INQUADRAMENTO DEL SITO DI STUDIO: IL COMUNE DI SCORZE’
3.8 Accenni di storia e gestione del verde a Scorzè
Lo stesso nome del paese affonda le radici in una probabile attività di arboricoltura e falegnameria. Una delle due più probabili ipotesi dell’origine del nome “Scorzè” infatti sostiene che esso derivi dall’attività di scortecciatura degli alberi, alle origini del quale erano molto abbondanti. Dunque già all’inizio della sua storia la componente verde di
Scorzè potrebbe risultare essere stata molto importante per l’economia della popolazione del luogo. Da sottolineare inoltre che, fino a poche decine di anni fa, il paese è sempre stato un borgo contadino, e solo negli ultimi decenni si è sviluppato fino a raggiungere le dimensioni di una piccola cittadina. La componente vegetazionale non è mai venuta a mancare, e anche attualmente si sta agendo nella direzione di conservazione ed ampliamento degli spazi verdi pubblici.
Non si hanno molte notizie riguardo il verde sia pubblico che privato nel periodo storico che va dalla fondazione fino ai giorni nostri: un ipotesi relativa a tale mancanza può essere imputata al fatto che, se si esclude il periodo storico più recente, il patrimonio arboreo e vegetale è sempre stato ricco e vario, anche se mai gestito; trovandosi Scorzè immerso nella campagna, potrebbe essere plausibile immaginare una ricchezza vegetazionale intrinseca, legata anche alla tradizione agronomica del luogo (capezzagne alberate, confini segnati con filari, ecc.), e, in tempi antichi, alla foresta sicuramente presente in questi luoghi.
Per un primo documento riguardo la gestione del verde sul territorio di Scorzè si deve risalire al 10 maggio 1835: in questa data la Presidenza del Consorzio del Dese di Venezia emette un’ordinanza che vieta di tagliare gli alberi lungo le rive del fiume Dese. Tale prescrizione è da legarsi ai lavori per il regolamento delle acque del fiume citato, uno degli obbiettivi del Governo austriaco.
Fino alla prima metà del Novecento non ci sono testimonianze significative di una gestione razionalizzata del verde pubblico. Interessante però l’analisi di alcune foto dell’epoca: in quasi tutte si nota la presenza di una componente arborea insediata in tutti i luoghi più importanti del centro storico (la piazza del municipio, la zona antistante alla chiesa, ecc.), permettendo dunque di denotare già in questi tempi una sensibilità comune alle attuali tematiche della selvicoltura urbana nonché al desiderio di abbellire il proprio paese con una componente vegetale.
• art. 34 – Essenze arboree ed arbustive consigliate
Per gli interventi nelle aree a verde, sia pubbliche che private, sono consigliate le seguenti essenze[…]:
Acer campestre, Acero campestre Acer pseudoplatanus, Acero di monte Alnus glutinosa, Ontano nero
Carpinus betulus, Carpino bianco Celtis australis, Bagolaro
Cercis siliquastrum, Albero di Giuda Fraxinus excelsior, Frassino maggiore Fraxinus ornus, Orniello
Morus alba, Gelso bianco
Ostrya carpinifolia, Carpino nero Platanus acerifolia, Platano Populus alba, Pioppo bianco Populus nigra, Pioppo nero
Populus pyramidalis, Pioppo cipressino Prunus avium, Ciliegio
Quercus robur, Farnia
Quercus pubescens, Roverella Salix alba, Salice bianco Salix caprea, Salicone Taxus baccata, Tasso Tilia sp., Tiglio
Ulmus minor, Olmo campestre Essenze sempreverdi:
Buxus sempervirens, Bosso Cedrus sp., Cedro
Magnolia grandiflora, Magnolia sempreverde Taxus baccata, Tasso
Essenze per la formazione di siepi: Buxus sempervirens, Bosso
Cornus sanguinea, Sanguinella Crataegus monogyna, Biancospino Prunus spinosa, Prugnolo
Prunus laurocerasus, Lauroceraso
Sorbus aucuparia, Sorbo degli uccellatori Viburnum lantana, Lantana
Sono fatti salvi gli interventi di ripristino dei parchi e dei giardini storici, in cui si
prevede il ripristino filologico delle piante ammalorate od abbattute.
• art. 35 - Verde sportivo e ricreativo di iniziativa privata
[…]Deve essere garantita idonea progettazione di accessi ed aree scoperte, consona con lo stato dei luoghi e le valenze ambientali, anche per quanto riguarda materiali e aspetti vegetazionali. Devono essere reperiti spazi a parcheggio nella misura minima di 1 mq/mq di superficie lorda di pavimento coperta degli edifici. […]
• art. 36 - Verde privato
Sono quegli ambiti che presentano formazioni a giardino o a parco di particolare interesse storico, ambientale o paesistico. Tale indicazione di zona può essere anche applicata ad ambiti attualmente non destinati a giardino etc., ma che necessitano per la loro strategicità e localizzazione di una valorizzazione con sistemazione a “verde”. Sono ammessi gli interventi di cura degli spazi scoperti,
risanamento conservativo nel caso di immobili vincolati o segnalati come di particolare pregio ed interesse, anche la ristrutturazione edilizia e l’ampliamento di 150 mc per gli altri edifici.
• art. 37 - Aree di riforestazione urbana
Sono quelle parti del territorio comunale appartenenti alla Z.T.O. (Zone Territoriali Omogenee) e che si presentano come emergenze ambientali ed idrauliche, soprattutto per la loro contiguità con i corsi d’acqua e per la valenza di corridoi ecologico – funzionali. Si presentano, quindi, come aree di elezione per l’attivazione di specifiche politiche di ricostruzione del paesaggio agrario, di ricomposizione dell’assetto delle siepi, di formazione di aree boscate, di riposo biologico (set aside), di protezione floro-faunistica, anche attraverso l’attivazione di specifiche misure Comunitarie. Per queste parti di territorio potranno essere formati specifici progetti, schemi di utilizzo e di convenzionamento approvati dal Consiglio Comunale per l'avvio di azioni di riqualificazione agro – forestale, individuando particolarmente il sistema dei percorsi pubblici e di uso pubblico recuperando e salvaguardando le strade rurali esistenti. In particolare sono vietate le alterazioni della morfologia del suolo, della struttura idraulica, della rete dei percorsi, delle alberature esistenti, se non inquadrati in un progetto complessivo di interventi volti al miglioramento delle condizioni di sicurezza e di fruibilità territoriale. Per tutti gli altri aspetti non presi in considerazione dai precedenti commi si applica il disposto delle ZTO E2. Gli interventi sul patrimonio edilizio esistente e di nuova costruzione rispetteranno le specifiche norme di zona in ottemperanza a quanto previsto dalla Variante ex. L.R. 24/85. Anche tali interventi dovranno comunque essere valutati in funzione del mantenimento e della riqualificazione dello stato dei luoghi. Qualsiasi impianto tecnologico, a rete o puntuale, dovrà essere interrato; è vietata l’apposizione di cartellonistica pubblicitaria (se non turistica e/o direttamente connessa ai servizi ospitati) all’interno delle aree e nelle loro immediate vicinanze.
• art. 38 - Zone a parco di interesse extraurbano
Sono destinate alla salvaguardia dell'ambiente naturale ed in particolare delle risorse fluviali: il loro utilizzo non deve contrastare con le caratteristiche
dell'ambiente medesimo. In queste Zone è tutelata la morfologia del suolo, degli specchi e dei corsi d'acqua e della vegetazione: gli interventi consentiti sono esclusivamente quelli finalizzati a realizzare questa tutela. Gli ambiti delle zone a parco di interesse extraurbano sono suddivisi in sottozona “A” - parco - ed in sottozona “B” - preparco.
La sottozona “A” rappresenta l’ambito naturalisticamente più pregevole e di interesse storico – documentale, destinato alla duplice finalità naturalistico - didattica e ricreativa: qui il P.R.G.C. si attua esclusivamente a mezzo di piani particolareggiati di iniziativa pubblica. Prima dell'approvazione dei piani particolareggiati è fatto divieto ai privati di intraprendere qualsiasi trasformazione del suolo, dei percorsi, dei corsi e degli specchi d'acqua e della vegetazione. Nelle Zone di interesse naturale è vietata qualsiasi manomissione che non si renda necessaria per la regolazione del regime idrico; gli eventuali interventi verranno compiuti dalla Pubblica Amministrazione e dal competente Consorzio di Bonifica. Non è ammessa la realizzazione di qualsiasi tipo di edificazione, di serra mobile o fissa, di manto e recinzione artificiale. Eventuali strutture legate alla fruizione del parco dovranno essere previste e dimensionate all’interno di piani particolareggiati di iniziativa pubblica.
La sottozona “B” rappresenta l’ambito di pre-parco, ovvero di fascia di transizione alla zona di parco vera e propria, in cui viene tutelato lo stato dei luoghi al fine di garantire adeguata protezione alle risorse ambientali e fluviali in particolare. E’ ammesso l’esercizio dell’attività agricola, senza modificazione della morfologia dei suoli, della
convenzionamento eventuali progetti volti alla frequentazione ed al perseguimento di finalità naturalistico - didattiche e ricreative. Qualsiasi impianto tecnologico, a rete o puntuale, dovrà essere interrato; è vietata l’apposizione di cartellonistica pubblicitaria (se non turistica e/o direttamente connessa ai servizi ospitati) all’interno delle aree e nelle loro immediate vicinanze. Eventuali strutture o trasformazioni legate alla fruizione del parco od ad attività ritenute compatibili con esso dovranno essere previste e dimensionate all’interno di piani particolareggiati di iniziativa pubblica o privata, contenenti anche forme di convenzionamento che ne regolino l’attività e la fruizione.
• art. 47 – Parcheggi
Le aree a parcheggio pubblico od ad uso pubblico sono generalmente alberate, con minimo una alberatura ad alto fusto ogni 50 mq di superficie. […]
Alcune osservazioni su tali articoli del P.R.G.C. Innanzitutto, per quanto riguarda le specie consigliate, si nota una nomenclatura errata per alcune (Popolus pyramidalis per Popolus nigra var. Italica ad esempio) e l’inclusione di Taxus baccata anche tra le specie caducifolie. Da notare inoltre che è consigliato l’impianto di determinate specie senza considerare la locazione dove esse saranno messe a dimora: non tutte le specie infatti sono adatte a vivere al ciglio della strada o con spazi ridotti, per le loro peculiari caratteristiche. Ad esempio si sconsiglia vivamente l’impianto di pioppi cipressini come alberature stradali: essi infatti presentano legno leggero e poco resistente, apparato radicale superficiale ed inoltre, avendo crescita elevata, raggiungono in poco tempo altezze e diametri ragguardevoli; ciò comporterà un “effetto vela” notevole sulle loro chiome (non tanto per le dimensioni in larghezza quanto per quelle in altezza). Onde evitare controversie per danni con terzi, questa specie può essere utilizzata solo in luoghi opportuni, come ampi parchi o in aree verdi lontane da strade e abitazioni, e gli individui che gli appartengono dovranno essere rimossi e sostituiti relativamente presto, ogni 30-40 anni (vedi conclusioni e appendice B).
i giardini di villa Soranzo Conestabile e di villa Lina per quanto riguarda il verde privato, di particolare pregio storico, paesaggistico e naturalistico; molto importante anche il parco dell’acquedotto del Consorzio del Mirese;
la fascia compresa tra il fiume Dese e il rio Storto e tra lo stesso fiume e il rio San Martino per quanto riguarda le aree destinate a riforestazione urbana;
l’oasi del mulino Todori e il boschetto in via Marmolada per quanto riguarda le aree a parco e pre-parco extraurbano; soprattutto la prima, attualmente oggetto di riqualificazione e progettazione, costituisce una risorsa importante nella componente vegetazionale di Scorzè.
Queste ultime aree indicate non saranno oggetto di questo lavoro di tesi: esse infatti meritano una attenzione particolare per la loro struttura e la loro importanza, e potranno essere oggetto di futuri elaborati.