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Per differenziare i pazienti obesi dai controlli è stata utilizzata

l’analisi delle curve R.O.C.

Il rapporto E/A, valutato con analisi PW-TDI a livello del setto,

corrisponde a un area sotto la curva di 0.82±0.4 (p<0.0001;

intervallo di confidenza del 95% CI: 0.73 e 0.91). Utilizzando un

valore più basso di -1.27 come valore cut off per il rapporto E/A,

valutato con l’analisi PW-TDI a livello del setto, i pazienti obesi

vengono discriminati dai soggetti del gruppo controllo con una

sensibilità del 82% e una specificità del 79%. Se invece utilizziamo il

rapporto E/A valutato con il flusso transmitralico i pazienti obesi

specificità del 64%. Il rapporto E/A ottenuto con la metodica PW-TDI

ha quindi dimostrato un potere discriminante maggiore rispetto al

rapporto E/A valutato con il flusso transmitralico (p<0.009) (Figura

3a).

I valori di IBSsi (%) corrispondono a una area sotto la curva di

0.87±0.03 (p<0.0001; intervallo di confidenza del 95% CI: 0.80 e

0.94). Utilizzando per l’IBSsi (%) un valore cut off maggiore di

50.3%, i pazienti obesi vengono discriminati dai controlli con una

sensibilità del 81% e una specifità del 81% (Figura 3b). I valori di

IBSmsi(%) hanno mostrato un maggior potere discriminante con una

area sotto la curva di 0.89±0.03 (p=0.0001; intervallo di confidenza

del 95% CI: 0.83 e 0.95); utilizzando per l’IBSmsi(%) un valore cut

off maggiore di 45.3%, i pazienti obesi vengono discriminati dai

controlli con una sensibilità del 83% e una specificità del 83%

(Figura 3b). I valori IBSmsi(%) hanno mostrato un potere

discriminante significativamente maggiore in confronto al rapporto

E/A ottenuto sia con il flusso transmitralico che con PW-TDI a livello

DISCUSSIONE

I principali risultati di questo studio possono essere riassunti come

segue:

a) Alterazioni miocardiche precoci possono essere

individuate sia col PW-TDI (principalmente riguardanti la

funzione diastolica del ventricolo sinistro) che col IBS

(riduzione della contrattilità intrinseca del miocardio e

aumento della reflettività miocardica). Queste alterazioni

possono essere considerate uno stadio precoce e sub-

clinico di “cardiomiopatia da obesità”.

b) I nuovi parametri ultrasonici ottenuti dall’analisi

intramiocardica dimostrano un elevato potere nel

discriminare fra i cuori altrimenti cardiologicamente sani

degli obesi ed i cuori di soggetti normali, se paragonati

alle tecniche convenzionali.

c) E’ stata osservata una relazione significativa ed

indipendente fra l’insulino-resistenza e la LVMh e la

reflettività del setto, suggerendo un ruolo patogenetico

dell’insulino-resistenza nella genesi dell’ipertrofia

ventricolare sinistra e nell’aumentato contenuto

Queste osservazioni depongono in favore della “cardiomiopatia da

obesità” come un’entità distinta.

I risultati di questo studio, a conferma dei risultati del gruppo di

ricerca di Wong Chiew Y (73), espandono e chiariscono i potenziali

meccanismi esistenti tra insulino-resistenza, metabolismo del

miocardio e alterazioni della struttura e funzione del ventricolo

sinistro nei soggetti obesi di grado severo, altrimenti

cardiologicamente sani.

L’obesità induce una serie di alterazioni nella struttura e nella

funzione cardiaca, che sono associate al sovraccarico emodinamico

e che rappresentano di per sé un fattore di rischio cardiovascolare

(78). Il rimodellamento dell’atrio sinistro e del ventricolo sinistro è un

fenomeno comune nei pazienti obesi ed è noto che questi eventi

fisiopatologici sono collegati con la disfunzione sia dell’atrio che del

ventricolo sinistro. L’aumento delle dimensioni atriali, nei soggetti

obesi, è collegata sia all’espansione del volume ematico che alle

alterate capacità di riempimento delle sezioni sinistre del cuore. In

particolare, nei pazienti obesi normotesi, l’ipertrofia eccentrica del

ventricolo sinistro rappresenta un adattamento all’espansione del

volume ematico. In aggiunta all’aumento del precarico, nei soggetti

essenzialmente a due fattori: maggiori resistenze vascolari causate

dall’eccesso di tessuto adiposo e dell’aumento della rigidità delle

arterie (79).

I valori di BMI correlano positivamente con l’alterazione degli indici

di funzionalità diastolica: l’obesità infatti può alterare questi

parametri a causa del sovraccarico emodinamico, inoltre l’aumento

della massa cardiaca e l’ipertrofia del ventricolo sinistro

contribuiscono nel determinare questo squilibrio della funzione

diastolica sinistra, soprattutto nella fase finale del riempimento

passivo perché aumenta la rigidità (“stiffness”) del miocardio.

Utilizzando il rapporto E/A come parametro globale della funzione

diastolica del ventricolo sinistro, si nota che la sua alterazione nei

pazienti obesi è dovuta essenzialmente a un aumento del picco A;

questa anormalità è da considerarsi un evento precoce all’ interno

del coinvolgimento cardiaco dei soggetti obesi, a cui si aggiunge in

tempi successivi la riduzione della funzione sistolica. Il nostro studio

mostra che i parametri della funzionalità sistolica convenzionali (EF

e FS) sono normali o al di sopra della norma nei soggetti obesi se

paragonati ai controlli

Inoltre, utilizzando i parametri ottenuti con il PW-TDI a livello

ventricolo sinistro), è possibile mettere in evidenza che nei soggetti

obesi tutte le fasi della diastole secondo l’asse longitudinale del

ventricolo sinistro sono alterate. Il rapporto tra le velocità E ed A a

livello settale dell’anulus mitralico (PW-TDI E/AS) ha un buon potere

discriminante (82%; p<0.0001) tra il cuore degli obesi e quello dei

soggetti del gruppo controllo. A ulteriore dimostrazione della

presenza di una complessa disfunzione diastolica nei pazienti del

gruppo O è possibile sottolineare una velocità diastolica dell’anulus

mitralico (ES e EL) più bassa e di conseguenza un rapporto E/ES e E/EL significativamente maggiori. Dal momento che tale rapporto è l’espressione della pressione telediastolica ventricolare sinistra, va

sottolineato come nei soggetti obesi, a causa sia del sovraccarico

emodinamico che delle alterazioni strutturali sopra descritte, si

realizza un lieve incremento della pressione telediastolica

ventricolare sinistra che, è responsabile in tempi lunghi di potenziali

Obesità: da un fattore di rischio per lo scompenso

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