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6. La verifica delle ipotesi di lavoro

6.4. L’analisi dei focus group

Per permettere un’analisi completa delle informazioni e una maggiore ricchezza di dettagli

43

, le re-

gistrazioni dei focus group sono state trascritte integralmente

44

e codificate focalizzando

l’attenzione su quattro dimensioni estrapolate dalle ipotesi di lavoro e riportate nella Tabella 6.3.

Tabella 6.3. – Dimensioni di analisi dei focus group

Si è quindi proceduto a un’analisi tematica del contenuto utilizzando la griglia di lettura consultabi-

le all’allegato 6.3. Di seguito sono riportati i risultati di tale analisi.

6.4.1. Dimensione 1: il caso di studio sviluppa un contesto cui fare riferimento

In nessuno dei due focus group è stato affermato esplicitamente che lavorare per casi abbia permes-

so di sviluppare un contesto cui fare riferimento. In effetti, da entrambi i focus group è emersa una

certa difficoltà iniziale, dovuta a una “mancata introduzione” della tematica, che forse ha rallentato

42

V. allegato 5.2

43

Cfr. C

ATALDI

, S. (2009), Op. cit., p. 89

44

V. allegato 6.2

Ipotesi

Dimensione

1. Il caso di studio

1. Il caso di studio sviluppa un contesto a cui fare riferimento

2. Il file rouge

2. Il file rouge permette una correlazione tra le nozioni teoriche e le differenti pratiche

marketing

3. L’azienda locale

3. L’esempio locale è una realtà semplice da analizzare

Buletti Stefania

27

la creazione del contesto generale nel quale muoversi

45

. Ciò detto, l’attività di schematizzazione del

mercato, destinata a tale contestualizzazione, è stata molto apprezzata.

È stato inoltre affermato a più riprese che in seguito alla visita delle collaboratrici AMB la classe si

è sentita più coinvolta nell’attività in corso

.

Si potrebbe quindi ipotizzare che la presenza delle due

collaboratrici abbia permesso agli allievi di sviluppare e concretizzare maggiormente il contesto

aziendale, motivandoli a proseguire l’approfondimento.

Da subito i partecipanti hanno parlato di “completezza” e “esaustività” del percorso didattico: “è

stato molto più completo rispetto a quello che abbiamo fatto ad ASPE. […] era molto più esausti-

vo”

46

. Percezioni, queste, che potrebbero essere riallacciate alla maggiore comprensione della mate-

ria supportata da un contesto chiaro cui fare riferimento.

Infine, l’approccio per casi di studio, a detta dei partecipanti, ha permesso una migliore assimilazio-

ne dei contenuti

47

, andando a confermare l’ipotesi 1, ovvero che l’introduzione di argomenti tramite

un caso di studio permette una migliore comprensione dei concetti presentati in seguito grazie allo

sviluppo di un contesto di riferimento cui fare capo.

6.4.2. Dimensione 2: il file rouge permette una correlazione tra nozioni teoriche e pratiche azien-

dali

In generale, l’utilizzo del file rouge costituito dai tre casi di studio è stato apprezzato ed entrambi i

gruppi lo riproporrebbero nel percorso didattico. In particolar modo, è stato apprezzato l’alternarsi

di momenti di teoria a momenti di cosiddetta “pratica”, ovvero il ritorno ai casi per mostrare

l’applicazione pratica del concetto teorico appena discusso

48

.

A supporto dell’ipotesi che tale impostazione permetta di cogliere maggiormente la correlazione tra

teoria e pratiche aziendali, in uno dei due focus group è stata esplicitata la consapevolezza della com-

plessità del “sistema azienda” e del peso delle scelte di marketing sull’intero equilibrio aziendale

49

.

45

“Siamo partiti subito parlando di Wambo, ma non abbiamo fatto un’introduzione generale sul percorso che avrem-

mo fatto”. V. allegato 6.3, dim. 1.2

46

V. allegato 6.3, dimensione 1.1

47

“senza dimenticarselo”; “è stato anche più bello imparare, e più facile da imparare”; “ho imparato di più proprio

perché l’attività era fatta così”. V. allegato 6.3, dim. 1.5

48

“Solitamente si fa teoria e poi basta. Invece qua abbiamo potuto mettere in atto quello che abbiamo imparato”. V.

allegato 6.3, dim. 1.5 e 2.2

49

“Non pensavo che fosse così complesso. E che comportasse delle azioni così pensati sull’azienda”. V. allegato 6.3

Il marketing che parla ticinese

28

6.4.3. Dimensione 3: l’esempio locale è una realtà semplice da analizzare

In entrambi i focus group è emersa la volontà di mantenere lo studio approfondito di un’azienda

piccola e locale quale base di trasmissione delle nozioni teoriche. Alcuni partecipanti del secondo

focus group hanno però espresso la necessità di cambiare il settore di tale azienda poiché considera-

no il mercato delle telecomunicazioni poco tangibile e un po’ complesso. Ciò detto, la maggior par-

te dei partecipanti concorda nel dire che l’esempio scelto permettesse un’analisi migliore, funziona-

le, circoscritta e più comprensibile rispetto a un’analisi effettuata su un’azienda più grande e com-

plessa (esempi citati: Swisscom

®

e Coca Cola

®

). Tali affermazioni, soprattutto quelle legate ai pa-

ragoni “aziende piccole vs aziende grandi” e “mercato circoscritto vs mercato ampio”

50

, vanno a so-

stegno dell’ipotesi 3, ovvero che l’analisi approfondita di un’azienda locale, operante su un piccolo

mercato, permette una migliore comprensione dei concetti poiché si tratta di una realtà più sempli-

ce da analizzare, più vicina agli allievi e che dunque genera un maggior interesse.

6.4.4. Dimensione 4: l’esempio locale è vicino alla realtà degli allievi e suscita maggiore interesse

In entrambi i focus group si concorda sul fatto che l’esempio scelto fosse concreto e vicino alla real-

tà locale. In merito all’interesse suscitato, però, le posizioni tra i due gruppi sono discordanti. Il

primo gruppo ha supportato la scelta di AMB con Wambo fibra ottica, sostenendo oltretutto che il

lavoro svolto su un target giovanile abbia permesso di coinvolgerli maggiormente. Il secondo grup-

po, pur considerando l’esperienza molto positiva, ha invece sottolineato come lo scarso interesse

per il tema (le telecomunicazioni) abbia influito sulla motivazione: “… e magari parlare di

un’azienda che toccava tutti sarebbe stato ancora più stimolante rispetto a quanto è già stato”

51

.

Pertanto, nonostante la maggioranza abbia supportato l’esempio scelto, qualche riflessione in merito

alla sua adeguatezza dovrà essere fatta prima di riproporlo. Ciò detto, tali affermazioni non vanno a

confutare l’aspetto relativo all’interesse esposto nell’ipotesi 3. Piuttosto rilevano la necessità di una

maggiore cura nella scelta ed esposizione dell’azienda-esempio.

In conclusione, i focus group hanno fatto emergere molti elementi a conferma delle ipotesi di lavo-

ro. Ciononostante, sia per la natura dell’apparato di osservazione scelto, sia per i limiti citati al pun-

to 6.1., molti elementi potrebbero non essere stati rilevati rendendo altresì l’analisi parziale.

50

V. allegato 6.3, dimensioni 3.1 e 3.2

Buletti Stefania

29

Dai focus group è comunque emerso un grande apprezzamento generale. Infatti, entrambi i gruppi

riproporrebbero l’approccio didattico utilizzato e, ad esso, continuerebbero ad associare un lavoro

di gruppo quale valutazione finale. In quanto agli aspetti da migliorare proposti dai gruppi, essi so-

no prevalentemente organizzativi. Nessuno dei due gruppi ha citato elementi da non riproporre in

futuro.

Tutto ciò lascia ben sperare sulla bontà dell’impianto didattico e ci spinge ad affermare che la rispo-

sta alla domanda di ricerca posta al punto 2.1, ovvero: “L’utilizzo di un caso di studio basato su una

realtà locale, proposto come filo conduttore nel corso di un’unità didattica, permette un maggiore

sviluppo delle competenze mirate e una maggiore comprensione dei concetti a esse collegate?”,

Il marketing che parla ticinese

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