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DERMATITE UMIDA PERINEALE DEL CONIGLIO.

A seguito di patologie di varia natura che interessano l’area perineale con imbrattamento, quali perdita di urina, perdita di feci, mancata ingestione del

cecotrofo, scolo vaginale, ecc. la permanenza di questi escreti nella zona determina in breve tempo l’insorgenza di una dermatite umida sulla cute molto delicata del coniglio. Il dolore causato al coniglio dall’infiammazione gli impedisce di assumere una posizione corretta per urinare o defecare, il che determina ulteriore

imbrattamento della parte. Nella stagione calda la miasi può essere una seria complicazione.

La dermatite perineale va trattata aggressivamente perché può evolvere rapidamente in una grave, seria ed estesa infezione cutanea e può addirittura risultare letale se non viene curata in modo adeguato. Il trattamento si fa preferibilmente in sedazione, rasando delicatamente la parte colpita che deve

essere poi lavata e asciugata. Si somministrano antibiotici sistemici ed analgesici. La risoluzione definitiva della patologia comunque richiede l’identificazione della causa predisponente.

DERMATITE UMIDA DELLA GOLA.

Questa condizione è caratterizzata dalla macerazione della cute della gola, con eritema, alopecia, erosioni ed infezioni batteriche secondarie. È solitamente

associata a salivazione eccessiva secondaria a patologie dentali e pertanto richiede sempre l’ispezione della cavità orale e l’esecuzione di radiografie del cranio.

Occasionalmente si verifica una macerazione della cute della gola associata all’uso della ciotola dell’acqua, soprattutto in soggetti con giogaia molto sviluppata. Talvolta si osserva una colorazione bluastra della cute associata allo sviluppo

secondario di Pseudomonas aeruginosa. Il trattamento locale e sistemico è analogo a quello della dermatite perineale.

ADENITE SEBACEA.

È una patologia rara; l’eziologia è sconosciuta, probabilmente di natura

autoimmune.Si manifesta

co

n alopecia, eritema e desquamazione abbondante, senza prurito. Il pelo si depila facilmente e mostra evidenti cilindri follicolari. La malattia ha una decorso cronico progressivo; in letteratura è descritta una sopravvivenza massima di due anni dal momento della diagnosi.

La diagnosi richiede il ricorso all’esame istologico di biopsie cutanee, il quale mostra la scomparsa delle ghiandole sebacee e la presenza di un infiltrato linfoplasma cellulare.

Nessuna terapia (somministrazione di retinoidi, corticosteroidi, azatioprina, acidi grassi, applicazione topica di spray di glicole propilenico) si è dimostrata utile nel controllare i sintomi.

OTOEMATOMA.

Occasionalmente il coniglio e la cavia possono presentare la formazione di un otoematoma. La pinna appare tumefatta per la formazione di una raccolta liquida che scolla la cute dalla cartilagine auricolare. La diagnosi è immediata e si basa

sull’aspetto della lesione. Il trattamento è uguale a quanto si effettua in altre specie: l’ematoma va drenato e si devono applicare dei punti di sutura trapassanti che permettano alla cute di aderire alla cartilagine auricolare impedendo

all’otoematoma di riformarsi. Anche nella cavia.

MALATTIA DEL GRASSO GIALLO O DELLE ORECCHIE GIALLE DEL CINCILLA.

Corrisponde ad una carenza alimentare di vitamina E, metionina e colina, elementi che consentono al fegato di metabolizzare i pigmenti vegetali contenuti

nell’alimento. Se questi pigmenti non vengono metabolizzati correttamente si concentrano nella cute e nel tessuto adiposo, conferendo loro una colorazione gialla. I sintomi iniziano con una leggera colorazione gialla delle orecchie, che possono assumere con il tempo una tinta arancio. Le regioni genitale e perianale e anche l’addome assumono a loro volta una colorazione gialla anomala. Si possono notare a questo stadio tumefazioni dolorose sull’addome degli animali colpiti. Questa patologia risponde bene ad una integrazione corretta della dieta.

CARENZA DI ACIDI GRASSI ESSENZIALI.

I cincilla non possono sintetizzare l’acido arachidonico e linoleico ed

un’alimentazione carente di questi elementi provoca una diminuzione della crescita del pelo. La pelliccia degli animali colpiti appare secca e si depila facilmente.

Compaiono piccole aree alopeciche che possono ingrandirsi e confluire, rivelando una cute eccessivamente sottile. Talvolta si osservano ulcere cutanee. Nei casi estremi il cincilla può deperire e morire. Questa patologia in genere viene descritta negli allevamenti in cui l’alimentazione è povera ed inadeguata, o conservata in condizioni inadatte, provocandone l’irrancidimento e quindi la degradazione degli acidi grassi. L’integrazione alimentare con acidi grassi quindi comporta in genere un miglioramento che inizia ad apprezzarsi nei primi 4-5 giorni.

INFIAMMAZIONE DELLA GHIANDOLA DI HARDER.

L ‘infiammazione delle ghiandole di Harder può provocare un’irritazione cutanea localizzata alla zona perioculare a causa dei pigmenti porfirinici di cui il secreto è ricco che si accumulano in quantità eccessiva. Le escoriazioni provocate dal prurito favoriscono un’infezione batterica secondaria (in genere da stafilococchi) con

piodermite che aggrava il prurito e causa la comparsa di gravi lesioni cutanee della faccia.

La patologia è legata alle condizioni di allevamento, infatti le ghiandole si

infiammano in caso di sovrappopolazione o in condizioni di umidità e temperatura ambientali sono troppo elevate.

Il trattamento è in primo luogo igienico: occorre diminuire la temperatura ambientale. Si effettua un trattamento antibiotico di almeno 15 giorni (es. tetraciclina 10-20 mg/kg PO q12h).

La prognosi è riservata perché le recidive sono frequenti. In caso di insuccesso è possibile ricorrere alla asportazione chirurgica di queste ghiandole.

ALOPECIA DEL CRICETO

La rarefazione del pelo che porta all’alopecia è una sindrome che si osserva di frequente nei criceti anziani. Si tratta spesso di un segno che indica la presenza di una patologia sottostante, per esempio:

- Amiloidosi

- Sindrome di cushing di origine surrenalica - Ipotiroidismo

Quando questa sindrome si osserva in un animale giovane si deve accertare se la percentuale di proteine nella dieta sia troppo bassa (non deve essere inferiore al 16%); i criceti nutriti solo con miscele di semi tendono ad assumere solo quelli di cui preferiscono il sapore e quindi possono sviluppare carenze nutrizionali.

Il trattamento della sindrome di cushing e dell’ipotiroidismo sono: per il cushng, mitotano 5mg/kg q24h, ma la prognosi è riservata.

Per l’ipotiroidismo invece diluire 0,1 mg di tiroxina in 10 ml di acqua e aggiungere 1 ml di questa soluzione in 30 ml di acqua di bevanda, la ricrescita del pelo si

dovrebbe osservare in circa un mese. NECROSI DELLA CODA DEL RATTO

I ratti mantenuti in condizioni di umidità troppo bassa (inferiore al 20 %) possono sviluppare una gangrena che si manifesta con la comparsa di un anello dovuto alla necrosi ischemica di una banda di cute intorno alla coda. La porzione di coda distale alla lesione può cadere. Di solito il moncone cicatrizza spontaneamente se viene curato in modo appropriato disinfettandolo tutti i giorni fino a guarigione. EVERSIONE DELLE TASCHE GUANCIALI DEL CRICETO

I criceti hanno tasche guanciali ben sviluppate bilateralmente, delimitate da una membrana epiteliale. Queste tasche sono usate per stoccare cibo in più. Una o entrambe le tasche possono rigirarsi spontaneamente e devono essere

riposizionate. La causa è sconosciuta e la recidiva è frequente fino a che non vengono suturate al loro posto.

Sedare il criceto e riposizionare delicatamente la tasca rigirata con un bastoncino con la punta di cotone. Posizionare una singola sutura percutanea a tutto spessore con un monofilamento 4-0 o 5-0 materiale da sutura non riassorbibile.

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