2.3 Per la prevenzione della dispersione: i protagonisti del territorio
2.3.5 Alleanza Servizio Sociale-Scuola-famiglia
Il dizionario della lingua italiana definisce il termine alleanza come accordo o unione sulla base di comuni interessi (Sabatini, Coletti, 2006) .
Abbiamo deciso di utilizzare questo termine perché rappresenta efficacemente il legame Scuola-Servizio Sociale-famiglia, protagonisti della scena pubblica, promotori del benessere e della tutela minorile.
Nell‟ambito della dispersione scolastica, l‟agire integrato è proclamato a vari livelli istituzionali e promosso in tutte le più recenti normative. In ambito europeo, nella Raccomandazione del Consiglio Europeo del 2011 sulle politiche di riduzione dell‟abbandono scolastico si parla chiaramente di “Strategie globali relative all'abbandono scolastico richiedono una pluralità di interventi coordinati in diversi settori e l'integrazione di misure per la riduzione dell'abbandono scolastico in tutte le politiche per l'infanzia e per i giovani”; tra le iniziative di intervento “stabilire una rete di rapporti con i genitori e altri soggetti esterni alla scuola, come comunità locali, organizzazioni che rappresentano immigrati o minoranze, associazioni sportive e culturali o organizzazioni di datori di lavoro e della società civile, permette di trovare soluzioni globali per aiutare studenti a rischio e facilitare l'accesso all'aiuto esterno, ad esempio di psicologi, assistenti sociali e operatori giovanili, servizi culturali e locali” (Gazzetta Ufficiale dell‟Unione Europea, 2011, pp. 4-5).
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La scuola di oggi deve uscire dai propri luoghi e aprirsi al territorio, a partire da un coinvolgimento della famiglia che, come rilevato dal quinto rapporto sulla condizione giovanile in Italia “non ha certo perso la sua centralità, anzi la percentuale di coloro che continuano a ritenerla „molto importante‟ è sempre molto elevata, dal momento che si aggira intorno all‟86% dell‟intero campione” (De Lillo, 2000, p. 10).
L‟idea che la cooperazione tra famiglie e Scuola costituisca un fattore importante per favorire l‟apprendimento e la formazione globale, è gradualmente penetrata nella sensibilità socio educativa dei genitori e degli insegnanti, ma non si può però negare che i rapporti tra queste due agenzie educative siano a volte conflittuali, rapporto delicato e complesso da sempre. Gli Osservatori Scolastici e gli Istituti annualmente promuovono iniziative per favorire il dialogo costruttivo ma l‟alleanza educativa fatica a realizzarsi. Un‟interessante indagine CENSIS del 2003 “Pochi rischi, siamo genitori” ha registrato che il 64% delle famiglie denuncia una condizione di solitudine nei momenti di bisogno e non ottiene il supporto adeguato nei momenti di difficoltà da quella rete istituzionale con scuola e servizi pubblici che risulterebbe strategica (CENSIS 2003, p. 12).
“Scuola e famiglia devono interagire in un‟ottica di prevenzione attraverso il dialogo, lo scambio e la mediazione, in virtù della responsabilità di attuare ciò che si afferma, si pensa e si mette in atto per lo sviluppo dell‟identità dei ragazzi e dell‟educazione alla cittadinanza” (Fiore, Gallina, 2010, p.12). C‟è da dire che le trasformazioni della famiglia, effetto dei cambiamenti politici economici e sociali, hanno influenzato il delicato equilibrio famiglia-Scuola.
Secondo la dott.ssa Bartolomeo dell‟Università Cattolica di Roma, la Scuola è un luogo delicato dove la collaborazione presuppone prima di tutto una buona comunicazione e in base a questo “si possono illustrare tre modelli di incontro tra genitori e insegnanti” (Bartolomeo, 2004, p. 27); nel modello della sfida/autorità istituzionale i genitori squalificano e non riconoscono la Scuola con il risultato di un‟alleanza educativa debole e dove entrambe le parti provano diffidenza reciproca con genitori che hanno vissuti di scarsa autostima e provenienti da un ambiente socio-culturale ed economico fragile; nel
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modello di sottomissione/dipendenza amicale i genitori tendono a delegare l‟insegnante, hanno una scarsa autostima e percezione delle proprie competenze a livello educativo, a casa non riescono a sostenere i figli nelle esecuzione dei compiti e il genitore è in relazione di dipendenza con l‟insegnante; nel modello della partecipazione/competenza professionale la relazione è basata sulla fiducia e sul rispetto reciproco, i genitori cercano aiuto e suggerimenti nella Scuola e il progetto sul minore è costruito insieme per cui il genitore è riconosciuto come portatore di risorse ed è con queste condizioni che è possibile l‟alleanza educativa, fattore di protezione del successo formativo degli alunni, unione che diventa anche condivisione delle responsabilità.
Il rischio di una condizione di passività del genitore rispetto alle proposte della Scuola è quello di una comunicazione chiusa e unilaterale; in frequenti occasioni invece si realizzano dinamiche caratterizzate da accuse reciproche rispetto a problemi scolastici del figlio, in cui gli insegnanti si trovano di fronte a genitori che non vogliono e non sanno ascoltare, difensivi, apparentemente demotivati, che preferiscono accusare la Scuola o l‟insegnante piuttosto che tentare onestamente di risolvere i problemi dei figli. Proprio in questo tipo di relazioni si può inserire il Servizio Sociale in un ruolo di mediatore e facilitatore di queste dinamiche avendo cura di organizzare insieme alla Scuola “di iniziative di appoggio alla famiglia nelle sue molteplici funzioni educative” (Regione Toscana, 2004). É vero altresì che gli stessi pregiudizi che alimentano gli insegnanti verso il Servizio Sociale sono interiorizzati anche nelle famiglie che tendono ad evitare il contatto con l‟assistente sociale per paura e vergogna.
Obiettivo di questa tesi è realizzare una riflessione sull‟importanza di costruire fin da subito un‟alleanza con la famiglia, a partire dai primi segnali di disagio che l‟insegnante intercetta: solo promuovendo l‟individuazione tempestiva dei segnali di rischio e dell‟agire preventivo, co-progettando insieme un possibile progetto di aiuto al minore e alla famiglia, è possibile prevenire anche il fenomeno della dispersione scolastica. Nella pratica, spetta ai Servizi organizzare “interventi in molteplici dimensioni, nei confronti delle famiglie degli studenti a rischio, potenziandone i compiti e le capacità educative”
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(Commissione Europea, 2013, p. 15). I Servizi devono potenziare la famiglia affinché diventi protagonista in un progetto di sostegno di sé stessa e al proprio figlio.
Il Comune quale “ente con funzioni di programmazione e progettazione nell‟ambito del sistema di servizi sociali a rete” in base alla L. 328/2000 ha il compito di promuovere la costruzione e la sensibilità al tema dell‟alleanza tra Scuola-Servizio-famiglia ai fini di una progettualità comune. Il Servizio Sociale è il collante di questa alleanza.
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CAPITOLO 3