Altra apparizione che sembra p re
sagire cose più consolanti è quella avvenuta in Francia i l 7 gennaio 1871.
Noi ci serviamo delle stesse parole con cui è raccontato dal giornale La F rusta di Roma, 7 marzo e dalla Dé- centralisation giornale di Francia.
Racconto di un'apparizione della S S . Ver
gine accaduta nel villaggio di Pont-M in, comune di S a int-E llier, cantone di Lan- divy, dipartimento della Mayenne in Fran
cia, ai 17 gennaio 1871.
« Un ragazzo di 11 an n i, era oc
cupato a pestare la biada pel suo ca
vallo in compagnia di suo padre in u n granaio del borgo.
« Essendo uscito verso le sei della s e r a , egli considerava il tempo, che gli sembrava assai b e ll o , quando fu tutto ad un tratto preso da stupore e di ammirazione nel vedere al di sopra della casa del signor Lecoq, una donna alta e bella, vestita con una sottana tu rch in a seminata di s te lle , acconciato il capo di un velo sorm on
tato da u n a corona.
« Il fanciullo chiam a subito suo padre, che accorre, ma non vedendo nulla, si b u rla di suo figlio e lo r i m anda al lavoro.
« La curiosità peraltro ricondusse il piccolo ragazzo nel luogo ove egli a- veva veduto la Signora colle scarpe e colla corona di oro. La maravigliosa apparizione continua ad incantarlo.
Esso chiama sua m adre, che al pari di suo marito non potendo vedere niente sgrida il povero fanciullo e lo tratta da insensato.
« Allora egli grida a suo fratello dell’età di 9 a n n i , di venire presto accanto a sè e questo p u re distingue perfettamente l ' immagine aerea ra
-diante di bellezza. Invano i parenti stupefatti dubitano an c o ra ... I due fanciulli sostengono di avere la S i
gnora innanzi agli occhi e ne fanno la medesima descrizione.
« G ra n d e agitazione regna in questo umile villaggio; un assembramento si forma subito e cresce sempre più in torno a quei piccoli ragazzi che rac
contano così belle cose.
« Due monache istitutrici, uscendo dalla loro scuola, maravigliate di que
sto assembramento, si avvicinano e si informano dell’avvenimento che può attrarre tanta gente e cagionare una tale emozione. Esse interrogano i fa n ciulli e ricevono con pio incanto le loro dichiarazioni persistenti; ma è invano che esse tengono i loro occhi fissi verso il luogo dell’apparizione, non vedono niente.
« Rientrate nel loro c o n v itto , le Monache ancor tutte commosse, in
vitano tre delle loro scolari di andare a vedere presso ai giovani ragazzi al di sopra dell’abitazione di Lecoq. Tre piccole fanciulle l ' una di 12 a n n i ,
l ' altra di 9, e l ' ultima di 8 anni e m e z z o , si affrettano di rendersi al luogo della visione celeste.
« Appena arrivate, la più avanzata in età esclama: — È la Madonna SS.
Oh! quanto è bella!
« Essa è alta come suor Vitaliana, disse l ' altra di 9 anni.
E le due piccole fanciulle fanno una descrizione simile del tutto a quella de’ piccoli ragazzi.
« Allora l’emozione e la maraviglia raddopiano in presenza delle affer
mazioni sempre più precise di questi giovani testimonii, che, così fortuita
mente riuniti, non possono veramente essere nè gli autori, nè i complici di una soperchieria di questa natura.
« Il fatto diventa seriissimo ed allora si manda a chiamare il C u ra to , ve
nerando vecchio, che conduce ed e- difi ca quella parochietta da 37 o 38 anni.
« Senza dare molta importanza a queste prime informazioni, egli giu
dica, e con ragione, di andare ad e- saminare ciò che accade, e verificare
da se medesimo ciò che vi può essere di vero in questi r u m o r i , e di fon
dato in queste relazioni.
« Appena arrivato al luogo, i fan
ciulli esclamavano: — Una croce rossa si forma sul petto della Madonna San
tissima! — Allora il buon curato disse ai suoi parochiani: — Figli m i e i , preghiamo e recitiamo la corona.
« Nel m entre che si recitavano le Ave Maria, le stelle si moltiplicavano sulla veste di Maria, era al dire dei fanciulli, come un formicaio di scin- tillette dorate.
« Dopo la recita della corona, si cantò il Magnificat: allora si sviluppò uno stendardo lungo dieci metri in circa e largo un metro.
« Tutto ad un tratto u n ’asta dorata si formò sullo stendardo, e nel m e n tre che si cantavano i versetti del Can
tico della SS. Vergine appariva l’iscri
zione seguente.
« Sulla medesima r i g a ... — Mais priez, mes enfants, Dieu vous exaucera e n peu de temps. Ma pregate, figli m iei, Iddio v i esaudirà fra poco tempo! poi
un punto dorato rosso come il sole e al disotto: Mon fils se laisse toucher!
Mio figlio si lascia placare! — E la linea si term ina da una grande balza rossa.
« Nel m entre che si recitava il Ro
sario, avevano fatto venire un altro fanciullo di sei anni che vide anche egli benissimo l ' apparizione.
Ciò che testimonierebbe irrefuta
bilmente della realtà del prodigio, sa
rebbe l ' attitudine e le mosse d’un fanciullo di 18 mesi. Quando la m a
dre lo voltava dalla parte opposta egli faceva visibili sforzi per essere rivol
tato verso la splendida apparizione.
« Dopo il Magnificat si cantò l 'I n violata. Nel m entre la Madonna SS.
alzò un poco gli occhi e sorrise ai fanciulli.
« In seguito s’ intuonò la Salve R e
gina. Allora Maria Santissima ravvi
cinò e riu n ì le sue mani chiuse come per po rtare un a bandiera.
« Una croce rossa venne a collo- carvisi. Un Crocifìsso più rosso era collocato sulla Croce ed al posto del
l’ iscrizione INRI si trovava in lettere lunghe di 10 centimetri: Iésus Christ.
Si recitarono ancora più Cantici e le Litanie. Allora intorno alla Madonna Santissima si formò u n ’aureola az
zurra che l ' inviluppò interamente.
All’altezza de’ piedi e delle spalle ap
parirono nell’aureola medesima quat
tro ceri cortissimi. Poi una stella sem
b rò uscire dai piedi della Santissima Vergine ed accese successivamente i due ceri dei piedi, e i due delle spalle e venne a collocarsi sulla corona.
« Infine la Vergine sembrò p r e n dere dietro a sè un gran velo bianco di cui si coprì tutta intera. Non si vide più altro che l’alto della corona ed il tutto sparì.
R E L A Z I O N E
di Monsig. PIETRO LOSANNA vescovo di Biella
INTORNO AL FATTO AVVENUTO NELLA CAPPELLA DELLA MADONNA D’OROPA
il 2 8 l u g l i o 1 8 6 9
La istantanea guarigione ottenuta per l’intercessione di Maria SS. d’O- ropa dalla giovane Vittoria Maria Mei- nardi di Carignano ha meritam ente commossi i fedeli di questa nostra Diocesi, e tutti i devoti di quel San
tuario, che sappiamo vivamente desi
derosi di conoscere da quali circostanze fosse accompagnato quel mirabile fatto.
Crediamo pertanto opportuno, appog
giati anche all’unanime parere di una Commissione di dotti e pii Teologi e Sacerdoti, presso noi espressamente
convocati, di pubblicare la presente notificanza a sfogo della comune pietà.
L’Amministrazione del R. Ospizio di Carità della città di Carignano che suole annualmente concedere uno o due giorni di diporto alli poveri ric o v e ra ti, aderiva nello scorso luglio alle vive istanze dei m edesim i, di permettere loro quest’anno una visita al Santuario d’ Oropa. F ra i ricoverati avvi una povera giovane, p er nome Vittoria Meinardi, nata il sette maggio mille ottocento trentasei, orfana fin da te
n era età d' amendue i g e n i to r i , ed entrata in quell’Ospizio il 23 agosto 1 842. Sugli undici anni essa fu col
pita da gravi dolori ai piedi e da forti artriti, che in breve tempo la r i d u s sero nell’impossibilità di camm inare, neppur colle gruccie, e neanco di star ginocchioni. Il medico dell’Ospizio, sig. Bionda, ora defunto e il quale allora la visitò, a nulla riuscendo o- gni rimedio, la dichiarava incurabile.
Lo stato dell’infelice era veramente miserevole. Essa non è alta che un
metro e tre c e n ti m e t r i , totalmente rachitica, con un apparato muscolare esilissimo, un ’ossatura universalmente disgraziata, e gibbosità alla colonna vertebrale; da oltre vent’anni ovunque dovesse trasferirsi, o alla chiesa o al dormitorio o a mensa e via dicendo, bisognava che alcuna delle compagne di peso ve la por tasse, e nell’atto del trasporto la regione sua lombare ca
deva inerte fuor delle braccia della portante, essendo essa fin costretta ad aggrapparsi al collo della medesima onde tenervisi, come i due medici attuali dell’Ospizio di cui l’uno la cono
sce da 20 anni e l ' altro da 1 8 , es
pressamente attestano.
Molti di Carignano lo sanno ed han dichiarato, che la conoscevano e la visitavano, massime per motivo dei lavori in cui è valente assai, come sa pure molto bene leggere e scrivere.
La buona Vittoria saputo della p ro gettata visita all’ insigne nostro San
tuario, supplicò caldamente di esservi p ure condotta per chiedere la grazia della guarigione alla Madonna in cui da
lungo tempo aveva riposto una singo
lare fiducia. L’Amministrazione in vi
sta del gran desiderio della medesima e conoscendone la vivissima fede e pietà, glie lo concedeva. P artirono da Carignano alle due antim eridiane del 27 luglio 1869 in num ero di oltre 80 persone, tra cui il M. Rev. Rettore dell’Ospizio e quattro Suore di carità, dette Figlie di s. Vincenzo, alle quali è affidato il regime interno del pio stabilimento. Verso le ore dieci del mattino stesso già erano a Biella, donde non g u a r ì dopo si avviarono alla volta d’Oropa parte a piedi e parte in v ettu ra , tra cui la Vittoria.
La quale con amabile e pia ingenuità nella relazione, che ne scrisse poi, racconta, come lungo quel viaggio di quando in quando si rivolgesse con confidenza alla Madre delle misericor- die, supplicandola di volerle fare quella grazia, e per questo ancora si astenesse dal guardar alcun paese od altra curio
sità, e ad ogni immagine della Vergine che per via incontrava, le rivolgesse al medesino le più ferventi preghiere.
Al Santuario quella sera nulla av
venne di notevole, se non il racconto fatto dal Sacerdote Collegiale cui spet
tava di predicare, come suol farsi ogni giorno nell’estate. Egli prese appunto a parlare delle grazie singolarissime otte
nutesi per intercessione di Maria SS. di Oropa e fra molti altri ricorda spe
cialmente il fatto di quel fanciullo da quattro anni, incapace di cam
m i n a r e , e portato dalla madre sua in quella stessa Basilica, dove a sug
gerimento di lei avendo proferto quelle parole: Vergine Santissim a, v i prego di farm i g u a rire, sull’istante g u a rì . Cominciò egli tosto a camminare per la chiesa con universale maraviglia;
il quale racconto fece sovra la povera Vittoria si profonda impressione, e le inspirò tanta confidenza, da tenersi già sicura di conseguire essa pure la de
siderata grazia. Onde quella sera e la seguente m attina non cessava mai di ripetere quella preghiera medesima.
I l mattino del mercoledì, 28 luglio, quasi tutta la Comunità accostossi alla s. Comunione, e vi fu portata anche
la Vittoria, e quindi dopo la refezione recaronsi alla visita delle Cappelle in gruppi distinti: nell’ultimo, insieme colla madre superiora suor Luigia Chiattone, eravi la nostra giovane con alcune caritatevoli compagne che se la trasmettevano a vicenda. Lesse ella medesima quasi tutte le considerazioni e preghiere apposite, supplicando in ciascuna delle cappelle, come essa racconta, la Santissima Vergine di ot
tenerm i dal suo e m io Gesù la gra
zia di guarire.
Verso le 2 1 2 pom eridiane del giorno stesso, la comunità si raccolse nella chiesa pel canto delle Litanie.
Vittoria fu seduta nel banco prossimo all’altare di s. Filippo, rimpetto alla cappella della Madonna. Ecco il mo
mento, disse allora a Maria, nel quale mi farete questa grazia; tutti pregano per me, fate conoscere a tutti la grande vostra potenza e misericordia; non a- vete da dir altro a Gesù che un voglio, e subito è fatto, e andava ripetendo:
Vergine S a n tissim a , fatem i guarire, fatem i guarire, con altre simili
invo-cazioni. Cantate le Litanie, una delle compagne per nome Domenica Brusa, avvicinatasi a lei, Vittoria, le disse, vien i, ora ti porto dentro nella cap
pella, m a non voglio più portarti via.
Giuntevi, essa volle esser posta a terra, ove potè stare inginocchiata a gran stu
pore delle compagne. Rivoltasi quindi alla superiora, signora madre, le disse, guardi Vittoria è in ginocchio, che le era prima del tutto impossibile. Qui essa a’ piedi dell’altare rinnova le sue fervide preghiere, e votasi a Maria, promettendole, se guarisce, e i supe
rio ri il permettano, di tornare un altro anno al Santuario con una guernitura di propria mano per l 'a l t a r e di Lei.
La superiora intenerita in vederla così ginocchioni, le si pone accanto e le dice all’orecchio, Vittoria, prega, Vit
toria abbi fede... E poco stante, al
zati Vittoria, alzati... Ed ella; non so se posso. La madre l’aiuta, e già Vittoria è in piedi; e quella insistendo, Vittoria coraggio, cam m ina, cam m i
n a ... essa, giunte le mani, fi ssa un istante la Statua della Vergine, quindi
rivolta alla superiora, la Madonna m i ha ottenuta la grazia, afferma con si
curezza, e porgendole la madre un dito della sua sinistra m a n o , essa il prese e si fa per camminare verso la porticina della cappella, e di fatto sul- l ' i stante cammina, esce, discende il gradino... Prodigio, prodigio, escla
ma, non potendo più contenere la sua gioia la buona superiora, ed esclamano con lei dentro la cappella, e nella chiesa tutti i presenti, che erano in gra n num ero, e non pure dell’Ospizio di Carignano, ma di altri luoghi assai.
La commozione prodotta nel loro a- nimo da questa repentina guarigione non è possibile a descriversi da noi...
altro non udivasi, scrive con graziosa e commovente semplicità la stessa Vit
toria, che singhiozzi e p ia n ti di con
solazione: di me non parlo perchè in quel gran momento non so quel che passava, nè che si operava, m a quello che so certamente, si è che io non po
teva camminare ed ora la S S . Vergine d’Oropa m i ha ottenuta la grazia e cam
m ino, e la ricevetti nel giorno 28 luglio.
F u quel di p e r tutto il S a n tu a rio d ’Oropa u n g io rn o di festa, di c a n tici, di lode e rin g ra z ia m e n ti a Dio ed alla V ergine, n o n saziandosi i fe
deli di c e rc a re della Vittoria o n d e coi loro occhi v e d erla a c a m m in a re e rivolgendo nel tem po stesso a lei ed alle su o re m ille in terro g azio n i.
Noi p u re , che del fatto avevamo tosto ricevuto an n u n z io dal Canonico R ettore, e con g ra n d e consolazione il m attin o seguente potem m o ved ere q u e l
la b u o n a giovane nel n ostro palazzo, dove i s u p e r io r i e le su o re dell’istituto con altre sig n o re di Carignano ce la condussero e dove fece alla p resen za n o stra a lc u n i passi senza appoggio di so rta. Ci risu lta in o ltre da a u t e n tich e re la z io n i già rim esseci dietro n o stro invito dall’Ospizio di C a rig n a n o , che g ra n d is s im a f u il m attin o delli 30 luglio la so rp re sa degli a m m in i
stra to ri del m ed esim o , q u a n d o videro co m p a rirs i d in an zi c a m m in a n d o sui suoi piedi la Vittoria Mein a r d i, e fare alcu n i g ir i p e r la sala senza es
sere sostenuta. Siccome alta m araviglia
d e stò l ' a n n u n z io di tale g u a r ig io n e in q u a n t i di quella città l ' aveano p r i m a co n o sciu ta, o n d ’è, che o r d i n a tosi tosto u n trid u o di r in g r a z i a m e n t o n ella chiesa d ell’Ospizio, v’in te rv e n n e , oltre ai ricoverati, n u m e ro s o clero e popolo, m aravigliati tutti di v e d e re la Vittoria stessa tra v e rsa re sovra i suoi piedi la n avata della chiesa.
Essa frattan to co n tin u a a cam m in a re ; anzi come attesta l ' a m m in istrazio n e, con se m p re m a g g io r facilità e d is in voltura.
Ora chi ponga m e n te a tu tte le c irco stan ze onde v enne p re c e d u to ed acco m p ag n ato il fatto i n discorso e s eg n atam en te alle sì diverse condizioni d ella Vittoria p r im a e dopo la visita al S an tu ario d’Oropa, p e r cui m e n tre da p iù di 20 a n n i e r a inabile a m u o versi o ra ca m m in a , com e attestano i due dottori nella a c c e n n a ta lo ro r e lazione, n o n p o trà a m en o di affermare che il dito di Maria è qui m anifesto.
Uniam oci p e rta n to tutti a r e n d e r e le più vive grazie all’Altissimo, e p re n d ia m o da tal fatto o p p o rtu n o a r
g om ento onde c e le b ra re la p ro ssim a solennità con p iù d’e n tu sia sm o , ra v v i
van d o nel n o s tro cu o re la p ietà e la fiducia n ella g r a n D onna d’Oropa, la s. Madre di Dio, p e r cui mezzo l’U- nigenito suo figliuolo e R e d e n to r n o stro si com piace o g n o ra di com piere le p iù splendide m araviglie della sua m iserico rd io sa o n n ip o te n z a . Così sia.
Biella, dal n o stro palazzo vescovile il 25 agosto 1869.
GIO. PIETRO Ve s c o v o.
D. Io r i o S egreta rio .
M A R A V I G L I O S A E F F I C A C I A DI UNA P R O C E S S I O N E ( 1 ) .
Una g ra n d e siccità desolava i paesi della Giudea e si te m eva che a n d a n d o p e rd u ti i raccolti la fame venisse a de c im a re quelle infelici popolazioni.
I T u rc h i a t t e r r i t i dal tim o re di quel disastro si r a d u n a r o n o nelle m oschee a fare s u p p lich e al loro M aom etto, m a n o n essendo stati esauditi fecero rico rso ai p a d ri francescani d im o r a n t i in A en-Ka r e m , supplicandoli a p r e g a r e il Signore Iddio dei c r i stiani affinchè si degnasse di c o n cedere u n a benefica pio ggia. I re li
(1)
D alle c o r r is p o n d e n z e di T e r r a s a n ta p u b b lic a te d a l g i o r n a l e di R o m a . I l Divin Salvatore ric a v ia m o le s e g u e n t i n o tiz ie .giosi a pprofittando delle b u o n e dispo
sizioni di quegli in fedeli decisero di fare u n a p u b b lic a processione di p e n ite n z a p o r ta n d o la s tatu a di s. Gio
v a n n i Battista dalla chiesa del loro convento a qu ella d i s. E lisabetta fu o ri dell’abitato. I T u rch i avvisati p re v e n tivam ente dal piissim o c u r a t o , P. A- vila francescano, spazzarono le vie p e r le q u a li doveva passare la processione.
Il gio rn o 23 m arzo dell’a n n o 1870 dopo il lasso di m olti secoli si vedeva la p r i m a volta in a lb e ra ta in quel paese la croce e si u divano p e r le strad e i sacri cantici dei cattolici. Gl’ infedeli pien i a n c h ’essi d’entusiasm o s p arav an o le lo ro pistole ed i loro fucili in s e gno di allegria e in c h in a v a n o r i v e r e n te m e n te all’im m a g in e del g ra n p re c ursore.
L’ im m ag in e divota r im a s e n ella chiesa di s. E lisabetta dove si andava a p re g a re ogni giorno p e r o ttenere la sospirata grazia. Il dì seg u en te, 4 m arzo fu visto il cielo a n n u v o la rsi quasi a l
l’istante, e poco dopo com inciò la p io g gia che d u rò due giorni di seguito.
I T u rc h i r ic o n o b b e ro in ciò u n m i
racolo di san Giovanni, p e r cui n e l gio rn o 22 dello stesso mese q u a n d o la s tatu a fu r i p o r ta ta n ella chiesa del convento dei F ra n c e s c a n i, r a d d o p p ia r o n o la lo ro festa e vollero p u re p e n e tr a r e in C h i e s a , dove assistettero divoti e silenziosi alla funzione di r e n dim ento di grazie a ll’Altissimo pel b e neficio ric e v u to .
P R O D I G I O S A M A N I F E S T A Z I O N E DI G E S Ù N E L L A SS. E U C A R I S T I A .
Lo stesso an n o , nello stesso paese si fece la solenne p rocessione del SS.
Sacram en to , nel g io rn o del Corpus D o m i n i . Le strad e p e r le quali p a s sava e ra n o state o rn a te ed abbellite dai T u rc h i, i qu ali diceano p u b b lic a m e n te che da quella processione s p e ra v a n o la p re se rv a z io n e delle cavallette, le quali m in a c c ia v an o la totale d is tr u zione dei frutti della t e r r a , m a n g ia n d o p erfino le ra d ic i delle p ia n te e le c o r
tecce degli alberi. I n te r v e n n e r o alla
religiosa processione oltre i F r a n c e s c a ni d im o ran ti di fam iglia in s. G iovanni, v a rii altri del convento del SS. Sal
vatore e di quello di Betlem m e, le m o na c h e del m o n te Sion, le loro a lu n n e in n u m e r o di circa o tta n ta tutte bianco vestite e con b a n d ie re e fiori in m an o . Il sacerdote R atisbona, il famoso E breo convertito dalla Re g in a dei cieli in R om a nella chiesa di s. A ndrea delle F ra tte , e q u a n ti cattolici si trovavano nei d in to rn i ci p re n d e v a n parte. Il n ostro Dio S acram en tato portavasi sotto b a ld a c h in o dal p a d re Giuseppe da Iesi Minore Osservante. Questo ve
n e r a n d o vecchio dall’alta s tatu ra, dai b ia n c h i capelli, dalla c a n d id a e lu n g a b a r b a conosciuto da tutti p e r la s e m p licità di colom ba e p e r la sa n tità della vita, risvegliava n e lla m e n te di chi lo vedeva l’idea del santo vecchio Sim eone.
I M usulmani usciti tutti dalle a b i
tazioni, disposti a g ru p p i q u in c i e q u in d i lungo le vie p e r dove passava la processione, m ira v a n o il devoto c o r
tazioni, disposti a g ru p p i q u in c i e q u in d i lungo le vie p e r dove passava la processione, m ira v a n o il devoto c o r