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A THEORETICAL AND EMPIRICAL ANALYSIS OF THE

L’APPROCCIO ECONOMICO ALLA GIURISDIZIONE PENALE NELLA LETTERATURA AMERICANA

2.4 A THEORETICAL AND EMPIRICAL ANALYSIS OF THE

PROSECUTOR 34

In direzione opposta (rispetto alla semplificazione del modello di Landes operata da Bowles) si dirige il tentativo intrapreso da B. Forst e K. Brosi di rendere la funzione obiettivo della pubblica accusa più articolata e più verosimile. L’attenzione particolare che gli uffici del District Attorney dimostrerebbero verso i procedimenti che riguardano soggetti (recidivi) di cui è più accentuata la personalità criminale sarebbe giustificata dall’incidenza che, perlomeno nel lungo periodo, il contrasto di questa categoria di criminali avrebbe sui livelli complessivi di criminalità. In questo senso, cioè, le risorse investite nella prosecution di chi sia recidivo produrrebbero un effetto repressivo maggiore che in altre violazioni penali. A parità di investimento in risorse, dunque, sarebbe socialmente preferibile riporre attenzione verso quei crimini per i quali maggiore sarebbe l’effetto di prevenzione particolare e generale.

In una prospettiva di single-period i due ricercatori dell'Institute for law and social research accolgono in pieno la formalizzazione di Landes, limitandosi a modificare il nome di alcune variabili. Le scelte di allocazione delle risorse da destinare all’esercizio dell’azione penale rimarrebbero, dunque, legate all’obiettivo di massimizzare il volume delle condanne (T) e nelle proprie scelte il prosecutor dovrebbe determinarsi a destinare maggiori risorse ai casi più gravi o a quelli in cui le probabilità di condanna siano più sensibili al cambiamento delle risorse investite. Nel breve periodo, l’unica novità rispetto all’analisi di Landes sta, solo, nella consapevolezza che possa essere più plausibile l’ipotesi in cui le probabilità di condanna crescano ad un tasso progressivamente decrescente rispetto alle risorse.

Allargando la prospettiva ad un’analisi multi-periodo, il risultato è, invece, che il loro modello ne risulta inevitabilmente più articolato. La repressione nel lungo periodo è finalizzata non solo alla punizione del colpevole ma anche alla prevenzione di nuovi reati. L’ipotesi da cui muovono, dunque, è che il contrasto della criminalità produca un effetto deterrente sulla criminalità futura. Più in particolare, per ogni crimine pervenuto all’ufficio durante il periodo t, nel caso di un mancata persecuzione del colpevole, si verificherà un flusso di futuri crimini (Ωi = S1i, S2i, … Sti,

…) necessariamente maggiore di quello (Ωic = S1ic, S2ic, … Stic , …) che si sarebbe verificato nel caso in cui l’autore del reato venga rintracciato, processato e sottoposto alla sanzione. La funzione repressiva svolta dalla giurisdizione penale rappresenta, infatti, solo una delle determinanti dei livelli di criminalità, quindi anche nell’ipotesi in cui la giurisdizione penale abbia fatto pienamente il suo corso non si può certo immaginare di annullare ogni residua fonte di crimini. Tenuto conto della funzione repressiva esercitata dalla giurisdizione, dunque, la criminalità futura con repressione va ritenuta

inferiore a quella nel caso di mancata risposta dell’ordinamento.

Ωi = S1i, S2i, … Sti , … > Ωic = S1ic, S2ic, … Stic , …

La differenza (Ωi – Ωic) tra i due flussi di criminalità (con e senza repressione) costituirà il risparmio di criminalità futura (D) determinato dall’esercizio della prosecution. Tale risparmio va correlato alla severità della sanzione inflitta (Ti)35 ed alla propensione individuale al crimine (Hi).

Di = D (Ti, Hi )

con δDi /δTi > 0

e δDi /δHi > 0

A questo punto è possibile specificare la funzione di utilità del prosecutor, che tenterà di ottenere dalle proprie scarse risorse quel mix di provvedimenti che permetta di ridurre il crimine futuro. In altri termini, la funzione di utilità diverrà u = u (

= n i 1 Di)

mentre il problema di massimizzazione vincolata sarà risolvibile attraverso la lagrangiana L =

= n i 1 πi Di + λ (R -

= n i 1 ri)

Le relative F.O.C.36 testimoniano che il District Attorney tenderebbe razionalmente a dedicare un maggior numero di risorse per quelle notitiae criminis nelle quali la probabilità di ottenere la condanna sia relativamente maggiore rispetto agli sforzi necessari, e per i quali la gravità del fatto commesso e la pericolosità del reo siano più grandi.

Una potenziale debolezza di tale modello, che gli stessi autori sembrano riconoscere, è legata al fatto che il prosecutor potrebbe in realtà ottenere un’utilità dall’esercizio dell’azione penale, dal processo e da un’eventuale successiva condanna, a prescindere dall’effetto repressivo sulla criminalità. Per esempio potrebbe facilmente e legittimamente perseguire dei reati il cui contrasto abbia effetti limitati sui livelli di criminalità futura o potrebbe, in altre parole, decidere di perseguire priorità non trasparenti. L’espediente con cui Forst e Brosi conformano il loro modello a tali evenienze è quello di

35 In una logica pienamente bekeriana un accrescimento di T comporterebbe un aumento del prezzo che il criminale può essere costretto a pagare e, quindi, dovrebbe determinare una

riduzione della quantità di crimini.

36 Segnatamente, δπ

considerare l’utilità del prosecutor dipendente sia dalla sanzione applicabile (T) che esprime la valutazione pubblica di gravità del crimine commesso, sia dall’effetto deterrente (D) che esprime la valutazione soggettiva (o prefissata da priorità interne all’ufficio) del risparmio in termini di criminalità futura. Considerata la nuova e più complessa funzione di utilità della pubblica accusa come u = u (

= n i 1 Ti ,

= n i 1 Di)

il prosecutor massimizzerà l’utilità attesa delle proprie strategie attraverso la nuova lagrangiana L =

= n i 1 πi * u (Ti, Di)+ λ (R -

= n i 1 ri) 37

Occorre notare che in questa formulazione la scelta della strategia massimizzante, potrà anche essere condizionata dal peso attribuito agli argomenti della funzione.

Tutti i modelli sommariamente descritti in questo capitolo costituiscono il tentativo di modellare il comportamento di diversi soggetti giurisdizionali (il prosecutor tra tutti) per capire le dinamiche con cui vengono elaborate le strategie e perseguiti gli obiettivi. Tali modelli costituiranno lo spunto per la riflessione relativa al pubblico ministero italiano ed alla gestione delle risorse di cui gli è data disponibilità. Prima di ciò occorrerà, tuttavia, far riferimento al contesto normativo ed istituzionale in cui il Pm opera.

37 Le relative condizioni di equilibrio stavolta saranno

C a p i t o l o T e r z o