• Non ci sono risultati.

La cultura Halaf, Mesopotamia settentrionale del VI millennio a.C.: un appro fondimento.

L'AMRATIANO O PERIODO DI NAQADA I.

Un passo importante verso la nascita della società statuale egiziana è rappresentato dalla cultura

amratiana che deve il suo nome al sito di El- Amra, ubicato dove ha inizio il fiume Naqada, ma

rappresentata da numerosi siti da Matmar a nord fino a Wadi Kubbaniya e Khor Bahan a sud. Gli scavi intrapresi da Petrie e Quibell portarono alla luce diverse centinaia di sepolture117e due grandi

aree di insediamento: Naqada sud e Naqada nord118. Nelle sue caratteristiche essenziali, l'Amratiano

era molto simile al Badariano. I defunti venivano solitamente sepolti sul fianco sinistro, in una posi- zione contratta, con la testa a sud che fronteggiava l'occidente. Uno studio statistico119indica tuttavia

che vi fu un aumento di corpi sepolti in piccole fosse ma contemporaneamente un piccolo numero di individui iniziò ad essere sepolto in tombe più grandi e allestite in modo migliore. A questo ri- guardo l'esempio di Hieraconpolis è istruttivo: le sepolture amratiane di questo sito, sebbene sac- cheggiate, sono notevoli per la loro forma rettangolare e la dimensione inusuale120. In due di queste

sepolture il corredo funerario comprende una splendida teste di mazza di porfido a forma di disco, che era un preciso simbolo di potere. L'uso di coprire o avvolgere il corpo in una pelle di animale tende a scomparire quando faranno la loro comparsa le prime casse in legno o argilla. Come nel pe- riodo badariano gli uomini, le donne e i bambini erano sepolti in tutta l'area del cimitero, senza al- cuna suddivisione per sesso o per età. Le differenze tra queste due culture sono relative soprattutto alle modifiche nell'ambito dei reperti. La forma rappresentata sui recipienti era essenzialmente flu- viale dominata da immagini di coccodrilli ed ippopotami, ma comprendeva anche scorpioni, gazzel- le, giraffe, manguste e molti bovidi rappresentati schematicamente, mentre alcune specie particolari sono spesso difficili da identificare. In un'evoluzione molto significativa gli animali cominciarono a sporgere dalla superficie dei recipienti in una sorta di decorazione a rilievo sulla quale gli animali erano realizzati come se stessero sul margine inferiore del vaso. Recipienti teriomorfi, le cui origini si possono intravvedere negli avori di epoca badariana, divennero più numerosi e vari. Sebbene meno comuni rispetto agli animali, compaiono anche rappresentazioni di individui. Le figure umane

117Circa 3000 delle quali risalenti al periodo predinastico . 118W.M.F.Petrie-J.E.Quibell, in Midant-Reynes, 2000, p170. 119Realizzato da J.J.Castillos, in Midant-Reynes, 2000, p.170. 120La più grande infatti misura 2.50 x 1.80 mt.

erano schematiche, con piccole teste circolari121, torsi triangolari, fianchi magri, gambe allungate

come bastoncini spesso senza piedi. Analogalmente le braccia erano rappresentate solo quando ne- cessario; gli elementi sessuali sono comunque sempre enfatizzati. Mentre le figure umane che appa- iono sui vasi decorati (con vari gradi di importanza) irruppero sulla scena già nella forma di figurine d'argilla e d'avorio, nel periodo amratiano acquisirono un certo slancio. Infatti é molto difficile di- stinguere le figure scolpite dei vari periodi del predinastico. Il 68 % di queste statuette è realizzato in argilla, il resto in avorio, in una pasta di origine vegetale o più raramente in osso; l'intaglio della pietra è ancora un fatto eccezionale nell'amratiano. Solitamente uomini e donne vengono rappre- sentati in piedi, in rari casi seduti con particolare enfasi sulle caratteristiche sessuali primarie: i seni, il triangolo pubico, l'organo sessuale maschile o l' astuccio fallico. Le gambe erano considerate insi- gnificanti: alle volte vengono indicate in modo impreciso attraverso una linea mediana, ma spesso la parte inferiore del corpo umano corrisponde ad una sorta di stele senza dubbio destinata ad essere conficcata nella terra accanto al defunto, sebbene a volte le figurine venissero collocate in una sorta di cesto. Anche le braccia venivano considerate con la stessa indifferenza, forse realizzate semplice- mente come “monconi”, ma a volte compaiono lungo il corpo o sollevate sulla testa in modo ricur- vo. Sembra sia comunque impossibile classificare l'intero corpus delle figurine finora studiate in una serie limitata di tipologie; piuttosto sembra vi fosse una varietà di formule accettate che potreb- be essere unita ad un certo grado di libertà espressiva. In linea generale potremmo sostenere che le figurine, come i disegni sui recipienti, ci appaiono focalizzate sulla sessualità. Se la loro presenza è in qualche modo da collegare alla posizione sociale, dovremmo capire quale ruolo ricoprivano nelle sepolture, e soprattutto perchè alcuni individui avevano il “diritto” di essere sepolti con le figurine e altri questo “diritto”non lo possedevano.

Un'altra serie di rappresentazioni umane da citare è quella relativa a forme umane schematiche, spesso si tratta di facce barbute su piccoli bastoni incisi d'avorio, o sulle estremità aguzze di zanne di ippopotamo. Anche qui ci troviamo di fronte ad un numero di variazioni nell'ambito di un concet- to complessivo generale; una barba triangolare sembra sia l'elemento più comune, a volte sormon- tata dagli occhi122dando all'individuo uno strano aspetto d'uccello e qualche volta bilanciata, in sen-

so geometrico da un copricapo “frigio” perforato da un buco123di sospensione. Il celebre uomo bar-

buto di Lione intagliato nel scisto, rinvenuto a Gebelein in un contesto non stratificato, è un buon

esempio di questa tipologia. E. Finkenstaedt124ha affrontato il problema fondamentale relativo alla

cronologia di questi reperti, e la sua conclusione è chiara: appartengono alla fase finale del periodo predinastico, non all'amratiano. Non vi è dubbio che la mascolinità degli individui sia indicata

121Spesso esibendo copricapi o piume . 122Solo in un caso gli occhi sono intarsiati . 123Che serviva ad appenderli .

esclusivamente dalla barba, una caratteristica sessuale secondaria piuttosto che primaria125. In que-

sto modo gli uomini non sono quindi rappresentati attraverso il loro aspetto sessuale di per sé stes- so, ma attraverso lo status sociale. Questo ricorda indubbiamente il ruolo della “falsa barba” del pe- riodo faraonico che poteva essere portata solo sul mento dei sovrani e da alcune divinità. Inoltre la rapida ascesa di un particolare gruppo sociale, un ceto di capi, è indicata dalle più ampie dimensioni delle loro tombe e dai corredi funerari. Se potessimo ottenere un'analisi diacronica di queste figuri- ne, si potrebbero avvalorare le conclusioni di Finkenstaedt fornendoci così le “immagini viventi” dei sovrani barbuti, i diretti antenati dei faraoni.

Inoltre fu proprio in questo periodo che la lavorazione delle pietre dure e tenere 126innescò un pro-

cesso inesorabile attraverso cui l' Egitto stava per diventare la civiltà della pietra lavorata per eccel- lenza. I primi vasi in pietra vennero realizzati in questo periodo; all' inizio si trattava principalmente di pietre tenere la cui forma era più o meno cilindrica, con una base conica e due anse verticali fora- te. Questo periodo è caratterizzato anche dalle teste di mazza a forma di disco, nella maggior parte dei casi lisce, ma alcune presentano superfici accuratamente levigate127. Due mazze vennero trovate

ad Abadiya128caratterizzate dalla presenza di manici rispettivamente d'avorio e di corno dove è stata

rinvenuta la presenza di “leganti”particolarmente solidi nel punto di congiunzione della testa con il manico, e il prolungamento di questo “legante”su tutta la superficie del manico è presente in un modello di mazza dipinta proveniente da una tomba di El-Amra129. E' evidente che questi manufatti

fossero utilizzati come simboli “trasportabili”del potere dal momento che erano collocati all' interno di grandi tombe, come quelle di Hieraconpolis, dando vita agli aspetti essenziali dell'autorità del capo.

Le tavolozze in siltite, all' inizio rettangolari, cominciarono a comparire in questo periodo con una grande varietà di forme che includono anche forme ovali allungate, a volte incise con immagini di animali ma molto spesso zoomorfe130; tavolozze modellate con fattezze umane erano invece molto

rare. Un particolare tipo di tavolozza che Petrie ha chiamato pelta:131prende la forma di una barca

ricurva dal cui centro sporgeva una forma rettangolare, forse una cabina . La poppa e la prua si svi- luppavano in teste di uccello creando un collegamento tra la barca e l'uccello in modo simile alle rappresentazioni dipinte sui vasi in ceramica del periodo gerzeano132. Queste tavolozze erano state

125Come l'organo sessuale maschile o l'astuccio fallico .

126Scisto , granito , porfido , diorite , breccia , calcare ed alabastro.

127La maggior parte era spesso intagliata da pietre dure , ma esistono anche esempi in calcare morbido, ceramica e anche

in argilla non cotta , sebbene gli studiosi siano propensi a supporre che queste tipologie posteriori fossero semplici modelli creati per le sepolture, a volte fornite anche di manici .

128Petrie, in Midant-Reynes, 2000, p.179.

129Questo “legante”è rappresentato anche sulle raffigurazioni di mazze a forma di disco che divennero infine il

fonogramma geroglifico m(n)/m .

130Questo repertorio faunistico comprende pesci , tartarughe , coccodrilli , uccelli , ippopotami ed elefanti . 131A causa della sua somiglianza con gli scudi amazzonici .

poste accanto al defunto come parte del corredo; il fatto che presentassero un foro per essere sospe- se suggerisce che originariamente potrebbero essere state fisicamente unite al corpo del defunto. Inoltre la steatite invetriata, nota già nel periodo Badariano, continua ad essere utilizzata, ma sarà nella fase di Naqada I che si verificheranno i primi tentativi di creare la faiance egiziana133. Un pic-

colo pendente a forma di uccello proveniente da una tomba di Naqada134datata al periodo di Naqada

I, rappresenta forse l'esempio più antico di faiance egiziana.

Dal punto di vista della lavorazione dei metalli tuttavia, vi sono ben poche differenze rispetto al pe- riodo Badariano; il rame continuava ad essere modellato a colpi di martello, ma i manufatti erano sia più numerosi sia più vari comprendendo spille, fiocine, perline, bracciali, cavigliere e anche al- cuni ami come gli arpioni biforcati provenienti dalla tomba di Mahasna che sono le più antiche imi- tazioni conosciute in rame dei manufatti in pietra lavorata.