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STUDIO CLINICO

6 ALTERAZIONE STATO MENTALE (SOSP) 0,75 ° MESE

7 DISURIA (SOSP) 3 3° MESE

8 CONFUSIONE (RID) 0,17 6° MESE

9 PSICOSI (RID) 0,8 18° MESE

10 ALLUCINAZIONI (SOSP) 1,2 2° MESE

11 CONFUSIONE (SOSP) 5 5° MESE

Tab.5 Effetti collaterali. Con SOSP si indica la sospensione della terapia dopo l’insorgenza di

eventi avversi e con RID se ne indica la riduzione.

Da questi dati si nota come il periodo di insorgenza degli eventi avversi e il dosaggio della loro

EVENTI AVVERSI PAZIENTI

CONFUSIONE 4

ALLUCINAZIONI 3

EDEMA GAMBE 1

ALTERAZIONE STATO MENTALE 1

DISURIA 1

NAUSEA 1

PSICOSI 1

Tab.6

Il 27% dei nostri pazienti ha dovuto sospendere la terapia dopo l’insorgenza dell’effetto collaterale

mentre nel 13% è stato sufficiente un aggiustamento.

Fig. 13

Facendo un’analisi dei nostri dati si nota come solo il 20% dei nostri pazienti oncologici presenti

effetti collaterali, mentre manifestano eventi avversi il 45% dei pazienti non oncologici.

60% 27%

13%

no effetti collaterali effetti collaterali e sospensione effetti collaterali e riduzione

Fig.14

Facendo un’analisi dei nostri dati per quanto riguarda i disturbi psicologici, abbiamo notato che il

39% dei pazienti non oncologici presenta un disturbo psichiatrico preesistente mentre negli

oncologici questo rappresenta solo l’1% ed è invece più rappresentato un disturbo dell’adattamento

(41%).

Fig.15

oncologici non oncologici 20%

45% 80%

55% effetti collaterali no effetti collaterali

0% 20% 40% 60% 80% 100%

non ocnologici oncologici

20% 41%

39% 1%

41%

58%

disturbo dell'adattamento disturbo psichiatrico preesistente nessun disturbo psichiatrico

DISCUSSIONE E CONCLUSIONI

Dall’analisi dei dati a disposizione, innanzitutto è da notare che i nostri pazienti in terapia con

Ziconotide ed in follow up maggiore o uguale a 12 mesi risultano in maggioranza soggetti affetti da

patologia non oncologica rispetto a quella oncologica.

Fig.16

Questo però non è in relazione ad un minor uso del farmaco in questi ultimi pazienti, che anzi

risultano più responsivi (secondo letteratura) ai suoi effetti benefici, ma piuttosto all’impossibilità di

raggiungere un follow up adeguato a 12 mesi per decesso.

Dai nostri dati, nella terapia combinata con morfina e ziconotide abbiamo una tendenza alla

stabilizzazione del dosaggio della morfina a partire dal 12°-18° mese visibile nei soggetti non

oncologici con follow up maggiore di 18 mesi. Se consideriamo l’ipotetico sinergismo dello

ziconotide quando è combinato con la morfina e il potenziale decremento del dosaggio degli

oppioidi come conseguenza, è importante valutare con uno studio futuro la possibile insorgenza di

effetti avversi dovuta alla combinazione stessa dei farmaci.

pazienti 10

20

Dall’analisi dei nostri risultati lo ziconotide risulta efficace da solo o in combinazione con altri

farmaci intratecali e si conferma come buon farmaco nel trattamento del dolore cronico,

specialmente nei pazienti oncologici. Comunque, nonostante la riduzione del dolore e il

miglioramento nella qualità della vita che abbiamo riportato, c’è la necessità di rivalutare

l’efficacia e la tollerabilità del follow up a lungo termine del trattamento intratecale con ziconotide,

da solo o in combinazione con altri farmaci, in un gruppo di pazienti più ampio e non con patologia

oncologica.

Per quanto riguarda la sicurezza e la tollerabilità del farmaco abbiamo visto che tra i soggetti che

hanno manifestato effetti collaterali, solo in 3 casi è stato ridotto il dosaggio con remissione

dell’effetto collaterale mentre negli altri casi è stata necessaria la totale sospensione.

Il tempo di insorgenza degli eventi avversi ed il dosaggio che li determinava sono risultati

estremamente variabili e poco prevedibili per cui risulta importante poter controllare gli unici fattori

di rischio prevedibili:

- dosaggio adeguato e aumenti congrui alle linee guida;

- valutazione dei disturbi psicologici preesistenti.

Infatti è interessante notare che, dopo la pubblicazione delle nuove linee guida stilate dalla PACC

(Polyanalgesic Consensus Conference) del 2016 per quanto riguarda la somministrazione dei

farmaci per via intratecale, c’è stata una riduzione nell’insorgenza degli effetti collaterali dovuta

Fig.17

Lo ziconotide veniva aggiunto alla terapia al persistere del dolore nonostante 3-4 aumenti

dell’oppioide intratecale del 25% (solitamente avveniva entro 15 giorni/1 mese dall’impianto della

pompa antalgica) .

Veniva iniziato al dosaggio di 0,5-1,2 mcg/die per poi essere incrementato:

-di 0,5-1 mcg ogni settimana, se necessario, nel periodo precedente il 2016;

-di una quantità <0,5 mcg ogni settimana, se necessario, nel periodo successivo alle linee guida del

2016.

Nel nostro gruppo di pazienti l’insorgenza di eventi avversi compare in percentuale maggiore nei

soggetti non oncologici (45%) rispetto a quelli oncologici (20%). Questi dati sono unanimi nel

confermare l’outcome negativo e la predisposizione agli effetti collaterali con la terapia con

ziconotide causati dai sottostanti problemi psicologici dei pazienti non oncologici.

Questo è differente nei pazienti oncologici, dove i disordini psichiatrici sono per lo più reattivi alla

patologia e solitamente vengono trattati all’origine. Questi pazienti hanno avuto un’incidenza molto

bassa di effetti collaterali e un miglioramento nel controllo del dolore.

Risulta quindi molto importante a nostro avviso un’attenta valutazione psicologica dei pazienti

candidati a trattamento intratecale con ziconotide ma anche in generale di tutti i pazienti affetti da

2014 2015 2016 2017 4 3 7 6 5 4 2 0 no effetti collaterali effetti collaterali

dolore cronico. In letteratura infatti risulta che la prevalenza di comorbidità tra dolore cronico e

ansia e depressione va dal 30 al 60%. È noto che il dolore influisce negativamente sulla prognosi e il trattamento della depressione e viceversa. Tuttavia, i disordini psichiatrici nei pazienti con dolore

cronico sono spesso sottostimati (70% in letteratura) e per questo portano alla cronicizzazione del

disturbo stesso, risultando in una inadeguata risposta successiva al trattamento antalgico (nel nostro

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