TAGETE 1-2007 Anno XIII
1
TRAUMATISMI DIRETTI E INDIRETTI DELL’ARTICOLAZIONE TEMPORO-MANDIBOLARE (ATM). IMPLICAZIONI IN MEDICINA
LEGALE E IN ODONTOIATRIA
Marco Brady Bucci*, Mario Bosco**
*Odontologo Forense, Libero Professionista, La Spezia. Componente Direttivo SIOLA (Società Italiana Odontoiatria Legale ed Assicurativa).
** Università degli Studi di Pisa, Dipartimento di Neuroscienze, CLsOPD, Insegnamento di Riabilitazione Orale.
RIASSUNTO
L’Odontoiatra che collabora con il Medico- Legale in qualità di Consulente Specialistico nella branca gnatologica, si trova spesso a dover valutare pazienti con sintomatologia riferibile a Disordini Temporomandibolari (DTM) insorti o accusati come conseguenza di Traumi Diretti o Indiretti che hanno interessato l’Articolazione Temporo-Mandibolare.
Nei Traumi Diretti, trattandosi spesso di pazienti politraumatizzati, la valutazione della funzionalità dell’apparato stomatognatico rappresenta, generalmente, elemento di valutazione settoriale, che il Medico Legale dovrà conglobare con le valutazioni prodotte dalle varie Consulenze Specialistiche sulle lesioni riportate negli altri distretti corporei, ai fini della definizione e quantificazione del danno sulla validità complessiva del soggetto.
Le richieste di risarcimento per coinvolgimento indiretto della ATM in correlazione con il Colpo di Frusta Cervicale sono divenute così frequenti da far ipotizzare l’esistenza di un Colpo di Frusta dell’
ATM (TMJ Whiplash): ciò impone di cercare contestualmente sia di ridefinire il ruolo di eventuali preesistenze sia di distinguere pretestazioni da lesioni risarcibili.
PAROLE CHIAVE
Trauma diretto e indiretto dell’ATM, consulenza odontoiatrica, gnatologia.
ABSTRACT
The dentist who works with the medical legal specialist as a temporomandibular disorders (TMD) expert has often to assess symptoms referred to trauma-related TMD.
In cases of direct trauma, patients often underwent politraumatisms and the TMD assessment is only one of the numerous specialistic assessments that the medical legal specialist must bring together to assign a global rate of impairment.
As for indirect trauma, claims for temporomandibular disorders damage refundings are increasing in number, especially in cases of car accidents causing whiplash-related symptoms, thus hypothesizing the existence of a temporomandibular joint (TMJ) whiplash. A TMD assessment in these cases is difficult in both the clinical and medical legal settings, and several aspects have to be taken into account to ascertain the existence of pre-existing pathologies or risk factors and to discriminate between refundable lesions and unacceptable claims.
KEY WORDS
Direct and indirect trauma of Temporo-Mandibular Joint (TMJ), Dental Certification, gnatology
TAGETE 1-2007 Anno XIII
2
TRAUMI DIRETTI E INDIRETTI DELL’ ARTICOLAZIONE TEMPORO-MANDIBOLARE (ATM)
La normale anatomia e la corretta funzione dell’ Articolazione Temporo-Mandibolare (ATM) possono venire alterate da traumi che scarichino direttamente la loro energia lesiva sull’articolazione stessa ovvero sulla mandibola ripercuotendosi sull’ATM (TRAUMI DIRETTI) o per TRAUMI INDIRETTI che si riflettano sull’ATM in assenza di contatto diretto con essa e con le strutture limitrofe.
TRAUMI DIRETTI DELL’ATM
Indipendentemente dai fattori eziologici e a prescindere dai dati epidemiologici, che sono diversi se il trauma riguarda l’adulto o il bambino, i quadri patologici più degni di nota sono le contusioni dell’ATM e le fratture condilari.
1) CONTUSIONI DELL’ATM
Traumi ad energia lesiva lieve o moderata diretti sull’ ATM possono causare contusione omolaterale; nei traumi mandibolari, se l’energia è moderata o media e la direzione vettoriale delle forze di urto è assiale rispetto alla branca ascendente della mandibola, la contusione sarà prevalentemente monolaterale; se l’energia è lieve e la zona di impatto è sinfisaria o para sinfisaria, e quindi con asse obliquo rispetto a quello delle branche montanti della mandibola, si avrà contusione bilaterale; per energia lieve – moderata che si scarichi sul corpo mandibolare con direzione assiale rispetto al condilo controlaterale, la contusione sarà controlaterale.
TAGETE 1-2007 Anno XIII
3
Traumi Diretti dell
Traumi Diretti dell ’ATM ’ ATM Contusioni
Contusioni
Energia Sede Direzione = Contusione
Lieve Sinfisaria
Moderata Assiale
Bilaterale Obliqua
Corpo Omolaterale
Lieve-Moderata Corpo Assiale-Controlat. Controlaterale
Le lesioni contusive possono interessare il disco e/o le componenti capsulo-ligamentose o muscolari dell’ATM, con flogosi post-traumatica e possibilità di versamento endo- articolare. Se la lesione interessa i tessuti molli vascolarizzati della zona bilaminare può determinarsi un emartro che, in concomitanza con la perforazione discale, per organizzazione del coagulo, può formare un blocco anchilotico con conseguente immobilità articolare.(1)
Tali eventi contusivi possono quindi esitare in quadri patologici di gravità variabile, da una Dislocazione Discale con Riduzione alla Anchilosi dell’ articolazione..
L’anchilosi riconosce la causa traumatica tra il 30 e il 98 % dei casi. (2,3,4)
Studi sperimentali su animali hanno rilevato che, sottoponendo a traumatismo contusivo l’articolazione temporo-mandibolare si verifica l’insorgenza di modificazioni istologiche sia a livello della sinoviale che della struttura discale: il traumatismo favorirebbe, a livello sinoviale, un aumento di viscosità con tendenza all’adesione e a livello discale è stato riscontrato che, a causa del trauma compressivo, si determinerebbero variazioni
TAGETE 1-2007 Anno XIII
4
nella viscosità dinamica del disco con riduzione della sua resistenza allo stress, possibilità di deformazione permanente e perforazione.(5,6,7)
Una evenienza assai rara quale conseguenza di trauma mandibolare è rappresentata dalla dislocazione del condilo mandibolare nella fossa cranica media: in letteratura sono stati descritti, dal 1960 ad oggi, solamente 48 casi di dislocazione monolaterale ed uno di dislocazione bilaterale, accomunati dal fatto che (sia pure per differenti cause traumatiche) la forza lesiva, di notevole entità, si è esercitata, più spesso monolateralmente, con direzione coassiale rispetto alla branca montante della mandibola, che è in grado di sopportare stress assiali anche notevoli senza fratturarsi.(8,9)
2) FRATTURE CONDILARI
Le fratture condilari rappresentano circa il 35% di tutte le fratture della mandibola nell’adulto, circa il 29% nel bambino, determinano spesso lo scompaginamento della struttura articolare e il conseguente istaurarsi di Disordini Temporo-Mandibolari di varia gravità. (1,10,11,12,13)
TAGETE 1-2007 Anno XIII
5
Traumi diretti dell
Traumi diretti dell’ ’ATM ATM Fratture
Fratture Condilari Condilari
Intracapsulari Testa condilo Extracapsulari Collo condilo -alte
-basse Subcondilari
Mono - Pluriframmentaria Rapporto condilo / mandibola
-composta -scomposta Rapporto condilo/fossa -non dislocato
-dislocato
Lato: Monocondilari o Bicondilari
Sede:
Caratteristiche:
A seconda che si verifichino nell’adulto o nel soggetto in crescita, le fratture mandibolari, e quelle condilari in particolare, oltre a riconoscere fattori eziologici e riferimenti epidemiologici differenti, possono determinare quadri patologici diversi nell’ambito dei Disordini Temporomandibolari e pertanto prevedono differenti modalità terapeutiche. (14,15,16,17)
TRAUMI INDIRETTI DELL’ATM
Il rapporto tra il Colpo di Frusta Cervicale e i Disordini Temporomandibolari è molto dibattuto: non vi è accordo fra gli Autori né per quanto concerne la frequenza dell’associazione nè sulla plausibilità del rapporto causa- effetto fra le due situazioni.
Una attenta disamina della letteratura presente sull’argomento, condotta secondo i dettami della Evidence Based Medicine, mostra che gli Autori, pur concordando quasi unanimemente sulla improbabilità di gravi ripercussioni a carico dell’Articolazione Temporo-Mandibolare direttamente conseguenti e unicamente attribuibili al Colpo di
TAGETE 1-2007 Anno XIII
6
Frusta Cervicale, sono propensi ad ammettere che il Trauma Minore del collo possa essere responsabile della slatentizzazione di DTM preesistenti, insidiosi e progressivi, ancorché silenti prima del CdF Cervicale.(18-27)
Recenti studi di fisiologia delle articolazioni temporo-mandibolari, atlanto-occipitali e cervico-spinali hanno dimostrato che la funzione ottimale della mandibola richiede movimenti liberi e non limitati del sistema collo-testa: gli Autori asseriscono che “la scoperta di una associazione tra i traumi cervicali e le alterazioni della funzionalità stomatognatica suggerirebbe che la valutazione e la gestione dei pazienti con trauma cervicale debba includere anche la funzione mandibolare.”(28-30)
TRAUMI DELL’ATM E DISORDINI TEMPOROMANDIBOLARI (DTM)
La comunità scientifica concorda attualmente nel ricondurre lo sviluppo dei DTM ad una eziopatogenesi multifattoriale, alla quale concorrono diversi fattori (occlusali, psichici, parafunzionali, neuromuscolari, sistemico-ormonali, posturali ecc.): anche i traumi possono svolgere un ruolo determinante sia come fattori predisponenti, sia come fattori scatenanti che come fattori aggravanti e/o perpetuanti.(31-33) La classificazione dei DTM della American Academy of Orofacial Pain indica esplicitamente al punto 11.7.7 la frattura del processo condilare.(34) Per quanto concerne la classificazione dei DTM, al fine di raggiungere elementi di diagnosi e di classificazione universalmente condivisi, già da diversi anni i ricercatori e la comunicazione interspecialistica a livello mondiale fanno riferimento ai Research Diagnostic Criteria for Temporomandibular Disorders RDC/TMD, un sistema classificativo che inquadra i DTM da un duplice punto di vista, clinico e psicosociale, e che fa riferimento a criteri di indagine il meno possibile operatore-dipendenti e quindi di oggettivazione standardizzata: per questi stessi motivi tale sistema potrà rivestire grande interesse nella valutazione medico-legale dei DTM.(35-37)
TAGETE 1-2007 Anno XIII
7
CONSULENZA ODONTOIATRICO-GNATOLOGICA NEI TRAUMI DIRETTI E INDIRETTI DELL’ATM
La consulenza si baserà sul rilievo dei dati di oggettivazione clinica in materia gnatologica, in linea con i criteri di analisi e di valutazione propri della medicina legale.
Alcuni punti fondamentali sono rappresentati da:
1) Valutazioni sul nesso di causalità.
v Nei traumi diretti è quasi sempre certo: l’evento lesivo e le manifestazioni patologiche riportate sono generalmente legate da un rapporto di evidenza. Si tratta spesso di pazienti politraumatizzati, con verbalizzazione dell’incidente fatta da Pubblici Ufficiali, ed è quasi sempre presente una ricca documentazione clinica, cronologicamente in stretto legame di immediatezza con l’evento considerato. Non altrettanto semplice può risultare, invece, valutare il ruolo del fattore traumatico, soprattutto in assenza di fratture, tra l’evento lesivo e la presenza di DTM e soprattutto il peso del trauma sulla possibilità di esiti a carattere permanente.(38,39)
v Nei traumi indiretti il rapporto di causalità con i DTM è per ora solo plausibile, suffragato da valide ipotesi patogenetiche e da dimostrazione scientifica indiretta, rappresentata cioè da quegli studi di fisiologia che correlano la ottimale funzionalità mandibolare con una integrità del sistema collo- testa.(28-30)
2) Verifica del criterio di efficienza lesiva.
v Nei traumi diretti è utile conoscere la dinamica del sinistro, dalla quale si possono evincere, sia pur con approssimazione, l’ energia, la sede d’ impatto e la direzione dei vettori delle forze lesive.
TAGETE 1-2007 Anno XIII
8
v Nei traumi indiretti è importante sapere se si è trattato di un tamponamento posteriore, a catena, di urto frontale o laterale, se il periziando si trovava nella condizione di conducente o di trasportato, quale era la posizione della testa al momento dell’urto e soprattutto se la bocca era aperta o chiusa al momento dell’impatto. Utile sarà conoscere la differenza di velocità tra le autovetture al momento dell’urto e l’entità dei danni riportati dalle stesse.
Occorre ricordare, però, che la tolleranza umana alle lesioni dipende dalla durata di applicazione del carico (e in questi casi si tratta di millisecondi!!!) e che il danno alle persone non è sempre proporzionale al danno del veicolo.
3) Esame critico di certificazioni e documentazione diagnostica.
v Nei traumi diretti, la documentazione, spesso abbondante, sarà preferibilmente esaminata prima della visita. In molti casi, soprattutto se il paziente ha subito un trauma cranico, sarà possibile esaminare una T.C., che fornirà significative informazioni sui rapporti condilo-fossa per quanto concerne i tessuti duri dell’ATM (ideale sarebbe poter esaminare l’elaborazione tridimensionale delle immagini-3 D).
v Nei traumi indiretti essa è, al contrario, spesso scarsa o inesistente.
In entrambi i casi occorrerà, quando possibile, richiedere e/o esaminare una documentazione che permetta valutare lo stato di salute ante-sinistro e confrontarla con gli esami effettuati dopo il trauma. L’ausilio documentale sarà importante per individuare e valutare il ruolo patogenetico di eventuali preesistenze e, soprattutto nei traumi indiretti, tentare di distinguere patologie reali da pretestazioni (sindrome da risarcimento).(40)
L’esame che più di ogni altro fornisce indicazioni sullo stato di salute dell’ATM è la RM:
la contemporanea analisi di strutture dure e molli può talvolta consentire la discriminazione tra situazioni di tipo acuto, ricollegabili al traumatismo (anomalie di
TAGETE 1-2007 Anno XIII
9
posizione condilo-discali e presenza di versamento articolare), e lesioni di tipo cronico preesistenti (appiattimento condilare, degenerazioni discali, osteofiti, aderenze intracapsulari). Di recente utilizzo, ma con buone prospettive di ausilio nella diagnosi dei DTM, l’ Ultrasonografia dell’ATM è in grado di evidenziare la presenza di dislocazione discale e di versamento articolare e trattandosi di un esame non invasivo e di facile reperibilità, potrebbe assumere in un prossimo futuro una maggiore valenza nell’indagine medico legale sui DTM. (41,42)
4) Obiettivazione della patologia accusata.
La visita diagnostica gnatologica, se condotta in linea con i Research Diagnostic Criteria for Temporomandibular Disorders (RDC/TMD), prevede la compilazione (talora assistita) di un questionario contenente domande mirate, e un esame clinico della muscolatura e delle articolazioni condotto secondo una procedura standardizzata e consequenziale, al fine di renderlo il meno possibile operatore-dipendente e quindi di oggettivazione standardizzata. Saranno registrati i dati di apertura massima attiva della bocca, i dati di incremento quantitativo e le caratteristiche qualitative di resistenza alla apertura passiva (manovra di endfeel); la manovra del joint play (distrazione e traslazione) permetterà agli operatori più esperti di raccogliere in una unica manovra un gran numero di informazioni sulle capacità e le caratteristiche di movimento delle articolazioni sui diversi piani dello spazio.
In relazione al fattore traumatico, sia esso diretto o indiretto, possibilmente nel confronto con lo stato antecedente al sinistro, la visita gnatologica avrà lo scopo di evidenziare:
· SOGGETTI SANI (assenza di segni e sintomi di DTM);
· SOGGETTI PREDISPOSTI a manifestare DTM:
A) il trauma può aver slatentizzato un quadro in atto insidiosamente e sono presenti sintomi soggettivi e segni obiettivi conclamati;
TAGETE 1-2007 Anno XIII
10
B) presenza di soli sintomi soggettivi:
- presa di coscienza di una situazione con la quale il paziente convive da tempo (per calo della soglia di dolore per stress da incidente)
- aspettativa di sintomi (il paziente è venuto a conoscenza che certi sintomi potrebbero manifestarsi e prende atto di quelli presenti)
- sindrome da risarcimento
· SOGGETTI PATOLOGICI (presenza di DTM)
5) Valutazioni di ordine cronologico Quando valutare:
- nei traumi diretti è opportuno valutare circa un anno dopo l’evento traumatico se si tratta di un paziente adulto; nel bambino ogni valutazione andrebbe posticipata a fine crescita;
- nei traumi indiretti la valutazione è indicata a circa 6/12 mesi dall’incidente.
Cosa valutare:
- il tempo intercorso tra il trauma e la comparsa di sintomi e segni riferibili a DTM, che è immediata nei traumi diretti e altrettanto immediata nel 75% dei traumi indiretti che ne registrano comunque la comparsa entro due mesi nel 96% dei casi (Probert 1994 su 20.673 casi);
- la durata dei sintomi, che possono essere scomparsi, al momento della valutazione, con o senza terapie, o essere ancora presenti, con o senza terapie.(43,44)
6) Valutazione delle terapie necessarie
Nei traumi diretti il paziente è stato sottoposto generalmente a terapie chirurgiche e riabilitative (gnatologiche, ortodontiche, protesiche, fisioterapiche, posturali ecc.);
TAGETE 1-2007 Anno XIII
11
nei traumi indiretti della ATM si devono considerare idonee, e pertanto risarcibili, le terapie rappresentate da Bite/Placche di rilassamento muscolare e scarico articolare e la fisioterapia eseguita su indicazione del Fisiatra.
7) Valutazione sulla congruità delle spese (sostenute o da sostenere)
Il D.Lgs. 4 luglio 2006 n° 223 (legge Bersani) ha abolito il Tariffario Minimo delle Prestazioni Medico-Chirurgiche e Odontoiatriche che ha rappresentato il riferimento valutativo dal 1992 al 2006. Attualmente, pertanto, occorre fare riferimento alle tariffe medie di applicazione locoregionale.
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
· La Consulenza Gnatologica è strumento indispensabile al Medico Legale per la definizione e la valutazione del danno temporomandibolare conseguente a trauma.
· La Visita Gnatologica è il vero perno della Consulenza: è auspicabile che in futuro si possa giungere ad una valutazione il più possibile standardizzata dei DTM e, al riguardo, l’indagine clinica condotta seguendo i RDC/TMD, può essere considerata un valido riferimento .
· Ha assunto valenza scientifica l’indagine sull’ATM in presenza di alterazione della normale fisiologia del sistema collo-testa.
· Nella valutazione dei DTM si dovrà sempre tenere in considerazione l’imprevedibilità evolutiva degli stessi.
TAGETE 1-2007 Anno XIII
12
BIBLIOGRAFIA
1) Cascone P, Di Paolo C. Patologia dell’ Articolazione Temporo-Mandibolare. UTET, 2004.
2) Ferretti C, Bryant R, Becker P, Lawrence C. Temporomandibular joint morphology following post-traumatic ankylosis in 26 patients. Int J Oral Maxillofac Surg 2005; 34:
376–381.
3) Toyama M, Kurita K, Koga K, Ogi N. Ankylosis of the temporomandibular joint developing shortly after multiple facial fractures. Int J Oral Maxillofac Surg 2003; 32:
360–362.
4) Manganello-Souza LC, Mariani PB. Temporomandibular joint ankylosis: report of 14 cases. Int J Oral Maxillofac Surg 2003; 32: 24–29.
5) Tanaka E, Kawai N, Van Eijden T, Watanabe M, Hanaoka K, Nishi M, Iwabe T, Tanne K. Impulsive compression influences the viscous behavior of porcine temporomandibular joint disc. Eur J Oral Sci 2003;111:353–358.
6) Muto T, Shigeo K, Kanazawa M, Irie K, Yajima T, Kaku T. Ultrastructural study of synovitis induced by trauma to the rat temporomandibular joint (TMJ). J Oral Pathol &
Med 2003; 32: 25.
7) Yucel E, Borkan U, Mollaoglu N, Erkmen E, Gunhan O. Histological evaluation of changes in the temporomandibular joint after direct and indirect trauma: an experimental study. Dental Traumatology 2002; 18: 212-216.
8) Harstall R, Gratz KW, Zwahlen RA. Mandibular Condyle Dislocation Into the Middle Cranial Fossa: A Case Report and Review of Literature. J Trauma. 2005; 59:1495–
1503.
9) Ohura N, Ichioka S, Sudo T, Nakagawa M, Kumaido K, Nakatsuka T. Dislocation of the Bilateral Mandibular Condyle Into the Middle Cranial Fossa: Review of the Literature and Clinical Experience. J Oral Maxillofac.Surg. 2006; 64(7): 1165-1172.
10) Becelli R, Renzi G, Frati R, Iannetti G. Maxillofacial fractures in children Minerva Pediatr.
1998 ;50(4):121-6.
11) Cascone P, Leopardi R, Marino S, Carnemolla ME. Intracapsular fractures of mandibular condyle: diagnosis, treatment, and anatomical and pathological evaluations. J Craniofac Surg 2003; 14(2): 184-191.
TAGETE 1-2007 Anno XIII
13 12) Miller VJ, Bodner L. The long-term effect of oromaxillofacial trauma on the function of
the temporomandibular joint. J Oral Rehabil 1999; 26:749-751.
13) Ellis E, Throckmorton GS. Treatment of mandibular condylar process fractures:
biological considerations. J Oral Maxillofac Surg 2005; 63(1):115-34.
14) Defabianis P. TMJ fractures in children and adolescents: treatment guidelines. J Clin Pediatric Dent 2003; 27: 191-199.
15) Marker P, Nielsen A, Bastian HL. Fractures of the mandibular condyle. Part 1: Patterns of distribution of types and causes of fractures in 348 patients. Br J Oral Maxillofacial Surg 2000; 38: 417-421.
16) Betti D, Pradella F, Bordignon D, Cortivo P. Traumatologia dell'Articolazione Temporo- Mandibolare nel soggetto in fase di crescita. Considerazioni Medico-Legali
17) Iida S, Matsuya T. Paediatric maxillofacial fractures: their aetiological characters and fracture patterns. J Craniomaxillofac Surg 2002; 30(4): 237-41.
18) FeFerrrraarrii R,R, LLeeoonnaarrdd MMSS.. WWhhiippllaasshh aanndd TTeemmppoorroommaannddiibbuullaarr DDiissoorrddeerrss: : aa ccrriittiiccaall rreevviieeww,, JJ A
Amm DDeenntt AAssssococ 11999988;;112299:: 11773399--4455..
19) Ferrari R, Schrader H. Prevalence of temporomandibular disorders associated with whiplash injury in Lithuania. Oral Surg Oral Med, Oral Pathol Oral Radiol Endod 1999;
87: 653-7.
20) Capurso U, Perillo L, Ferro A. Cervical trauma in the pathogenesis of cranio-cervico- mandibular dysfunctions. Minerva Stomat.1992; 41(1-2):5-12.
21) Pressman BD, Shellok FG. MR imaging of temporomandibular joint abnormalities associated whith cervical hyper-extension/hyperflexion (whiplash) injuries. J Magn Reson Imaging 1992; 23: 338-341.
22) Bergman H, Andersson F, Isberg A. Incidence of temporomandibular joint changes after whiplash trauma: a prospective study using MR imaging. Am J Roentgenol 1998;
171(5):1237-43.
23) Garcia R, Arrington JA. The relationship between cervical whiplash temporomandibular joint injuries: an MRI study. Cranio 1996; 14:233-239.
24) McKay DC, Christensen LV. Whiplash injuries of the temporomandibular joint in motor vehicle accidents: speculations and facts. J Oral Rehabil 1998; 25: 731-46.
25) Sommariva R, Tognini F, Manfredini D, Landi N, Bosco M. Colpo di frusta e disordini temporomandibolari: quali rapporti?. Doctor OS 2003; 1 Suppl 1(14):168-170.
TAGETE 1-2007 Anno XIII
14 26) Bucci MB, Manfredini D, Salvetti G, Bosco M. Temporomandibular joint whiplash:
implicazioni medico-legali. Doctor Os 2006; 17(1) Suppl 1: 96-9.
27) Forabosco A, Grandi T, Malavasi M, Vecci F, Garuti G. Rapporto tra colpo di frusta e articolazione temporomandibolare. Doctor OS 2007; 18(1 Suppl 1):199-202.
28) Häggman Henrikson B. Neck function in rhythmic jaw activities.2004 Umeå and Gävle University, Sweden.
29) Häggman-Henrikson B, Zafar H, Eriksson P-O. Disturbed Jaw Behavior in Whiplash- associated Disorders during Rhythmic Jaw Movements. J Dent Res 2002; 81(11): 747- 751.
30) Häggman-Henrikson B, Österlund C, P-O Eriksson. Endurance during Chewing in Whiplash-associated Disorders and TMD. J Dent Res 2004; 83(12):946-950.
31) Okeson JP. Current terminology and diagnostic classification schemes. Oral Surg Oral Med Oral Pathol Oral Radiol Endod 1997; 83: 61-4.
32) Dworkin SF. Perspectives on the interaction of biological, psychological and social factors in TMD. J Am Dent Assoc 1994; 125: 856-63.
33) McNeill C. History and evolution of TMD concepts. Oral Surg Oral Med Oral Pathol Oral Radiol Endod 1997; 83: 51-60.
34) The American Academy of Orofacial Pain. Guidelines for Assessments, Diagnosis, and Management. Chicago: Quintessence Publishing Co, Inc.; 1996.
35) Dworkin SF, LeResche L, Research diagnostic criteria for temporomandibular disorders:
review, criteria, examinations and specifications, critique.J Craniomand Dis 1992;6(4):301-55.
36) Manfredini D, Segù M, Bertacci A, Binotti G, Bosco M. Diagnosis of temporomandibular disorders according to RDC/TMD axis I findings, a multicenter Italian study. Minerva Stomatol. 2004 Jul-Aug;53(7-8):429-38.
37) Plesh O, Sinisi SE, Crawford PB, Gansky SA. Diagnoses based on the Research Diagnostic Criteria for Temporomandibular Disorders in a biracial population of young women. J Orofac Pain. 2005 Winter;19(1):65-75.
38) Pradella F, Bordignon D, Betti D, Cortivo P. La dimostrazione del nesso di causalità materiale e la valutazione della permanenza nelle menomazioni post-traumatiche dell’articolazione temporo-mandibolare. Aspetti clinici e medico-legali. Riv It Med Leg 1985; 1: 123-140.
TAGETE 1-2007 Anno XIII
15 39) Bucci MB, Manfredini D. Odontoiatria Legale: Traumatismi diretti della Articolazione
Temporo-Mandibolare. Dental Cadmos in press.
40) Montagna F. Testo atlante di Odontoiatria Medico-Legale. Masson, 2005.
41) Tognini F, Manfredini D, Melchiorre D, Bosco M. Comparison of ultrasonography and magnetic resonance imaging in the evaluation of disk displacement of the temporomandibular joint. J Oral Rehabil 2005; 32: 248-53.
42) Manfredini D, Tognini F, Melchiorre D, Zampa V, Bosco M. Ultrasonographic assessment of an increased capsular width as a predictor of temporomandibular joint effusion. Dentomaxillofac Radiol 2003; 32: 359-64.
43) Kolbinson D, Epstein JB, Burgess J, Senthilselvan A. Temporomandibular disorders, headaches, and neck pain after motor vehicle accidents: A pilot investigation of persistence and litigation effects. J Prosthet Dent 1997; 77: 46-53.
44) Montagna F. Odontoiatria Legale: i disordini temporo-mandibolari. Odontoiatria Amici di Brugg 2003; 4 (dic):402-412.