La Germania ha voluto la guerra perchè era l'unico paese che fosse preparato a so-stenerla: preparato militarmente e finanziaria-mente. Della preparazione militare tutte le ri-viste d'Europa hanno parlato, e se ne videro subito i primi effetti: la Germania calcolava sull'impreparazione della Francia, denunziata brutalmente al Parlamento dal senatore Hum-bert, e sulla lenta mobilitazione russa; sperava sulla neutralità inglese. Si riteneva sicura di ridurre in pochi giorni la Francia all'impo-tenza e di portare, quindi, il suo esercito vit-torioso e pressoché intatto contro la massa rus-sa; l'inattesa vittoria della Marna sconvolse tutti i piani dello Stato Maggiore tedesco, prolungò indefinitamente la guerra, permettendo alla Tri -plice Intesa di organizzare quella preparazione militare e di munizionamento, che realmente le mancava.
In quanto alla preparazione finanziaria del-la Germania bisogna risalire all'imposta spe-ciale sul capitale del 1912, imposta
progressi-! 109 I PRESTITI TEDESCHI E LA CARTA AUSTRIACA
va che prendeva le mosse da un saggio del 0,15 per spingersi gradatamente all'1,40 per 100; nessuno doveva essere escluso, neppure la fa-miglia dell'Imperatore e delle altre case
re-gnanti, e fruttò u n miliardo. L'imposta ebbe
carattere assolutamente straordinario, non si
ri-petè l'anno successivo, e doveva servire alla
costituzione di u n largo fondo di guerra: la
preparazione era evidentissima fino da allora.
L'industria tedesca aveva assunto in
quest'ul-timo decennio uno sviluppo tale da sbalordire il mondo, ma ogni buon tedesco sognava e
ri-peteva involontariamente il celebre motto di
Mirabeau: <• C'est la guerre qui est l'industrie
nationale de la Prusse». E il Principe di
Bu-low, interpretando esattamente il pensiero de'
suoi compatrioti, ebbe a dire: Quando non si è sicuri di farsi amare, bisogna almeno farsi temere».1) E fu nell'aprile del 1912 che il generale Bernhardi pubblicò il suo famoso
li-bro La Germania e la prossima guerra, nel
quale si contiene u n capitolo intitolato: <<11
dovere di fare la guerra».
Fino dai primi giorni dell'agosto 1914, cioè
appena dichiarata la guerra, il Reiclistag aprì
un credito straordinario di 5 miliardi di m a r
-chi, e per procurarsi i fondi necessari il
Gover-no emise una serie di prestiti (settembre 1914):
1) La politique budgétaire en Europe (di varii Autori),
! 1 1 0 I PRESTITI TEDESCHI E LA CARTA AUSTRIACA
prestito di 500 milioni di marchi in buoni del Tesoro, e prestito di guerra per una somma indeterminata. In entrambi i casi il prezzo d'e-missione fu del 97,5 per 100, l'interesse del 5 per 100; e per mezzo di essi il Tesoro incassò 4 miliardi 460 milioni di marchi (pari a 5 miliardi 575 milioni di nostra moneta). Il risultato apparve in Germania così magni-fico, che il dottor Helfferich, direttore della Deutsche Bank, non ancora ministro delle Fi-nanze, sentì il bisogno d'informarne l'universo mondo con un opuscolo scritto in inglese, de-stinato particolarmente agli Stati Uniti d'Ame-rica. !)
Ai primi di decembre 1914 il Reichstag ap-provò l'emissione d'un secondo prestito di guer-ra, il quale, mediante l'artificio delle Casse di prestito, di cui abbiamo già parlato, con l'imposizione fatta a tutte le Casse di Rispar-mio, alle banche ipotecarie e alle compagnie d'assicurazione di sottoscrivere in proporzione dei loro capitali, fruttò 11 miliardi 150 milioni di lire, che, unite al ricavato del prestito pre-cedente, forma un'entrata totale di 16 miliardi 725 milioni di lire nostre.
Nell'agosto 1915 si sentì il bisogno d'un terzo prestito, che diede realmente 10 miliardi di marchi; fu emesso a 99 al 5 per 100. Il risul-tato di questo terzo prestito parve, dopo un
! 111 I PRESTITI TEDESCHI E LA CARTA AUSTRIACA
anno di guerra, anche più meraviglioso degli altri. Ma quando si rifletta che furono inve-stite nel prestito tutte le cauzioni prestate alle amministrazioni della Regìa e del Demanio, che tutti gli impiegati governativi e municipali e tutte le aziende legate allo Stato hanno do-vuto sottoscrivere dal 15 al 50 per 100 dei loro stipendi, che tutti i mezzi sono stati ado-perati per ottenere lo scopo — e i tedeschi non conoscono scrupoli — si dovrà concludere che questo non è stato un prestito m a una vera e propria requisizione di denaro!
Complessivamente, i tre prestiti di guerra avrebbero fornito al Tesoro un 30 miliardi di lire; aggiungendo i 5 miliardi rappresentati dal-le anticipazioni del Tesoro si arriva a un de-bito totale, creato dalla guerra, di 35 miliardi di lire, fino al settembre 1915.
Il ministro Helfferich ha calcolato in 2 mi-liardi e mezzo di lire le spese mensili di guer-ra della Germania, per cui alla fine decem-bre 1915 si arriverebbe a una spesa comples-siva di 42 miliardi e mezzo. Insieme ai pre-stiti è da considerare l'aumento della circola-zione cartacea, la quale è salita, in un anno di guerra, da 2464 milioni di lire a 7937 mi-lioni: è il massimo incremento che si conosca, pari al 250 per 100, mentre quello inglese è del 169, quello russo del 134, quello francese del 113 e quello italiano del 70.
circola-! 1 1 2 I PRESTITI TEDESCHI E LA CARTA AUSTRIACA
zione cartacea non abbiamo potuto tener conto dell'Austria-Ungheria, perchè la Banca dell'im-pero non ha più pubblicate, dall'inizio della guerra, le sue situazioni, il che dimostra la gra-vità delle difficoltà e dei pericoli fra cui si di-batte.
Si calcola che l'Austria-Ungheria abbia in circolazione più di 11 miliardi di corone, con-tro una riserva aurea di appena un miliardo di franchi depositati presso gli istituti di emis-sione e di u n altro mezzo miliardo in circola-zione nel paese. E ciò spielga il notevole de-prezzamento della corona, che, in tempi nor-mali, si pagava in Svizzera L. 1,05, mentre nel settembre 1915 cento corone si quotavano L. 79,25; il deprezzamento continuò nei mesi successivi fino a perdere il 30 per 100; e in Olanda era anche maggiore: infatti, qui la co-rona perde il 40 per 100.
Ed era, per l'Austria-Ungheria, una dura necessità il ricorrere alla rotazione continua del torchio; essa non ha crediti da realizzare, avendo un'importazione superiore all'esporta-zione, non ha elasticità di bilancio, nè sviluppo economico tale da consentirle nuove imposte facilmente sopportabili dalla popolazione. D'al-tro canto, le spese di guerra sono stale valutate intorno a un miliardo di corone al mese, il che costituisce un fabbisogno di 17 miliardi dall'agosto 1914 al dicembre 1915, mentre le risorse straordinarie sulle quali la monarchia
! 113 I PRESTITI TEDESCHI E LA CARTA AUSTRIACA
danubiana ha potuto contare sono, secondo le migliori infoitnazioni :
Milioni di lire
Novembre 1914. l.° prestito 5 e mezzo per 100. 2415
1.° prestito accordato dalla Germania 375 Novembre 1914, 1.° prestito ungherese 6 per 100. 1228
Maggio 1915, 2.° prestito austriaco 6 per 100. . 2920 Ghigno 1915, 2.° prestito ungherese 6 per 100. . 1180
„ 2.° prestito tedesco 382 Totale. . . 8500
Il ricavato di questi prestiti rappresenta la metà precisa del fabbisogno di guerra austro-ungarico, d'onde la necessità di coprire la dif-ferenza con l'emissione, a gitto continuo, di car-ta-moneta.
È opportuno ricordare che il debito com-plessivo dell' Austria-Ungheria ammontava a 15 miliardi e mezzo di corone nel 1906 e lo troviamo elevato a 20 miliardi e mezzo nel 1914, alla vigilia della guerra; e se l'Austria si è seim-pre dibattuta in gravi imbarazzi finanziari, qua-le sarà la sua condizione di domani, a guerra finita ? Il suo debito pubblico, già pesante pri-ma, si troverà più che raddoppiato; le finanze dello Stato in completo sfacelo; la sua econo-mia interna stremata, avvilita; non sarà più possibile mascherare con artifici una situazio-ne fallimentare, e bisogsituazio-nerà affrontare la liqui-dazione alle condizioni che i creditori vorranno imporre.
1 1 4 PROVVEDIMENTI FINANZIARI ITALIANI
L'Austria è stata la p r i m a a provocare, con l'aggressiva dichiarazione di guerra alla Serbia, l'infernale conflitto che devasta mezzo mondo, e ne dovrà subire fatalmente le più dure con-seguenze; e sarà la punizione meritata.
VI.