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L’APPROCCIO ECONOMICO ALLA GIURISDIZIONE PENALE NELLA LETTERATURA AMERICANA

2.2 AN ECONOMIC ANALYSIS OF COURT

Anche l’approccio di W. M. Landes mira ad approfondire il funzionamento della giustizia penale attraverso gli strumenti tipici dell’analisi economica. Tale autore, però, concentra la propria attenzione solo su uno degli attori processuali: il public prosecutor. Assumendo il principio di scarsità delle risorse (tempo di lavoro, fonti di prova, personale investigativo, risorse tecniche sono input limitati), ritiene sia difficile immaginare che tutte le notitiae criminis vengano trattate con la medesima attenzione e con il medesimo impegno di energie investigative. Molto più verosimile sarebbe, invece, l’ipotesi in cui la pubblica accusa decida di concentrarsi solo su quei fascicoli processuali in cui vi siano delle concrete opportunità di ottenere una condanna a conclusione della fase dibattimentale. Se infatti il prosecutor deve decidere il modo più produttivo di allocare le proprie risorse, sembra inevitabile che gli venga consentito di adottare dei criteri con i quali decidere quali casi trattare e a quali ipotesi di reato, invece, non dare alcun seguito. Anch’egli, come ogni altro individuo sottoposto a vincolo di risorse, non può che comportarsi come un rational maximizer. Il problema che si pone al prosecutor non sarebbe, dunque, molto diverso da quello di un consumatore che ambisca ad avere un paniere di beni e servizi più vario e più colmo possibile, ma che è condizionato da risorse limitate.

Nel modello elaborato da Landes, per il public prosecutor come per qualsiasi altro agente economico si pone un problema di obiettivo da perseguire e di vincoli. In generale, la decisione di istruire un fascicolo processuale va intrapresa finché – al margine – il guadagno ottenibile eguaglia almeno i costi. Si supponga che obiettivo sia quello di massimizzare il volume delle condanne attese (Z) ottenibili ad esito del giudizio (per volume delle condanne deve intendersi l’entità della pena che potrebbe essere comminata dal giudice e la probabilità di ottenere una pronuncia conforme alle proprie aspettative)32:

31 The journal of law and Economics 1971 p. 61

32 Interessante riflessione di Landes sul punto è quella secondo cui se solo si intendessero le

aspettative di condanna come un prezzo che la società impone per le violazioni della normativa penale e per i danni che il crimine produce, si potrebbero associare al comportamento massimizzante del prosecutor obiettivi di accrescimento del benessere collettivo. Non va dimenticata la possibilità che siano altri gli obiettivi che il prosecutor tende a raggiungere. Sul punto, ad esempio, Phillips L. (The criminal justice system: its technology

and inefficiencies in Journal of Legal Studies 1981) ipotizza la minimizzazione della somma

tra danni cagionati dal crimine (dipendenti da gravità e numero di reati) e costi di controllo (coincidenti con il numero di output giurisdizionali moltiplicati per il costo degli input necessari per produrli). Né sottovaluta la possibilità che obiettivo sia la minimizzazione degli errori (erronea persecuzione dell’innocente o erroneo proscioglimento del colpevole).

Z =

=

n

i 1

πi(ri) Si

Nel computo delle probabilità di condanna che la pubblica accusa stima di poter ottenere a conclusione del processo vengono considerate influenti anche le strategie della controparte processuale (ipotesi per cui πi dipende

dalle risorse – ri* ed ri – impiegate rispettivamente dall’accusa e dalla difesa). Ulteriore step intrapreso da Landes concerne la considerazione di altri fattori che possono influenzare le scelte degli operatori processuali. Nella sua formulazione del problema di massimizzazione delle risorse inserisce, infatti, ogni altro fattore (Qi) in grado di influenzare la stima delle probabilità di condanna (si pensi alle eventuali circostanze occasionali del reato: ad esempio, flagranza, confessione etc).

πi = πi (r

i*, ri , Qi)

In questa funzione gli input investigativi del public prosecutor (ri*) accrescono le probabilità di condanna π mentre le risorsa della difesa (ri) tendono ad abbassarne il valore.

Sul punto relativo all’entità della pena (Si) si tenga presente che Landes lo assume fisso o chiaramente prevedibile, almeno nei valori medi mentre, in realtà, essa varia tra un minimo ed un massimo edittale e sarebbe prevedibile solo qualora si fosse certi dell’orientamento della corte dinanzi al quale il caso è trattato.

Si considera vincolo di risorse la disponibilità complessiva di input da distribuire tra gli n casi pervenuti.

R =

=

n

i 1

ri

Il successo di un prosecutor sarà, dunque, misurabile attraverso la sommatoria delle sentenze di condanna ottenute negli n casi perseguiti e tenendo presente il vincolo di risorse e tutti i fattori che incidono sulla probabilità. L =

= n i 1 πi (ri) Si + λ (R -

= n i 1 ri)

Nella formalizzazione, per semplicità espositiva, scompare il fattore Qi, mentre si palesa la valenza endogena della probabilità il cui valore diventa dipendente dalle risorse impiegate (ri). λrappresenta, invece, il moltiplicatore di Lagrange.

La condizione di equilibrio (δπ1\ δ r1)S1=…=(δ π2\δ r2)S2=…=(δ πn \ δ rn)S3 chiarisce che, fatte le citate ipotesi, il public prosecutor destinerà maggiori

risorse a quei procedimenti in cui la pena prevedibile è maggiore ed in cui la probabilità di condanna è più sensibile al cambiamento di risorse investite.

2.3 THE PUBLIC PROSECUTOR’S RATIONIG PROBLEM 33

Con l’obiettivo di semplificare la funzione di utilità della pubblica accusa costruita da Landes, R. A. Bowles considera l’ipotesi in cui anche le aspettative di condanna assumano carattere esogeno, non mutino durante l’iter dibattimentale e rimangano analoghe per tutto l’intervallo che va dalla determinazione inerente all’esercizio dell’azione penale fino alle richieste conclusive alla fine del dibattimento. Vengono, così, in considerazione dati stabili di probabilità. In questi termini il contributo del caso i-esimo all’utilità dell’accusa sarà dato dal prodotto tra le probabilità di condanna e l’entità della pena prevista per quella fattispecie di reato. La scelta del prosecutor, dunque, non sarà relativa all’entità di risorse da destinare ad un procedimento piuttosto che ad un altro, ma ai procedimenti che valga la pena perseguire. Bowles considera, infatti, un vincolo di risorse costruito in modo tale da consentire un uso alternativo ed indivisibile tra due procedimenti, non essendo esse sufficienti per istruire entrambe le notitiae criminis. Secondo la sua semplificazione, cioè, per il public prosecutor non farebbe differenza alcuna perseguire un reato per il quale prevede una pena di 15 anni di prigione ed una probabilità del 50%, o il perseguire un’altra fattispecie in cui la pena prevista sia 10 anni di prigione con una probabilità di condanna del 75%. Suo obiettivo sarà per ciò solo quello di selezionare tra tutte le alternative possibili gli n casi che gli permettano di massimizzare il valore Z

max Z =

=

n

i 1

πi Si

Per essere più sintetici, secondo Bowles né πi né Si sarebbero variabili strategiche influenti sulla massimizzanda (Z), ma la strategia di massimizzazione dovrebbe passare esclusivamente attraverso la scelta degli n casi in cui più elevate sarebbero le aspettative di πi e di Si. Il modello di Bowles, cioè, non prende in considerazione l’ipotesi in cui la probabilità di condanna possa variare a seguito delle scelte strategiche dell’accusa: poco chiarisce su come il prosecutor usi le sue risorse, su come potrebbe usarle al meglio e su quali siano o possano altrimenti essere i parametri in base ai quali decida di prestare attenzione ad un procedimento piuttosto che ad un altro.

33 Economic aspects of legal procedure in The economic approach to law, Burrows and