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costi - melfiweb, Melfi

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Academic year: 2024

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(1)

Capitolo 10

Costi

(2)

COSTI

• Occorre collegare la produzione dell’impresa ai costi sostenuti per realizzarla, sia nel breve, sia nel lungo periodo

• Si tratta di scegliere la combinazione ottimale dei fattori produttivi per l’impresa

• È bene ricordare che la categoria di costo

economico di riferimento è il costo opportunità, ovvero il valore della risorsa nel suo migliore uso alternativo possibile

(3)

I COSTI NEL BREVE PERIODO

• Costo fisso (FC): l’impresa lo sostiene indipendentemente dalla quantità

prodotta. Ad esempio l’affitto dei locali

• Costo variabile (VC): l’impresa lo sostiene in misura variabile a seconda del livello di produzione. Ad esempio le materie prime

• Costo totale (TC): è la somma del costo fisso e del costo variabile

!

TC = FC + VC

(4)

I Costi nel Breve periodo

Costi Fissi FC:

Costi variabili VC:

Costi totali TC: !

FC = rK 0

!

VC = wL

!

TC = rK 0 + wL

(5)

Figura 10-2: Le curve di costo totale, variabile e fisso

(6)

I COSTI NEL BREVE PERIODO

• Partendo dal costo fisso, dal costo variabile e dal costo totale è possibile definire altre quattro

categorie di costo di breve periodo:

• Costo medio fisso (AFC): pari al rapporto tra il costo fisso e la quantità prodotta

• Costo medio variabile (AVC): pari al rapporto tra il costo variabile e la quantità prodotta

• Costo medio totale (ATC): pari al rapporto tra il costo totale e la quantità prodotta

• Costo marginale (MC): corrisponde alla variazione del costo totale conseguente alla produzione di

una unità aggiuntiva di output

(7)

I costi di breve periodo

• Il costo marginale (MC) è il costo che si sostiene per produrre una unità

addizionale di prodotto. Dato che i costi fissi non influenzano il costo marginale, si ha:

!

MC = " VC

" Q = " TC

" Q

(8)

I costi medi di breve periodo

• Il costo medio totale (ATC) è il costo per unità di prodotto, ovvero il costo medio fisso (AFC) più il costo medio variabile (AVC):

!

ATC = FC

Q + VC Q

!

ATC = AFC + AVC oppure ancora TC

Q

(9)

I costi di breve periodo di un’impresa

0 50 0 50 --- --- --- ---

1 50 50 100 50 50 50 100

2 50 78 128 28 25 39 64

3 50 98 148 20 16.7 32.7 49.3

4 50 112 162 14 12.5 28 40.5

5 50 130 180 18 10 26 36

6 50 150 200 20 8.3 25 33.3

7 50 175 225 25 7.1 25 32.1

8 50 204 254 29 6.3 25.5 31.8

9 50 242 292 38 5.6 26.9 32.4

10 50 300 350 58 5 30 35

11 50 385 435 85 4.5 35 39.5

prodotto costo costo costo costo costo costo costo fisso variabile totale marginale medio medio medio

(FC) (VC) (TC) (MC) fisso variabile totale

(AFC) (AVC) (ATC)

(10)

Le curve di costo

prodotto (unità annue)

costo

(€ per unità)

25 50

75 100

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11

MC

ATC AVC

AFC

(11)

Le curve di costo

• Costi unitari

I AFC sono decrescenti

I ATC decrescono quando MC < ATC;

analogamente i AVC sono decrescenti

quando MC < AVC

L’opposto quando MC >

ATC o MC > AVC

prodotto

costo

(€ per unità)

25 50

75 100

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11

MC

ATC AVC

AFC

(12)

Le curve di costo

• La semiretta che inizia nell’origine e passa per il punto A ha pendenza uguale al AVC

• La pendenza lungo VC corriponde al MC

• Per una produzione di 7 unità MC = ATC

prodotto costo

100 200 300 400

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 FC VC

A

TC

(13)

Figura 10-5: Curve di costo marginale, costo totale, costo medio variabile e

costo medio fisso

(14)

I costi di breve periodo

Le determinanti del costo di breve periodo

rendimenti marginali crescenti e costi

con rendimenti marginali crescenti, il prodotto marginale aumenta rispetto all’uso di fattori produttivi e i costi medi variabili e totali

diminuiscono con l’aumentare della produzione

rendimenti marginali decrescenti e costi

con rendimenti marginali decrescenti, il

prodotto marginale diminuisce rispetto all’uso di fattori produttivi e i costi medi variabili e

totali aumentano con l’aumentare della produzione

(15)

Figura 10-1: Output come funzione di un solo fattore variabile

VC

(16)

Figura 10-3: Funzione di produzione

Q = 3KL, con K = 4

(17)

Figura 10-4: Curve di costo totale, variabile e fisso per la funzione

di produzione Q = 3KL

(18)

Figura 10-7: Curve di costo per

uno specifico processo produttivo

(19)

RELAZIONI TRA PRODOTTO E COSTI

• L’andamento dei costi medi variabili e del costo marginale riflette l’andamento del prodotto medio e del prodotto marginale

• Infatti, ricordando che AP = Q / L e che w rappresenta il salario, si ha:

• Inoltre, ricordando che MP = ΔQ

/ ΔL, si ha: !

AVC = VC

Q = wL

Q = w AP

!

MC = "VC

"Q = "wL

"Q = w"L

"Q = w

MP

(20)

Figura 10-9: Relazione tra MP, AP, MC e AVC

!

AVC = W AP

!

MC = W MP

(21)

I COSTI NEL LUNGO PERIODO

• Nel lungo periodo non esistono costi fissi

• Il problema dell’impresa è quello di scegliere la combinazione ottimale di input in relazione

all’output che si intende produrre

• La retta di isocosto individua tutte le combinazioni di lavoro e capitale che generano un dato livello di

costi:

C = rK + wLK = C/r – (w/r) L

• Il valore assoluto della pendenza dell’isocosto (w/r) misura il prezzo relativo del lavoro rispetto al

capitale

(22)

Figura 10-10: Isocosto

(23)

MASSIMIZZAZIONE VINCOLATA DELL’OUTPUT

• L’impresa che intende massimizzare l’output ad un dato costo, deve risolvere un problema di ottimizzazione simile a quello relativo alla scelta del paniere ottimo del consumatore

• In termini grafici si tratta di sovrapporre la retta di isocosto alla mappa degli isoquanti

• La quantità ottimale di output si rileva sull’isoquanto più elevato compatibile con il vincolo rappresentato dalla retta di isocosto

(24)

Figura 10-11: Massimo livello di output per un dato livello di costo

(25)

MINIMIZZAZIONE VINCOLATA DEI COSTI

• È possibile anche procedere alla minimizzazione vincolata dei costi per un dato livello di output

• In termini grafici si tratta di sovrapporre ad un dato isoquanto di produzione una mappa degli isocosti corrispondenti ai vari livelli di costo

• La quantità ottimale di output si rileva sulla retta di isocosto più bassa compatibile con il vincolo rappresentato dall’isoquanto di produzione

(26)

Figura 10-12: Livello minimo di spesa

per un dato livello di produzione

(27)

CONDIZIONE DI OTTIMO

• In entrambi i casi, sia che si proceda attraverso la massimizzazione vincolata dell’output, sia

attraverso la minimizzazione vincolata dei costi, in generale la condizione di ottimo per una

soluzione cosiddetta “interna” implica:

MRTS = MPL/MPK = w/r

• Ovvero l’eguaglianza tra il saggio marginale di sostituzione tecnica e il prezzo relativo dei fattori produttivi

(28)

Figura 10-13: Diversi modi di

produrre una tonnellata di ghiaia

(29)

I COSTI NEL LUNGO PERIODO

• La crescita del prodotto dell’impresa definisce il

sentiero di espansione dell’output, il quale descrive il costo totale minimo necessario per ciascun livello di produzione

• In corrispondenza del sentiero di espansione

dell’output è possibile definire la curva del costo totale di lungo periodo (LTC)

• L’andamento della LTC dipende dai rendimenti di scala della funzione di produzione

(30)

I COSTI NEL LUNGO PERIODO

• Le curve di costo medio di lungo

periodo (LAC) e costo marginale di lungo periodo (LMC) rispecchiano anch’esse i rendimenti di scala

• Si ricordi, viceversa, che l’andamento delle curve di costo di breve periodo riflettono la proprietà dei rendimenti

marginali (crescenti e/o decrescenti) del

singolo fattore produttivo

(31)

Figura 10-15: Curve di costo

totale, medio e marginale di lungo

periodo

(32)

Figura 10-16: Curve LTC, LMC e LAC e rendimenti di scala costanti nella

produzione

(33)

Figura 10-17: Curve LTC, LMC e LAC e rendimenti di scala decrescenti

nella produzione

(34)

Figura 10-18: Curve LTC, LMC e LAC e rendimenti di scala crescenti nella

produzione

(35)

COSTI DI LUNGO PERIODO E STRUTTURA DELL’INDUSTRIA

• La struttura di un’industria è fortemente influenzata dai costi di lungo periodo in quanto la sopravivenza di

un’impresa, data la tecnologia, dipende dalla sua capacità di ridurre al minimo i costi totali di produzione nel lungo periodo

• Il livello di output corrispondente al punto di minimo della curva LAC dipende dalla particolare forma assunta da questa ultima

• Quando la curva LAC ha pendenza negativa per tutti i livelli di output, i costi sono minimi se nel mercato opera una

sola impresa (monopolio naturale)

(36)

COSTI DI LUNGO PERIODO E STRUTTURA DELL’INDUSTRIA

• Se la curva LAC è a forma di U e la quantità di

output che minimizza i costi medi rappresenta una quota consistente del mercato allora in quel

mercato operano poche imprese

• Se la curva LAC è a forma di U e la quantità di

output che minimizza i costi medi rappresenta solo una piccola frazione del mercato, allora in quel

mercato operano molte piccole imprese

• Accade lo stesso anche nel caso in cui la curva LAC è orizzontale oppure inclinata positivamente

(37)

Figura 10-19: Curve LAC

caratteristiche di industrie fortemente concentrate

(38)

Figura 10-20: Curve LAC tipiche di industrie non concentrate

(39)

RELAZIONE TRA CURVE DI COSTO DI BREVE E DI LUNGO PERIODO

• Il sentiero di espansione dell’output di breve

periodo si ottiene partendo da un livello di capitale fisso

• In corrispondenza dell’intersezione tra il sentiero di espansione dell’output di breve e quello di lungo periodo si realizza anche l’eguaglianza tra il costo totale di breve e quello di lungo periodo

• Qualsiasi altro livello di produzione implica un

costo totale di breve periodo superiore rispetto a quello di lungo periodo

(40)

Figura 10-21: Sentiero di Espansione dell’output di breve e di lungo

periodo

(41)

Figura 10-24: Famiglia delle curve di costo associate a una curva LAC fatta ad

U

Figura

Figura 10-2: Le curve di costo totale, variabile e fisso
Figura 10-5: Curve di costo marginale, costo totale, costo medio variabile e
Figura 10-1: Output come funzione di un solo fattore variabile
Figura 10-3: Funzione di produzione
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Riferimenti

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