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I DIVERSI MODI DI INTENDERE LA FOTOGRAFIA

3.3 Ambienti di lavoro nell’archeologia subacquea

Un operatore subacqueo che lavora nel campo archeologico, opera in tutte le depressioni della superficie terrestre contenenti acque dolci o salate e, poiché ogni area presenta caratteristiche chimico fisiche peculiari per ciascun ambiente di lavoro e tecniche e modalità operative specifiche per ogni sito.

Gli ambienti sono così suddivisi in tre grandi gruppi:

• Ambiente continentale: Lago, fiume

• Ambiente di transizione: Laguna

• Ambiente marino: Mare aperto Ambiente continentale: L’ambiente lacustre

Un lago è caratterizzato da una massa d’acqua non marina, con limitato ricambio, circondato da terre emerse. Generalmente è alimentato da un immissario e/o da sorgenti subacquee ed ha un emissario che lo collega al mare. I laghi possono essere naturali, formati per cause tettoniche, escavazione glaciale, sbarramento, o laghi artificiali.

Mediamente presentano un tasso di salinità pari al 3‰. Nelle acque lacustri si ha generalmente scarsa visibilità per la presenza di materiale in sospensione inorganico, proveniente dal fondo e organico dovuto alla crescita stagionale di fitoplancton ed alghe a cui si aggiungono i materiali fini portati in sospensione dall’emissario e introdotti in gran quantità durante le piene.

Si possono avere strati di acqua con differente torbidità ed a volte la visibilità è così limitata che più che vedere un oggetto lo si riconosce al tatto.

Il ricambio dell’acqua in un lago è relativamente lento. In certe condizioni atmosferiche, diventando sensibili anche le ondulazioni della superficie ad opera dei venti e nei laghi più estesi c’è il fenomeno delle sesse. Si hanno inoltre movimenti convettivi originati per differenza di temperatura negli strati d’acqua e diverse profondità.

Attorno ai laghi si è svolta la vita dell’uomo fin dalla preistoria per cui è possibile rinvenire vari tipi di reperti. Le immersioni avvengono principalmente a poca distanza dalla riva, a profondità comprese prevalentemente tra 2 e 5 metri, anche se in alcuni casi, sono state condotte ricerche con immersioni più profonde.

Ambiente continentale: L’ambiente fluviale

Il fiume è un corso d’acqua perenne che scorre entro un alveo delimitato da argini naturali. È caratterizzato da una portata variabile durante l’anno. Con valori massimi o di piena, e minimi o di magra, che individuano il regime del fiume ed a loro volta dipendono dalle condizioni metereologi che e geografiche del bacino. I fiumi sono costituiti da acque dolci, con valori di salinità inferiori al 3‰.

Il deflusso delle acque provoca una continua messa in sospensione dei materiali fini del fondo provocando una naturale torbidità che è tanto maggiore quanto più elevata è la velocità della corrente. La trasparenza7 varia con le stagioni e con le condizioni metereologi che, purtroppo bisogna tenere in considerazione anche delle sostanze inquinanti dalle attività umane.

Ogni fiume trasporta sedimenti di varia provenienza, generalmente i fondali dei fiumi sono costituiti da ghiaia, sabbia ed argilla che vengono depositati o erosi.

Il fiume è un ambiente ad alta energia, contrariamente ad oggi, un tempo i fiumi non erano sempre arginati e raramente l’attuale alveo rispecchia il percorso passato, tanto che alcuni occupano addirittura l’alveo di un altro fiume.

Ambiente di transizione: Ambiente lagunare

Per laguna si intende un bacino costiero di acqua prevalentemente salmastra in prossimità di coste basse, delimitate da un cordone litoraneo interrotto da aperture che le mettano in comunicazione con il mare attraverso le quali avviene il ricambio della acque. Il grado di salinità di una laguna è variabile e dipende da vari fattori:

• Dalla salinità del mare con il quale è in comunicazione

• Dalla portata del fiume che vi sfociano

• Dalle condizioni climatiche

La laguna di Venezia ha un grado di salinità più elevato ( 30‰) rispetto ad altre lagune, dal momento che ha un elevato ricambio con il mare.

La trasparenza delle acque in generale è molto bassa ed è influenzata dalle fasi di marea. Infatti quando questa è entrante l’acqua è generalmente più limpida da quando si a la fase di marea uscente. La visibilità varia da pochi metri,in condizioni ottimali, vicino al mare, a qualche decimetro nelle parti più interne. Nelle condizioni peggiori ci si può trovare a lavorare anche in condizioni di totale oscurità. Poiché entrambi questi movimenti di marea possono portare materiali in sospensione è preferibile, quando è necessario, avere il massimo di visibilità, attendere il cosidetto “morto d’acqua”, cioè l’intervallo di tempo tra il culmine della fase crescente e l’inizio di quella decrescente, nei giorni in cui l’escursione di marea è minima. In una laguna si hanno moti ondosi, correnti, maree e sesse.

Generalmente una laguna è soggetta ad essere colmata dai sedimenti degli stessi fiumi che l’hanno formata. Le immersioni avvengono a basse profondità, generalmente tra 2 e 6 metri, raramente a profondità superiori.

7 È determinata dalla quantità di particelle in sospensione, sia di natura organica che inorganica, che limitano la

visibilità. La trasparenza dell’acqua può essere misurata tramite un metodo empirico basato sulla visibilità di un disco bianco con diametro di 30 centimetri, il disco di Secchi, immerso in acqua. Attualmente misure più precise vengono effettuate con cellule fotoelettriche.

Ambiente marino: Mare aperto

La salinità media dell’acqua è del 35‰. Varia con le caratteristiche climatiche ed il principale sale è il cloruro di sodio che si trova in percentuale al 77‰.

La trasparenza nei mari dipende da varie cause naturali, prima fra tutte il tipo di fondale. Un mare con fondale roccioso ha un visibilità superiore ad uno roccioso, in quest’ ultimo infatti, le particelle del fondo entrano facilmente in sospensione. La visibilità può arrivare come massimo a 20-40 metri. Quando ci troviamo in presenza di fondali rocciosi o sedimenti incoerenti, questi ultimi presentano una distribuzione di materiale più grossolano in vicinanza delle coste e più fine verso il largo, ma risentono molto della morfologia locale. Il substrato, la profondità e l’energia ambientale influenzano inoltre il complesso degli organismi animali e vegetali che possono insediarsi sul fondo.