• Non ci sono risultati.

Analisi comparativa della mobilità del delitto per comune

Nel documento Contributi ISTAT (pagine 138-145)

Metteremo in mostra in questo paragrafo, la forte variabilità criminale nell’ambito di comuni appartenenti alla stessa provincia. La contrapposizione, come accennato in precedenza, riguarda il comune capoluogo ed un altro nella stessa provincia. Tali differenze possono risultare molto utili ai fini preventivi: conoscere meglio le caratteristiche degli autori in microaree così circoscritte, permette alle autorità proposte di sorvegliare il territorio in futuro, di prevenire ed individuare con maggior facilità coloro che compiono manifestazioni criminali.

E’ interessante notare che comuni confinanti come Venezia e Chioggia, abbiano 16 punti percentuali di differenza tra le due classi di delitto. Ovvero il comune non capoluogo ha una spiccata propensione a delitti a matrice individuale.

Sull’altra costa, a La Spezia, si riscontra un fenomeno opposto. Il comune non capoluogo di Sarzana, con i suoi 20.000 abitanti, nell’entroterra ligure ai confini con la Toscana, ed a solo 10 chilometri in linea d’aria dal comune di La Spezia, mostra una spiccata propensione ai delitti di tipo patrimoniale, a differenza di quanto avviene nel corrispondente comune capoluogo.

Sempre in Liguria, poniamo in evidenza le differenze in termini di proporzione di autori di cittadinanza straniera in due contesti confinanti quali Savona e Genova. La prima realtà mostra come nel comune di Savona, quasi tre criminali su quattro sono italiani, mentre nel vicino comune di Albenga, che dista dal capoluogo di provincia solo 36 chilometri, la maggior incidenza criminale è di stampo straniero (pari al 56,7% contro il 26,5% del comune capoluogo). Ciò pone in luce il concetto che comuni limitrofi necessitano di strumenti di investigazione molto diversificati. Differente è la situazione riscontrata tra Genova e Rapallo, località marina a pochi chilometri sulla riviera di levante: gli autori stranieri sono solo il 15%, mentre nel comune capoluogo sono il 44,7%.

La localizzazione degli autori dei delitti può essere una utile informazione sia in termini preventivi, sia in termini investigativi al fine di individuare coloro che hanno commesso fattispecie criminali. In Sicilia, notiamo che in un grande comune come Palermo, più di tre autori su quattro sono nati nel comune. Tale informazione mostra quanto sia a “controllo totale” di organizzazioni malavitose locali, definite come “famiglie” storicamente presenti sul territorio. Così non si può dire del vicinissimo comune di Bagheria, dove il dato riscontrato è solo del 25%. Può comunque

risultare interessante che il controllo malavitoso di Bagheria, risulta comunque a controllo provinciale, in quanto il 90% degli autori è palermitano.

Nella vicina provincia trapanese, contrapponiamo quanto rilevato nel comune capoluogo con i dati riscontrati nel vicino comune di Marsala. Entrambi i territori, divisi dal solo comune di Paneco (posti sulla costa occidentale siciliana di fronte a Favignana), mostrano che gli autori “locali” a Trapani sono poco più del 34% contro un valore pari al 72% nel territorio del corrispondente principale comune non capoluogo.

Conclusioni

Il nostro studio è finalizzato a conoscere ed analizzare fatti criminosi nei singoli territori comunali, che differiscono notevolmente per tipo e quantità di reati. Esso permette di differenziare meglio la politica di prevenzione e di repressione rendendola particolarmente idonea alle varie realtà.

Sono state selezionate 16 differenti tipologie di reati. L’insieme di esse sintetizza la criminalità nell’ambito dei delitti di allarme sociale.

Sfruttando a pieno tutte le potenzialità del processo d'informatizzazione degli uffici giudiziari periferici, rielaborando i dati provenienti dalle basi di dati amministrative delle Procure, ho potuto ottimizzare le informazioni e raggiungere, nel presente lavoro, un livello di conoscenza fino al dettaglio comunale.

In nessuna ricerca ufficiale a nostra conoscenza, è stata mai effettuata un’analisi statistica sulla criminalità su tutto il territorio italiano a livello di dettaglio comunale su un triennio.

Con la progettazione e il popolamento di due basi di dati statistiche sulla criminalità, fonte dei dati del presente studio, abbiamo dimostrato che l’ausilio di tali architetture di dati non rappresenta più il futuro, bensì il presente nella ricerca in ambiti statistici.

Il database Storico contiene tutti i procedimenti legali (autori noti e ignoti), di tutte le Procure italiane, a livello di dettaglio territoriale provinciale, dal 1969 al 2002: pari a oltre 75.000.000 di delitti denunciati.

Il database Comunale contiene lo stesso patrimonio informativo di quello storico, arricchito però di notizie accessorie sugli autori dei commessi delitti e di una localizzazione del luogo del commesso delitto a livello comunale, dal 1999 al 2002.

Operare una giusta prevenzione dei delitti implica che le forze di polizia, possano attuare una diversa politica di controllo del territorio a livello comunale, nelle aree ove esiste una alta variabilità dei delitti commessi, dal punto di vista di numerosità e gravità. Le aree d’interesse di questo studio evidenziano meglio quanto territori simili, secondo la ripartizione geografica, risultano molto diversi nell’analisi del fenomeno criminale.

Dal punto di vista strettamente metodologico, l'analisi della criminalità a livello di comune è stata realizzata dal punto di vista sia oggettivo (delitti), sia soggettivo (autori).

La prima parte è analizzata per mezzo degli indici statistici già definiti in letteratura, ed a livello comunale con un nuovo indice sintetico.

Con il completamento del processo d’informatizzazione degli uffici giudiziari tutte le Procure forniscono all’ISTAT i dati relativi alle denunce in formato magnetico, tale studio tenta di definire uno “score” criminale per tutti i comuni italiani, evidenziando quelli a più alto tasso criminale. Tali informazioni potranno essere utilizzate dagli organi statali preposti alla pubblica sicurezza, quali: Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza.

Per la seconda, si è ricorso a metodologie di data mining, quali le tecniche di segmentazione gerarchiche mediante l'ausilio di alberi decisionali secondo il metodo C&RT (Classification & Regression Tree) e abbiamo sperimentato per la prima volta questa applicazione alla criminalità.

Tale aspetto ci ha permesso di fornire informazioni sulle caratteristiche di coloro che commettono delitti e la loro maggior propensione a commettere tali manifestazioni ledendo gli interessi patrimoniali della parte lesa o l’individualità della vittima. Una particolare attenzione è stata posta sugli aspetti d’incidenza di alcune caratteristiche strutturali degli autori nelle aree rilevate e nei riguardi della mobilità del delitto.

Inoltre si è ricorso all’utilizzo di reti neurali Multi Layer Perceptron e si constatato che l’utilizzo di reti neurali nel campo delle statistiche sociali apre nuovi orizzonti di ricerca. Approssimare una funzione che lega il fattore turismo con quello della criminalità permette agli operatori destinati alla pubblica sicurezza di prevenire meglio possibili scenari di fronte al variare di determinate condizioni ambientali. In particolare rispetto alle due province di Rimini e Venezia. I risultati mostrano degli andamenti non lineari tra i due fenomeni.

La differente “qualità turistica” nelle due province evidenzia come gli italiani nella provincia romagnola sono “parte attiva” della criminalità nell’ambito di delitti contro l’individualità della vittima: lesioni, minacce, risse e droga; i turisti veneziani, ed in particolare quelli stranieri, rappresentano il “target” ideale per i criminali legati a manifestazioni delittuose di carattere patrimoniale quali: furti, borseggi, scippi, truffe e rapine.

Appendice

Nel documento Contributi ISTAT (pagine 138-145)