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Afrodite: l’amore rende ciech

Nel documento I legami affettivi tra amore e potere (pagine 129-132)

FORME ESTREME DI IDEALIZZAZIONE DELL’AMORE E POSSIBIL

4.4 Afrodite: l’amore rende ciech

Afrodite, dea dell’amore e della bellezza, è collocata in una categoria a parte, come dea alchemica, a causa del potere della trasformazione e della creazione dell’amore da lei posseduto.

Esistono due versioni della nascita e dell’origine mitologica di Afrodite. Secondo la versione Omerica, Afrodite nacque nel modo consueto come figlia di Zeus e della ninfa Dione. Secondo la versione esiodea la sua nascita fu la conseguenza di un atto di violenza. Crono tagliò con un falcetto i genitali del padre Eurano e li gettò in mare. Dal rimescolamento di sperma e acqua si sollevò una candida schiuma da cui nacque Afrodite, emergendo da questa fecondazione oceanica come una dea già adulta. il mito narra che Afrodite approdò sull’isola di Citera accompagnata da Eros e Imeros, e fu scortata davanti all’assemblea degli dei e accolta come una di loro. Molti colpiti dalla sua bellezza la chiesero in sposa. A differenza di altre dee, che non avevano scelto né i compagni né gli amanti, Afrodite fu libera di scegliere. Scelse Efesto, lo storpio dio dei fabbri, del fuoco e della fucina. Fu un marito che spesso tradì, non ebbero figli e il loro matrimonio può rappresentare l’unione della bellezza e della tecnica da cui nasce l’arte. Afrodite fu compagna anche di Ares, dio della guerra, dal quale ebbe molti figli. Altro suo amante fu Ares, messaggero degli dei, da cui ebbe Armonia, Deimo e Fobo, che accompagnavano sempre il padre in battaglia. Il figlio nato dall’unione di Afrodite e di Ermes fu il dio bisessuale Ermafrodito, che ereditò la bellezza di entrambi i genitori143.

141 Sechehaye M. (1976), Diario di una schizofrenica, trad. it., Giunti, Firenze 1976. 142 Id., pp. 212, 213.

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Afrodite provocava sia nei mortali che nelle divinità l’effetto dell’innamoramento e procurava il concepimento di una vita nuova. Le sue caratteristiche sono in comune sia con le dee vergini che con quelle vulnerabili, tuttavia non appartiene a nessuno dei due gruppi; in quanto fu la dea che ebbe il maggior numero di storie sessuali, quindi non fu una dea vergine, anche se, come Artemide, Atena ed Estia faceva ciò che più le piaceva. Non fu neanche una dea vulnerabile, anche se come Era, Demetra e Persefone aveva avuto legami con divinità maschili, dalle quali aveva concepito figli. La differenza sta nel fatto che non fu mai vittima, tanto meno vi ci si sentì o ne soffrì. Dai suoi rapporti aveva tratto il massimo del sentimento reciproco e non fu mai vittima della passione non ricambiata per un uomo. Dava maggior valore all’esperienza emotiva condivisa con gli altri che alla propria indipendenza, che motivava le dee vergini, o ai vincoli permanenti che caratterizzavano le dee vulnerabili. Per lei i rapporti infatti sono sì importanti, tuttavia non costituiscono impegni a lungo termine. Quando Afrodite ha un obiettivo, per lei significativo a livello personale, ha la capacità di concentrarsi su di esso ed è impossibile distoglierla finché non lo raggiunge. Per conquistare Afrodite è necessario ricolmarla di bellezza, chi lo fa diventa per lei irresistibile, come se vi fosse una reazione chimica in atto, l’unione diventa la cosa più desiderante di qualsiasi altra. Vi è un desiderio prepotente di conoscere l’altro e nonostante la pulsione possa essere puramente sessuale, l’impulso è spesso più profondo; un bisogno tanto psicologico, quanto spirituale. La consumazione viene vista come un’unione in una sola persona e l’intimità fisica è anche l’incontro di mente, cuore e spirito. Tutto ciò può dar luogo alla fecondazione e a una nuova vita. Afrodite ha una qualità di coscienza tutta sua concentrata e al tempo stesso

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ricettiva. La "coscienza Afrodite" è più polarizzata e intensa rispetto a quella delle dee vulnerabili e più ricettiva e attenta su ciò che le interessa rispetto alla coscienza concentrata delle dee vergini. Chiunque si innamori di una persona, di un luogo, di un’idea si concentra su di essa e la accoglie con la coscienza Afrodite. L’archetipo Afrodite determina il piacere che certe donne provano per l’amore, la bellezza, la sensualità e la sessualità. L’amante esercita una potente attrazione su molte donne e quando l’archetipo Afrodite è nella personalità di una donna lei si sente costretta ad assolvere sia le funzioni creative che quelle procreative. Quando l’archetipo è dominante la donna si innamora spesso e volentieri, ciò che la caratterizza è un sex appeal personale che attira gli altri in un campo carico di erotismo che porta alla consumazione del rapporto. La donna che impersona Afrodite nel suo aspetto di amante viene considerata tentatrice o prostituta fino a rischiare l’ostracismo. Afrodite rappresenta la spinta a garantire la continuazione della specie. A differenza della donna con l’archetipo Demetra che fa l’amore perché vuole un figlio, la donna sotto l’influenza di Afrodite ha un figlio perché desidera sessualmente un uomo o perché semplicemente desidera un’esperienza sessuale. Prestare ascolto alla dea aumenta il rischio di una gravidanza indesiderata. Questa tipologia di donna corrisponde all’aspetto della dea dai capelli biondi, ma la qualità tipica della donna Afrodite è più individuabile nel suo fascino, carisma, magnetismo che nel solo aspetto fisico. L’infanzia di Afrodite è caratterizzata da adulti che hanno sempre avuto interesse verso di lei. I genitori, di solito, ne hanno decantato il fascino finché erano piccole, ma quando la ragazza raggiunge la pubertà gli stessi genitori incoraggiano, implicitamente la figlia ad avere rapporti sessuali, poi la puniscono creando conflitti fragorosi che

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aumentano il suo desiderio sessuale. Di solito quando la ragazza Afrodite matura, il lavoro non la coinvolge. È più probabile che sia impegnata in campo artistico. La donna Afrodite, nei rapporti con gli uomini, sceglie partner che non sono necessariamente buoni per lei, ma creativi, complessi, difficili ed emotivi.

Il matrimonio è difficile da realizzare e soprattutto da mantenere. Quando diventa madre il rapporto con i figli maschi è caratterizzato da un’attenzione volubile, ma intensa che ne condiziona l’autostima, i rapporti futuri con le donne e li può predisporre alla depressione. Dal momento che la bellezza è stata la sua principale fonte di gratificazione, quando la mezza età incombe la donna Afrodite è pervasa da un senso di infelicità e angoscia profonda.

Nel documento I legami affettivi tra amore e potere (pagine 129-132)