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I criteri di acquisizione

1 La Teoria della Processabilità

1.2 Le sequenze di sviluppo universali

1.2.3 I criteri di acquisizione

Quando possiamo determinare che un apprendente è passato da uno stadio a quello successivo? Lo scopo della TP è quello di spiegare lo sviluppo e le variazioni strutturali possibili all’interno di ogni stadio dell’interlingua. Per farlo non bastano le gerarchie di sviluppo ma servono anche dei criteri in grado di catturare le dinamiche dell’acquisizione linguistica, cioè in grado di distinguere le variazioni dovute alla natura dell’interlingua dalle variazioni che indicano sviluppo (Pienemann 1998bis: 131).

Nella TP lo sviluppo linguistico è determinato dallo sviluppo delle capacità cognitive. Cosa significa sviluppare una capacità cognitiva? Come catturare tale sviluppo nell’interlingua dell’apprendente? Abbiamo visto che l’apprendimento si sviluppa seguendo una gerarchia e che ad ogni stadio della gerarchia corrispondono delle strutture linguistiche. Tali strutture vengono distribuite ai diversi stadi in base al costo cognitivo, ovvero in base allo sforzo richiesto alla memoria di lavoro. Questo significa che un apprendente può migliorare la propria

interlingua in due modi: (a) perfezionando e ampliando gli stadi già raggiunti, cioè imparando ad usare un numero maggiore di strutture appartenenti a quegli stadi, oppure migliorando la qualità delle strutture fin’ora apprese solo in parte; (b) attivando la procedura allo stadio successivo della gerarchia di sviluppo. L’accesso a tale procedura è fondamentale per la produzione di strutture che richiedono un costo cognitivo maggiore, e che permettono di migliorare la propria efficacia comunicativa.

Per la TP l’interlingua è un sistema dinamico che si sviluppa in modo graduale nel tempo. I processi d’apprendimento sono processi cumulativi, che prevedono l’aggiunta di nuove regole lungo l’asse temporale: regola 1 + regola 2 + regola 3 ecc (Pienemann 1998bis: 134). Come il Modello di Levelt (cfr. § 1.1.1), le gerarchie ipotizzate dalla TP sono implicazionali e lo sviluppo linguistico viene rappresentato attraverso scale implicazionali, come quella illustrata in (46): la regola 3 appresa al T4 implica che le regole 1 e 2 sono state già apprese in momenti precedenti.

(46) Scala implicazionale (da Pienemann 1998: 134)

T1 T2 T3 T4

regola 3 - - - +

regola 2 - - + +

regola 1 - + + +

Il passaggio allo stadio di sviluppo successivo è determinabile in base all’emersione delle strutture tipiche di quello stadio che dimostrano l’attivazione da parte dell’apprendente della procedura necessaria all’elaborazione delle informazioni previste a quello stadio di sviluppo. Pienemann (1998: 138) definisce l’emersione: ‘the point in time at which certain skills have, in principle, been attained or at which certain operations can, in principle, be carried out’.

I criteri d’emersione sono diversi per morfologia e sintassi. In sintassi una struttura può essere considerata acquisita anche se compare una volta sola, a meno che non si tratti di formule. Stando a Pienemann (1998: 133): ‘it makes sense to apply emergence criteria to syntactic development on the basis of (minimally) one occurrence in a sample while the same criterion may generate misleading results for the analysis of morphological development’. In morfologia, infatti, per essere

sicuri che he goes sia un caso produttivo di accordo SOGG-V, è necessario accertarsi che soggetto e verbo varino morfologicamente e lessicalmente. Una sola occorrenza, infatti, potrebbe significare che il sintagma è stato appreso come un unico item lessicale nel lessico dell’apprendente (Pienemann 1998: 133). Sia nello sviluppo sintattico sia in quello morfologico, l’analisi in prospettiva psicolinguistica è un’analisi qualitativa (non quantitativa).

L’attivazione di una procedura non produce necessariamente strutture accurate nella L2. La variabilità dell’interlingua è descritta dalla TP come Spazio delle Ipotesi, cioè come l’insieme delle opzioni di cui l’apprendente dispone allo stadio di sviluppo in cui si trova. Dunque, l’analisi non si basa sull’accuratezza linguistica, ma sul tipo di attivazione delle procedure che le strutture prodotte dall’apprendente richiedono. La frase in (47) è agrammaticale perché in italiano il verbo piacere è un verbo cosiddetto eccezionale che mappa l’esperiente funzionalmente su OGGI, invece che su SOGG, e il tema su SOGG. Nonostante la frase sia agrammaticale, l’unificazione dei tratti di PERS e NUM di SOGG con V fa ben sperare che l’apprendente abbia quanto meno raggiunto in sintassi lo stadio dell’Allineamento Non-marcato e sia quindi in grado di usare in italiano l’ordine canonico SVO, e in morfologia quello frasale con l’accordo tra soggetto e verbo.

(47) *Mario e Luigi piacciono calcio.

Per questo motivo, la TP prevede un’analisi distributiva dell’interlingua che definisce i contesti funzionali e strutturali in cui una struttura viene utilizzata (Pienemann 1998bis: 140). Capire le sistematicità del sistema interlingua, ovvero i rapporti forma funzione elaborati dall’apprendente, è prezioso perché aiuta a mettere in luce ciò che l’apprendente sa fare, ovvero a quale stadio di sviluppo si trova, e quindi, a prevedere quale sarà il successivo. In questo senso la TP non è solo un modello teorico, ma un efficace strumento in grado di guidare e ottimizzare l’insegnamento.

2 L’italiano

In questo capitolo vengono menzionati i caratteri salienti della grammatica dell’italiano rispetto all’oggetto d’indagine di questa tesi, che è le frasi interrogative. Prima di procedere alla loro descrizione e vedere nello specifico come queste frasi esprimono la prospettiva pragmatico-discorsiva del messaggio, è indispensabile illustrare il rapporto che in italiano lega la prospettiva del messaggio alla struttura. Lo scopo di questo capitolo è quello di mostrare come l’italiano assegna le funzioni grammaticali e quali mezzi l’italiano utilizza per assegnare le funzioni discorsive e a quale punto dell’apprendimento alcuni di questi mezzi linguistici vengono sviluppati.

In § 2.1 vengono presentate le caratteristiche tipologiche più rilevanti della lingua italiana con particolare attenzione agli aspetti (sintattici e morfologici) che codificano grammaticalmente la struttura informativa della frase. In § 2.2 vengono illustrate le ipotesi della TP finora testate sull’italiano, ovvero lo sviluppo sintattico delle frasi dichiarative e lo sviluppo morfologico. Entrambe le gerarchie ricostruiscono per l’italiano gli stadi previsti nelle gerarchie universali descritte in § 1.2. La gerarchia di sviluppo delle frasi dichiarative è la base su cui sono state costruite le gerarchie di sviluppo delle frasi interrogative che verranno presentate in § 4.1. La gerarchia di sviluppo morfologico, invece, è utile per spiegare a quale punto dell’acquisizione l’apprendente è in grado di segnalare grammaticalmente la funzione OGG usando il clitico. Le descrizioni delle gerarchie di sviluppo dell’italiano L2 sono prese da Di Biase & Kawaguchi (in stampa).

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