l’appendicite
nel campo
ginecologicoDelle
Ciiiaie: Prendo la parola per fareuna
semplice riflessione relativamente alla questione se si debba o no sistematicamente rimuo-vere l’appendice in tutti gli interventi laparotomici. Tale questione è stata risoluta dal relatore negativamente, però egli consiglia dilar-gheggiaresoltanto dopoun accurato esame dell'appendice. Io non posso discutere la opinione del prof.
Mangiagalli
in base ad una vasta esperienza personale,ma mi
permetto ricordare le ricerche in proposito fatte dalLegueu.
Questi haesportato l’appendice in tutti gl’interventi laparotomici ed è venuto alla conclusione che negli stati flogistici degli annessi, l’appendice, pur non presentando alcuna alterazione macro-scopica, ha invece costantemente rivelato all’esame istologico lesioni infiammatorie le più svariate, anzi in un caso, in cui l’organo era obli-terato, esistevano tubercoli in mezzo al tessuto cicatriziale.Meno
co-stanti invece si mostrarono tali alterazioni in casi di fibroma uterino, cisti ovarica, ecc. Inoltre essendosi l’A. per una sola volta allontanato dalla pratica abituale, lasciònel corso di unaisterectomiaun’appendice, che gli sembrò normale, e fu poiun
anno dopo costretto ad intervenire d’urgenza per appendicite perforante acuta. Quindi io credo che,te-nendo conto di questa fragilità patologica a cui va soggetto l’organo,
si debba,almeno nei casi di infiammazione degli annessi, essere più lar-ghi, di quanto non lo pensi il relatore, neU’asportare l’appendice.
Ferroni
:La
miaesperienza sulriguardo non può essere chescarsa,ma
in argomenti di tanto interesse è bene che ciascun clinico porti ilsuo contributo. L’appendicite in gravidanzaè stata da
me
vista moltodi rado: infatti su circa 2500 parti io ho constatato soltanto 3 casi del genere.
La
gravidanzaera sempre nei primi mesi, e la lesioneappen-dicolare era sopraggiunta in donne già altra volta affette da attacchi appendicitici, il che viene a confermare tanto l'importanza di vera re-cidiva che spesso assume l’appendicite durante la gestazione, quanto
quella che i fattori meccanici
hanno
nel determinare l’appendicite ad utero gravido.In questi miei casi non ho osservato nè influenza dannosa della gravidanza sul decorso dell’appendicite, nè influenza dannosa della
ma-lattia sull'andamento della gestazione. Ciò che però non esclude affatto la possibilità e la frequenza dei casi di ordine opposto.
Nel
campo
ginecologico credo anche io che oggi la discussione sidebba confinare soltanto entro i limiti dell’appendicectomia quale atto operatorio complementare d’intervento operatorio addominale sui
ge-nitali. Su500 laparotomiecirca da
me
eseguite nella Clinica diParma
mie occorso dovere asportare 4 sole appendici evidentemente lese, che si
associavano alesioniannessiali.Mainevidi in circa50 gravidanze
extrau-44 discussioni:
teline operate. Per tutte le altre condizioni non strettamente normali dell’appendice, per le quali altri intervengono con l’appendicectomia, io non ho maicredutod'intervenireperchè convintodellamolto discuti-bile opportunità,se non necessità, ditaleatto operativocomplementare.
Non
so quindi schierarmi tra coloro che vorrebbero allargare icon-fini dell’atto operativo accessorio di cui si parla.
Quanto alla tecnica dell’intervento, qualora esso venga richiesto
non mi discosto dalle
norme
segnate al riguardodal prof.Mangia-gal1i.
Guzzoni:
Come
giustamente ha osservato il prò*. Ferroni, èopportuno che ciascuno di noi porti il suocontributo, siapure modesto,
in un argomento di tanta importanza,trattato così magistralmente dal prof.
Mangiagalli
e a cui ha tenuto dietro una sì elevata discussione.Nella Clinica di Siena in questo triennio non ho osservato che un solo caso di appendicite in gravidanza negli ultimi due mesi: la gravida venne presa da un attacco appendicitico a domicilio, da noi trattato con la cura medica: la donna guarì, partorì a termine ed esci dalla Clinica in quel
momento
guarita.Per quanto riguarda i rapporti fra appendicite e fibromi d’utero, nei limitati casi da
me
operati in quest’anno nella Clinica di Siena non abbiamo mai trovato l'appendice ammalata. In ogni laparotomia esamino regolarmente e metodicamente l'appendice, e la mia condotta presente e futura è basata su questo principio di non asportare mai l’appendice quando questa mi appare sana, e se vi sono aderenze cercosempre di staccarle e potendo la lascio in posto.
Santi: Gli oratori precedenti hanno parlato molto di gravidanza ed appendicite, mentre mi pare si sia un po' sorvolato sulla influenza del parto sulla appendicite. Io sarei tratto a pensare che, più di
fre-quente di quello che si creda, si possa verificare l'influenza nefasta del parto sulla appendicite.
Le
contrazioni e le retrazioni uterine pos-sonoportareastiramenti e rotturedi aderenze e di sacche appendicolari e dar luogo a successive fulminee peritoniti.E
ciò si può avere anchein casi incui l’appendicite"o non aveva mai dato sintomi gravi o non ne aveva dati affatto.
Ricordo di aver avuto occasione di osservare uno di tali casi. In esso non si era mai pensato ad una appendicite; subito dopo il parto si
ebbe sviluppo di una peritonite generalizzata rapidamente mortale.
L’autopsia dimostrò precisamente che l'origine poteva ritenersi in una piccola sacca ascessuale periappendicolare rotta durante il parto.
Questicasi
mi
pare cipotrebbero istruire nel senso, che quando di proposito si voglia intervenire in casi di appendicite in gravidanza al’appendicite
nel campo
termine,siaconveniente piuttostooperareprimalalesioneappendicolare e solo poi, se è il caso, pensare ad un intervento ostetrico, anziché far precedere questo a quello.
Santoro:
Ho
sentitoli prof.Mangi
agalli affermare chela posi-zione diTrendelenburg
rende più agevole la esportazione dell’ap-pendice. Nei primi casi di appendicectomia dame
eseguiti laposizione diTrendelenburg
non solo non facilitavama
rendeva difficoltosa la estrinsecazione del cieco fuori dall’addome. Modificai così latecnica e quando mi è capitato di eseguire appendicectomie dopo altro inter-ventoaddominale o pelvico,hofatto ridurre illetto operatorio alla posi-zione orizzontale, posizione che faccio prendere di propositoquando
opero per appendicite.Mangiagalli
:Con animo commosso
e profondamente grato rin-grazio innanzitutto il prof.Spinelli
per leparole di nobile affettuoso rimpianto chevolle rivolgermiperla sventura domestica dalla qualefui recentemente colpitoe porgo vive grazie ancheall’assemblea chemostròdi .associarsi con simpatia alle parole pronunciate.
Entrando in argomento rilevo
come
alcune osservazioni e comuni-cazioni si riannodino direttamente all’argomento svolto, altre indiret-tamente. Invece di seguire gli oratori secondo l’ordine col quale si sono succeduti, credo più utile raggruppare gli argomenti portati incampo
o a sostegno delleidee da
me
propugnate o contro di esse, lasciando per ultima la questione che ha acceso il dibattito più vivo, se cioè sidebba
fare l’appendicectomia complementarein ogni caso d’intervento laparo-tomico addominale.
Tuttisembranointantoconvenire chel’appendicitesiacomplicazione relativamente rara nella gravidanza, quantunque certo più frequente di quantofigurasse nelle antiche statistiche.
È
interessante il caso espo-sto dal dott.Conte,
che trovò l’appendice aderente alla parete addo-minale e all’utero inuna donna
che erastata operata ditaglio cesareo.Esso appartiene a quella categoria dicasi,
come
quelli diFindley
e diMarx,
i quali lumeggiano lapossibilitàdame
illustrata, che, date simili aderenze, o perlo sviluppoprogressivo dell’utero ingravidanza, o per il suo svuotamento nel parto, o per la sua riduzione in puerperio, dette aderenze possanorompersi, l’appendice puòlacerarsi e dar luogo a gravi accidenti.E
al prof.Santi
rispondo appunto che possiamo spiegarci per tale causa, oltrechéper molte altre che ebbi cura d’indicare, il sor-gere improvviso di alcune peritoniti nel corso del travaglio di parto. Ilcasodi
M
ontuo r o digravi coliche appendicolari,inuncasodiappendice aderente agli annessi con retroversione uterina,trova riscontro in molti casi similari.40 DISCUSSIONE
Ebbi pure cura di mettere in rilievo la possibilità di dismenorree di origineappendicolareillustrate dallo
Spinelli
eprocurai anzidi lumeg-giarei criteri diagnostici, e cosìpuremisiinrilievole difficoltàdella dia-gnosi differenziale,che specialmente in gravidanza sipossonoincontrare nei casi di colelitiasi e di pionefrosi chiusa.Quanto alprocesso diaspirazione dicuitanto silodalo Spinelli, debbo aggiungere che io pure da moltissimi anni, aperto il ventre, con apparecchi Potain, di vario volume, soglio, e ne sono soddisfatto, svuotare cisti ovariche specialmente suppurate, piosalpingi, raccolte saccate.
Rispondendoallostesso Spinelli, dirò
come
ioriconoscala possi-bilità di asportare l’appendice per via vaginaleed iopureebbidalla gen-tilezza del prof.De 0
1 1, al congressodi Pietroburgo, la dimostrazione coi suoi processi di illuminazione di mettere in evidenza non solo l’ap-pendicema
anchelacistifellea. CredoperòconR
esine
11icheciòsiapiù che altro uno sport chirurgico. Certo può avvenire che, estirpando gli
annessiper via vaginale, l’appendiceaderenteagliannessididestrascenda essa pure nel
campo
vaginale ed allora o la si stacca o la si escidese-guendo gli stessi criteri che negli interventi per via addominale.