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Agricoltura biologica certificata e aiutata

BIOLOGICA IN PROVINCIA DI V ITERBO

4.1 L A DIFFUSIONE DELL ’ AGRICOLTURA BIOLOGICA

4.1.3 Agricoltura biologica certificata e aiutata

I dati relativi alla dimensione ed alla evoluzione dell’agricoltura biologica presentati nel precedente paragrafo non consentono ulteriori approfondimenti di carattere strutturale e produttivo. Ciò è dovuto sia alla natura delle informazioni disponibili sia a quanto affermato riguardo alla impossibilità di stabilire un collegamento fra il concetto di azienda biologica e la presenza di produzioni biologiche certificate.

Tale approfondimento è invece reso possibile prendendo in considerazione le aziende che aderiscono alle misure di aiuto per l’introduzione e il mantenimento dell’agricoltura biologica. Infatti, oltre alla disponibilità di informazioni strutturali e produttive, per queste aziende è possibile adottare l’attributo di biologiche in quanto la possibilità di accedere agli aiuti è vincolata all’adozione di pratiche di agricoltura biologica su tutta la superficie aziendale.

Per questa ragione nel prosieguo dell’analisi si farà riferimento all’universo costituito dalle aziende della provincia di Viterbo che hanno avuto accesso all’aiuto previsto per l’agricoltura biologica nell’ambito delle misure agroambientali.

Nella tabella 4.3 sono riportate le superfici per le quali sono stati erogati gli aiuti relativi alla misura dell’agricoltura biologica negli anni dal 1999 al 2004 in provincia di Viterbo. Nella lettura della tabella va considerato che fino al 2000 tali misure erano incluse nel regolamento 2078/92, mentre a partire dal 2001 sono state inserite nei PSR istituiti dal regolamento 1257/99. Tuttavia nel periodo 2001-02 le due forme di aiuto si sono sovrapposte in quanto la transizione dal 2078/92 al 1257/99 non è stata immediata. Inoltre, sempre per una corretta lettura della tabella, va segnalato che nel PSR Lazio è stata introdotta la distinzione fra mantenimento (misura F2.A) e introduzione (misura F2.B) dell’agricoltura biologica, che non esisteva nelle misura (A3) del regolamento 2078/92.

Il commento e l’approfondimento dei dati della tabella 4.3 verrà svolto in un successivo paragrafo, quello che si intende mettere in luce in questa fase è la differenza fra la SAU biologica aiutata e la SAU biologica certificata. Il confronto, esteso all’intero periodo 1999-2004 è eseguito in tabella 4.4, nella quale viene anche riportata l’incidenza della prima sulla seconda, ovvero quanta della superficie riconosciuta come biologica dagli Organismi di Controllo (inclusa quella in conversione) in provincia di Viterbo accede agli aiuti comunitari per l’agricoltura biologica.

Tabella 4.3 - SAU biologica aiutata in provincia di Viterbo dal 1999 al 2004 Anno Regolamento 2078/92 (misura A3) PSR Lazio (misura F2.A) mantenimento PSR Lazio (misura F2.B) conversione Totale SAU biologica 1999 9.268 --- --- 9.268 2000 10.423 --- --- 10.423 2001 6.113 4.552 10.474 21.139 2002 3.582 6.351 11.749 21.682 2003 --- 7.927 18.698 26.625 2004 --- 7.662 17.840 25.502

Tabella 4.4 - Confronto fra SAU biologica aiutata e certificata in provincia di Viterbo

Anno SAU aiutata SAU certificata Incidenza

1999 9.268 12.814 72,3% 2000 10.423 25.164 41,4% 2001 21.139 35.399 59,7% 2002 21.682 37.506 57,8% 2003 26.625 39.026 68,2% 2004 25.502 40.476 63,0%

La differenza fra SAU certificata e SAU aiutata si presenta indubbiamente molto elevata e certamente superiore a quello che ci si sarebbe attesi in relazione alla scarsa importanza che si attribuisce alla distinzione fra queste due interpretazioni dell’agricoltura biologica.

Un elemento che accentua questa differenza è certamente la sequenzialità temporale che esiste fra certificazione biologica ed adesione alle relative misure di aiuto, in quanto la domanda può essere presentata solo quando l’organismo ha completato le procedure necessarie all’inserimento dell’azienda nell’elenco degli operatori. Questo comporta l’esistenza di un certo numero di aziende che sono inserite nell’elenco trasmesso dall’Organismo di Controllo relativo ad un certo anno ma che hanno potuto fare domanda per l’aiuto solo nell’anno successivo. Tale situazione ha avuto un incremento significativo nell’anno in cui si è avuto il passaggio dalla 2078/92 ai PSR, come evidenzia il dato sull’incidenza della SAU ammessa a contributo che tocca il suo valore minimo raggiungendo il 41,4%.

Per cercare di conoscere l’effettiva entità della discrepanza esistente fra le due superfici e, soprattutto, le cause che sono all’origine di tale differenza ci si è avvalsi della collaborazione di uno degli Organismi di Controllo più rappresentativi che operano sul territorio il quale certifica quasi il 20% della SAU biologica della provincia di Viterbo.

La procedura è consistita nel verificare quante delle aziende presenti nell’elenco trasmesso dall’Organismo di Controllo per il 2004 avessero avuto accesso agli aiuti previsti dal PSR nel medesimo anno, confrontando le relative superfici dichiarate, e successivamente nel verificare le ragioni del mancato aiuto.

La tabella 4.5 sintetizza i risultati di tale confronto, il quale ha riguardato i 256 produttori biologici dichiarati dall’Organismo di Certificazione alla Regione Lazio nel 2004. Di questi 229 hanno fatto domanda per accedere agli aiuti per l’agricoltura biologica (misura F2 del PSR Lazio) ricevendo il pagamento previsto.

Tabella 4.5 - Accesso agli aiuti delle aziende certificate da un Organismo di Controllo

Tipologia Aziende SAU

dichiarata (ha)

SAU aiutata (ha)

Differenza (ha)

Domanda liquidata su misura F2 229 6.170 5.490 680

Domanda non liquidata su misura F2 2 35 --- 35

Domanda liquidata su altre misure 10 320 --- 320

Non ha presentato domanda 15 535 --- 535

Totale controllo 256 7.060 5.490 1.570

Delle 27 aziende che non hanno ricevuto l’aiuto per l’agricoltura biologica, per un totale di 890 ha, 15 non hanno presentato domanda, 10 hanno ricevuto il pagamento su altre misure e 2 non sono state ritenute ammissibili a contributo sulla misura F2. Tralasciando quest’ultima situazione, legata probabilmente ad errori formali nella presentazione della domanda, e comunque di scarsissima rilevanza, può essere utile fornire qualche ulteriore dettaglio sulle altre due casistiche.

Le 15 aziende che non hanno presentato domanda di aiuto rappresentano delle situazioni molto diverse. Quelle che hanno fatto questa scelta deliberatamente non sono interessate al ricevimento del contributo pur ritenendo importante la certificazione o per la qualificazione dei prodotti o per migliore la propria posizione nella graduatoria per l’accesso all’altra misura del PSR che prevede un contributo per gli investimenti strutturali. Altri, invece, non possono accedere all’aiuto o perché di

dimensione troppo piccola (il PSR Lazio non ammette a contributo le aziende con SAU inferiore a 2 ha) o perché parte della superficie è in regime convenzionale. Quest’ultima tipologia è certamente la più importante in quanto riguarda oltre 450 ha sui 535 ha complessivi delle 15 aziende.

Altre 10 aziende certificate biologiche, per un totale di 320 ha, hanno presentato domanda di finanziamento su altre misure del PSR in quanto nella maggior parte dei casi hanno parte della superficie non ammissibile a contributo. Alcune, conducendo parte dei terreni non in regime biologico ma in regime di agricoltura integrata, possono accedere ai relativi aiuti previsti nella misura F1 del PSR Lazio; altre hanno aderito alla misura F4 che eroga un contributo per la riconversione dei seminativi in prati e pascoli.

Parte consistente della differenza fra SAU certificata e SAU aiutata è dovuta anche alla mancata corrispondenza che si verifica fra la dimensione aziendale dichiarata dall’Organismo di Controllo e quella liquidata dall’Ente pagatore: per il totale delle 229 aziende tale differenza risulta di 680 ha. La ragione di questa differenza è duplice: da un lato, nella domanda di aiuto viene indicata una superficie inferiore a quella effettiva comunicata all’Organismo di Controllo per evitare di incorrere in eventuali contestazioni, dall’altra l’Ente pagatore tende ad applicare d’ufficio una sorta di “tara” sulla superficie dichiarata per tenere conto delle porzioni di SAU che per diverse ragioni (capezzagne, passaggi interni, altri spazi non coltivati) non hanno diritto all’aiuto.

In definitiva, si conclude che dei 7.060 ha certificati come biologici dall’Organismo di Controllo soltanto 5.490 ha (pari al 77,8%) hanno ricevuto l’aiuto nell’ambito della relativa misura. Se a questo dato, certamente rappresentativo, si aggiunge la quota dovuta allo sfasamento temporale fra certificazione e domanda si raggiunge una soddisfacente spiegazione della differenza evidenziata in provincia di Viterbo fra agricoltura biologica certificata e aiutata.