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Abbandonare la Francia per Torino

Principessa di Piemonte II.1 Il giglio di Francia e la croce di Savoia

II.4 Abbandonare la Francia per Torino

“All’occasione del di lei matrimonio col Reale Principe di Piemonte, percorse voce in Torino, che la novella sposa sembrava una Donzella da Chiostro”168

, scrive la Montella citando le parole di Luigi Bottiglia; un vero e proprio paradosso, avranno pensato i suoi contemporanei, per una fanciulla nata e cresciuta in un palazzo i cui abitanti amavano concedersi ogni trastullo!

Il 15 settembre l’Autrichienne scrive: “Madame ma très chère

mère, ma soeur, la princesse de Piémont, est partie le 28 de Choisy, où nous étions tous allés avec elle la veille au soir. Elle a été mediocrement affligèe de la separation169; cela est assez naturel, elle vivait peu avec nous et Mme de Marsan170, qui était de nom et de coeur “sa petite chère amie”, l’avait totalement subjugée”171. Emerge distintamente l’antipatia che la reine provava per la Governante delle principesse, colpevole, a parer suo, d’aver

167 G. DÌ SONNAZ, Roma e Carlo Emanuele IV di Savoia nei negoziati austro-francesi

del 1798, Roma, Direzione della Nuova Antologia, 1913, p. 4.

168

R. MONTELLA, Maria Clotilde Adelaide Saveria di Francia Regina di Sardegna

(1759-1802), cit., p. 39.

169 A differenza di ciò che riportano le fonti, secondo le quali Clotilde mostrò grande

commozione alla partenza dalla terra natia, Maria Antonietta descrive sua cognata come poco afflitta, nonostante la triste circostanza. Possiamo ricondurre tale testimonianza al fatto che la regina avesse una palese predilezione per Elisabeth, oppure è possibile che davvero Grosse Madame si sentisse quasi sollevata al pensiero di lasciare una corte ove aveva subito diverse umiliazioni, per andare a dimorare presso i religiosissimi Savoia.

170 Partita Clotilde, la Marsan sarà sostituita da Mme de Guéméné.

171 BEAUSIRE-SEYSSEL (Vicomtesse de), Madame Clotilde de France Reine de

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allontanato Clotilde dalla sua cerchia per sottoporla a rigide regole di condotta. In altra occasione fu tutt’altro che lusinghiera: “Je

n’imagine pas qu’elle ait très grand succès à Turin, mais, du reste, on en fera tout ce qu’on voudra: elle est bonne enfant, n’a pas beaucoup d’esprit et ne s’affectionne vivamente pour rien”172. Se

ad Antoinette il distacco dalla cognata cagionò solo una lieve sofferenza, differente fu per Luigi XVI ed Élisabeth173 che, senza remore, ostentarono tutta la loro afflizione.

Dopo essersi accomiatata dai propri cari a Choisy, Maria Clotilde si apprestò ad intraprendere il viaggio per Torino, accompagnata dalle contesse di Marsan e di Breugnon, oltre alle marchese di Sorans e di Bonnac. I conti di Provenza174, per scongiurare problemi d’etichetta, seguivano il convoglio reale a distanza. La

Gazzette de France informava regolarmente i suoi lettori

sull’itinerario compiuto dalla futura regina di Sardegna: il 31 agosto ella raggiunge Moulins scortata dal conte di Douzon e dal principe di Croÿ; il primo settembre è accolta a Roanne, e il dì seguente a Lyon.

Pochi giorni dopo, intorno alle quattro del pomeriggio, giungerà a Pontebelvicino175: sei colpi di cannone le diedero il benvenuto. Dopo la ricezione degli omaggi previsti, ebbe inizio la

172

A. VON ARNETH (herausgegeben von), Maria Theresia und Marie Antoinette, Ihr

Briefwechsel während der Jahre 1770-1780, Paris, Jung-Treuttel, Wien, Braumüller,

1865, p. 142. Quest’opera, difficilmente reperibile, può essere consultata integralmente su Googlebooks.it, l’originale è disponibile presso l’Università di Ghent.

173

Per Madame Élisabeth si parlò di un eventuale matrimonio col principe di Portogallo o l’arciduca d’Austria, ma in realtà la princesse non convolerà mai a nozze, avendo più volte espresso l’intenzione di rimanere accanto alla propria famiglia.

174

Essi viaggiavano sotto il falso nome di Conti d’Alençon; per i nobili era consuetudine infatti assumere una nuova identità durante gli spostamenti.

175 Cfr., A.S.T., Matrimoni dè Sovrani, Principi e Principesse della reale Casa di

Savoia, vol. 102, mazzo 49, fascicolo 4, “Ceremoniale da praticarsi tanto all’occasione dell’arrivo al Pontebelvicino della Reale Principessa Clotilde di Francia Principessa di Piemonte, che nella circostanza della celebrazione del di lei matrimonio

[…]”, settembre 1775. Pontebelvicino era ritenuto luogo adatto grazie ad una particolarità: un ponte collegava il territorio francese a quello savoiardo. Qualcuno ricordò che, nell’attraversarlo, Maria Clotilde si trattenne ad ammirare il torrente.

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presentazione delle dame piemontesi destinate al suo entourage: le marchese de la Mourre, Ferrero (cognata del Conte La Marmora), di Salzey e de Condré, unitamente alle contesse Carri e d’Augrogne, offrirono alla loro nuova signora un ligio inchino di circostanza.

Il 6 settembre176 le truppe francesi e sarde sono allineate nei rispettivi territori per la cerimonia della remissione: il conte di Clermont-Tonnerre consegnò la principessa nelle mani del conte di Viry, rappresentante del re di Sardegna, che la condusse nel punto ove avrebbe finalmente conosciuto suo marito. Appena le fu accanto, Carlo Emanuele baciò la mano di Maria Clotilde, la quale spontaneamente domandò: “Vous me trouvez bien grasse?”177. Questa ingenua schiettezza, presumibilmente, lo sorprese più dell’evidente pinguedine, poiché dichiarò: “Je ve trouve

charmante! Vous ferez mon bonheur”178. A Les Echelles, prima città savoiarda dopo la frontiera francese, avvenne l’incontro con i reali suoceri, ai quali Madame manifestò immediatamente la sua sincera devozione chinandosi ai loro piedi. Il viaggio per Chambéry riprese poi senza ulteriori indugi. “Fu dato ordine agli abitanti, tanto della città che dei sobborghi, d’illuminare per tre giorni di seguito ogni finestra con almeno due candele, sotto pena di un’ammenda di 20 lire”179. Qui i due sposi ricevettero la

benedizione nuziale nella cappella del vecchio castello di famiglia per mano dell’Arcivescovo di Torino. A questo punto la Princesse

176

Cfr., A.S.T., Matrimoni dè Sovrani, Principi e Principesse della reale Casa di

Savoia, vol. 102, mazzo 48, fascicolo 13, “Atti di remissione, e di successivo ricevimento della R.le Principessa Maria Adelaide Clotilde di Francia Principessa di Piemonte […]”, 6 settembre 1775.

177

BEAUSIRE-SEYSSEL (Vicomtesse de), Madame Clotilde de France Reine de

Sardaigne (1759-1802), cit., p. 43.

178 Ibidem.

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de Piémont poté accogliere la nobiltà, i ministri ed il corpo

diplomatico.

Conscia d’aver adempiuto al proprio compito, la Marsan, che si apprestava a lasciare l’amata pupilla, scrisse la conte di Viry: “[…]

Notre princesse est dejà adorée ici […]. Le roi et la reine de Sardaigne l’accablent de caresses; le prince en est très amoureux et elle m’en paraît fort contente. Je partirai dans quelques jours avec la consolation de la savoir heureuse, ce qui adoucira beaucoup une séparation qui me coûte infiniment. Monsieur et Madame180 sont arrivés en parfaite santé […]”181.

Il 30 settembre Clotilde entrò finalmente a Torino. Tra le voci di acclamazione dalla folla si levarono anche mortificanti commenti inerenti la sua mole, perciò la suocera dovette consolarla: “Ce n’est

rien, ma fille! Quand je suis arrivée, ils criaient: Dieu, qu’elle est laide!”182. Ella ricevette le chiavi della città dal Governatore, e nei giorni seguenti si succedettero diverse feste: le vecchie Corporazioni delle Arti sfilarono in costumi antichi ai due lati di via Dora Grossa183, i poeti fecero a gara per ossequiare Madame con i loro versi, gli Arcadi si adunarono ed il terzo giorno di ottobre venne offerto un pranzo al pubblico. La manifestazione più alta del giubilo sentito a corte, si ebbe con l’emanazione di un Editto reale che annunciava un indulto ai delinquenti.

I festeggiamenti si conclusero a Torino il 5 ottobre con un ballo presso l’ambasciata francese organizzato dal barone di Choiseul, ma il conclusivo omaggio nuziale alla principessa fu l’esposizione

180 Si riferisce ai conti di Provenza giunti in incognito. 181

BEAUSIRE-SEYSSEL (Vicomtesse de), Madame Clotilde de France Reine de

Sardaigne (1759-1802), cit., p. 44.

182 Ivi, p. 45.

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della Sacra Sindone184; l’ultima ostensione risaliva al 1750, proprio in occasione delle nozze di Vittorio Amedeo III. “L’Anno del Signore mille settecento settantacinque ed alli quindici del mese di ottobre in Torino; Ad ognuno sia manifesto, che in occasione delle solenni nozze delle loro A.A.R.R. […], avendo S.S.R.M. determinato, che si esponesse alla pubblica venerazione la S.Sma Sindone […]”185.

Anche nell’Isola non mancarono le celebrazioni. La dettagliata

Relazione delle feste fatte in Cagliari per le felici nozze delle L.L. A.A. R.R. il signor principe di Piemonte, e la signora principessa Maria Clotilde di Francia, riporta che: “[…] Fu quel giorno invero

/8 di 8bre/ forse il più lieto, e festeggiato, che mai abbia avuto la Sardegna, poiché in tutte le città facendo a gara, siano i privati, come i pubblici, di esternare l’intima loro contentezza […]. Tutto di fatti in quel di annunziava gaudio, e giubilo, solenni ringraziamenti a Dio O.M; rimbombo continuato, ora dell’Artiglieria in tutte le Piazze […]. In Cagliari però sede del Governo del Regno, conveniva appunto che più brillanti fossero, come di fatti furono le dimostrazioni dell’universale contentezza […]”186

. La città di Sassari non fu da meno: un Te Deum risuonò tra le mura della Cattedrale, e su richiesta del Conte di Bonorva vennero offerti un pranzo ed un ballo al quale intervenne la nobiltà locale. Il pubblico plauso era a questo punto concluso.

184

Cfr., L.G. PIANO, Commentarii critico-archeologici sopra la ss. Sindone di N.S.

Gesù Cristo, Torino, Eredi Bianco, 1833. Quest’opera, difficilmente reperibile, può

essere consultata integralmente su Googlebooks.it, l’originale è disponibile presso l’Harvard University.

185

A.S.T., Matrimoni dè Sovrani, Principi e Principesse della reale Casa di Savoia, vol. 102, mazzo 49, fascicolo 1.

186 A.S.T., Matrimoni dè Sovrani, Principi e Principesse della reale Casa di Savoia,

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