• Non ci sono risultati.

5. Fattori di Ottimizzazione Gestionale

5.1 Acque di Falda

Le acque di falda, estratte dal sottosuolo dai sistemi P&T e trattate dai filtri GAC, attualmente sono scaricate, mediante opportuna autorizzazione rilasciata dalle amministrazioni comunali e dagli enti pubblici competenti, nelle pubbliche fognature. Tale soluzione, incide in primo luogo sulla gestione dei sistemi di depurazione dei gestori idrici. Negli impianti depurativi, oltre alla portata usuale per la quale sono stati progettati, viene in questo modo aggiunta la quota estratta dalla falda nei vari siti operativi, con un conseguente aggravio delle condizioni operative e gestionali. L’effetto di questi scarichi all’interno dei depuratori è inoltre molteplice: da una parte la possibile presenza di sostanze tossiche per la flora batterica costituente i fanghi attivi può generare l’inibizione dell’attività della stessa, d’altra parte se vi è totale assenza di composti contaminanti viene a crearsi la diluizione delle concentrazioni in entrata, generando una ridotta efficienza di depurazione complessiva.

Lo studio ha preso in considerazione i siti operativi, gestiti da HPC Italia SRL, nei quali sono e sono stati funzionanti gli impianti di P&T. In particolare nell’anno 2015 tali siti operativi sono stati 16; nell’anno 2016 erano 15. I volumi d’acqua emunti dagli impianti considerati nel presente studio, sono riportati nel Grafico 5.1 sottostante. Nel corso dell’anno 2015 si sono scaricate, complessivamente dagli impianti analizzati, 234946,06 [m³] di acque, mentre nell’anno 2016 la portata scaricata è stata di 214083,37 [m³], il riepilogo è fornito nella Tab. 5.1. Gli oneri economici, derivanti dallo scarico in pubblica fognatura, dovuti dall’azienda ai gestori dei servizi idrici, sono stati calcolati assumendo una tariffa media, per il Nord Italia, comprendente il costo di depurazione delle acque reflue. Gli importi sono risultati18:

18

La tariffa media, per il costo di depurazione delle acque reflue, è stata assunta dalla tariffazione media cittadina per i servizi di acquedotto e fognatura, calcolata dall’ “Osservatorio Prezzi e Tariffe” di Cittadinanzattiva.

5. Fattori di Ottimizzazione Gestionale

33

(Anno 2015) 234946,06 [m³] * 0,796 [€/m³] = 187017,07 [€] (Anno 2016) 214083,37 [m³] * 0,796 [€/m³] = 170410,36 [€]

La portata scaricata risulta in decremento poiché, in alcuni siti si sono completate le attività di bonifica, pertanto sono stati spenti i relativi impianti di emungimento.

Grafico 5.1: Volumetrie delle acque di falda estratte e oneri per lo scarico.

Come si può notare le quantità estratte sono notevoli, rispetto al numero dei siti operativi di cui si discute. Lo scarico medio annuo risulta essere:

(Anno 2015) 234946,06 [m³] / 16 [n° siti op] = 14684,13 [m³/sito] (Anno 2016) 214083,37 [m³] / 15 [n° siti op] = 14272,23 [m³/sito]

Può dunque essere valutata e condivisa con gli Enti di controllo la fattibilità tecnica di riutilizzo delle stesse acque di falda come acque di processo in realtà industriali, in conformità alle caratteristiche ed alle quantità richieste dai cicli di produzione, presenti nel sito stesso. Risulta inoltre funzionale, a monte di tale decisione, l’esecuzione di uno studio che valuti i costi di investimento, di esercizio e di manutenzione per il trattamento delle stesse acque in ingresso agli impianti produttivi.

234946,062 214083,367 187.017,07 € 170.410,36 € 100.000,00 € 120.000,00 € 140.000,00 € 160.000,00 € 180.000,00 € 200.000,00 € 180.000,00 190.000,00 200.000,00 210.000,00 220.000,00 230.000,00 240.000,00 250.000,00 2015 2016

Volumi d'acqua emunti e oneri per lo scarico

5. Fattori di Ottimizzazione Gestionale

34 Tabella 5.1

Riepilogo del volume di acqua scaricata, il numero dei siti operativi e gli oneri per lo scarico, per anno considerato.

2015 2016 Numero di siti aventi un

impianto di P&T attivo 16 15 Acqua Scaricata [m³] 234946,06 214083,37 Oneri per lo scarico [€] 187017,07 170410,36

Riutilizzo in ambito Industriale

Il riutilizzo delle acque emunte dal sottosuolo, ovvero nella fattispecie provenienti da installazioni di messa in sicurezza o bonifica, è regolamentato dall’Art.243, parte Quarta, Titolo V del D.Lgs. 152/06, sostituito dall'art. 41, comma 1, D.L. n. 69/13 e modificato dalla Legge 98/13 di conversione in legge del decreto, il cui comma 1 così riporta:

“In caso di emungimento e trattamento delle acque sotterranee deve essere valutata la possibilità tecnica di utilizzazione delle acque emunte nei cicli produttivi in esercizio nel sito, in conformità alle finalità generali e agli obiettivi di conservazione e risparmio delle risorse idriche stabiliti nella parte terza.”19

L’introduzione nel ciclo produttivo, unicamente per le attività in esercizio nel medesimo sito, può riflettersi un vantaggio gestionale e ambientale che traguarda il principio di risparmio e riutilizzo della risorsa idrica, riducendo la produzione di rifiuti, in accordo col criterio di economicità e trasparenza per l’impresa, come dettato e suggerito dalla normativa vigente in materia ambientale. La scelta del riutilizzo di acque provenienti dal sottosuolo in contesti industriali è indicata dal fatto che le acque di falda si trovano mediamente ad una temperatura compresa tra circa 15÷18 [°C], indipendentemente dai cicli stagionali, a favore dello scambio termico per il raffreddamento dei fluidi di processo con conseguente maggiore resa degli impianti; tenendo comunque presenti le diverse caratteristiche di ogni processo (minor concentrazione di alcuni elementi, ecc.). Il risultato sarà un ulteriore risparmio di energia durante il periodo di funzionamento. I benefici indotti dal riutilizzo delle acque emunte dalla falda possono essere diversi:

19“Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, Norme in materia ambientale. (G.U. n.88 del 14-4-2006 - Suppl. Ordinario n. 96 )”, Normattiva, data di accesso: 25/11/2017.

5. Fattori di Ottimizzazione Gestionale

35  Risparmio nell’approvvigionamento della risorsa idrica utilizzata nei processi industriali;  Riutilizzo di una risorsa altrimenti trattata come rifiuto, con conseguente danno

ambientale ed economico;

 Minor consumo di energia e quindi minori emissioni di CO2 equivalente;

 Razionalizzazione delle risorse economiche impiegate nella gestione della bonifica e possibilità di maggiori investimenti in opere di mitigazione e messa in sicurezza;

 Risparmio energetico complessivo dei processi20.

Immissione in corpo idrico superficiale

L’immissione delle acque in un corpo idrico superficiale, previo trattamento mediante filtri a

carboni attivi, è regolamentata dall’Art.243, parte Quarta, Titolo V del D.Lgs.

152/06, sostituito dall'art. 41, comma 5, D.L. n. 69/13 e modificato dalla Legge 98/13 di conversione in legge del decreto, il quale sostiene:

“L'immissione di acque emunte in corpi idrici superficiali o in fognatura deve avvenire previo trattamento depurativo da effettuare presso un apposito impianto di trattamento delle acque di falda o presso gli impianti di trattamento delle acque reflue industriali esistenti e in esercizio in loco, che risultino tecnicamente idonei21.”

L’immissione delle acque in corpi idrici, previa idonea depurazione e relativa autorizzazione allo scarico, è un’alternativa da prendere in considerazione, qualora vi sia nelle vicinanze del punto di prelievo un corpo idrico superficiale. Attualmente non tutti i siti operativi presentano tale caratteristica, per cui risulta di difficile applicazione.

20“Ottimizzazione gestionale ed ambientale nella gestione dei siti contaminati: riutilizzo delle acque emunte come acque di processo”, RGA, data di accesso: 26/11/2017.

http://www.rgassociati.it/it/ottimizzazione_gestionale_ed_ambientale_nella_gestione_dei_siti_contaminati_riutil izzo_delle_acque_emunte_come_acque_di_processo

21

Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, Norme in materia ambientale. (G.U. n.88 del 14-4-2006 - Suppl. Ordinario n. 96 )”, Normattiva, data di accesso: 25/11/2017.

5. Fattori di Ottimizzazione Gestionale

36

Reimmissione in falda

La reimmissione delle acque nella stessa falda dalla quale sono estratte, è disciplinata dall’Art.243, parte Quarta, Titolo V del D.Lgs. 152/06, sostituito dall'art. 41, comma 5, D.L. n. 69/13 e modificato dalla Legge 98/13 di conversione in legge del decreto, il quale sostiene:

“In deroga a quanto previsto dal comma 1 dell'articolo 104, ai soli fini della bonifica, è ammessa la reimmissione, previo trattamento, delle acque sotterranee nello stesso acquifero da cui sono emunte, a tal fine il progetto di cui all'articolo 242 deve indicare la tipologia di trattamento, le caratteristiche qualitative e quantitative delle acque reimmesse, le modalità di reimmissione e le misure di controllo e monitoraggio della porzione di acquifero interessata22.”

La reimmissione nel medesimo corpo idrico, previa idonea depurazione, è una soluzione da considerare nella possibilità di recupero della risorsa iniziale, il risparmio consiste nel minore aggravio dei depuratori cittadini e nel mantenimento in termini di qualità e quantità della falda sotterranea. L’azienda in questo modo non dovrebbe più collegarsi in pubblica fognatura ma dotarsi, in ciascun sito operativo, di appositi impianti di trattamento e misure di monitoraggio, previo studio di fattibilità tecnico-economica.

Caso esaminato: Riutilizzo nelle stazioni di Autolavaggio

Un possibile reimpiego delle acque di falda, in attività produttive in sito, è costituito dalle stazioni di autolavaggio presenti in alcuni dei siti soggetti a risanamento, nelle quali le acque una volta depurate mediante i filtri GAC possono venire utilizzate per il lavaggio dei veicoli. La verifica tra la presenza di impianti attivi di bonifica on-site e presenza di stazioni attrezzate per il lavaggio di automezzi, ha riscontrato l’esistenza di 5 realtà operative, tra i 14 siti dove vi è presenza di un impianto di P&T, ove risulta fattibile tale proposta. La quantità di acqua necessaria al completo lavaggio di un autoveicolo di medie dimensioni, è stata assunta pari a 0,150 [m³]23. La volumetria annuale necessaria al lavaggio dei veicoli, per ciascun sito,

22Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, Norme in materia ambientale. (G.U. n.88 del 14-4-2006 - Suppl. Ordinario n. 96 )”, Normattiva, data di accesso: 25/11/2017.

http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legislativo:2006-04-03;152!vig=

23I dati assunti derivano dallo studio condotto dalla società Lenntech, riguardo il consumo di acqua medio nelle stazioni di autolavaggio.

5. Fattori di Ottimizzazione Gestionale

37 tenendo conto di poter servire mediamente dieci auto al giorno, risulta di 360 [m³].24 Il volume d’acqua riutilizzato annualmente, presupponendo invariata la quantità estratta in ciascun sito preso in esame, è riassunto nella Tab. 5.2 sottostante:

Tabella 5.2

Riepilogo del volume di acqua destinata al servizio di autolavaggio in relazione ai siti operativi, gli oneri per lo scarico pagati e il corrispondente risparmio potenziale per l’anno 2016.

Volume autolavaggio [m³] 2016 Oneri scarico pagati [€] 2016 Oneri scarico risparmiati [€] 2016 Risparmio [%] Sito 1 360 33570,50 286,56 0,85 Sito 2 360 1048,33 286,56 27 Sito 3 360 362,98 286,56 68 Sito 4 360 3631,35 286,56 8 Sito 5 360 426,66 286,56 67

In questo modo complessivamente verrebbero riutilizzati 1800 [m³] di acqua, generando un risparmio potenziale sugli oneri da versare per lo scarico in pubblica fognatura di 1432,80 [€]. Non in tutti i 5 siti operativi presi in considerazione si otterrebbe il medesimo risparmio, questo perché le portate estratte sono differenti a seconda del sito preso in esame. Il risparmio per l’azienda, adottando tale opzione di riutilizzo, si estenderebbe anche al gestore del servizio di autolavaggio, il quale risparmierebbe sul costo della materia prima fornita, contribuendo alla riduzione dei prelievi idrici della risorsa primaria.

Documenti correlati