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CASI STUDIO

5.1 ALCUNE IPOTESI DI FUTURO

Conoscere i luoghi perché bisogna riprogettarli ‘[…] è un osservare

attento e selettivo – come afferma G. De Carlo – che scruta le cose osservate nel loro insieme, da svariati e inconsueti punti di vista, ma fruga allo stesso tempo nei particolari e seleziona quelli che hanno capacità di svelare da quelli che restano muti’2.

E’ sembrato utile, al fine di individuare le problematiche della stazione Centrale, riportare alcune tesi, elaborate in anni recenti alla fine dei corsi di laurea in ‘Architettura’ ed ‘Ingegneria edile-Architettura’ dell’Università degli Studi di Catania, nelle quali vengono proposte delle soluzioni alla questione della riqualificazione del waterfront.

Consideriamo anzitutto l’elaborato di fine corso del redattore della presente tesi di dottorato.

Planimetria generale dell’ipotesi di riconversione della stazione in polo museale (Stralcio dalla Tesi S.Barbagallo, rel. prof. arch. U.Cantone. A.A. 2007-2008)

Relatore il professor architetto Ugo Cantone, l’elaborato parte dal considerare alcuni esempi di riuso di stazioni a fini museali e poi prende in considerazione l’area di pertinenza RFI, ipotizzando la dismissione totale dello scalo ferroviario e configurando un grande parco urbano caratterizzato da un nuovo edificio, inteso come Landmark per il fronte- mare: un anfiteatro al coperto (auditorium) che si affianca alla pensilina del

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‘fabbricato viaggiatori’ esistente, per il quali viene studiata la possibilità di installare collezioni d’arte contemporanea. Anche per i restanti fabbricati di stazione sono previste nuove destinazioni d’uso, al fine di riconvertire l’intera area in un polo culturale, dotato di un parcheggio e spazi aperti a contatto con il mare, come è stato fatto negli anni Novanta con le Ciminiere.

Profili che mostrano il rapporto tra stazione riconvertita in museo, il nuovo auditorium e la galleria della linea ferrata (Stralcio dalla Tesi di S.Barbagallo)

Il problema del passaggio della linea ferrata è risolto qui mediante una ‘galleria naturale’, anziché con la ‘galleria artificiale’ prevista nelle ipotesi delle FS: l’auditorium è impostato sul piano di campagna attuale.

Viste 3D di insieme e sezione dell’auditorium (Stralcio dalla Tesi S.Barbagallo)

In altre tesi, invece, il riordino delle reti della mobilità costituisce la premessa per il ‘disegno d’uso del suolo’ nell’intorno urbano del nodo di scambio della stazione Centrale, includendo i lotti di corso Martiri della Libertà e vaste porzioni del waterfront.

La tesi degli architetti Elena Cocuzza ed Eliana Fischer (rel. prof. F.Martinico – correl. prof. ing. M.Ignaccolo, prof. arch. G.Dato), prende in considerazione il progetto preliminare di ‘interramento’ dei binari e ne approfondisce un aspetto essenziale: l’inserimento di un ‘piano mezzanino’, al fine di collegare meglio la stazione FS con il piazzale e da qui con la fermata della metropolitana FCE.

Tesi di E.Cocuzza ed E.Fisher (rel prof. P.Martinico A.A. 2009-2010). Stralci delle sezioni C-C e D-D relative all’ipotesi di riqualificazione del nodo della stazione Centrale.

Tale collegamento richiede l’abbassamento della quota del piazzale e la razionalizzazione della rete viaria, oltre alla demolizione di tutti gli edifici di pertinenza RFI eccetto il vecchio ‘fabbricato viaggiatori’: pur mantenendo la continuità dell’asse stradale principale di ‘circonval- lazione’ a sud della città, con la creazione di una galleria,

la rotatoria di piazza Giovanni XXIII lascia il posto ad un articolato sistema di ‘nastri’, composto in parte dai solai di copertura della stazione sotterranea del metrò, pensati come ‘tetti giardino’, e in parte dalle ‘superfici verdi’ di accesso alla nuova piazza Giovanni XXIII, le quali fungono anche da pensiline per l’attesa degli autobus.

Accanto alla fermata del metrò, al livello interrato, trovano posto un parcheggio, locali per attività commerciali e servizi per i viaggiatori. Un percorso pedonale ortogonale ai ‘nastri’, mette in comunicazione i due mezzanini della stazione ‘interrata’ e della stazione della metropolitana FCE.

Mentre tale sistema è ad una quota più bassa rispetto a quella attuale, al margine nord del piazzale è inserito, al livello del terreno, un edificio per attività ricreative a due elevazioni fuori terra: tale centro polifunzionale è concepito come landmark di raccordo tra la piazza e Corso Martiri della Libertà.

Stralcio dalla Tesi di E.Cocuzza ed E.Fisher. Ipotesi di collegamento tra la stazione Centrale interrata e la fermata del metrò FCE (linea rossa)

La tesi, prendendo in considerazione un’area di circa 60 ettari (da piazza dei Martiri a Piazza Europa, incluse le aree libere di corso Martiri della Libertà e le vecchie raffinerie di zolfo), si concentra su aspetti quali la vegetazione del nuovo ‘parco urbano’ sul mare, le destinazioni d’uso degli edifici esistenti e di nuova costruzione, la definizione di percorsi per la ‘mobilità dolce’, ecc.

Tesi di laurea di E.Cocuzza ed E. Fisher. Stralcio dalla planimetria d’insieme

Nella configurazione architettonica della futura stazione sotterranea FS

Centrale, oltre alla presenza, già sottolineata, di un ‘piano mezzanino’, è

possibile notare i profondi squarci nel solaio di copertura, che aprono il piano del ferro alla vista di chi percorre la passeggiata a mare sul ‘retro’ dell’antico fabbricato viaggiatori.

Vista 3D della stazione Centrale interrata (Tesi di E. Cocuzza ed E. Fisher)

La tesi dell’ingegner Andrea Accorso (rel. prof. ing. S. Barbera – correl. arch. F. Russo), intitolata ‘Un Parco Lineare a Catania tra il centro cittadino

e il Water Front’, dopo aver ripercorso le tappe della vicenda del ‘risa-

namento’ di San Berillo, definisce una grande area a verde che corre lungo Corso Martiri della Libertà e termina con una passerella aggettante sul mare.

Tale masterplan, integrato con le previsioni di sviluppo della

metropolitana e di ‘interramento’ della stazione Centrale, intende sanare la ‘ferita’ che più di cinquant’anni fa è stata procurata nel tessuto urbano ottocentesco.

L’elaborato progettuale presenta alcuni aspetti in comune con quello di E. Cocuzza ed E. Fisher: al di là degli elementi formali ovvero ‘all’idea di

divisione del parco in fasce’3, la proposta cerca di coniugare il piano di ‘completamento’ di Corso Martiri della Libertà con la riqualificazione del

waterfront e, in particolare con l’interramento della linea ferrata lungo il

tratto di costa sul ‘retro’ della stazione.

Con riferimento alla futura stazione sotterranea sono indicate alcune pensiline, ortogonali all’insieme costituito da ‘fabbricato viaggiatori’ ed ex ‘cabina elettrica’, che permettono l’accesso al piano del ferro.

Tale soluzione riprende l’idea portata avanti dallo studio I.R. (Ingegneri Riuniti) di Catania, che ha progettato l’abbassamento del ‘piano del ferro’ e le nuove fermate in ambito per conto del Gruppo FS.

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Tesi di laurea in Ingegneria edile-Architettura di A. Accorso. Confronto tra la situazione attuale e la proposta di ‘parco lineare’ lungo Corso Martiri della Libertà.

Come nella tesi precedente, il ‘fabbricato viaggiatori’ viene mantenuto, anzi, si prevede di conservare pure l’edificio per uffici a nord del piazzale, suggerendo la realizzazione di un nuovo fabbricato simmetrico a quello, in modo da delimitare meglio il piazzale sul lato sud. Quest’ultimo, divenuto una vera e propria corte d’accesso alla stazione, viene arredato con ampie aree verdi e specchi d’acqua, oltre ad essere liberato dal capolinea degli autobus urbani e dotato di un parcheggio sotterraneo.

Tesi di A. Accorso.

Mentre nella tesi di E. Cocuzza ed E. Fisher il collegamento tra la città e la costa è affidato ad una accessibilità pedonale ‘diffusa’, che valorizza tutti i percorsi esistenti nell’area dismessa, la tesi di A. Accorso punta su un nuovo asse pedonale longitudinale dal profilo a sezione variabile che riscatti l’idea originaria del sindaco De Felice, seppur questa, a distanza di oltre un secolo, appaia riduttiva4.