Suoli - I risultati relativi alle analisi chimiche dei suoli sono riportati in Tab. 15. Le
analisi dei terreni hanno riguardato: salinità, conducibilità elettrica (EC), nitrati, fosfati, calcare, azoto, sodio, tessitura, pH.
PRIMAVERA 10 0,41 0,85 8,47 1,13 5,29 0,47 6,28 1,11 7,40 2,54 90,06 30 0,27 0,49 8,78 0,97 6,35 0,23 6,55 0,70 4,92 1,91 93,18 Sme1 10 0,11 0,24 8,03 0,70 3,81 1,19 4,72 8,80 8,30 1,99 89,71 30 0,10 0,20 8,17 0,75 4,60 0,82 2,38 5,36 7,55 3,04 89,41 Sme2 1030 0,120,10 0,250,21 8,178,05 1,11 3,81 1,14 5,53 8,12 8,25 1,59 90,16 1,46 3,81 0,83 6,32 4,31 8,50 2,94 88,56 Sme3 1030 0,140,13 0,300,27 8,017,95 0,96 3,01 1,42 7,43 5,83 8,90 1,59 89,51 1,50 3,01 1,20 6,32 3,35 10,25 1,69 88,06 Sme4 1030 16,033,16 27,206,03 8,568,51 7,31 6,66 0,73 2,37 9,30 14,30 9,14 76,56 2,30 6,35 0,63 2,65 6,05 13,15 9,84 77,01 10 10,57 18,66 8,50 7,47 7,93 0,87 3,82 22,28 15,90 19,14 64,96 30 6,04 11,08 8,61 5,09 7,30 0,58 3,1 9,80 16,35 19,54 64,11 10 2,48 5,10 7,98 4,32 7,93 1,40 5,38 5,48 18,20 8,49 73,31 30 1,62 3,17 8,67 1,25 8,25 0,58 5,86 2,84 17,45 13,49 69,06 10 3,45 6,52 8,17 3,00 7,56 1,53 1,63 3,24 28,60 30,87 40,53 30 3,69 6,96 8,54 3,39 9,41 0,78 3,65 2,98 28,70 33,52 37,78 Ste1 ° 10 8,13 14,66 8,35 6,25 11,58 1,39 2,8 13,39 30,30 33,09 36,61 30 6,49 11,85 8,55 5,75 13,33 0,95 6,16 11,29 31,60 40,59 27,81 Ste2° 10 0,38 0,78 8,34 1,31 9,84 0,68 7,19 7,77 23,40 23,94 23,40 30 0,38 0,78 8,44 1,60 10,00 0,61 8,06 7,58 21,85 22,04 56,11 Ste3 10 0,37 0,77 8,20 1,69 8,88 2,00 3,64 6,14 29,80 26,04 44,16 30 0,53 1,10 8,78 1,84 9,84 0,75 5,53 3,06 24,65 29,19 46,16 Ste4 10 2,98 5,70 7,97 1,94 8,88 1,85 2,29 5,74 26,55 21,34 52,11 30 2,02 3,92 8,32 1,77 9,84 0,80 6,56 2,66 25,70 24,74 49,56 ESTATE 10 3,00 5,70 8,43 1,86 7,19 0,65 3,65 6,85 11,30 7,87 80,83 30 2,61 5,00 9,23 0,86 6,98 0,48 3,10 5,02 10,00 6,64 83,36 Sme1 1030 1,500,10 0,320,20 8,007,58 0,67 3,17 1,51 7,02 6,99 7,25 1,54 91,21 0,69 4,12 0,80 7,22 12,22 8,35 1,99 89,66 Sme2 10 0,13 0,26 7,82 0,62 3,49 1,16 16,3 6,05 8,20 0,99 90,81 30 0,10 0,22 8,05 0,63 3,49 0,75 4,08 3,79 8,90 1,84 89,26 Sme3 10 0,16 0,33 7,65 0,70 3,01 1,77 10,72 7,13 8,30 1,84 89,86 30 0,11 0,24 8,13 0,67 4,60 0,70 11,16 2,30 6,20 2,44 91,36 Sme4 10 8,20 14,78 8,44 5,38 6,50 0,57 4,46 5,46 10,35 6,99 82,66 30 5,58 10,24 8,31 3,63 6,19 0,59 1,64 5,49 11,95 7,64 80,41 10 16,51 28,00 8,73 10,29 7,30 0,69 7,68 20,55 13,60 18,34 68,06 30 9,77 17,36 8,66 6,54 6,98 0,63 7,08 12,03 13,00 18,89 68,11 10 1,09 2,16 8,21 1,62 6,82 1,26 18,6 5,20 19,35 12,84 67,81 30 1,19 2,36 8,48 1,83 2,22 0,93 12,02 4,50 16,55 14,59 68,86 10 5,33 9,84 8,28 3,75 9,57 1,08 3,18 3,13 28,12 31,64 40,24 30 4,88 9,05 8,39 3,71 9,57 0,61 1,99 5,27 25,65 27,26 47,09 Ste1 ° 10 10,77 18,98 8,32 8,01 11,58 1,26 2,24 4,82 29,65 32,24 38,11 30 10,71 18,89 8,33 6,76 11,42 1,24 2,72 6,93 28,25 34,84 36,91 Ste2° 10 9,40 16,77 8,26 6,86 8,57 1,65 3,9 4,59 25,70 20,69 53,61 30 6,45 11,79 8,36 4,73 8,09 1,52 3,3 6,01 73,25 17,39 9,36 Ste3 10 0,43 0,87 8,31 1,37 9,20 1,90 9,6 5,57 24,45 33,64 41,91 30 0,39 0,80 8,59 1,59 9,52 1,44 8,96 4,84 25,85 30,74 43,41 Ste4 10 2,98 5,70 8,04 2,40 5,55 2,67 0,66 12,33 26,40 19,34 54,26 30 2,02 3,92 8,31 1,97 8,09 1,74 0,88 7,87 28,10 22,44 49,46 Profondità cm Salinità g/L EC mS/cm pH Na g/L Calcare % Azoto % NO3 ppm PO4 mg/Kg limo % argilla % sabbia % Smi° Mezzo 1° Mezzo 2 Sti° Smi° Mezzo 1° Mezzo 2 Sti°
Tab. 15 - Parametri chimici relativi ai diversi campioni di terreno prelevati in estate e primavera a diversa profondità (cm). (cfr. Appendice 1 - Ortofotomappa)
I terreni nell'area studio risultano disomogenei dal punto di vista della tessitura: prevalentemente sabbiosi nello stagno lato mare con percentuali di sabbia che si aggirano tra 80 e 90%, più bilanciati dal punto di vista dei tre componenti nello stagno lato terra anche se con quantitativi tendenzialmente superiori in limo e argilla. Le aree centrali tra i due stagni presentano, sia nella zona a vegetazione alofitica (Mezzo 1), sia nell'area a vegetazione ruderale (Mezzo 2), terreni prevalentemente sabbiosi (intorno al 70%) con quantità inferiori di limo e argilla (tra il 15-20%) (cfr. Fig. 18).
La parte interna dello stagno lato terra (Sti) presenta una salinità, nonché una EC, superiore rispetto allo stagno lato mare (Smi) sia a 10 che 30 cm di profondità, sia in primavera che in estate (Figg. 42, 43).
Nello stagno mare, si osserva una salinità maggiore a 10 cm di profondità rispetto che a 30 sia in primavera che fine estate.
Nello stagno terra invece la salintà è circa uguale sia 10 che 30 cm.
Concentrazioni elevate di sali si osservano anche in alcune parti esterne dello stagno lato terra (Ste1 e Ste2).
Stessa situazione per la radura in mezzo ai due stagni (Mezzo 1) dove soprattutto a fine estate si osservano valori di salinità molto elevate, le più elevate di tutta l'area.
In linea generale si può affermare che la salinità aumenta in modo sostanziale a fine estate, indipendentemente dalla locazione e dalla profondità, salvo in pochi casi (Sme 4 e Mezzo 2) probabilmente a causa di dilavamento di piogge locali, questo è deducibile dal fatto che la salinità a 30 cm aumenta rispetto quella a 10.
Per quanto riguarda i valori di pH si evidenzia la presenza di terreni debolmente alcalini (tra 7,5 e 8,5) in tutte le aree campionate, senza sostanziali differenze di profondità o stagionali.
I valori di sodio, in accordo con i valori di salinità, sono sempre superiori nello stagno lato terra rispetto che lo stagno lato mare.
I valori di calcare risultano sempre superiori, sia in inverno che in estate nello stagno lato terra rispetto lo stagno lato mare, ma i valori massimi si registrano nelle zone esterne allo stagno sia a 10 che 30 cm. Valori minimi si registrano all'esterno dello stagno lato mare, in entrambe le stagioni.
Situazione intermedia si ha nelle parti centrali (Mezzo 1 e Mezzo 2).
Per quanto riguarda l'azoto non si notano sostanziali differenze tra stagno terra e mare, ne per quanto riguarda la profondità.
Il quantitativo di nitrati è più abbondante nello stagno lato mare rispetto quello lato terra, situazione più disomogenea per quanto riguarda le parti esterne di entrambi.
lato mare, sia per quanto riguarda le parti interne che sterne ad essi, i valori più elevati si registrano comunque nella parte mediana ai due stagni (Mezzo 1).
Stagno mare
Fig. 42 -Andamento della salinità nel terreno in primavera e fine estate a diversa profondità
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 G S
Stagno Terra - Salinità
10 cm 30 cm
Fig. 43 -Andamento della salinità nel terreno in primavera e fine estate a diversa profondità
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 G S
Stagno mare - Salinità
10 cm 30 cm
Acque - Nella tabella seguente (Tab.16) sono riportati i risultati delle analisi
condotte sui campioni di acqua dei due stagni (cfr. Fig. 19).
I valori di pH sono intorno alla neutralità in entrambi gli stagni. La salinità, il sodio e i nitrati sono debolmente maggiori nello stagno lato terra rispetto quello lato mare.
pH EC mS/cm Salinità (g/l) Na (mg/l) N-NO3 (mg/l)
SM 7,574±0,021 7,778±0,012 4,147±0,005 1018 18,2
ST 7,503±0,022 8,860±0,006 4,753±0,022 1144 22,3
DISCUSSIONE
Dalle osservazioni condotte sul pattern floristico-vegetazionale, l'area di studio, nonostante la sua modesta estensione, è risultata alquanto interessante e degna di nota.
Per la presenza di entità tipicamente alofile/alotolleranti e altre prettamente glicofite, la zona può rappresentare un esempio di ambiente salmastro relittuale parzialmente disturbato dalle lavorazioni agricole, strettamente correlato alle discrete differenze della morfologia e delle caratteristiche chimico-fisiche del suolo, riscontrabili nel corso dell'anno all'interno dell' area stessa.
La presenza di due grandi aree depresse (Sm e St), nonché la presenza di canali di scolo, anche se poco depressi, produce, infatti, una serie di ambienti diversificati ecologicamente per la durata della permanenza di acqua salamstra.
Una caratteristica dei suoli di questo ambiente è che almeno in alcuni punti presenta valori di conducibilità elettrica (mS/cm >4) e di pH propri dei suoli salini (cfr. Tab.15), e la presenza nei mesi più caldi di concrezioni saline sulla superficie, tale da far sembrare il terreno completamente arido.
A questo fenomeno, conseguenza nei punti tendenzialmente più allagati di una rapida evaporazione dell'acqua a seguito dell'innalzamento della temperatura nei periodi estivi con minima piovosità e temperature massime, (cfr. Fig. 15), è strettamente correlata una vegetazione, nelle zone non disturbate dall'attività agricola, che è composta sempre da specie specializzate nei confronti dell'elevata salinità.
Questo da luogo, di volta in volta, a associazioni e popolamenti diversi che compongono una sorta di mosaico.
Di norma, negli ambienti salmastri è possibile individuare una certa regolarità spazio-temporale delle varie fitocenosi fino alla raggiungimento di una situazione di climax stabile, si parla in questi casi di successione (Odum, 1971; Pignatti,1994); accade anche che le comunità vegetali delle aree salmastre si dispongano secondo un gradiente ben preciso rispetto a salinità, altimetria/sommersione, tipo di suolo (Silvestri e Marani, 2004) e queste condizioni variano nel corso del tempo, si parla in questo caso di zonazione.
Conseguentemente spesso, accade che zonazione e successione si manifestano assieme.
Oltre a ciò, in particolari ambienti, quali quello oggetto del nostro studio, può manifestarsi una particolare successione di comunità di alofite terofitiche che con periodicità stagionale vanno a formare popolamenti temporanei, destinati ogni inverno a scomparire causa della sommersione, e a riapparire con il prosciugamento stagionale degli stagni.
Le osservazioni condotte sui contenuti in sali e sulla tessitura del terreno permettono di suddividere l'area in 2 zone a loro volta suddivisibili in vari
sottogruppi:
Le depressioni con profondità massima di 50 cm, rappresentate da
• stagno lato mare prevalentemente sabbioso, con salinità del terreno tale da poterlo considerare moderatamente salato (conducibilità elettrica raggiunta in estate tra (5-5,70 ms/cm)
• stagno lato terra con terreno tendenzialmente limoso-argilloso con salinità del terreno tale da considerarlo molto salato (conducibilità elettrica in estate tra 9-10 ms/cm)
• scoline di drenaggio (19) tra i due stagni con quantitativi di sabbia crescenti avvicinandosi verso lo stagno lato mare e quantitativi di sale elevati da quanto si può intuire dalla vegetazione tipicamente alofitica in essi riscontrata.
Le zone sopraelevate a livello del mare rappresentate da:
• sponda interna dello stagno lato terra a terreno prevalentemente argilloso dove le concentrazioni saline sono elevate (circa 19 ms/cm) e 1 zona centrale dove le concentrazioni saline sono ancora più elevate (fino a 28 ms/cm).
• aree ruderali periodicamente sottoposte all'azione di macchinari agricoli con salinità ridotta (2-3 ms/cm in estate).
Dal punto di vista Floristico indipendentemente dalla diversificazione in zone, l'area di studio è risultata interessante anche per la presenza di una florula a cui appartengono diverse entità peculiari riconosciute dalle normative nazionali e internazionali come entità degne di tutela Di queste emergenze viene fornita una breve scheda inerente habitat e areale (rif. Actaplantarum 2007-2014) nonchè il riferimento dell’indice di salinità (S) proposto da Hellemberg (Ellemberg, 1974) (Tab 3, Appendice 2 – Schede botaniche).
L’analisi degli spettri biologico e corologico contribuisce a definire il quadro ambientale naturalisto dell’area.
Lo spettro biologico (Fig. 44) relativo alle 133 specie censite permette di evidenziare la netta prevalenza di Terofite (T 41%) e Emicriptofite (H 38%) a testimonianza di condizioni climatiche di tipo temperato ma contemporaneamente caratterizzate da una certa aridità stagionale.
Interessante anche la percentuale Geofite (G 13%), di cui tutte rizomatose tranne Allium vineale e Loncomelos narbonensis, possono indicare uno stato di degrado del suolo causato dai macchinari agricoli, stessa cosa per le Camefite (Ch 4%), le Fanerofite (P 2%) e Nanofanerofite (NP 1%) che sono presenti in percentuali molto basse.
Dall'analisi dello spettro corologico (Fig. 45) risulta che le entità più frequenti sono quelle a diffusione mediterranea in senso lato con le categorie Euri-Mediterranee (28%) e Steno-Mediterranee (21%), Mediterraneo-Turaniche (2%), che indicano una situazione di tipo termofilo.
Ben rappresentate sono anche le specie ad ampia distribuzione: Cosmopolite (8%), Subcosmopolite (8%).
Significativa risulta la presenza di specie a distribuzione Euroasiatica (11%), seguita da specie tipicamente boreali (Circumboreali 6%), Mediterraneo-Atlantiche (2%) e Anfiatlantiche (1%).
Questi risultati indicano chiaramente una sitiazione di transizione tra un ambiente mediterraneo e uno atlantico; l'area se pur caratterizzata per lo più da specie tipiche di ambiente mediterraneo presenta, infatti, anche entità caratteristiche di aree più continentali.
Tali osservazioni trovano facile spiegazione nella posizione geografica dell'area studio, e in generale di tutta la tenuta di Tombolo, distribuita sulla linea di confine tra la regione biogeografica mediterranea e quella continentale (Ubaldi, 2003).
Da tener comunque presente anche il forte fattore di disturbo cusato dalle lavorazioni agricole circostanti che, influenzando le condizioni complessive di naturalità, può risultare determinante nella composizione corologica e biologica dell’area.
Tale considerazione può essere confermata dalla presenza di specie Paleotemperate (7%), Americane (4%), Paleosubtropicale (2%), Neotropicali (1%), rappresentate spesso da specie esotiche, che possono essere considerate contaminazioni di regni floristici non caratteristici delle nostrte aree.
41% 38% 13% 4% 2%1% Spettro Biologico T H G Ch P NP
.
Lo spettro corologico ha permesso di individuare alcune specie non autoctone la cui presenza è stata ulteriormente confermata dal confronto con i dati in letteratura. In particolare sono state individuate 8 specie esotiche certe (cfr. Tab. 4) che sono state descritte in Appendice 3 dove per alcune sono stati riportati recenti aggionamenti sul loro status di invasività (Lazzeri, 2013).
Analogamente alle emergenze anche per le specie esotiche sono state comipilate delle brevi schede riportate in Appendice 3, la loro presenza può essere, in molti casi, da attribuire alle attivtà agricole circostanti
Interessanti informazioni sono state ottenute dallo studio vegetazionale La vegetazione dell'area indagata è costituita da fitocenosi in gran parte caratterizzate da specie alofile e alotolleranti. L'indagine fitosociologica ha consentito l'ascrizione di questi popolamenti in molti casi ad associazioni note in letteratura o ad aggruppamenti vegetali differenziati (cfr. pg. 47, Appendice 1 - Ortofotomappa).
Partendo dalle depressioni, e in particolare nello stagno lato terra, profondo circa 30 cm, inondato durante il periodo invernale e soggetto a prosciugamento estivo totale, seppur si mantenga un certo livello di umidità (la conducibilità elettrica raggiunge il valore massimo a fine estate pari 9,84 ms/cm, cfr. Tab.15), si osservano 3 cenosi nettamente distinte di cui una a Phragmites australis (Phragmitetum australis (Koch 1926) Schmale 1939), (cfr. Tab. 8), (Viciani et. al., 2001), ai bordi dello stagno, si tratta di un associazione idro-glicofitica di elofite perenni.
Phragmites australis è una specie ad ampia valenza ecologica: può rimanere costantemente sommersa oppure in prolungate fasi di asciutta, può vivere in
6% 21% 28% 11% 2% 1% 4% 1% 2% 7% 8% 8% 2% Spettro Corologico Circumbor. Steno-Medit. Euri-Medit. Euro-Asiat. Medit-Atl. Anfiatl. Americ. Neotrop. Paleosubtrop. Paleotemp. Subcosmop. Cosmop. Medit_Turan
ambienti d’acqua dolce come le rive di fiumi a diverso regime idrologico, gli stagni o le zone perilacustri oppure in aree salmastre, perché in grado di tollerare concentrazioni saline fino a 2,5- 4% (Buffa et.al., 1995). Conseguentemente alla sua plasticità ecologica, P.australis partecipa al corteggio floristico di diverse associazioni, inquadrate in differenti unità di vegetazione
Nella parte centro/sud dello stagno, dove si raggiugono moderati livelli di salinità a causa del prosciugamento quasi completo dello stagno (cfr. Tab. 15) si hanno apparentemente due cenosi ben distinte, a macchia di leopardo, dominate da Juncus gerardi accompagnato da Aeloropus litoralis in un caso e Aeloropus litoralis e Bolboschoenus maritimus nell'altro.
La prima chiaramente ascrivibile a Limonio narbonensis-Junetum gerardii Géhu et Biondi 1994 (Viciani et. al., 2001), (cfr. Tab. 13) l'altra di più difficile collocazione (cfr. Tab. 14) in quanto non sono stati trovati in letteratura rilevamenti simili; tuttavia per il rilievo 12 e 27 potrebbe essere possibile l'ascrivibilità a Puccinellio festuciformis-Aeluropetum littoralis (Corb, 1968) Gehu & Costa 1984 in Gehu, Costa, Scoppola, Biondi, Marchiori, Peris, Gehu- Franck, Caniglia & Veri 1984 (Sciandrello et al., 2014, Gehu et.al. 1984), i restanti rilievi di questo gruppo potrebbero rappresentare una forma degradata di tale associazione oppure una sorta di successione in atto. A riguardo quindi è risultato opportuno non spingersi oltre l'ordine Bolboschoenetalia maritimi Hejny in Holub et al. 1967 (Dimitrij et.al. 2000).
La disposizione a random delle cenosi a Juncus gerardii e Bolboschoenus maritimus potrebbe essere attribuibile al fatto che entrambe sono geofite rizomatose, quindi potrebbe essere una risultanza di una conquista competitiva in termini spaziali tra le due specie.
L'altra depressione principale rappresentata dallo stagno lato mare, profonda fino a 50 cm inondato durante il periodo invernale è soggetto a prosciugamento estivo totale, seppur si mantenga un certo grado di umidità. Esso risulta meno salato (la conducibilità elettrica raggiunge il valore massimo a fine estate pari 5,70 ms/cm) rispetto lo stagno lato terra e risulta essere composto per la quasi totalità da sabbia (83,3% sabbia, 10 % limo, 6,64 % argilla) (cfr. Tab.15).
I due stagni sono differenti anche dal punto di vista delle cenosi presenti:
Nella parte centro-ovest dello stagno si osserva una commistione delle cenosi a Spartina versicolor e Juncus maritimus (Spartino-Juncetum maritimi O. Bolòs 1962, cfr. Tab. 6).
In Europa, S.versicolor, come specie caratteristica, è ascritta a due diverse associazioniSpartino versicolor-Juncetum maritimi O. Bolòs, 1962 e Elymo farcti- Spartinetum junceae Vagge and Biondi, 1999.
Nel primo caso l'associazione appare caratteristica di ambienti salamstri retrodunali.
maritimus. In questa associazione S. versicolor preferisce appunto terreni sabbiosi abbastanza umidi e occasionalmente inondati, moderatamente salati (S=2).
Questa associazione è stata già identificata lungo le coste sabbiose meridionali della Toscana (Vagge et. al., 1999) e lungo il litorale pisano (Bertacchi et.al., 2007).
Essa può essere considerata una sorta di contatto catenale con l'associazione (Kaligariç et al., 2007) alo-igrofila Juncetum maritimi – acuti Horvatic 1934 (cfr. Tab. 7) presente nelle parti più centrali dello stagno a cui lascia gradatamente spazio. I giunchi, infatti, sono legati ad ambienti di transizione tra sabbia e argilla, dove la salinità tende a essere più elevata (Juncus maritimus S=3).
Nelle parti marginali dello stagno, analogamente allo stagno lato terra, sono presenti comunità idro-glicofitiche a Phragmites australis.
La situazione all'interno delle scoline di drenaggio è molto interessante, anche se l'assenza di prelievi di acqua e terreni purtroppo può farci solo dedurre le loro caratteristiche chimico-fisiche, si riscontra quasi sempre vegetazione a carattere marcatamente alofitico.
Sono presenti 4 associazioni visivamente ben distinte, che si succedono in ordine catenale (cfr. Tabb . 11, 12, 13): Puccinellio festuciformis-Sarcocornietum perennis (Br.-Bl. 1931) Géhu 1976, Elytrigio elongatae-Inuletum crithmoidis Br.-Bl. (1931) 1952, Limonietalia Br:-Bl & O. Bolòs 1958, e due soli rilievi (72-112) a Phragmitetum australis (Koch 1926) Schmale 1939 nelle canaline più vicine ai due stagni (Viciani et. al., 2001; Biondi et. al., 2001, cfr. Tab. 8).
Le prime tre associazioni presentano sempre specie caratteristiche con un indice di salinità (Ellemberg, 1974) pari a 3, quindi si tratta in tutti i casi di alofite obbligate. Questo sta a indicare che nonostante le condizioni di palese artificialità le scoline di drenaggio, essendo comunque aree depresse (fino a 50 cm di profondità) sono una culla di importanti associazioni riconsciute anche dalla Direttiva Habitat (92/43 CEE) di cui una addirittura prioritaria (Limonietalia-Steppe salate mediterranee).
In realtà il fenomeno è facilmente spiegabile, come il resto delle aree depresse, con la risalita stagionale della falda salmastra in superficie o , addirittura, della lente di acqua salata dal mare attraverso la rete di drenaggio delle scoline, che in ultimo è collegata al canale di collegamento Nuovo Lamone a sua volta collegato con lo scolmatore d'Arno, praticamente salato nei mesi estivi (cfr. Fig. 13).
Le zone sopraelevate saline con spiccati valori di conducibilità elettrica alla fine del periodo estivo, presentano oltre a Limonietalia Br.-Bl & O. Bolòs 1958, Puccinellio festuciformis-Sarcocornietum perennis (Br.-Bl. 1931) Géhu 1976 nelle parti centrali,anche l'associazione Parapholidetum filiformis Brullo, Scelsi & Siracusa 1994 (Viciani et. al., 2001, cfr. Tab. 10) ad aspetto più nitrofilo (valori massimi di NO3- riscontrati 6,16 ppm, cfr. Tab. 15) e meno alofilo, infatti l'indice di
salinità di Parapholis filiformis e Hordeum marinum è pari a 2 (Ellemberg, 1974) quindi siamo di fronte a alofite facoltative. L'associazione quindi assume un significato di transizione verso gli aggruppamenti più alo-nitrofili già citati.
Sempre nelle zone sopraelevate, ai bordi dello stagno lato terra, e in una zona centrale all'area, è stata riscontrata la presenza della salicornia annuale Salicornia patula, a costituire, con la alonitrofila Suaeda maritima, formazioni a volte piuttosto rade (30% di copertura), attribuibili all’associazione Suaedo maritimae-Salicornietum patulae (cfr. Tab. 9), (Brullo, 2003) della classe Thero- Salicornietea. Si tratta di una associazione descritta da Brullo e Funari (1976) negli ambienti palustri costieri della Sicilia, ma presente anche lungo le coste italiane (Gèhu et al., 1984; Biondi, 1999) e corse (Gèhu e Biondi, 1994).
Qui le concentrazioni saline (fino a 28 ms/cm, cfr. Tab. 15) e la forte aridità a fine periodo estivo, creano un ambiente particolarmente ostile dove si trovano solo specie alofite obbligate quali appunto Salicornia patula e Suaeda maritima (S=3) nei rilievi dove la copertura non supera il 50% (Rill. 114-117-118), mentre in zone più marginali e a salinità meno elevata (fino a 19 mS/cm, cfr. Tab. 15) la copertura è completata dall'alofita facoltativa Parapholis filiformis (S=2) e altre specie alotolleranti e alonitrofile comeTripolium pannonicum e Salsola soda.
Da citare numerose similitudini dell’area studio, per quanto riguarda la componente floristica, con le porzioni umide salmastre della vicina riserva WWF Cornacchiaia – Bosco dell’Ulivo (Coraro, 1987) in particolar modo per quanto riguarda la famiglia delle Chenopodiaceae, Juncaceae e Cyperaceae, comprese emergenze floristiche e specie esotiche (cfr. Appendice B, C).
Similitudini sono state riscontrate anche nella componente vegetazionale (fitocenosi a Anthrocnemum sp. e fitocenosi a Juncus sp.), che può rappresentare una sorta di continuità pregressa pre-bonifica ad oggi non più esistente data anche la presenza del canale Navicelli.
CONCLUSIONI
Lo studio svolto ha permesso di evidenziare dati inediti sulla componente floristica e vegetazionale nonché sulle caratteristiche chimico-fisiche dell’area di Galanchio.
Sulla base dei risultati ottenuti e precedentemente discussi è possibile trarre le seguenti conclusioni:
• L’area presenta, almeno in alcuni punti, caratteristiche chimico-fisiche proprie di ambienti salini per quanto riguarda il contenuto in sali (Conducibilità elettrica e contenuto in NaCl) sia dei terreni che delle acque.
• Il buon grado di naturalità conservato nell’area e la sua grande valenza naturalistica, nonostante il profondo impatto subito dalla bonifica e, nel corso del tempo, dalle attività agricole, è dimostrato dalla presenza dell' elevato numero di specie censite (133) tra cui numerose emergenze floristiche (10,5% sul totale delle specie) di cui 9 proprie di ambienti salini.
• Lo spettro biologico, che presenta una netta prevalenza di Terofite e Emicriptofite, è in accordo con le condizioni climatiche di tipo temperato ma contemporaneamente caratterizzate da una certa aridità stagionale. La significativa presenza di Geofite, di cui quasi tutte rizomatose, e la loro diffusa estensione è in parte dovuto alle frammentazioni e dispersioni causate dalle periodiche e persistenti lavorazioni ( arature , erpicature) dei macchinari agricoli nell'area. Lo spettro corologico presenta una netta prevalenza di specie a carattere tipicamente mediterraneo, ma la contemporanea e significativa presenza di specie euroasiatiche e circumboreali permette di considerare l’area un ambiente di transizione tra l’area mediterranea e continentale.
• Il contingente esotico rappresentato da 8 specie di cui 4 potenzialmente invasive, può rappresentare una elemento di futura minaccia per l'ecotopo.
• Le indagini vegetazionali hanno permesso di evidenziare 10 fitocenosi peculiari di aree salmastre e caratterizzanti Habitats presenti nella Direttiva Habitat 92/43 CEE; tra questi, l'habitat H1510 (Steppe salate mediterranee - Limonietalia). Queste popolamenti vegetali rappresentano un contingente fitocenotico di grande importanza naturalistica in quanto relittuali, per i motivi sopra citati, e comunque di per sé poco rappresentati nella regione Toscana; questi habitat infatti sono legati a zone estuarine, quindi zone di contatto tra acque fluviali e marine, contemporaneamente a zone dove si ha un ristagno d’acqua dovuto a terreni limoso-argillosi. Queste condizioni ambientali (se si esclude la vasta area presso la Laguna di Orbetello e l'area delle Lame di San Rossore nel Parco di Migliarino
San Rossore Massaciuccoli), si verificano ormai sporadicamente solo in alcune limitatissime stazioni costiere della Toscana. L’area di Galanchio rappresenta una stazione relittuale e disgiunta da quelle proprie del Parco S.R.M.M. dove queste fitocenosi sono ben rappresentate e, soprattutto, tutelate.
• Come gia menzionato l’area di Galanchio non è inserita all’interno del SIC Selva Pisana, ma esiste una delibera da parte Regione Toscana che ne potrebbe prevedere l’inclusione. I dati ottenuti possono quindi fornire una base per l’Ente predisposto a procedere a tal proposito.