• Non ci sono risultati.

ANOMALIA SPECIE SINTOMATOLOGIA SPECIFICA

3.2.3 Altra diagnostica per immagin

Il nostro studio si è basato esclusivamente su soggetti con diagnosi ecografica di anomalie uracali, ma, durante la ricerca dei casi è stato trovato un solo caso di diagnosi radiografica con cistografia ascendente che evidenziava una formazione appuntita, cranioventralmente al corpo della vescica: il soggetto era un cane meticcio di 2 mesi, sottoposto a diagnostica per immagini per sospetta rottura dell’uretra. (Fig.3)

30

CAPITOLO 4

DISCUSSIONI

Le anomalie uracali sono reperti infrequenti e spesso occasionali negli animali da compagnia e, in veterinaria, non esistono molti studi a riguardo.

Nascono dall’incompleta atrofizzazione del condotto uracale durante la fase neonatale, anche se non sono ancora chiari i meccanismi di tale processo; possono presentarsi quattro tipologie di anomalie diverse: uraco pervio, diverticolo uracale, cisti uracale e seno uracale, ma in veterinaria se ne aggiunge un quinto tipo, il “legamento uracale”, dato dalla completa fibrosi dell’uraco.1,2

Le patologie uracali risultano avere, in letteratura umana, una scarsa incidenza, probabilmente per il fatto che sono spesso reperti occasionali e non sono, quindi accompagnate da sintomatologia clinica.7 In particolare è riportata un’incidenza di 1 caso di uraco pervio su 7610 bambini (0,013%) e di 5 casi di cisti uracali su 5000 bambini (0,1%), sottoposti ad autopsia.7

Anche nel nostro studio l’incidenza di patologie uracali è risultata essere molto bassa (0,35%), considerando che sono stati trovati 98 soggetti su 28174 ecografie addominali eseguite nel periodo considerato.

In medicina veterinaria ci sono poche informazioni riguardanti l’uraco e le patologie ad esso associate, e questo rende difficile ottenerne una buona stima dell’incidenza8. L’unico studio che dispone di un numero cospicuo di soggetti è uno studio di Groesslinger del 2005 in cui, post eutanasia, vengono effettuate tecniche di cistografia su 50 cani, con successivo esame istologico delle lesioni uracali rinvenute. Di questi 50 soggetti, soltanto 17 (34%) presentavano un diverticolo vescicouracale.8 Altri studi, sia su cani che su gatti, non sono utili ai fini dell’incidenza perché considerano solamente casi con patologia presente. Infatti, nello studio di Groesslinger del 2005 nessuno dei 17 soggetti presentava sintomatologia e nello studio di Osborne del 1987, che analizza 149 gatti con patologia uracale, soltanto il 22% presentava sintomatologia specifica. Lo studio di Wilson del 1979 presentava 9 cani sintomatici, laddove la presenza di sintomatologia costituiva con criterio di inclusione. La bassa incidenza sicuramente nasce dal fatto che siano patologie rare, ma anche perlopiù asintomatiche, e questo è riportato sia in medicina umana2,7, che in medicina veterinaria; nella letteratura veterinaria, infatti, nello studio di Groesslinger del 2005 nessuno dei 17

31 soggetti presentava sintomatologia e nello studio di Osborne del 1987, che analizza 149 gatti con patologia uracale, soltanto il 22% presentava sintomatologia specifica.

Nel nostro studio la percentuale dei soggetti con sintomi specifici è stata superiore a quanto riportato in bibliografia, perché il 53% dei gatti e il 44,7% dei cani presentava sintomatologia specifica, rappresentata da stranguria, ematuria e pollachiuria, mentre i restanti soggetti (27,5% dei soggetti totali) hanno avuto diagnosi di patologia uracale solo come reperto occasionale. Questo potrebbe essere spiegato dal fatto che i nostri pazienti erano soprattutto adulti (94,6%) e, in letteratura, è riportato che la sintomatologia raramente si manifesta prima di 1 anno di età1.

Inoltre, altra causa di mancata diagnosi può essere dovuta alla mancata replezione della vescica; in uno dei nostri casi, infatti, la diagnosi di anomalia uracale è stata effettuata non alla prima visita, ma alla visita di controllo, quando la vescica appariva maggiormente repleta; probabilmente in questo soggetto il diverticolo aveva dimensioni molto ridotte e lume in comunicazione con la vescica, tali da rendersi visibile solo a vescica piena. Questo ci permette, quindi, di indicare lo stato di replezione della vescica come parametro necessario alla valutazione dei soggetti.

A conferma della sintomatologia, il 62,3% dei soggetti presentava alterazioni ecografiche del contenuto vescicale e il 58,2% presentava alterazioni della parete vescicale.

La maggior parte dei soggetti del nostro studio è rappresentata da adulti (89,8%), perchè soltanto il 5% dei gatti e il 18% dei cani presentava età inferiore o uguale a 12 mesi. Questo è probabilmente spiegato dal fatto che la sintomatologia non sembra svilupparsi prima dei 12 mesi di età1, anche se in bibliografia veterinaria sono riportati 3 case report in cui 2/3 soggetti avevano un’età di 4 e 8 mesi. (Hansen,1972).

In letteratura umana, invece, è riportata un’incidenza di 1 su 5000 adulti e quella molto più bassa di 1 su 150000 bambini.

Per quanto la distribuzione tra le specie, in bibliografia veterinaria, seppur povera di studi sulle anomalie uracali, possiamo osservare che le anomalie uracali siano più frequenti nei gatti, piuttosto che nei cani: ad esempio per il gatto esistono 2 case report (Hansen, 1972; Hansen, 1972) e due review (Osborne, 1987; Hansen, 1977), mentre per il cane possiamo affidarci a due studi soltanto, basati sulla contrastografia (Groesslinger, 2005; Wilson, 1979).

32 Anche nel nostro studio la percentuale maggiore di soggetti era costituita da gatti (61%); questo potrebbe essere spiegato dal fatto che nei gatti è più frequente che si sviluppino ostruzioni al flusso urinario che determinano un aumento della pressione intravescicale, con conseguente sviluppo dei diverticoli uracali1. Inoltre, associato a questo, possiamo affermare che l’incidenza è maggiore nei soggetti maschi, maggiormente predisposti allo sviluppo di ostruzioni delle basse vie urinarie1, che possono sviluppare diverticoli vescicouracali con un’incidenza doppia rispetto alle femmine.8

Anche nel nostro studio, infatti, 77 soggetti erano maschi (78,6%), interi o castrati, mentre soltanto 21 erano femmine (21,4%).

Lo strumento riportato in letteratura come il maggiormente utilizzato per fare diagnosi è la radiografia con mezzo di contrasto3, ma spesso sono utilizzate l’ecografia4 e la laparotomia esplorativa5. In umana, è possibile ricorrere anche alla tomografia computerizzata.6

In uno studio di umana è stato visto come per ogni tipologia di anomalia è preferibile l’utilizzo di un mezzo diagnostico differente; in particolare si può utilizzare un mezzo di contrasto per mettere in evidenza i seni uracali, l’ecografia per le cisti uracali e cistografia o ecografia per l’uraco pervio.

In letteratura veterinaria, su 7 casi riportati, due stati diagnosticati con laparotomia esplorativa, in uno è stata fatta diagnosi alla necroscopia e negli ultimi tre le patologie uracali sono state evidenziate dalla cistografia; esiste infatti un solo case report in cui la diagnosi di uraco pervio è stata fatta con ecografia, eseguita però dopo un esame radiografico con mezzo di contrasto, per poter escludere la diagnosi differenziale di diverticolo extramurale.4 è anche vero che sono studi vecchi

Il nostro studio, al contrario, si è basato esclusivamente su soggetti che presentavano diagnosi ecografica di anomalie uracali; possiamo quindi affermare che l’ecografia è un mezzo diagnostico buono e accurato per la diagnosi di anomalie uracali.

Nel nostro studio sono stati identificati tutti i tipi di anomalie uracali, ad eccezione del seno uracale. In bibliografia veterinaria questo tipo di anomalia è citata solo nello studio di Osborne del 1987, nel quale si afferma che è, appunto, non comunemente diagnosticato. In medicina umana, invece, il seno uracale è spesso uno dei maggiori reperti nei soggetti sottoposti a studio.7,10,11

33 In letteratura umana, associate alle anomalie uracali, sono spesso riportate patologie genitourinarie, tra cui ipospadia, ernie ombelicali e inguinali, criptorchidismo, atresia anale, onfalocele, ostruzioni ureteropelviche e, nella maggior parte dei casi, reflusso vescicoureterale.7 Inoltre, le anomalie uracali possono portare a complicanze quali infezioni, soprattutto da specie Stafilococciche, e, più raramente, a neoplasie, come adenocarcinomi.7

Anche in medicina veterinaria, come in umana, sono riportate alcune complicazioni, rappresentate soprattutto da infezioni delle basse vie urinarie.1

Nel nostro studio, invece, non sono state riportate ulteriori complicanze, anche se non sono stati fatti esami colturali sulle urine.

34

CAPITOLO 5

CONCLUSIONI

In conclusione, per evidenziare la presenza di una qualsiasi anomalia uracale, è possibile utilizzare la diagnostica per immagini; in particolare l’ecografia risulta essere un ottimo mezzo diagnostico, anche perché consente la ricerca di eventuali patologie associate alle vie urinarie, come ad esempio la presenza di cistite.

In molti casi le anomalie uracali risultano come reperti occasionali, sarebbe quindi opportuno porre particolare attenzione alla porzione cranio-ventrale del corpo vescicale, anche in diversi decubiti e proiezioni, durante tutti gli esami ecografici, condotti sia per motivi legati a patologie delle vie urinarie che non.

35

Bibliografia

1. Kruger JM, Osborne CA, Lulich JP, Oakley RE. Inherited and congenital diseases of the feline lower urinary tract. Vet Clin North Am Small Anim Pract. 1996;26(2):265- 279.

2. Blichert-Toft M, Nielsen O V. Congenital patient urachus and acquired variants. Diagnosis and treatment. Review of the literature and report of five cases. Acta Chir Scand. 1971;137(8):807-814.

3. Tatekawa Y. Surgical strategy of urachal remnants in children. J Surg Case Reports. 2019.

4. Ndung’u FK, Ndegwa MW, DeMaar TWJ. Patent Urachus with Subsequent Joint Infection in a Free-Living Grevy’s Zebra Foal. J Wildl Dis. 2003;39(1):244-245.

5. Bloch RA, Haefele H, Stephens L. Medical management of a patent urachus in a southern white rhinoceros (Ceratotherium simum simum) calf. J Zoo Wildl Med. 2014;45(2):420-422.

6. Kubus K, Wöckel A, Felton C, Schwarzenberger J, Sobiraj A. Konservative und chirurgische Therapie der Urachusfistel bei einem Alpaka-Cria. Tierärztliche Prax Ausgabe G Großtiere / Nutztiere. 2015;43(06):368-373.

7. Kidd JA, Lu KG, Frazer ML. Ultrasonography of Umbilical Structures. In: Wiley- Blackwell (an imprint of John Wiley & Sons Ltd), ed. Atlas of Equine Ultrasonography. 1st ed. ; 2014:489-492.

8. Steiner A, Lejeune B. Ultrasonographic Assessment of Umbilical Disorders. Vet Clin North Am Food Anim Pract. 2009;25(3):781-794.

9. Rings DM. Umbilical Hernias, Umbilical Abscesses, and Urachal Fistulas. Vet Clin North Am Food Anim Pract. 1995;11(1):137-148.

10. Dennis SM. Patent urachus in a neonatal lamb. Cornell Vet. 1969;59(4):581-584. 11. Weaver ME. Persistent urachus. An observation in miniature swine. Anat Rec.

1966;154(3):701-703. http://doi.wiley.com/10.1002/ar.1091540315.

12. Hansen JS. Persistent urachal ligament in the cat (report of two cases). Vet Med Small Anim Clin. 1972;67(10):1090 passim.

13. Hansen JS. Parent urachus in a cat (a case history). Vet Med Small Anim Clin. 1972;67(4):379-381.

36 14. Hansen JS. Urachal remnant in the cat: occurrence and relationship to the feline

urological syndrome. Vet Med Small Anim Clin. 1977;72(11):1735-1746.

15. Osborne CA, Johnston GR, Kruger JM, O’Brien TD, Lulich JP. Etiopathogenesis and Biological Behavior of Feline Vesicourachal Diverticula. Vet Clin North Am Small Anim Pract. 1987;17(3):697-733.

16. Wilson JW, Kluasner JS, Stevens JB, Osborne CA. Canine Vesicourachal Diverticula. Vet Surg. 1979;8(3):63-67.

17. Groesslinger K, Tham T, Egerbacher M, Lorinson D. Prevalence and radiologic and histologic appearance of vesicourachal diverticula in dogs without clinical signs of urinary tract disease. J Am Vet Med Assoc. 2005;226(3):383-386.

18. Cappele O, Sibert L, Descargues J, Delmas V, Grise P. A study of the anatomic features of the duct of the urachus. Surg Radiol Anat. 2001;23(4):229-235.

19. Parada Villavicencio C, Adam SZ, Nikolaidis P, Yaghmai V, Miller FH. Imaging of the Urachus: Anomalies, Complications, and Mimics. RadioGraphics. 2016;36(7):2049- 2063.

20. Elumalai G, Arif B. Congenital anomalies of urachus. Embryological basis and its clinical significance. Elixir Embriol. 2017;103:45676-46679.

21. Wilson G, Dills L, Goodman R. The relationship of urachal defect in the feline urinary bladder to feline urologic syndrome. Proc 7th Kal Kan Symp. 1983:125-129.

22. Mattoon J, Nyland T. Veterinary Diagnostic Ultrasound. 1st ed. (Saunders, ed.).; 1995.

23. Brovida C. Urogenital defects in dogs. Vet Focus. 2014;24(1):2-9.

24. Boscia D, Baracchini L, Rossi F, Vignoli M. Radiologia Del Cane e Del Gatto. 1st ed. (Editore P, ed.).; 2005.

25. Rahal SC, Mamprim MJ, Torelli SR. What is your diagnosis? Patent urachus. J Am Vet Med Assoc. 2004;225(7):1041-1042.

26. Yu J-S, Kim KW, Lee H-J, Lee Y-J, Yoon C-S, Kim M-J. Urachal Remnant Diseases: Spectrum of CT and US Findings. RadioGraphics. 2001;21(2):451-461.

27. Bartges J, Polzin DJ. Nephrology and Urology of Small Animals. (Bartges J, Polzin DJ, eds.). West Sussex, UK: John Wiley & Sons, Ltd.; 2011.

28. Cornell KK. Cystotomy, partial cystectomy, and tube cystostomy. Clin Tech Small Anim Pract. 2000;15(1):11-16.

Documenti correlati