• Non ci sono risultati.

La verifica a liquefazione può essere omessa quando si manifesti almeno una delle seguenti circostanze:

1. eventi sismici attesi di magnitudo M inferiore a 5;

2. accelerazioni massime attese al piano campagna in assenza di manufatti (condizioni di campo libero) minori di 0,1 g;

3. profondità media stagionale della falda superiore a 15 m dal piano campagna, per piano campagna sub-orizzontale e strutture con fondazioni superficiali;

4. depositi costituiti da sabbie pulite con resistenza penetrometrica normalizzata* (N1)60 > 30 oppure qc1N > 180, dove (N1)60 è il valore della resistenza determinata in prove penetrometriche dinamiche (Standard Penetration Test) normalizzata ad una tensione efficace verticale di 100 kPa, e qc1N è il valore della resistenza determinata in prove penetrometriche statiche (Cone Penetration Test) normalizzata ad una tensione efficace verticale di 100 kPa.

Nel nostro caso i depositi presenti all'interno dell'area non rientrano tra quelli suscettibili di fenomeni liquefattivi e pertanto la verifica può essere omessa.

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13

C

ONCLUSIONI

In conclusione, con riferimento sia ai rilievi effettuati, alle analisi e alle prove in sito condotte sia alla tipologia dell’intervento proposto è possibile trarre le seguenti considerazioni:

All’interno del contesto dell’opera non sono emersi vincoli particolari rispetto a quanto contenuto nel vigente PGT del Comune di Corte Franca e nel PAI (Piano per l’assetto Idrogeologico).

Le letture piezometriche effettuate durante le attività di indagine hanno evidenziato l’assenza della falda freatica fino alle profondità investigate ma non si esclude la possibilità di orizzonti sospesi con venute di acque.

Le condizioni di drenaggio dei materiali sono generalmente scarse e discontinue in ragione della percentuale di granulometrie fine in superficie e della presenza di orizzonti anche cementati più in profondità.

Con le previsioni di progetto e i piani di imposta delle fondazioni a circa -4.5 m da attuale p.c. non si prevedono comunque interferenze significative falda ma in fase di progetto è opportuno considerarne la possibile presenza.

Nel volume significativo delle opere ci troviamo in ambiti caratterizzati in superficie e nella zona di imposta delle fondazioni da terreni che possono definirsi di transizione e cioè non francamente granulari ma neppure coesivi. La presenza di materiali granulari ha impedito il prelievo di campioni indisturbati. L’analisi di laboratorio indica comunque un comportamento non plastico per le granulometrie più fini e suggerisce una tendenza ad un comportamento prevalente di tipo drenato dovuta all’elevata percentuale in peso di frazioni granulari.

A partire da 6.2 metri sono stati rinvenuti terreni più francamente granulari costituiti da ghiaie e sabbie limose debolmente ciottolose che localmente sono apparse cementate. Sotto i 10 m poi il grado di cementazione è notevolmente cresciuto fino a supporre la presenza del substrato roccioso calcareo della Formazione di Concesio, affiorante poco a sud della zona di interesse. Le operazioni di carotaggio hanno incontrato non poche difficoltà nella perforazione sia per la durezza dei clasti sia per la generale cementazione.

Al momento non sono disponibili le azioni di progetto ma si ritiene che le opere come quelle previste inducano stati tensionali all’interno del sottosuolo non dissimili (se non addirittura negative) da quelle originarie.

Il carico complessivo che già insiste sul terreno e il volume di materiale che sarà sbancato per lasciare posto al monolite, in via preliminare fanno ritenere che le fondazioni possono essere definite

“compensate” in quanto il carico aggiuntivo previsto dovuto alle strutture va quasi a compensare e/o a sostituire completamente lo scarico litostatico dovuto agli sbancamenti.

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esercizio dell’opera. Si suggerisce comunque nelle successive fasi progettuali di procedere a verifiche anche in condizioni non drenate.

Tenendo in considerazione che le fondazioni a platea del sottopasso si imposteranno a quote non inferiori a –4.5 m dal p.c. e che la messa in opera avverrà attraverso l’infissione a spinta diretta del monolite sotto l’asse ferroviario con l’ausilio di un rostro frontale, non si prevedono significative azioni di scarico del terreno alla quota di imposta delle fondazioni durante la messa in opera.

Si consiglia comunque di verificare anche possibili spinte al sollevamento nelle condizioni più critiche con tavola d’acqua sospesa coincidente al p.c.

Considerando quanto appena detto, si ritiene, in via preliminare, che i cedimenti saranno in prevalenza immediati e di entità trascurabile in relazione alla tipologia di opere in progetto ma la natura anche a supporto di matrice parzialmente coesiva dei primi due metri sotto il piano di imposta del monolite potrebbero implicare anche cedimenti di consolidazione.

Tali aspetti andranno comunque verificati nelle successive fasi progettuali congiuntamente alla stabilità delle scarpate a tergo dei muri e la stabilità dei fronti di scavo stessi.

A tergo delle murature andrà previsto un setto drenante, di larghezza pari ad almeno 50 cm., che favorisca il deflusso delle acque di ruscellamento verso appositi pozzetti che, viste le caratteristiche di permeabilità potranno essere completamente disperdenti o collegati alla rete fognaria. In caso di importanti venute d'acqua si raccomanda l'impiego di tubazione microfessurata al piede del setto drenante;

Dalle analisi di approfondimento eseguite il terreno presente in sito può essere assimilabile ad un suolo di categoria “B” in condizioni topografiche “T1”.

In base a quanto rilevato nell’ambito del presente studio e quantificato mediante i dati ricavati dalle indagini geognostiche e sismiche svolte, è possibile esprimere un giudizio tecnico positivo di fattibilità geologica-sismica.

Dott. Geol. Luca Siena

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ALLEGATO 1:

I NDAGINE G EOGNOSTICA

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dati esempio 1

2

3

4

5

3,0

6,0

13,0

27,5

34,5

339,0

440,0

468,0

494,0

582,0

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