Capitolo 1: introduzione all'innovazione: teorie e modelli di sviluppo
1.10 Condivisione della conoscenza
La crescita della produttività e della competitività si fonda oggi sullo sviluppo della conoscenza, come risultato dei processi di ricerca e di apprendimento. Ogni organizzazione ha interesse ad accrescere le proprie competenze ma, al tempo stesso, assume un ruolo determinante la specializzazione, dal momento che ciascuno ha interesse a focalizzare l’attenzione sulle attività da cui trae il massimo vantaggio. L’interazione con altre organizzazioni produttive per l’interscambio di capacità complementari diventa quindi una pratica indispensabile per il raggiungimento di un alto contenuto di conoscenza e l’avvio di attività imprenditoriali di successo. Per individuare la propria specializzazione è, però, necessario sperimentare e risulta determinante ottimizzare gli aspetti organizzativi di gestione interna e relativi ai network di relazioni. La capacità di controllare e indirizzare l’innovazione verso obiettivi prestabiliti, non può dipendere dall’azione della singola impresa ma è il risultato dello sforzo congiunto e mirato di tutti gli attori operanti all’interno del sistema economico e istituzionale. La variabile chiave è rappresentata, quindi, dalla disponibilità delle organizzazioni ad operare per il fine comune di creare un maggior valore sistemico, per mezzo della condivisione e della diffusione di conoscenza83. Il processo di innovazione prevede infatti una
certa componente di rischio, che rende incerto l’esito delle attività di ricerca e sviluppo. L’accumulo di conoscenza e la specializzazione concentrata in capo ad una singola organizzazione porta un aumento di tale rischio, e rende più difficile l’assorbimento delle tecnologie prodotte da terzi, sopratutto nel momento in cui si verifichino ondate di novità e conseguenti shock tecnologici. L’apertura dei processi aziendali consente, invece, di distribuire costi e benefici dell’attività innovativa, contribuendo a rendere più efficiente l’allocazione delle risorse e favorendo lo sviluppo della capacità di assorbimento delle nuove tecnologie.
L’economia moderna prevede che dopo la fase di sperimentazione, i risultati della ricerca vengano impiegati per lo sviluppo di prodotti e servizi che, se ritenuti validi, saranno immessi nel mercato e offerti ai consumatori. L’innovazione introduce in questo processo un elemento di competitività, portando le organizzazioni a lottare per acquisire maggiore prontezza d’azione di fronte alle nuove opportunità. Ciò avviene perché, al giorno d’oggi, le dinamiche di entrata e uscita dal mercato sono estremamente rapide e la crescita non può essere fondata solo su variabili endogene e sull’utilizzo di tecnologie mature, ma è necessario seguire un percorso evolutivo che faccia leva sull’innovazione continua. Risulta determinante essere in grado di creare, distribuire e sfruttare le
83 Linee programmatiche per la crescita della produttività e della competitività Il sole24Ore Milano Accordo Ministero dello Sviluppo Economico, Rappresentanza Sindacale unitaria (novembre 2012)
nuove conoscenze scientifiche, tecnologiche e organizzative. La capacità di creare valore economico a partire dalla conoscenza capitalizzata internamente permette alle organizzazioni di moltiplicare il valore delle proprie attività e di accrescere i campi di utilizzo dei propri prodotti. Inoltre, ogni attore che partecipa al processo creativo e allo sviluppo della conoscenza per l’impiego in campo economico contribuisce a moltiplicarne il valore. Rullani sottolinea come la conoscenza creata da una collettività possieda un potere moltiplicativo del valore maggiore rispetto alla conoscenza del singolo84. La forza competitiva di una collettività risiede nella condivisione, qualità
che conferisce maggior effetto moltiplicatore al valore e ai possibili utilizzi della conoscenza, permettendo al tempo stesso di ridurre i costi di sviluppo e distribuzione, attraverso la divisione del lavoro e la compartecipazione di soggetti portatori di abilità specifiche e complementari. La conoscenza si presenta, per sua natura, come un bene di difficile appropriabilità, che permette un uso cumulativo in quanto principale fattore produttivo di una conoscenza futura. Tali caratteristiche descrivono un bene di pubblico dominio e, di primo impatto, evidenziano la contraddizione tra l’obiettivo sociale di assicurare un uso efficiente della conoscenza e l’obiettivo privato dell’impresa di ottenere una giusta ricompensa per l’innovazione prodotta. Il processo cognitivo, infatti, non può essere confinato tra le mura della singola azienda, perché si concretizza attraverso una catena di imprese e persone che contribuiscono, in vari modi, a sviluppare processi di apprendimento e a produrre innovazione, ottenendo rendimenti crescenti a partire dalla base di conoscenza loro accessibile. L’innovazione non dipende esclusivamente dai progressi nella conoscenza di base di ciascuno, ma anche dalle attività che favoriscono la disseminazione del sapere e garantiscono ai potenziali innovatori l’accesso alle informazioni. Nell’economia dell’innovazione acquisiscono importanza tutti i processi di apprendimento e le relazioni tra i vari interlocutori, portatori di specializzazioni complementari. Ogni attore del sistema innovativo può avere interesse a condividere le proprie competenze distintive, perché attraverso l’incrocio con altre fonti e una maggior diffusione esse assumono maggior valore. Di questi tempi, in cui la produzione di tecnologia richiede competenze sempre più complesse, le relazioni tra organizzazioni acquisiscono un importante valore strategico e si instaurano al fine di acquisire conoscenza specializzata. Le imprese implementano soluzioni di collaborazione per essere sempre aggiornate e presenti in un contesto dinamico, in cui non è facile monitorare attentamente tutti i flussi informativi. Si da vita a processi interattivi per la generazione e lo scambio di conoscenza tra funzioni interne della stessa impresa e tra differenti organizzazioni.85 In questo modo, si può far fronte al rischio connesso
all’attività innovativa con un minor dispendio di risorse e con minori e più mirati investimenti in
84 Rullani E. (2004), Economia della Conoscenza. Creatività e Valore nel Capitalismo delle Reti Carocci, Roma. 85 OECD (2005), Oslo Manual 3rd edition Guidelines for Collecting and Interpreting Innovation Publishing, Parigi
termini di capitale. Dunque, nonostante i reparti interni di R&S giochino un ruolo vitale nel processo di innovazione, buona parte dell’attività innovativa si sostiene grazie alle relazioni con altre imprese e istituti di ricerca, per mezzo di strutture organizzative che stimolano l’apprendimento a partire da fonti eterogenee86. In un mercato mondiale sempre più integrato e
globale, in cui la tecnologia dell’informazione, i trasporti e le comunicazioni facilitano e rinforzano l’interazione tra organizzazioni, uno dei fattori determinanti per il successo dell’impresa è dato dall’apprendimento organizzativo, essendo la principale sfida migliorare la ricerca e la generazione della conoscenza per una sua futura applicazione commerciale.87
Per incentivare condivisione e apprendimento è possibile adottare diverse strategie che stimolino e favoriscano la collaborazione, dalla creazione di un ambiente innovatore per mezzo della concentrazione territoriale di diverse entità con caratteristiche specifiche, fino a più ampie reti di relazioni instaurate da organizzazioni anche geograficamente lontane, disposte a mettere a disposizione risorse e capacità per la costruzione di una crescita comune. A seguire si introdurrà il tema dell’innovazione aperta e si illustrerà il valore della collaborazione, i cui obiettivi sono l’acquisizione e l’impiego della conoscenza prodotta al di fuori dei confini aziendali, a proprio vantaggio e per la creazione di un maggior valore sistemico. Il fine ultimo è quello di perseguire una crescita sostenibile e duratura. Tuttavia, perché ciò possa avvenire, devono esistere condizioni che favoriscano lo sviluppo di pratiche d’azione che rendano possibile, da parte delle imprese, la compartizione dei rischi inerenti alle nuove attività e ai nuovi modelli organizzativi.88
86 Linee Guida programma Europeo Horizon 2014-2020 http://ec.europa.eu/programmes/horizon2020/
87 Reger G. (2003), Linking corporate-wide global R+D activities, in Cantwell J., Molero, J. 2003), Multinational enterprises, innovative strategies and systems of Innovation, Edward Elgar Publishing, Cheltenham. pag. 81-104. 88 Berger S. (2005), How we compete: what companies around the world are doing to make it in today’s global