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Gli aiuti a sostegno della capacità di innovazione delle imprese

Capitolo 2: innovazione e territorio:azioni e condivisioni determinanti per il successo

2.5 Gli aiuti a sostegno della capacità di innovazione delle imprese

Se ci spostiamo invece al fonte privato dell'innovazione, il discorso cambia: note sono le limitazioni delle imprese minori, dal lato della capacità innovativa, considerate le peculiarità della regione Toscana in termini di struttura produttiva.

Si tratta il più delle volte di imprese prive di una tradizione e degli stessi mezzi per realizzare attività di ricerca e sviluppo, mentre, nel contempo sono scarsi o assenti i contatti con il mondo della ricerca e dell'Università. È questo il mondo dell'innovazione senza ricerca, dove la flessibilità rispetto alle esigenze puntuali del cliente traina i processi di innovazioni di tipo incrementale, che raramente assumono i contorni dell'innovazione tecnologica di rottura, e dove talvolta stile e design diventano dei sostituti all'innovazione tecnologica stessa109.

Siamo pertanto in presenzadi un' innovazione che raramente si accompagna al deposito brevettuale; anche l'appartenenza ai distretti industriali non è sempre funzionale all'innovazione.

Sappiamo infatti che il contesto relazionale dei distretti locali, pur fecondo di stimoli e di opportunità, rappresenta anche un limite alla quantità e alla tipologia di innovazioni accessibili alle imprese.

Queste reti esclusivamente locali, se da un lato permettono un bilanciamento di collaborazione e competizione, dall'altro possono evolvere verso modelli di chiusura, insularità, che rappresentano una delle cause di declino dei distretti.

Ciò avviene a causa della presenza di lock-in cognitivi, si realizzano con un'eccessiva omogeneità

109 M. Bettiol S. Micelli ”Design e creatività nel made in Italy.Proposte per i distretti industriali” Mondatori (2005) M. Bettiol e S. Micelli,“Design come imprenditorialità culturale” Franco Angeli (2006); E. Moncada Paternò Castello, P. Ciupagea, C. & A. Piccaluga, “L’innovazione industriale in Italia: persiste il modello «senza ricerca?” L'industria, 28(3), 1–20. (2006); C. Rammer, D. Czarnitzki, A & Spielkamp “Innovation success of non-R&D performers: substituting technology by management in SMEs” Small Business Economics, 33(1), 35–58(2009) A. Bonaccorsi “Quale modello di innovazione nel sistema industriale italiano in La scuola di Riccardo Varaldo Relazioni personali e percorsi di ricerca” Pisa, Pacini editore (2010)

nella visione della realtà, e quindi viene a ridursi il potenziale innovativo attivato dalla generazione di varietà, nelle risposte delle singole imprese a cambiamenti esterni.110

E' proprio nei distretti industriali che si evidenzia perfettamente il paradosso di un sistema eccellente nella ricerca, che non produce innovazione sul piano locale, mentre sono ben più significative le ricadute a livello nazionale-internazionale e un sistema delle imprese che realizza innovazione senza sentire il bisogno di fare ricerca.

Mentre solo un limitato numero di realtà imprenditoriali dimostrano di aver sviluppato linguaggi e competenze in grado di metterle in contatto con le nuove conoscenze che hanno origine dal mondo della ricerca, un importante fattore di convergenza tra questi due mondi è potenzialmente costituito dal comportamento delle imprese leader. Esse possono essere definite come quelle imprese che, in relazione alla loro dimensione, posizione di mercato, conoscenza posseduta e capacità imprenditoriali, hanno l'abilità e l' interesse a realizzare degli investimenti e a porre in essere le azioni strategiche che producono esternalità positive e per altre imprese del territorio. 111

Queste imprese assumono ruolo di governance dei sistemi territoriali di PMI, attraverso lo svolgimento di una varietà di ruoli112:

 stimolo al trasferimento tecnologico del sistema della ricerca;

 legame con il mercato di sbocco e con le reti globali dell'innovazione;  lead user delle innovazioni realizzate dalle PMI fornitrici;

 coordinamento delle catene di fornitura e sviluppo di sistemi di indotto tecnologici;  incoraggiamento e supporto ai processi di apertura internazionale;

 sviluppo del mercato locale del lavoro e del capitale umano;  incoraggiamento a processi di spin off

L'impatto che le imprese leader possono avere è tuttavia limitato; si tratta di capire se oggi anche piccole medie imprese in condizioni non di leadership di filiera, siano comunque in grado di esercitare in forma autonoma, le funzioni e attività elencate e pertanto contribuire, direttamente o indirettamente, al processo di “upgrading” delle catene locali e mondiali del valore di cui fanno parte113

110 D.Vianelli e G.Sassi “comunicare l’innovazione per creare valore. il ruolo del brand e dei canali di distribuzione nella crescita delle pmi” rivista e&m n°4 luglio-agosto (2008); R. Grandinetti V. De Marchi "dove stanno andando i distretti industriali? un tentativo di risposta a partire da un'indagine in veneto", studi organizzativi (2012)

111 Corò e Micelli “I nuovi distretti produttivi” innovazione, internazionalizzazione e competitività dei territori “Marsilio (2006;) A.Tunisini D. Dalli “Processi e competenze di marketing delle medie imprese italiane:opportunità e limiti per la crescita” Mercati e Competitività FrancoAngeli (2007) Vol 2007 2

112 G. Bortoluzzi A. Tracogna “Imprenditori che sfidano la criso. Dati ed esperienze del Friuli Venezia Giulia” Franco Angeli (2013)

113 G. Gereffi J. Humphrey T. Sturgeon “The governance of global value chains” Review of international economy 12:1 febrary 78-104 (2005) V. De Marchi J. Lee G. Gereffi “Globalization, Recession and the Internationalization of Industrial Districts: Experiences from the Italian Jewelry” Industry European Planning Studies (2013)

Alla luce dei limiti sopra esposti nella funzione innovativa delle imprese regionali, si comprende perché il soggetto pubblico abbia assunto una particolare importanza agendo come meta- organizzatore del sistema di innovazione, nonché di soggetto finanziatore di specifiche iniziative volte a sostenere gli investimenti in progetti tecnologie innovative114.

Per la Regione Toscana si fa riferimento al cosiddetto Catalogo regionale dei servizi115, contente una

serie di misure atte a sostenere e sviluppare la competitività del sistema produttivo, grazie alla concessione di aiuti diretti alle imprese, per il sostegno a progetti d'investimento innovativi immateriali, ed in particolare per quelli finalizzati all’acquisizione di servizi qualificati. L'azione si propone di sostenere i processi innovativi delle imprese, al fine di incentivarne le attività di innovazione di prodotto, di processo e sviluppo tecnologico, utilizzando un meccanismo finanziario di semplice applicazione (contributo in conto capitale), che consenta di intervenire su progetti di investimento e/o ricerca e di innovazione e che ne garantisca parte dei fabbisogno finanziario. In questa visione, le istituzioni pubbliche sono state fondamentali per favorire l'affermazione di un modello virtuoso di innovazione, svolgendo un importante ruolo di mediatore tra il mondo dell'industria e il mondo della ricerca.

Strumenti di questa mediazione sono stati, ad esempio, le attività di trasferimento tecnologico, svolte attraverso istituzioni come parchi scientifici e tecnologici oppure il sistema dei finanziamenti alla ricerca.

Il soggetto pubblico, e in particolare l'amministrazione regionale, è ampiamente intervenuto per la promozione dell'innovazione e per favorire il dialogo tra ricerca e industria. Si pensi in questo senso alla politica regionale dei distretti industriali, alle leggi regionali a favore della competitività dei distretti e dei sistemi di PMI oltre che alle leggi regionali a favore dell'innovazione.

114 B. DI Bernardo R. Grandinetti “Contexts of experience”, in Belussi F., Staber U. (eds), Managing Networks of Creativity, Routledge, New York (2012)

115 http://www.regione.toscana.it/enti-e-associazioni/bandi/catalogo-incentivi/ XXVII edizione della Guida di