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(i) come accennato, la prima delle fault-lines è comunemente individuata nella rapida accumulazione

(c.d. build-up) di debito che, a far luogo dalla metà degli anni 2000, ha interessato il mercato

statunitense dei prestiti ipotecari alle famiglie (c.d. household mortgages). I sei anni precedenti lo

scoppiare della crisi furono segnati da una sostanziale generosità degli intermediari bancari

definito come “the risk of widespread disruption to the provision of financial services that is caused by an impairment of

all or parts of the financial system, which can cause serious negative consequences for the real economy”. Cfr. anche le

definizioni date dal Systemic Risk Centre su http://www.systemicrisk.ac.uk/systemic-risk.

Infine, coerentemente con le osservazioni di apertura di questa nota, per le ambiguità che alle volte si riscontrano sull’utilizzo del termine (in termini di mancanza di un chiaro referente semiotico), e per il pericolo che il rischio sistemico venga “for lack of a more precise analysis […] defined as the ultimate justification for banking regulation” v. M. HELLWIG, Systemic risk, macro-shocks, op.cit., 3 (nt. 6) e 31.

63 Seppur gli eventi di cui si darà conto originano in un sistema che non è quello che si è descritto nei Paragrafi precedenti,

ossia il sistema bancario classico, l’equivalenza funzionale delle attività svolte nel sistema dello shadow-banking con quelle che hanno interessato finora il lettore, come si vedrà, giustifica la stesura del Paragrafo de quo.

64 V. M. HELLWIG, Systemic risk in the financial sector: an analysis of the sub-prime mortgage financial crisis, in Max

Plank Institute Collective Goods Preprint, 2008, 36. Il testo in questione, per la dettagliata disamina delle dinamiche che

hanno portato agli eventi del 2007 e alle loro conseguenze, sarà la principale fonte dei punti trattati in questo Paragrafo. La letteratura sulla crisi finanziaria globale e sulla Grande Recessione è peraltro sterminata. Senza nessuna pretesa di completezza, si segnala qui: B. BERNANKE, Causes of the recent financial and economic crisis, testimonianza difronte la Financial Crisis Inquiry Commission, disponibile su www.federalreserve.gov, 2010; V. ACHARYA-M. RICHARDSON, Causes of the financial crisis, in Critical Review No 21, 2009, 195 ss.; O. BLANCHARD, the crisis:

basic mechanisms, and appropriate policies, disponibile su www.imf.org, 2008; e IMF, Regulatory reform, op.cit., 55 ss., quest’ultimo per una concisa analisi delle vulnerabilità del sistema finanziario pre-2007 e delle cause prossime e ultime della crisi finanziaria globale.

65 V. D. AIKMAN, Would macroprudential regulation have prevented the last crisis? In Bank of England Working Paper

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statunitensi

66

nella elargizione del credito (c.d. lending boom) verso il settore domestico

67

, tutto ciò

in un contesto di bassi tassi di interesse alimentati da una politica monetaria eccessivamente

tollerante

68

. Tali politiche creditizie espansive vennero sostenute da un contemporaneo e costante

apprezzamento delle abitazioni nel mercato immobiliare statunitense (c.d. house price boom)

69

, che

a sua volta e in una sorta di feedback loop, stimolò ancor di più l’iniziale domanda abitativa (e, per

l’effetto, rese ancor più laschi gli standard valutativi delle banche sul rischio di credito dei prenditori

di mutui ipotecari)

70

.

66 Rileva particolarmente, ai fini di queste righe, come nel periodo in questione anche gli standard deputati a valutare la

meritevolezza dei prenditori di fondi adottati dagli istituti subirono dei vistosi “allentamenti”, permettendo così la concessione di finanziamenti anche a soggetti c.d. sub-prime. In maniera inequivoca D. AIKMAN, Would

macroprudential regulation have prevented the last crisis?, op.cit., 10: “[…] there were, however, clear signs that lending standards were being loosened. Senior loan officers reported easing standards between 2004Q1 and 2006Q3. The average credit score for newly-originated mortgages drifted down from 2001 onwards, as did the credit scores for borrowers at the bottom 10% of the distribution. Digging further into the borrowing patterns for particularly risky borrowers reveals thatthe share of the stock of mortgagors with debt of over four times their income more than doubled between 2001 and 2007 from 6% to 13%. The share with debt service burdens over 40% of income also rose, albeit less strongly, held down by falling mortgage spreads.The number of subprime originations nearly doubled between 2003 and 2005, 80% of which were made with short-term “teaser” rates. “Near-prime” mortgages also increased rapidly”.

Analogamente, v. M. HELLWIG, Systemic risk, op.cit., 18.

67 D. AIKMAN, Would macroprudential regulation have prevented the last crisis?, op.cit., 9, riporta, commentando dati

estratti dal U.S. Bureau of Economic Analysis, come “Mortgage debt doubled in the six years before the crisis, and by

2007 reached 72% of GDP”.

68 Nell’analisi di A. RESTI-A. SIRONI, La crisi finanziaria e Basilea 3, in Rischio e valore nelle banche. Misura,

regolamentazione e gestione, disponibile su www.egeaonline.it., 2008, 2 ss., si argomenta come nel periodo macroeconomico antecedente lo scoppio della crisi (i) i tassi di interesse ridotti (alle imprese), in uno con una politica monetaria espansiva, favorirono investimenti e crescita economica, la quale (ii) contribuì a ridurre i rischi di insolvenza delle imprese e dunque, a sua volta (iii) a ridurre il premio al rischio richiesto dagli investitori (i.e., banche, fondi e assicurazioni) per il finanziamento di progetti imprenditoriali, allora permettendo a imprese e individui di finanziarsi a tassi meno onerosi. Questo contesto, che ha interessato particolarmente il mercato statunitense, favoriva lo sviluppo di un elevato grado di liquidità e, per l’effetto e come subito si vedrà, un incremento significativo della leva finanziaria dei vari attori attivi sul mercato: “in altri termini, di fronte alla facilità di ottenere finanziamenti a un costo relativamente

contenuto, le imprese hanno accresciuto in misura rilevante il proprio grado di indebitamento, gli individui hanno incrementato gli investimenti immobiliari e i consumi contraendo debito con le banche, i fondi di private equity hanno concluso operazioni di acquisizione caratterizzate da un elevato rapporto fra debito e capitale di rischio, i fondi hedge (privi di alcuna regolamentazione) hanno operato con un’elevata leva finanziaria rendendo possibile il finanziamento di operazioni straordinarie”.

Per una documentazione sulle scelte della politica monetaria statunitense nel periodo precedente la crisi, v. F. ALLEN- X. GU, The Interplay between Regulations and Financial Stability, in Journal of Financial Services Research, 2018, 236, anche per riferimenti alla letteratura rilevante.

In generale, sulle correlazioni tra politiche monetarie e creditizie espansive, assunzioni di rischi eccessivi da parte degli intermediari finanziari e crisi finanziarie, cfr. S. CLAESSENS-M. KOSE, Financial Crises, op.cit., 9.

69 D. AIKMAN, Would macroprudential regulation have prevented the last crisis?, op.cit., 9, riporta come “house prices

rose by two-thirds in the five years to their peak in early 2006, more than twice as fast as household disposable income”.

70 Gli istituti di credito facevano infatti affidamento sull’apprezzamento dei beni immobili posti a garanzia dei crediti

concessi per compensare le incertezze circa la solvibilità dei mutuatari. Così Aa. Vv., Principles, op.cit., 414. La sostenibilità del debito era predicata sulla base della certezza che i prezzi delle case non potessero che salire, alimentando il meccanismo tipico di ogni bolla, per cui v. subito infra nt.96.

In realtà, tali pratiche non facevano che sostenere un tipico meccanismo di feedback loop, il c.d. leverage feedback, agendo sul c.d. collateral ratio e incentivando l’utilizzo della leva: “The collateral ratio is the amount lenders lend to

investors as a percentage of the value of the assets posted as collateral. On the upswing of the cycle collateral ratios rise. For example, in the market for single-family homes, in the upswing of the cycle the amount of money banks are willing to lend to home buyers as a fraction of the value of their homes rises. The rise in leverage feeds back into asset prices increases encouraging more and more leverage. The same process works in reverse in the downward direction as asset prices fall” – così G. AKERLOF-R. SHILLER, Animal spirits: how human psychology drives the economy, op.cit., 136.

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È in tale contesto espansivo, segnato da un’aggressiva offerta di credito e da un veloce apprezzamento