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ALL’ATTIVITÀ DI ASSISTENZA SOCIO SANITARIA

Fiammetta Giovagnoli

Scuola di Psicoterapia Psicoanalitica, Roma

Il simposio propone una riflessione sul cambiamento delle culture dalla famiglia in Italia. Lo fa attraverso lo studio del fallimento collusivo tra una specifica cultura famigliare e i contesti che incontra (Giovagnoli 2012); primo tra gli altri quello scolastico.

La scuola rappresenta un luogo estraneo con cui le famiglie sono a contatto attraverso l’istruzione obbligatoria dei propri figli.

Attraverso quali dinamiche psicologiche è organizzata tale relazione? Spesso vengono istituiti assetti difensivi, attraverso i quali l’estraneo è negato entro una cultura autoreferenziale. È questo il caso un cui la verifica degli obiettivi viene sostituita dall’adempimento (formativo), o dall’esclusione come nel caso riportato di genitori omosessuali che si sentono rifiutati dal contesto scuola, agendo talvolta vissuti di inadeguatezza per la propria posizione anticonformista legata al proprio orientamento sessuale. Il concetto di normalità decade se esautorato dalla pretese conformiste che organizza e orienta le culture e le scelte familiari. Tale processo è ben affrontato nei casi in cui la presunta normalità dovuta dalla presunzione di possedere una buona salute viene meno, come nei casi di Sclerosi affrontati nell’ultimo contributo.

specifiche culture familiari orientandole al processo di convivenza.

Discussants:

Cecilia Sesto*, Loredana Varveri** *Scuola di Psicoterapia Psicoanalitica, Roma

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LA CONVIVENZA COME PRODOTTO DEL CONTESTO SCOLASTICO: UNA RIFLESSIONE

Rossella Assante del Leccese, Carmela Mastroianni, Chiara Sotgiu

Scuola di Psicoterapia Psicoanalitica, Roma.

L'obiettivo del presente lavoro è di presentare una riflessione sulla relazione tra contesto scolastico e cittadinanza a partire dalle loro rappresentazioni e attese reciproche. La scuola diventa il luogo di incontro di sistemi di relazione complessi, in un momento storico in cui il riconoscimento dell’autorevolezza dei ruoli sembra fallire e la confusione e la sfiducia che ne derivano vengono agite nei rapporti tra l’istituzione scolastica e i suoi clienti: alunni e famiglie si fronteggiano nelle pretese reciproche. Si sta assistendo, infatti, a un cambiamento culturale che vede fallire gli accordi su cui si sono fondate nel tempo le due agenzie educative, scuola e famiglia, e il rischio che si coglie dentro questo processo è l’inasprirsi di dinamiche di controllo e l’assunzione di posizioni difensive. Casi specifici sono presentati per ripensare i ruoli in rapporto ad un obiettivo, permettendo di costruire sviluppo dentro le dimensioni di cambiamento, assunte come indizi per pensare il rapporto tra contesto e problemi. A partire da un’analisi dei modelli interpretativi (Carli e Paniccia, 2003), tratti del senso comune o dal modello medico, con cui la scuola legge i problemi che vive, gli interventi proposti sollecitano una riflessione su diverse questioni, quali il rapporto tra disabilità e scuola, tra relazione e apprendimento e tra scuola e famiglia (Carli, 2001).

OMOSESSUALITÀ, SCUOLA, FAMIGLIA: UNA RELAZIONE POSSIBILE?

Famiglie Arcobaleno*, Antonella Erra**, Agostino Carbone***, Margherita Vitale**

*Associazione di promozione sociale, **Ordine Psicologi Campania-Salerno, ***Università degli Studi di Napoli Federico II

La genitorialità è da sempre eterosessuale? Nel 2004 è stata fondata in Italia allo scopo di proteggere e garantire il futuro dei loro nascituri, l’associazione Famiglie Arcobaleno, un organizzazione che raccoglie coppie di genitori omosessuali che non hanno rinunciato al desiderio di accudire e allevare un figlio, attraverso le tecniche di procreazione assistita (Cadoret, 2008).

Il contributo esplora la relazione tra queste famiglie e i loro desideri, nonché i problemi con cui si ritrovano a dover affrontare nell’incontro con l’estraneità, con una cultura che organizza e riconosce il legame genitore-figlio attraverso i canoni dell’eterosessualità e dello ius sanguinis (Arcidiacono e Carbone, 2013), confondendo molto spesso questioni che riguardano il matrimonio con la competenza a essere buoni genitori.

Attraverso un campionamento teorico a scelta ragionata (Strauss e Corbin, 2009) sono state intervistate 8 donne, a cui è stato chiesto di descrivere l’esperienza della maternità.

Le interviste narrative analizzate attraverso l’Analisi Emozionale del Testo (Carli e Paniccia, 2002) effettuata attraverso un analisi dei cluster di parole con il software T-LAB, mettono in risalto i problemi con cui la famiglia e il bambino sono chiamati ad affrontare nel rapporto con il contesto sociale: derisione, negazione, talvolta esclusione. Uno dei contesti che desta maggior timore è a loro dire la

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discutere di diversità e di integrazione. Le interviste presentano casi di emarginazione messe in atto dalle insegnati, e dai compagni di scuola così pure gli esempi di integrazione spesso avvenuti attraverso la mediazione dell’associazione FA e dei professionisti a cui fanno capo (psicologi, pedagogisti, giuristi).

UN INTERVENTO DI PRESA IN CARICO DI UN MINORE TRA SERVIZI TERRITORIALI, SCUOLA E FAMIGLIA

Maria Angela Martire

Scuola di Psicoterapia Psicoanalitica, Roma

Questo lavoro contribuisce alla riflessione sullo sviluppo che può avere una domanda di intervento sulla disabilità rivolta alla psicologia, attraverso la presentazione di un caso di un intervento integrativo di presa in carico dei rapporti tra ASL, Scuola e Famiglia, a partire dalle difficoltà relazionali di un minore disabile.

Il punto di vista attraverso cui è declinato il tema è quello di un’insegnante di sostegno, psicologa in un istituto di Firenze, cui è stato chiesto di mediare il conflitto tra scuola e famiglia. (Carli, 2001).

Il metodo attraverso il quale è presentato l’intervento è il resoconto psicologico (Carli e Paniccia, 2005). Si tratta, in altri termini, di organizzare entro categorie di pensiero quanto sta avvenendo emozionalmente entro la relazione; a partire dal vissuto proprio, ma andando oltre il proprio vissuto, per conferire ad esso un significato relazionale capace di individuare le linee del processo che caratterizza la relazione stessa.

Gli argomenti trattati partecipano al dibattito su disabilità (Paniccia, 2012) e scuola, ambito in cui gli psicologi sono sempre più implicati anche se spesso con nuovi ruoli e funzioni poco esplorate.

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UNA RICERCA-INTERVENTO SULLA FUNZIONE DELL’ASSISTENZA ALLE FAMIGLIE DI PERSONE CON SLA

Maria Carlino

Università degli Studi di Napoli Federico II

Un’Associazione Temporanea di Scopo del sud Italia, ha realizzato un progetto regionale di supporto alle famiglie di pazienti con Sclerosi Laterale Amiotrofica (S.L.A.) nel territorio di una ASL in convenzione, con la finalità di supportare tali famiglie nell’affrontare il proprio ruolo di cura verso persone che vivono una progressiva compromissione della salute.

In una prima fase, mediante il questionario CBI somministrato, somministrato in fase pre e post-intervento, è stata effettuata una la valutazione del carico assistenziale delle famiglie.

I Risultati sono stati condivisi con gli altri componenti del team, psicologi, medici, assistenti sociali, fisioterapisti, logopedisti, OSS allo scopo costruire strategie efficaci e condivise nel promuovere: benessere organizzativo per gli operatori, efficacia in termini di riacquisizione di salute per i destinatari dell’assistenza (Zani, Cicognani 2000).

Promuovere cambiamento in ambito socio-sanitario ha significato riorganizzare rapporti fortemente compromessi e mutati dall’insorgenza della malattia e dai cambiamenti psico-fisici che hanno interessato il soggetto affetto da SLA (lenta perdita dell’autonomia, impotenza e angoscia di morte). L’obiettivo della ricerca-intervento è stato di dar voce alle credenze e alle emozioni angoscianti che molto spesso si trasformano in tensioni tra operatori sanitari e famiglia. Il concetto di assistenza assume in questo caso un nuovo significato: non solo assistenza al singolo, ma prima di tutto

alla relazione che si incarica di intervenire sui significati della cronicità della malattia.

Riferimenti bibliografici.

Arcidiacono, C. & Carbone, A. (2013). Il Genere come categoria

sociale. S. Smiraglia (eds.) Fondamenti di Psicologia Sociale. Roma:

Carocci

Cadoret, A. (2008). Genitori come gli altri: Omosessualità e

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