O tu che vuoi Allah, ripeterò per te le mie parole: presta attenzione! Quando le avrai ben comprese, tramite di esse arriverai ad Allah. Tuo compito, oh murīd, è bere il Vino della Dottrina dell’Unità (tawḥīd)125:
e se desideri un ‘di più’ (mazīd) dimentica l’alterità, allontanandola da te. Ricorda il Nome Supremo126, e avvolgi l’universo intero: farai bottino.
Tuffati nel Mare dell’ancestralità senza tempo: ecco il Mare di Allah.
Tuffati nel Mare delle luci, dei significati metafisici, dei segreti. Fai scomparire queste
124murīd (ديرم - dalla radice verbale araba دارأ –volere-), cioè il discepolo. La persona che prende il patto iniziatico
con lo Šayḫ si pone nei termini di ‘colui che vuole’ Allah, quindi l’accento semantico è posto sulle sue qualità volitive. Il murīd realizzato riconoscerà che è Allah stesso l’Unico che vuole, perché il ‘volere’ è uno degli attributi divini.
125 [“la dottrina del tawḥīd costituisce la quintessenza della professione di fede islamica espressa mediante la
formula lā ilāha illā ’Llāh, ‘non vi è divinità se non Dio’, che è il primo dei cinque pilastri su cui si fonda l’Islam. Credervi e professare questa formula costituisce la Legge (šarī‘a), il recitarla come un’invocazione costante è uno dei metodi principali della Via (ṭarīqa) e penetrarne l’intima natura fino ad essere estinti nella realtà stessa di questa Unità è il fine ultimo della realizzazione spirituale”, Kalābāḏī ‘Il sufismo nelle parole degli antichi’ a cura di Urizzi Paolo, pag.65 op.cit.
126Al-’ismu l-a‘ẓam (ْمَظْعَلأاَمْسِلإا), il ‘Nome Supremo’, cioè il nome ‘Allah’, ma l’espressione in oggetto può altresì
indicare un nome divino conosciuto a pochi e con il quale si ottiene ciò che si chiede, secondo alcuni aḥādīṯ. Il Nome supremo è ricordato (ḏikr) in alcune turuq secondo particolari modalità operative trasmesse dallo Šayḫ. [“Dice Al-Šarnūbī: ‘Allah mette in ognuno dei Nomi un segreto diverso da quello che è negli altri. Ora, ad Allah appartengono dei servi tali che quando ’realizzano’ i Suoi Nomi le cose vengono in essere…Per questo uno di coloro che hanno raggiunto la Conoscenza metafisica ha detto: ’Dire Nel Nome di Allah da parte tua, è come dire Sii (نك kun) da parte di Allah’. ‘Dala’ilu l-Ḫayrāt’, a cura di Zamboni Lodovico, op. cit. pag. 216]
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dimore [contingenti], e il tuo cuore otterrà ciò che desidera. Svanisci nell’Adorato: gusterai il significato della contemplazione.
La Realtà infatti non viene che dalla Luce di Allah.127
Il mondo sensibile, il mondo sottile e il mondo spirituale puro128: sono tutte qualificazioni, ed è l’Essenza che viene da esse Nominata.
Allontanati dagli Attributi129, svanisci nell’Essenza dell’Essenza130: non sono che tinte e colorazioni, il cui divenire è verso Allah.
A Lui la fine, da Lui l’inizio:
è apparso, e l’universo consiste nei Suoi bellissimi ornamenti.
L’universo è per Lui uno specchio, un luogo di manifestazione degli Attributi. Muhammad è la Luce dell’Essenza, su di lui prega Allah131
.
Al-‘Alāwī dice cose da Lui approvate:
127 Il tema della Luce divina sarà sviluppato in modo approfondito al commento alla poesia presentata al paragrafo
III.1.
128 Al-Mulk, Al-Malakūt e Al-Ǧabarūt ( تو ُرَبَجْلا ْتوُكَلَمْلا َكْلُمْلا), cioè, nell’ordine, il mondo grossolano, il mondo
intermedio, o mondo sottile, e il mondo spirituale puro. La suddivisione nei tre mondi dell’Esistente è una concezione tradizionale. A riguardo vedi: “La grande triade” di René Guénon, ed. Adelphi, Milano, 1984
129 Attributo divino (ةف
صلا al-ṣifat). Questo complesso tema teologico è stato fonte di accesi dibattiti nell’ elaborazione del pensiero giuridico e filosofico nel corso della storia islamica. In sintesi, la ‘polarizzazione’ del dibattito si è stabilita tra sostenitori della tesi secondo la quale gli Attributi divini (come la Potenza, la Volontà ecc.) siano increati e coessenziali della divinità essendone un grado ontologico, e chi sosteneva la tesi opposta. Nell’ambito del taṣawwuf l’attenzione al tema in esame si è rivolta principalmente alla differenza, intesa spesso come opposizione, tra gli attributi del Signore e quelli delle Sue creature (povertà, incapacità, debolezza ad es.). [“Realizza in te i tuoi attributi: Egli ti soccorrerà con i suoi. Realizza in te l’umiltà, Egli ti soccorrerà con la Sua Grandezza. Realizza in te l’incapacità, Egli ti soccorrerà con il Suo potere. Realizza in te la debolezza, egli ti soccorrerà con la Sua forza e potenza ”, “Sentenze e colloquio mistico”, a cura di Valdré Caterina, op. cit. pag. 66]
130 L’essenza, Realtà essenziale, (تاذ ḏāt). Tema eminentemente metafisico che ha causato fondamentali dibattiti
nell’elaborazione della teologia e della filosofia islamica, provocando divisioni inconciliabili tra le diverse scuole di pensiero. [C’est à l’occasion de l’analyse sur les Noms et les qualités que les Téologiens islamiques développèrent leur doctrine sur Dieu, sur l’Essence divine, Ses Attributs et ses Relations ontologiques avec l’Univers dans son principe et dans son existence. Trois Écoles, fort différentes de tendance, prendront naissance: -Celle des Mu‘tazilites qui affirment l’Essence divine pour nièr qu’Elle ait des Qualités distinctes d’Elle.- Celle des Jahmites et des Karramites qui affirmentl’immanence et l’antropomorphormisme au sujet de Dieu selon la réalité concrete des symboles traditionelles.-Celle des Ash‘arites et des Māturīdites, dégagea une voie moyenne, qui affirment à la fois l’Essence et les Qualités comme étant réelles, la transcendence et l’immanence. Des nuances sensibles d’écoles existeront au sujet des descriptions antropomorphiques de Dieu. …Il faudra attendre le contemporain de Rāzī, Muḥyī ad-Dīn Ibn ‘Arabi, le Maître par excellence, comme il sera appellé chez les raprésentant du Taçawwuf, pour concilier les aspects apparemment contradictoires du problème fondamental sur l’Essence, les qualitées, sur l’Existence ou l’Être et sur la manifestation divine”, Traité sur les noms divins” tr.fr. Maurice Gloton, Dervy-livres, Paris, 1986-libro I, pag XX].
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Richiamo al versetto del Corano: “Dio e i Suoi angeli Allah benedicono il Profeta, e voi che credete, anche voi pregate per lui e augurategli: ‘Pace’ (Cor. XXXIII-56). Il tema della benedizione di Allah sul Profeta è di fondamentale importanza nella religione islamica e nel ṭaṣawwuf in particolare. All’ingiunzione scritturale ne consegue la pratica frequentissima, nella vita di ogni credente, della ‘Preghiera sul Profeta’, come eulogia rituale di orientamento verso la fonte e il modello di ogni bene.
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gli intelletti prendono ad amarLo pazzamente, e scompaiono in Allah.
۞
ْنِإ يِتَّبِحَأ
ٍقْدِص ىَلَع ْمُتْنُك
يِرْيِس ىَلَع اوُيرِس ِليِبَّسلا ُسْفَن َكاَذَف / يِرْمَأ ْنِم ٍقْدِص ىَلَع ْمُتْنُك ْنِإ يِتَّبِحَأ
ُتْسَلَف
ِرْهَجْلا َو ِّرِّسلا يِف ِللهاِب ُفِراَعْلا اَنَأ / ٍمْهَو لا َو ِللهاَت ٍّكَش ىَلَع
ِرْهَّدلا ِةَّدُم يِف َّيَدَل اًكْلِم َراَصَف / ُهُتْكَلَم َّمُث ِّبُحْلا ِسْأَك ْنِم ُتيِقُس
ُدوُجْلا َكاَذَف ُدوُجْلاَف / ِهِّرِسِب اَنْيَلَع َداَج ْنَم ُللها ىَزَج
ِّرِّسلاِب َداَج ْنَم
ِرْكُّشلاِب َذَخَأ ِللها َّرِس َناَص ْنَم َو / اَهِنْوَص َو ِةَقيِقَحْلا ِمْتَك ىَلَع اَنْلِمَع
يِرْدَأ لا ُثْيَح ْنَم ِديِرْجَّتلِل يِنَلَّهَأ / اَهِرْشَنِب يِّنَع ُباَّهَوْلا َداَج اَّمَل َو
ِّصلا َو ِمْزَعْلا َفْيَس يِنْدَّلَق َو
ٍرْمَخ ْنِم ُهَل اَيَف اًرْمَخ يِنَحَنَم َو / اَقُتلا َو ِقْد
ِرْكُّسلا ِديِزَمِل ُناَرْكَّسلا ُجاَتْحَي اَمَك / اَهِبْرُشِل اًّرُط ُّلُكْلا ُجاَتْحَي ٌةَرْمَخ
ْصَعْلا اَذ يِف َياَوِس ٍقاَس ْنِم اَهَل ْلَه َو / اَهَرِصاَع ُتْنُك َو يِقاَس اَهَل ُتْرِصَف
ِر
ٍرْصَح لاِب ُأَشَي ْنَم ِهِلْضَفِب ُّصَتْخَي / اَنُّبَر َلاَق ْدَق َو ُتْلُق ْنِإ َوْرَغ لا َو
ِرْكُّشلا َو ِءاَنَّثلا َو ِدْمَحْلا ُديِزَم ُهَلَف / ُأَشَي ْنَم ِهِتْؤُي ِللها ُلْضَف َكِلاَذ َو
يِنْدِّيَأ / َكِحوُر َو ِبيِبَحْلا ِحوُرِب ِّبَر اَي َأ
يِرْمَأ يِل ْرِّسَي َو ِسْدُقْلا ِحوُرِب
ِرْشَحْلا َمْوَي يِنِزْحُت لا َو َكِراَصْنَأ ْنِم / اًريِزَو يِل ْلَعْجا َو يِّبَر يِتَدْقُع ْلُلْحا َو
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