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Altri fiorentini: da Empoli, Corsali, Sassetti

Nel documento OSSERVARE, DESCRIVERE, MISURARE (pagine 51-55)

5. Altri fiorentini: da Empoli, Corsali, Sassetti.

Vespucci non avrà occasione di visitare di persona quei luoghi, come si sarebbe aspettato («E io tengo speranza in questa mia navicazione rivedere e corere gran parte del sopradetto e discoprire molto di più»)39. Il suo concittadino Giovanni da Empoli invece è uno dei mercanti che oltre a investire nelle imprese portoghesi partecipa alle spedizioni nell’Indiano, sia come agente delle compagnie fiorentine che come funzionario delle feitorias portoghesi: le sue lettere al padre descrivono con precisione lo svolgere degli avvenimenti, della navigazione come degli eventi bellici. Nel secondo viaggio, nel 1511, è

36 Scopritori e viaggiatori, cit., tomo I, p. 258. Gaspar viene citato come guida dei Portoghesi nella conquista dei mercati orientali anche da Girolamo Sernigi, nella relazione del viaggio di Vasco da Gama: cfr. G.B. RAMUSIO, I, p. 615.

37 Scopritori e viaggiatori, cit., tomo I, p. 259.

38 Scopritori e viaggiatori, cit., tomo I, p. 261.

39 Ivi.

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attivamente presente alla presa di Malacca con Afonso de Albuquerque. Dopo questo episodio, l’armata si impadronisce anche di un porto di Sumatra, Pedir, del quale aveva parlato anche Vartema:

E stando surti in detto Pedir, il Capitano Generale mi mandò a chiamare e mmi disse ch’io fussi a tterra a vedere la disposizione d’essa e che mercanzia vi fusse o quelle che lloro volessino; e che io m’informassi bene di tutto e che agiustassi loro pesi co’ nostri e che parlassi a il Re; e che gli dicessi da ssua parte che era venuto in quelle parte per suiugare le inimici de’ Portoghesi e distrurli; e per contra inalzare e crescere li amici loro.40

Le misure del mercante fiorentino sono dunque quelle dei pesi, i numeri quelli dei soldati impegnati negli scontri. Non c’è da aspettarsi novità dal punto di vista delle conoscenze geografiche. Alla fine della Lettera del viaggio di Malacca una breve ricapitolazione dell’itinerario è di nuovo una rassegna delle opportunità commerciali e del carattere dei popoli. Solo un accenno al Nuovo Mondo a proposito della traversata atlantica:

Seguendo la navicazione, perché di qui pigliamo la traversa per pigliare Terra di Santa Croce, detta Brasil;

la quale terra non è ancora bem discoperta, perché l’Antiglie del Re di Castiglia e alsì la terra del Corte Reale [Terranova] si pressume e giudicasi e ffassi sia tutta una colla terra di Malaca, perché la gente gl’animali e ogn’altra cosa sono simili; ma la distanzia e il sito e la gram freddura non dà luogo di poterla navicare e discoprire.41

Insieme a Giovanni da Empoli, con la flotta di Lopo Soares de Albergaria nel 1515, un altro fiorentino parte per l’oceano Indiano con i Portoghesi: Andrea Corsali. I suoi interessi sono ben diversi da quelli del mercante, del quale è amico. La sua missione è quella di prendere contatto con il Prete Gianni per conto del papa Leone X, a fianco della spedizione portoghese, che sarà per ora un completo insuccesso.

Lo stesso Giovanni da Empoli lo definisce

uomo certamente d’ogni fede degno, per essere litterato, e che ha cognizione assai, quando fa di bisogno a questi avvisi, e della astrologia e della cosmografia; el quale assai tempo ha consumato utilmente in ricercare questi mari e terre et insule di qua, e datone di tutto perfettamente buon conto: talmente che io tengo per cosa certa, che altro meglio di lui non possa scrivere, per le molte buone qualità che sono in lui.42

La Lettera al duca Giuliano de’ Medici (fratello di Leone X) «più che una relazione di viaggio, sembra una grande carta geografica dispiegata sotto gli occhi del lettore, estesa dal litorale orientale dell’Africa alla Cina, i cui elementi vanno sfumando, di pari passo con le conoscenze dei Portoghesi, da occidente verso oriente»43. Alle conoscenze dei Portoghesi il fiorentino aggiunge quella di Tolomeo, la cui

immagine dell’oceano Indiano è continuamente messa a confronto con la realtà geografica: della quale si

40 Scopritori e viaggiatori, cit., tomo I, p. 405-6.

41 Scopritori e viaggiatori, cit., tomo I, p. 436.

42 La lettera, datata 1 gennaio 1519, è indirizzata al vescovo di Pistoia. Cfr. Scopritori e viaggiatori, cit., tomo I, p. 451.

43 Nota introduttiva, in Scopritori e viaggiatori, cit., tomo I, p. 454. Nell’antologia ricciardiana è pubblicata solo la seconda Lettere. Ramusio, nel primo volume, pubblica la prima (al duca Giuliano de’ Medici) e la seconda (a Lorenzo de’ Medici Duca d’Urbino), precedute da un Discorso.

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impegna con successo a fornire le misure necessarie alla verifica e alla correzione dei dati, così come evidentemente si aspetta il suo interlocutore.

L’animo mio - scrive alla fine della lettera - è di fermarmi alcun tempo in queste parti e riferire alla V.S. il sito e i nomi delle regioni e divisioni delle terre orientali, così del Prete Gianni come dell’India, perché vedrò poi di scorrer dentro alla terra ferma e riscontrar con l’altura de’ gradi e’ nomi antichi che pose Tolomeo, con moderni che oggi sono: e per questo porto meco l’astrolabio e molt’altri stromenti necessarii, perché altrimenti non si può saper se non in confuso, com’ora io scrivo a V.S., conciosiaché questi Portoghesi non si curino d’intendere delle cose di terra ferma, perché il profitto è al mare e non alla terra.44

Il viaggio si è svolto, nell’andata, senza nessun incidente. Partiti da Mozambico «Fummo a Goa in venticinque giorni, che può esser da tremila miglia, con tanta prosperità per favor del vento che nessun’altra navigazione in parte alcuna mi par migliore di questa».45 A Batticala (Bhatkal),

correttamente collocata a 13 gradi, comincia «il paese del Malabari, dove nasce il pepe […] il qual paese termina da mezogiorno a capo di Commari [capo Comorin], secondo Tolomeo detto Pelura, e

voltandosi a tramontana, nel golfo Gangetico, a un loco detto Curumma [Coromandel] e anticamente Messoli: il detto capo di Commari è in otto gradi e Curumma per ancora non so».46 Le pietre preziose giungono in grande abbondanza su questa costa parte dal porto birmano di Pegu, «parte da un’isola a riscontro del capo di Commari, che si chiama Zeilan, in altura della banda di mezzogiorno di gradi sei e di settentrione verso il sino Gangetico in otto gradi».47 Di quale isola si tratta?

Quest’isola non pose Tolomeo, il quale trovo in molte cose diminuito, né pose ancora dodicimila isole che sono dalla costa di Monzambiqui andando sempre a cammino verso le bande di Malacha, di sotto dell’equinoziale. E vedesi per la navigazione de’ Portoghesi molto diminuito e falso nelle sue longitudini, cominciando dalle regioni Sinare fino alle isole che lui chiama di Buona Fortuna; situò male la

Taprobana, come per la carta del navigare che don Michiele di Selva, orator del re, recò a Roma, potrà V.S. comprendere.48

La descrizione cartografica prosegue fino a Malacca, «posta sopra la linea equinoziale, in duo gradi d’altura, detta già Aurea Chersoneso […] e nella quale quest’anno va fattor Giovanni da Empoli nostro fiorentino».49 Più a oriente, secondo le longitudini «diminuite» a seguito delle navigazioni portoghesi,

dicono esservi terra de’ Piccinnacoli, ed è di molti openione che questa terra vada a tenere e congiungersi, per la banda di levante e mezogiorno, con la costa del Bresil e Verzino, perché, per la

44 G.B. RAMUSIO, Navigazioni e viaggi, cit., II, p. 37.

45 G.B. RAMUSIO, Navigazioni e viaggi, cit., II, p. 22.

46 G.B. RAMUSIO, Navigazioni e viaggi, cit., II, p. 28.

47 G.B. RAMUSIO, Navigazioni e viaggi, cit., II, p. 32.

48 G.B. RAMUSIO, Navigazioni e viaggi, cit., II, p. 33. Nell’edizione di Ramusio l’isola viene confusa con Paliacatte (Pulicat), che è una città sulla costa del Coromandel. «In questo luoco - aggiunge il Corsali - esso Piero Strozzi comperò un bellissimo diamante chiaro e netto in rocca (…)”. Lo stesso Corsali nella seconda lettera esprime il dubbio che la Taprobana di Toloòeo non sia Sumatra ma Ceylon, che sta infatti a sud delle coste indiane.

49 G.B. RAMUSIO, Navigazioni e viaggi, cit., II, p. 34-35.

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grandezza di detta terra del Verzino, non si è per ancora da tutte le parti discoperta. Il qual Verzino per la parte di ponente dicono congiungersi con l’isole delle le Antile, del re di Castiglia, e con la terra ferma del detto re.50

Al posto della «terra de’ Piccinnacoli» c’è invece l’oceano Pacifico, che le longitudini «diminuite» dai Portoghesi non contemplavano. Con questa immagine, che ci riporta alle idee che circolavano prima della spedizione di Magellano, posso chiudere questa rassegna di viaggi e di misure della Terra.

Lasciamo i due fiorentini al loro destino: il primo, Giovanni da Empoli, troverà la morte per una epidemia durante la prima missione in Cina, nell’ottobre del 1517; il secondo, Andrea Corsali, dopo aver seguito la flotta portoghese in una vera e propria deriva fra scogli, isole e città nemiche nel golfo di Aden e nel mar Rosso, della quale rende conto con la consueta precisione nella seconda lettera, compie la sua missione e raggiunge la corte del Prete Gianni: dove resterà per il resto della sua vita, a stampare libri in geetz51.

L’oceano Indiano rimane ancora, a quasi cent’anni dall’irruzione portoghese, un mondo del

‘pressappoco’: così lo vede Filippo Sassetti, scontento dell’approssimazione con cui navigano i Portoghesi e sempre alla ricerca di verifiche astronomiche convincenti. Le sue ripetute esperienze lo convincono dell’inutilità di affidarsi alla declinazione magnetica: «Le cose della calamita, mi raccomando a voi, sono senza conto», scrive nel 1585 al suo maestro Francesco Buonamici, a Firenze. In una lettera del 1586 esprime con non poca autoironia il fallimento del suo (e di tanti altri) tentativo di dare al viaggio le coordinate della precisione:

Ho fatto buona provisione di globi celesti, di sfere, d’astrolabi, di radii astronomici e d’altri sì fatti strumenti; sicché chi gli vedesse tutti, e non sapesse più oltre, penserebbe che se Tolomeo rinascesse, che e’ si fusse per porre a sedere: e tuttavia tali istrumenti a me servono a poco altro che a satisfarmi d’averli, massime sendo in mare difficilissima ogni osservazione, eziandio quella del sole a mezzodì.52

50 G.B. RAMUSIO, Navigazioni e viaggi, cit., II, p. 35.

51 Ne dà notizia lo Zorzi, nel citato manoscritto magliabechiano, citando alcuni monaci abissini presenti a Venezia.

52 Cfr. G. CARACI, op. cit., p. 23.

55 SECONDA PARTE

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