicologa:conflitti conclamati, maltrattamenti in famiglia, aggressività e disagio giovanile, ecc.
Affiancamento delle famiglie in difficoltà anche tramite accompagnamento a piedi dei bambini dal Centro alla scuola.
Sostegno scolastico giornaliero per i bambini di diverse fasce d'età all'interno di un programma di educazione integrale, con momenti di educazione non formale che prevedono attività di svago e arricchimento culturale all'interno del Centro.
Realizzazione di un laboratorio settimanale di informatica elementare per 65 bambini, all’interno del programma Plan Ceibal, “Progetto socio-educativo 2007: un computer per ogni bambino”.
Realizzazione di un laboratorio settimanale volto a rafforzare lo spirito di gruppo, le relazioni interpersonali e l'autostima di 60 ragazzi incentrato su etica e valori (condivisione e rispetto).
Ideazione e realizzazione di 2 percorsi educativi per anno scolastico sul tema dell'educazione alla salute e all’igiene personale, con elaborazione e realizzazione dei materiali didattici e con l'attuazione di semplici prassi igieniche per la prevenzione di malattie per 65 bambini.
Partecipazione a campi estivi o altre occasioni aggregative organizzate dal Centro.Azione 3. Documentazione e divulgazione attività del Centro Bosco La Tablada, informazione e sensibilizzazione della popolazione.
1. Raccolta, selezione ed elaborazione di dati, immagini, filmati e articoli per l’aggiornamento e la promozione del sito web del Centro Bosco e di quello della Congregazione dei Padri Salesiani.
2. Produzione di materiale informativo sulle attività del Centro Bosco la Tablada da divulgare presso la popolazione, gli Enti e le Istituzioni.
3. Organizzazione e promozione di 3 incontri informativi e formativi con 120 famiglie del territorio per un confronto su temi inerenti le criticità relative all’infanzia e all'adolescenza, favorendo il loro coinvolgimento nei percorsi educativi dei minori.
4. Partecipazione alle riunioni aperte alla cittadinanza sui problemi del territorio.
5. Organizzazione e promozione di 4 incontri informativi volti alla coscentizzazione e sensibilizzazione della popolazione, in particolare alle fasce deboli della stessa, in merito a diritti di cittadinanza, diritti di famiglia, opportunità e risorse presenti sul territorio.
Azione 4. Creazione di una rete locale tramite promozione di un partenariato fra soggetti pubblici e privati sul tema dei minori
1. Aggiornamento, mappatura e rivitalizzazione dei contatti con le realtà del territorio che lavorano nell’ambito socio-educativo tramite ricerche su web e contatti diretti.
2. Approfondimento dei contatti con le istituzioni locali, la Polizia, l'INAU (Instituto del Niño y Adolescente del Uruguay) e la Questura tramite incontri e partecipazione a riunioni di coordinamento e ai tavoli di lavoro degli Enti e delle Istituzioni per aggiornamenti e valutazione di possibili collaborazioni.
3. Approfondimento dei contatti con le famiglie del territorio, volti ad offrire anche un sostegno psicologico alle fasce deboli della popolazione che partecipano alle attività del Centro, in particolare alle donne capofamiglia, tramite visite a domicilio e/o incontri presso il Centro.
4. Implementazione di una rete di contatti in loco, con il coinvolgimento degli altri Centri salesiani, delle Associazioni e delle altre agenzie educative presenti nel territorio, tramite visite ai Centri, colloqui con i responsabili e gli operatori, partecipazione a riunioni al fine di scambiare esperienze e conoscenze, nonché valutare possibili collaborazioni.
5. Realizzazione di 3 incontri con agenzie, enti e associazioni del territorio che operano nello stesso ambito o in ambiti affini, per scambiare dati e informazioni, nonché valutare eventuali iniziative da realizzare in rete.
6. Realizzazione di 2 visite conoscitive e possibili missioni in progetti analoghi realizzati dalla Congregazione salesiana o da altre realtà della società civile in paesi limitrofi dell’America Latina -come la vicina Buenos Aires in Argentina- per avviare contatti transnazionali e confrontare esperienze virtuose.
MONTEVIDEO (ADP 127610)
Azione 1. Rilevamento e analisi del Centro Bosco Aires Puros e comparazione delle proposte educative e della partecipazione alle attività
Mappatura e schedatura delle strutture del Centro Aires Puros con riferimento particolare a risorse umane, spazi, attività e proposte educative.
Monitoraggio della partecipazione dei destinatari, compilazione di schede per la rilevazione dell'utenza e analisi dei dati in base al numero di partecipanti, le fasce di età, la frequenza nella partecipazione.
Osservazione e analisi per comparazione delle metodologie educative adottate dal Centro, dei programmi formativi e delle attività di coinvolgimento delle famiglie.
Analisi del rapporto numerico educatori-utenti, qualifiche del personale, frequenza delle attività, stesura di schede di rilevamento e analisi dei dati.
Partecipazione ad incontri bimestrali con le famiglie dei ragazzi nel quartiere sui bisogni e le azioni più richieste, raccolta necessità riscontrate, analisi e comparazione dei dati emersi in rapporto agli anni precedenti.
Monitoraggio sull’andamento delle proposte educative e sulla situazione dei fruitori tramite elaborazione di report, comparazione tra i due centri e condivisione delle buone pratiche.
Analisi dati e valutazione SWOT sulle attività del Centro (punti di forza, debolezza, limiti ed opportunità)
Partecipazione a 2 incontri mensili di coordinamento fra i vari gruppi di lavoro del Centro.
Stesura dei verbali delle riunioni di coordinamento e conseguente apporto alla valutazione delle attività del centro, proposte di pianificazione delle attività.
Azione 2. Implementazione dell’azione educativa del Centro Aires Puros
1. Ideazione, organizzazione e realizzazione di n. 1 percorso educativo per anno scolastico per 65 bambini e ragazzi nel Centro Aires Puros sui temi dell'educazione alla pace, dei diritti umani, della legalità e comparazione dei risultati.
2. Attività settimanali di animazione ludico-sportive e laboratori creativi (talleres) con particolare attenzione al tema della tutela dell'ambiente tramite l'utilizzo di materiali semplici e di riciclo.
Svolgimento di laboratori teatrali, musicali e di espressione corporea da proporre anche negli oratori attorno al Centro Aires Puros, con particolare attenzione agli aspetti relativi alla dimensione fisica, relazionale, familiare del bambino.
3. Realizzazione di laboratori specifici mirati alla soluzione di problematiche rilevanti affrontate dai fruitori del Centro da progettare e realizzare in collaborazione con gli educatori e la psicologa:
conflitti conclamati, maltrattamenti in famiglia, aggressività e disagio giovanile, ecc.
4. Affiancamento delle famiglie in difficoltà anche tramite accompagnamento a piedi dei bambini dal Centro alla scuola.
5. Sostegno scolastico giornaliero per i bambini di diverse fasce d'età all'interno di un programma di educazione integrale, con momenti di educazione non formale che prevedono attività di svago e arricchimento culturale all'interno del Centro.
6. Realizzazione di un laboratorio settimanale volto a rafforzare lo spirito di gruppo, le relazioni interpersonali e l'autostima di 60 ragazzi incentrato su etica e valori (condivisione e rispetto).
7. Ideazione e realizzazione di 2 percorsi educativi per anno scolastico sul tema dell'educazione alla salute e all’igiene personale, con elaborazione e realizzazione dei materiali didattici e con l'attuazione di semplici prassi igieniche per la prevenzione di malattie per 65 bambini.
8. Partecipazione a campi estivi o altre occasioni aggregative organizzate dal Centro.
Azione 3. Documentazione e divulgazione attività del Centro Aires Puros, informazione e sensibilizzazione della popolazione.
1.
Raccolta, selezione ed elaborazione di dati, immagini, filmati e articoli per l’aggiornamento e la promozione del sito web del Centro Aires Puros e di quello della Congregazione dei Padri Salesiani.2.
Produzione di materiale informativo sulle attività del Centro Aires Puros da divulgare presso la popolazione, gli Enti e le Istituzioni.3.
Organizzazione e promozione di 3 incontri informativi e formativi con 80 famiglie del territorio per un confronto su temi inerenti le criticità relative all’infanzia e all'adolescenza, favorendo il loro coinvolgimento nei percorsi educativi dei minori.4.
Partecipazione alle riunioni aperte alla cittadinanza sui problemi del territorio.5.
Organizzazione e promozione di 4 incontri informativi volti alla coscentizzazione e sensibilizzazione della popolazione, in particolare alle fasce deboli della stessa, in merito a diritti di cittadinanza, diritti di famiglia, opportunità e risorse presenti sul territorio.Azione 4. Creazione di una rete locale tramite promozione di un partenariato fra soggetti pubblici e privati sul tema dei minori
1. Aggiornamento, mappatura e rivitalizzazione dei contatti con le realtà del territorio che lavorano nell’ambito socio-educativo tramite ricerche su web e contatti diretti.
2. Approfondimento dei contatti con le istituzioni locali, la Polizia, l'INAU (Instituto del Niño y Adolescente del Uruguay) e la Questura tramite incontri e partecipazione a riunioni di coordinamento e ai tavoli di lavoro degli Enti e delle Istituzioni per aggiornamenti e valutazione di possibili collaborazioni.
3. Approfondimento dei contatti con le famiglie del territorio, volti ad offrire anche un sostegno psicologico alle fasce deboli della popolazione che partecipano alle attività del Centro, in particolare alle donne capofamiglia, tramite visite a domicilio e/o incontri presso il Centro.
4. Implementazione di una rete di contatti in loco, con il coinvolgimento degli altri Centri salesiani, delle Associazioni e delle altre agenzie educative presenti nel territorio, tramite visite ai Centri, colloqui con i responsabili e gli operatori, partecipazione a riunioni al fine di scambiare esperienze e conoscenze, nonché valutare possibili collaborazioni.
5. Realizzazione di 3 incontri con agenzie, enti e associazioni del territorio che operano nello stesso ambito o in ambiti affini, per scambiare dati e informazioni, nonché valutare eventuali iniziative da realizzare in rete.
6. Realizzazione di 2 visite conoscitive e possibili missioni in progetti analoghi realizzati dalla Congregazione salesiana o da altre realtà della società civile in paesi limitrofi dell’America Latina -come la vicina Buenos Aires in Argentina- per avviare contatti transnazionali e confrontare esperienze virtuose.
Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto:
MONTEVIDEO (ADP – 109307)
I volontari saranno coinvolti nelle seguenti attività:
VOLONTARIO 1 e 2
1. Osservazione e partecipazione delle attività del Centro Inicial Caritas Lindas con i bimbi più piccoli, del Club del Niño con i bambini in età scolare e degli adolescenti del Centro.
2. Collaborazione alla realizzazione delle attività educative, azioni ricreative e sostegno scolastico, con l’obiettivo di responsabilizzare i bambini e ragazzi e di renderli autonomi.
3. Collaborazione all'educazione all'igiene personale per i bambini del Club del Niño e del Centro Juvenil.
4. Collaborazione all’analisi della situazione dei fruitori e delle attività educative del Centro (organizzazione, target, situazioni limite, etc), raccolta e strutturazione dei dati tramite schede riassuntive, analisi dati emersi.
5. Partecipazione alla rilevazione e valutazione della metodologia educativa, dell'educazione integrale, dell'efficacia del lavoro in equipe, dei programmi formativi e di animazione con valenza educativa delle attività del Centro Bosco la Tablada nei progetti educativi rivolti a bambini e ragazzi in età scolare (Club del Niño e Centro Juvenil),
6. Collaborazione alla pianificazione, realizzazione e valutazione delle attività del Centro e dei percorsi educativi, valutazione SWOT (punti di forza, debolezza, limiti ed opportunità) con stesura di report sui risultati complessivi.
7. Collaborazione alla realizzazione di laboratori creativi all'interno del Centro Bosco e negli oratori ad esso collegati.
8. Partecipazione settimanale agli incontri di coordinamento delle attività dei gruppi di lavoro del Centro per un confronto sul comportamento dei bambini e il loro rendimento scolastico, segnalazione di particolari problematiche, definizione strategie educative, stesura verbali delle riunioni.
9. Partecipazione a laboratori specifici per rafforzare lo spirito di gruppo e l'autostima da individuare in collaborazione con gli educatori del Centro e della psicologa mirati alla soluzione di particolari esigenze educative o per la risoluzione di eventuali problematiche emerse.
10. Partecipazione alla creazione di contatti diretti con le famiglie del territorio attraverso visite periodiche e colloqui volti ad offrire anche un sostegno in particolare alle donne capofamiglia che fanno parte delle fasce deboli di popolazione che partecipa alle attività del Centro.
MONTEVIDEO (ADP 127610)
I volontari saranno coinvolto nelle seguenti attività:
VOLONTARIO 1 e 2
1. Partecipazione e osservazione delle attività del Club del Niño con i bambini in età scolare, dello spazio adolescenti e del centro giovanile del Centro Aires Puros.
2. Collaborazione alle attività educative, alle azioni ricreative, al sostegno scolastico con l’obiettivo di responsabilizzare i bambini e i ragazzi e di renderli autonomi.
3. Collaborazione all'educazione all'igiene personale per i bambini del Club del Niño e dello spazio adolescenti.
4. Collaborazione all’analisi della situazione dei fruitori e delle attività educative del Centro (organizzazione, target, situazioni limite, etc), raccolta e strutturazione dei dati nelle schede riassuntive, analisi dei dati emersi.
5. Partecipazione alla rilevazione e valutazione della metodologia educativa, educazione integrale ed efficacia del lavoro in equipe, programmi formativi e di animazione con valenza educativa delle attività del Centro Aires Puros nei progetti educativi rivolti a bambini e ragazzi in età scolare (Club del Niño e spazio adolescenti).
6. Collaborazione alla pianificazione, realizzazione e valutazione delle attività del Centro e dei percorsi educativi, valutazione SWOT (punti di forza, debolezza, limiti ed opportunità) con stesura di report sui risultati complessivi.
7. Collaborazione alla realizzazione di laboratori creativi, musicali e sportivi all'interno del Centro e negli oratori ad esso collegati.
8. Partecipazione settimanale agli incontri di coordinamento delle attività dei vari gruppi di lavoro del Centro, per un confronto sul comportamento dei bambini e il loro rendimento scolastico, la segnalazione di particolari problematiche, la definizione di strategie educative, la stesura di verbali delle riunioni.
9. Partecipazione a laboratori specifici per rafforzare lo spirito di gruppo e l'autostima da individuare in collaborazione con gli educatori del Centro e della psicologa mirati alla soluzione di particolari esigenze educative o per la risoluzione di eventuali problematiche emerse.
10. Partecipazione alla Creazione di contatti diretti con le famiglie del territorio attraverso visite periodiche e colloqui volti ad offrire anche un sostegno in particolare alle donne capofamiglia che fanno parte delle fasce deboli di popolazione che partecipa alle attività del Centro.
REQUISITI RICHIESTI AI CANDIDATI PER LA PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA
Si ritiene di suddividere i requisiti che preferibilmente i candidati devono possedere tra generici, che tutti devono possedere, e specifici, inerenti gli aspetti tecnici connessi alle singole sedi e alle singole attività che i Volontari andranno ad implementare.
Generici:
Esperienza nel mondo del volontariato;
Conoscenza della Federazione o di uno degli Organismi ad essa associati e delle attività da questi promossi;
Competenze informatiche di base e di Internet;Specifici:
MONTEVIDEO (ADP – 109307) Volontari/a n°1 -2:
Preferibile formazione in ambito educativo/formativo/psicologico e/o artistico/grafico/informatico
Preferibile buona conoscenza della lingua spagnola
Preferibile competenze informatiche di buon livello (Office, Posta elettronica, gestione di database, programmi per gestione di pubblicazioni, immagini e video).
Preferibile esperienza nella gestione di gruppi di bambini/ragazzi in età scolare.
MONTEVIDEO (ADP- 127610) Volontari/a n°1-2:
Preferibile formazione in ambito educativo/formativo e/o artistico/grafico/informatico
Preferibile buona conoscenza della lingua spagnola
Preferibile competenze informatiche di buon livello (Office, Posta elettronica, gestione di database, programmi per gestione di pubblicazioni, immagini e video e costruzione di siti WEB).
Preferibile esperienza nella gestione di gruppi di bambini/ragazzi.
ULTERIORI INFORMAZIONI ORGANIZZATIVE
NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 35 GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA DEI VOLONTARI: 5
MESI DI PERMANENZA ALL’ESTERO: I volontari in servizio civile permarranno all’estero mediamente 10 mesi
EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO:
Ai volontari in servizio, su tutte le sedi, si richiede:
elevato spirito di adattabilità;
flessibilità oraria;
eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana;
attenersi alle disposizioni impartite dai responsabili dei propri organismi e dei partner locali di riferimento, osservando attentamente le indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi sociali, ambientali e di tutela della salute;
comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di la di quelli già programmati e previsti dal progetto;
partecipazione a situazioni di vita comunitaria;
I volontari sono tenuti ad abitare nelle strutture indicate dall’Ente;
rispettare i termini degli accordi con le controparti locali;
partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà internazionale al termine della permanenza all’estero;
scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche settoriali locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi;
partecipare ad un modulo di formazione comunitaria e residenziale prima della partenza per l’estero.
partecipare alla valutazione finale progettuale
flessibilità oraria
possibile impegno nei giorni festivi
rispetto delle modalità di comportamento connesse alla realtà di accoglienza
PARTICOLARI CONDIZIONI DI DISAGIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO
Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari impiegati all’estero nelle sedi del presente progetto sono soggetti alle seguenti condizioni di disagio:
il disagio di ritrovarsi immersi in una realtà diversa da quella conosciuta e non avere le giuste coordinate per comprenderla, per capire come relazionarsi e comportarsi sia nei confronti delle controparti locali che delle istituzioni locali;
il disagio di dover utilizzare quotidianamente particolari accorgimenti sanitari resi necessari dal vivere in territori in cui sono presenti patologie endemiche (malaria, aids e/o tubercolosi, ..)
il disagio di ritrovarsi in territori in cui le condizioni climatiche possono, in certe situazioni, ostacolare o/e ritardare le attività previste dal progetto
il disagio di vivere in territori dove le comunicazioni telefoniche ed il collegamento internet non è sempre continuo ed assicurato.
Il disagio di trovarsi a contatto con problematiche, riguardanti l’infanzia e l’adolescenza, con un forte impatto emotivo, vista la situazione di degrado e violenza.PARTICOLARI CONDIZIONI DI RISCHIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO
Rischi di ordine politico e/o pubblico:
L’Uruguay può essere considerato un Paese relativamente sicuro. Tuttavia, dal sito viaggiare sicuri del MAE e dalla nostra conoscenza della capitale Montevideo, si evince che il rischio maggiore riguarda la presenza di microcriminalità o possibile coinvolgimento casuale in gravi fatti di cronaca. Ad esempio: "rapine a mano armata in case, appartamenti, banche, ristoranti ed esercizi commerciali, oltre ai già diffusi episodi di microcriminalità tipici delle aree metropolitane". Tali eventi si manifestano con maggiore probabilità in alcune zone della capitale che sono elencate dal sito viaggiare sicuri che classifica come Zone a rischio: sono sconsigliati, nella capitale, i quartieri “Borro” (nella periferia nord della capitale), “Cerro Nord” e “Casabó”
(nella periferia ovest), “Cuarenta Semanas” (nella periferia nord-ovest), “Euskal Erría” (nella periferia est), considerati “zona rossa” in quanto spesso teatro di gravi fatti di cronaca e difficilmente accessibili alle stesse Forze di Polizia. Mentre sono da affrontare con attenzione nelle ore serali e notturne le Zone di cautela: tutti i quartieri periferici della città. Da visitare con maggiori precauzioni, rispetto al passato, anche il centro storico (“Ciudad Vieja”), la zona del porto e la zona centro. Occorre, inoltre, visitare con precauzione le zone più
lontane dai centri abitati, spesso prive di idonei mezzi di comunicazione o intervento. Il deterioramento delle condizioni di sicurezza ha raggiunto anche i quartieri residenziali della Capitale, come “Pocitos”, “Punta Carretas” e “Carrasco”, che in passato risultavano sicuri.
Rischi sanitari
STRUTTURE SANITARIE
Rispetto al passato, la qualità del servizio sanitario pubblico è visibilmente peggiorata e rimane lontana dai livelli medi europei. L’assistenza a pagamento è invece di buon livello. Il reperimento in loco di medicinali è discreto, ma a prezzi piuttosto elevati.
MALATTIE PRESENTI
In Uruguay la tubercolosi è endemica. Nelle aree rurali e nelle zone più povere è presente la Tripanosmiasi americana (Malattia di Chagas), per la quale non esiste vaccino e l’unica forma di difesa è la protezione dalle punture di insetti. In alcuni Dipartimenti sono stati segnalati casi di epatite A, di tubercolosi e di meningite.
Inoltre, lavorando a stretto contatto con i minori e adulti che vivono in situazioni degradate c’è il rischio di contrarre le seguenti patologie: febbre tifoidea; tetano e epatite A. Sia nelle regioni del Nord (Salto), nella citta’ di Montevideo che in quella di Canelones sono stati inoltre rilevati casi di infezione da “dengue”
autoctoni oltre a quelli importati dai Paesi limitrofi. Il Ministero della Salute locale ha lanciato una campagna al fine di rendere noti i sintomi della malattia e di permettere una diagnosi precoce.
COMPETENZE ACQUISIBILI
Conseguentemente a quanto esposto e precisato nei precedenti punti, i giovani coinvolti nel presente progetto, avranno l’opportunità di acquisire sia specifiche conoscenze, utili alla propria crescita professionale, a seconda della sede di attuazione del progetto, sia di maturare una capacità di vivere la propria cittadinanza, nazionale ed internazionale, in termini attivi e solidali, con una crescita della consapevolezza dei problemi legati allo sviluppo dei sud del mondo.
Di seguito gli ambiti nei quali si prevede una acquisizione di specifiche conoscenze:
Accrescimento della consapevolezza della possibilità di esercitare in maniera efficace il proprio diritto di cittadinanza attiva anche a livello internazionale;
Approfondimento delle conoscenze di politica internazionale e di cooperazione allo sviluppo interpretate alla luce di una cultura politica fondata sulla solidarietà;
Accrescimento del panorama delle informazioni utili per una efficace relazione interculturale;
Acquisizione di conoscenze tecniche relative alla progettualità;
Acquisizione della conoscenza dei modelli e delle tecniche necessarie per l’intervento sul territorio;
Rafforzamento delle conoscenze relative al dialogo sociale;
Acquisizione della conoscenza dei modelli e delle tecniche necessarie per l’analisi, la sintesi e l’orientamento all’obiettivo
Accrescimento della comprensione dei modelli di problem solving;
Approfondimento delle tecniche di animazione e\o educazione;
Accrescimento della comprensione dei modelli di lavoro in equipe;
Accrescimento della comprensione dei modelli di lavoro associativo e di rete (centro – periferia e viceversa);
Acquisizione delle conoscenze tecniche relative al proprio settore di formazione.Verrà anche rilasciata, da parte FOCSIV, una certificazione delle conoscenze acquisite nella realizzazione delle specifiche attività previste dal presente progetto
FORMAZIONE GENERALE DEI VOLONTARI
La formazione generale verrà erogata come evidenziato nel sistema di formazione accreditato. E sarà realizzata all’inizio dell’anno di servizio in un corso residenziale. La durata della formazione generale sarà nel suo complesso di ore 50 e sarà erogata entro e non oltre il 180° giorno dall’avvio del progetto
FORMAZIONE SPECIFICA (RELATIVA AL SINGOLO PROGETTO) DEI VOLONTARI
La formazione specifica sarà realizzata in parte Italia e in parte in loco, nei Paesi di realizzazione del progetto. La durata complessiva della formazione specifica sarà di 80 ore, una parte delle quali sarà realizzata nelle sedi di appoggio in Italia e per la restante parte realizzata nelle sedi all’estero di attuazione del progetto, entro e non oltre 90 giorni dall’avvio dello stesso.