• Non ci sono risultati.

ì buoni della difesa nazionale in Francia

La Francia ha provveduto a 21 miliardi di spese di guerra, come ha dichiarato il ministro delle Finanze Ribot alla fine del novembre 1915, senza ricorrere a nuove imposte. Il Governo si è valso, per fronteggiare quest'enorme fabbi-sogno, di anticipazioni fatte dalla Banca di Francia, di emissioni di buoni della difesa na-zionale a breve scadenza (di 3, 6, 9 e 12 mesi), di buoni del Tesoro ordinari, di obbligazioni della difesa nazionale rimborsabili in un pe-riodo da cinque a dieci anni.

La circolazione cartacea francese era di 6 mi-liardi 683 milioni di franchi alla fine del lu-glio 1914, cioè avanti la guerra, e la troviamo pressoché raddoppiata ai primi di luglio del 1915, con 12 miliardi 328 milioni. È vero che la Francia, come ebbe a documentare il Lévy in una comunicazione fatta il 5 maggio 1915 alla Società di Economia politica di Parigi, è uno dei pa^si più ricchi di numerario, pos-sedendo circa 7 miliardi di oro, di cui 4 so-no presso la Banca di Francia (alla fine di

101 I BUONI DELLA DIPESA NAZIONALE IN FRANCIA

aprile 1915 erano, esattamente, 4 miliardi 200 milioni) e gli altri 3 in mani private; si contano, inoltre, 1800 milioni di scudi e 400 milioni di monete divisionarie d'argento. Se a questa cospicua riserva aurea si aggiunge il portafoglio delle cambiali, di cui la Francia è largamente provvista per le sue esportazioni, non si avranno preoccupazioni per questa lar-ga emissione di carta-moneta; purché, natural-mente, il sistema non si prolunghi troppo.

L'emissione dei buoni della difesa nazionale incontrò il favore del pubblico, che partecipò giorno per giorno alla loro sottoscrizione: è un prestito a gitto continuo, di facile e pronta realizzazione, che si è accaparrato i risparmi di tutte le classi sociali, le quali hanno trovato in essi un impiego sicuro e rimunerativo, pre-feribile ad .altri.

Le spese di guerra furono valutate a un mi-liardo 600 milioni di lire al mese;1) il che avrebbe richiesto, dal 1.° agosto 1914 al 31

di-1) Le spese sono andate continuamente aumentando: fu-rono, in media, di 800 milioni di lire mensili nei primi cin-que mesi agosto-dicembre 1914, si elevarono a 1100 milioni nel primo semestre 1915, a 1300 milioni nel terzo trimestre, e toccarono i 1500 milioni nell'ultimo trimestre 1915. Queste cifre comprendono soltanto le spese militari, alle quali oc-corre aggiungere i sussidi alle famiglie dei richiamati, il mantenimento dei rifugiati, ecc.; e nella media dei primi mesi del 1914 non s'è tenuto conto delle spese per la mobi-litazione e la requisizione (Cfr. L'économiste français del 25 settembre 1915).

1 0 2 I BUONI DELLA DIPESA NAZIONALE IN FRANCIA

cembre 1915, un'entrata complessiva di 27 mi-liardi 200 milioni. Ebbene, ecco la nota dei crediti chiesti e ottenuti dal Governo alla Ca-mera in tre date differenti:

6 miliardi 480 milioni fino al 31 dicembre 1914

1 5 » 615 „ fino al 30 settembre 1915

fino al 31 dicembre 1915

Un totale di 28 miliardi 195 milioni per di-ciassette mesi Idi guerra.

Dopo quindici mesi di guerra il Governo comprese, però, che bisognava consolidare una parte dei debiti contratti e trovare nuove for-me di entrata; e, volendo ritardare ancora per un po' di tempo le imposte straordinarie, ri-corse al prestito, al grande Prestito Consoli-dato, che aveva dato in altre epoche storiche cosi lieti successi.

Fu emesso il 25 novembre 1915 e si chiuse il 15 dicembre, a 88 per 100 all'interesse del 5: destinato a convertire parte della rendita per-petua 3 per 100 e parte di quella ammortizza-tole 3,50, a consolidare le obbligazioni e i buo-ni della difesa nazionale che avevano servilo per le prime spese, ad assorbire, infine, nuovi capitali, fu denominato il prestito della vitto-ria,!) fu accolto con simpatica fiducia dai ri-sparmiatori nazionali e stranieri. E fu

sotto-Il ministro delle Finanze, Ribot, illustrando alla Camera l'organizzazione del prestito ebbe a dire: Il ne sufflt pas

103 I BUONI DELLA DIPESA NAZIONALE IN FRANCIA

scritto per oltre 15 miliardi di franchi, tan-to che il ministro Ribot si compiacque di dire alla Camera che le previsioni governa-tive erano state di gran lunga sorpassate. I sottoscrittori furono oltre 400 mila, il che pro-va la larga partecipazione al prestito dei ca-pitalisti e dei più modesti risparmiatori, d'ogni ordine di fortune.

I sei decimi del ricavato del prestito sono costituiti da altri titoli, e rappresentano la con-versione in rendita consolidata di quei crediti a brevissima scadenza che il pubblico aveva contratto con lo Stato sotto forma, prevalente-mente, di buoni della difesa nazionale; e que-sto è già un primo e buon successo, che tran-quillizza pienamente lo Stato, liberandolo da

im-pegni immediati. Gli altri quattro decimi, il che vuol dire più di sei miliardi (perchè, in verità, il comunicato ufficiale parla di oltre quattro decimi), sono formati da capitali freschi, a r

-gent frais, versati in oro e ar-gento nelle casse dello Stato.

Per valutare al suo giusto peso la resistenza economica del popolo francese è opportuno os-servare che le entrate ordinarie di bilancio sono state, dal principio delle ostilità fino al 31 agosto 1915, di 3 miliardi e 580 milioni, e si sono calcolate a un miliardo 120 milioni le entrate degli altri quattro mesi dal 1.° settem-bre al 31 dicemsettem-bre 1915; abbiamo, cioè, in diciassette mesi di guerra, un'entrata

ordina-112 L'ECONOMIA BUSSA DI FEONTE ALLA GUEBEA

ria, per imposte dirette e tasse, di 4 miliardi 700 milioni, malgrado che una parte del suo territorio, la più ricca, sia invasa dal nemico. Abbiamo già ricordato che la Francia lui partecipato insieme all'Inghilterra al prestito di mezzo miliardo di dollari con gli Stati Uniti d'America, da spendersi tutto in quel mercato per regolare il cambio. T r a la Francia e l'In-ghilterra è intervenuto pure quest'altro accor-do: l'Inghilterra presta alla Francia una som-ma tre volte som-maggiore di quella in oro rimes-sa da questa al Governo inglese; e siccome la Francia deve avere rimesso uno stock di 500 milioni in oro, il prestito inglese ha rag-giunto il miliardo e mezzo di franchi.

IV.