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Alcune caratteristiche tipologiche

1 La Teoria della Processabilità

2.1 Alcune caratteristiche tipologiche

La sottocategorizzazione argomentale del verbo contiene informazioni circa il numero e il tipo di funzioni grammaticali che esso governa (SOGG, OGG ecc.). In § 1.1.2 abbiamo visto che le lingue segnalano formalmente queste funzioni per mezzo della morfologia oppure della sintassi. Più volte abbiamo citato il caso dell’inglese in cui il soggetto si riconosce in base alla posizione che la parola occupa nella frase (tipicamente la prima posizione) e del giapponese che per segnalare le funzioni usa la morfologia del caso (cfr. § 1.1.2).

Diversamente dall’inglese e similmente al giapponese l’italiano è una lingua poco configurazionale che codifica le funzioni grammaticali più per mezzo della morfologia che per mezzo della sintassi. L’italiano è considerato una lingua head-

marking (Bresnan 2001: 147). Questo significa che la morfologia della testa (il

verbo) ha la proprietà di incorporare i suoi argomenti pronominali. Sintatticamente l’italiano è una lingua SVO dove OGG è post-verbale e SOGG è opzionale (in quanto può essere nullo), e con una posizione variabile.

In GLF il soggetto nullo ‘refers to the functional specification of a pronominal argument by a head; this entails the absence of the structural expression of the pronoun as a syntactic NP or DP’ (Bresnan 2001:177). Il contrasto tra una lingua piuttosto configurazionale, come l’inglese, e l’italiano emerge chiaramente dalle rappresentazioni della struttura per costituenti e della struttura funzionale, illustrate in (48) e (49). In inglese e in italiano la mappatura dalla struttura argomentale sulla struttura funzionale del verbo vedere è la stessa. Tuttavia, l’italiano ha una diversa realizzazione morfologica a livello costituente sia di SOGG che di OGG.

(48) Corrispondenze tra la struttura per costituenti e la struttura funzionale della frase

inglese ‘I see them’ (Bresnan 2001: 302)

(49) Corrispondenze tra la struttura per costituenti e la struttura funzionale della frase

italiana ‘li vedo’ (Bresnan 2001: 302)

In italiano, come in inglese, l’accordo SOGG-V è obbligatorio. Così la forma

vedo è costituita dalla radice ved- e dalla forma flessa -o che marca la prima

persona singolare del soggetto sul verbo. Questa forma flessa contrasta con le altre forme (ved-i, ved-e, ved-iamo, ved-ete, ved-ono), che marcano i tratti di persona e numero rispettivamente di seconda e terza persona singolare e di prima, seconda e terza persona plurale.

Mentre l’accordo SOGG-V è obbligatorio, la marca morfologica dell’oggetto diretto (qui non consideriamo l’oggetto indiretto e altri pronomi clitici) sul verbo è opzionale nel senso che il parlante può scegliere tra la forma nominale dell’oggetto, come in (50), e la marca morfologica dell’oggetto sul verbo, come in (51). Quando il clitico è presente, il nome con funzione OGG può essere omesso, e la frase rimane comunque grammaticale. Questo è possibile

perché il clitico è nella frase l’oggetto richiesto dalla sottocategorizzazione argomentale del verbo (Di Biase & Kawaguchi 2002: 280). Al contrario, se il clitico non è presente, l’NP con funzione OGG non può essere omesso perché la struttura funzionale della frase violerebbe il Principio di Completezza che abbiamo visto in § 1.1.2. La frase in (52) è, infatti, agrammaticale perché l’oggetto non è espresso né dal clitico né da un NP.

(50) Osvaldo cerca i biscotti. (51) Osvaldo li cerca. (52) *Osvaldo cerca.

Il nome oggetto e il clitico possono essere entrambi presenti all’interno della stessa struttura, come in (53), perché tra il clitico e il nome oggetto non c’è competizione: mentre il clitico è la funzione argomentale OGG, il nome a inizio frase è esterno ed è collegato alla funzione discorsiva TOP, secondo l’Estensione del Principio di Coerenza (cfr. § 1.1.2). Il sintagma nominale all’inizio è un TOP dislocato e non un OGG generato direttamente dal predicato verbale e l’accordo tra il clitico e TOP è un accordo anaforico (e non grammaticale come l’accordo SOGG-V) che lega il clitico al suo referente.

(53) i biscottii lii compera Giovanni

Il clitico OGG e il nome TOP devono concordare in genere e numero. La scelta del clitico varia secondo lo specchietto in (54). Lo scambio di informazioni necessario per l’accordo avviene solo quando il nome TOP è presente nella frase, come in (53). In (51), ad esempio, il TOP è deducibile dal contesto, ma non è presente nella frase, e quindi, non c’è scambio di informazioni tra TOP e clitico.

(54) NUM Tatti diacritici sg pl m lo li GEN f la le

Il rapporto tra la struttura per costituenti e la struttura funzionale della frase in (53) con TOP e clitico anaforico è rappresentato in (55). La struttura funzionale

in (55) è completa perché tutte le funzioni previste dalla sottocategorizzazione argomentale del verbo sono presenti. Inoltre, è coerente perché tutte le funzioni presenti sono governate dal verbo. La presenza di TOP è giustificata dall’Estensione del Principio di Coerenza, secondo il quale le funzioni discorsive (in questo caso TOP, ma è vero anche per FOC) sono identificate o anaforicamente legate ad una funzione governata dal verbo (come nel caso TOP e OGG in italiano). Questo legame anaforico è segnalato nella rappresentazione in (55) dalla linea che unisce OGG e TOP. Inoltre, viene espresso dalle specificazioni lessicali di queste funzioni: l’entrata del clitico li, condivide con TOP gli stessi valori di GEN e NUM che in questo caso specifico sono MASC e SG.

(55) Corrispondenza tra struttura per costituenti e struttura funzionale di ‘i biscotti li

compera Giovanni’ (Di Biase & Kawaguchi 2002: 291)

Da notare che la presenza del clitico in posizione pre-verbale ha importanti conseguenze anche sulla codifica del verbo lessicale in costruzione analitica che deve concordare in GEN e NUM con il topic oggetto della frase, come illustrato in (56).

(56) i biscottii lii ha compratii Giovanni

Dalle considerazioni fatte finora, emerge chiaramente che in italiano l’uso della morfologia permette di modificare l’ordine delle parole lasciando invariate le funzioni grammaticali. Nelle frasi in (57a) e (57b) il contenuto proposizionale e funzionale è esattamente lo stesso. I referenti della proposizione sono gli stessi, il

cane e il gatto, e questi mantengono in entrambi i casi la funzione rispettivamente

di SOGG e OGG. Dunque, l’italiano sembra interpretare le funzioni grammaticali più attraverso la morfologia che la sintassi, e le variazioni nell’ordine delle parole sembrano dovute principalmente a necessità espressive.

(57) a. il cane morde il gatto b. il gatto lo morde il cane

Iniziare la frase con il cane oppure il gatto significa dare prominenza nella frase rispettivamente a il cane oppure il gatto (Banfi 2003:162) marcando sintatticamente TOP e FOC della frase su funzioni diverse: SOGG e OGG nel primo caso, e OGG e SOGG nel secondo caso. Mentre le associazioni TOP- SOGG e FOC-OGG sono di default, associare TOP a OGG e FOC a SOGG è una soluzione pragmaticamente marcata dove nessuno dei due costituenti occupa la sua posizione canonica.

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