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LA DISCRIMINAZIONE DI GENERE SUL MERCATO DEL LAVORO: UNA PANORAMICA

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Academic year: 2023

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Così, nel 1946, alle donne fu concesso il loro primo diritto: il diritto di voto. L’articolo 37 della Costituzione darà alle donne l’accesso a tutti gli uffici pubblici e alle posizioni elettorali, ponendo condizioni importanti: l’uguaglianza. Nel 1960, una sentenza della Corte Costituzionale consentì alle donne di intraprendere la carriera prefettizia e diplomatica.

2009/11 garantisce alle donne la possibilità di denunciare atti di persecuzione nei loro confronti, e le tutela da ogni tipo di abuso e violenza psicologica. Una volta garantiti i diritti fondamentali delle donne, restava ancora molta strada da fare per garantire le pari opportunità. Lo scopo di questo lavoro è quello di passare in rassegna i dati sul mondo del lavoro italiano, evidenziando il fatto che sono necessarie ulteriori misure che consentano alle donne di godere degli stessi trattamenti riservati agli uomini, sia in termini occupazionali che retributivi.

In Italia è pubblicato dall'Istat ed è calcolato sui dati e sulle definizioni dell'indagine campionaria sulle forze di lavoro, effettuata trimestralmente su un campione di oltre 250mila famiglie, distribuite in circa 1.400 comuni italiani. Questa è la statistica descrittiva utilizzata dalla Commissione Europea per confrontare il divario retributivo di genere nei paesi dell’Unione Europea.

DATI E RISULTATI

Rivolgendo l’attenzione a livello regionale all’anno 2017, vediamo come i tassi di occupazione siano stimati al 67,1% per gli uomini e al 48,9% per le donne (Grafico 3). Quando si tratta di sospendere gli studi nel corso della carriera, le donne tendono ad essere più diligenti e determinate rispetto ai loro colleghi maschi, con un distacco di 5 punti percentuali. Con il diploma le donne non solo hanno meno lavoro, ma percepiscono anche un salario mensile netto più basso (grafico 7).

Se nel 2017 la quota di lavoratrici diplomate era pari al 54,7% (Grafico 6), la situazione migliora drasticamente di 20 punti percentuali quando ottengono il diploma (Grafico 9). Diverso il discorso per il settore farmaceutico, dove le donne sono impiegate sia come popolazione che nella dirigenza semplice e dirigenziale. In effetti, le donne sono più spesso impiegate negli organi di staff che supportano gli organi di linea.

Nelle aziende con sede in Italia, la quota di donne in posizioni di staff (come segretarie o uffici) è del 44%, rispetto al 37% nelle posizioni di linea (Grafico 19). Tuttavia, un quadro diverso riguarda le industrie multinazionali, in cui le donne ricoprono equamente sia posizioni di staff che di linea. Lo studio 'Women at the top' del Boston Consulting Group non solo ha mostrato come le discipline tecniche siano più popolari tra gli uomini rispetto alle donne, ma anche come le donne siano riuscite a raggiungere posizioni di leadership.

Nei ruoli di staff, le donne diplomate trascorrono tre anni in meno rispetto alle loro coetanee, divario che scompare a parità di altri titoli di studio (grafico 23). Non solo, di questi il ​​30% sono donne che riescono effettivamente ad avere un impatto ricoprendo incarichi. Dati questi, che a prima vista potrebbero indicare che esiste un settore dove le donne sono proprio loro.

Le donne sembrano essere la maggioranza, non solo come popolazione ma anche nelle posizioni di vertice. Secondo i dati raccolti, solo il 22,2% delle donne è riuscita a occupare posizioni di potere. In questo settore, però, sono poco più di un terzo le donne che ricoprono posizioni di potere, ovvero il 34,3%.

Sebbene le donne siano ugualmente preparate rispetto ai loro colleghi maschi, esistono ancora importanti limitazioni che non lo fanno. Il tasso di occupazione dei padri con tre figli è il doppio di quello delle madri, a conferma che l'impegno familiare tende ad essere basso per le donne senza un adeguato sostegno esterno e senza una politica di aiuti mirati. Con l’aumento del numero dei figli, le donne diventano sempre più inattive.

Le donne ricevono pensioni più elevate in base all'importo medio annuo lordo dei familiari e dei compensi.

CONCLUSIONI

Per lo stesso lavoro, il lavoro svolto dalle donne è ancora associato a salari più bassi, riflettendo a. Nello specifico, le donne sono più spesso impiegate in posizioni HR e meno spesso in posizioni di line, con conseguenze sia in termini di avanzamento di carriera che in termini di retribuzione. La stessa situazione si riscontra nelle pubbliche amministrazioni e nella politica, dove il numero delle donne è in aumento, ma.

La discriminazione subita nel corso della carriera lavorativa si ripercuote infine sulle pensioni, nelle quali le donne sembrano percepire più degli uomini solo nel caso dei superstiti. Questa situazione non grava solo sul genere femminile, ma incide anche sull’economia dell’intero Paese. Basato sull’analisi della distribuzione delle donne lavoratrici per settore e presupponendo che uomini e donne abbiano la stessa percentuale.

Azioni che potrebbero eliminare questa discriminazione di genere e risollevare non solo la figura femminile, ma l’intero Paese. Si potrebbero proporre incentivi monetari o fiscali per il rientro delle donne al lavoro, congedi di paternità più lunghi o bonus fiscali per le aziende che investono nel talento femminile e in strutture interne volte a conciliare il ruolo di madre con il lavoro.

BIBLIOGRAFIA

SITOGRAFIA

Riferimenti

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Di seguito eseguire il grafico dei dati e dell’ellisse ottenuta con il metodo dei minimi quadrati.. Suggerimento: nel grafico, usare punti test in [0,2π] e la