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Il marketing che parla ticinese: ovvero come insegnare i rapporti con il mercato basandosi su un caso di studio locale

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Academic year: 2021

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(1)

LAVORO DI DIPLOMA DI

BULETTI STEFANIA

DIPLOMA DI INSEGNAMENTO PER LE SCUOLE DI MATURITÀ

ANNO ACCADEMICO 2015/2016

IL MARKETING CHE PARLA TICINESE

OVVERO COME INSEGNARE I RAPPORTI CON IL MERCATO

BASANDOSI SU UN CASO DI STUDIO LOCALE

RELATORE

(2)
(3)

Ringrazio,

le Aziende Municipalizzate di Bellinzona per avermi permesso di basare i casi di studio sul loro

prodotto Wambo fibra ottica;

la responsabile marketing di AMB e product manager di Wambo fibra ottica, Fabiola Luberti e

l’assistente marketing di AMB, Simona Luiselli per il prezioso contributo alla creazione dei casi di

studio e per il loro supporto in aula sia durante la stesura del questionario “Giovani e connessione

a internet”, sia durante la presentazione dei risultati dell’inchiesta;

la mia docente mentore, Lorella Penno-Rezzonico, per la collaborazione durante lo svolgimento dei

Focus Group e per i preziosi consigli;

i docenti del seminario di didattica disciplinare Luca Berla e Aldo Foglia per i numerosi spunti e le

discussioni costruttive;

i docenti del modulo d’introduzione alla ricerca in educazione Michele Egloff, Lorena Rocca e

Spartaco Calvo per il contributo nella progettazione della parte metodologica.

(4)
(5)

i

Sommario

1. Introduzione ... 1

1.1. Gli interrogativi di partenza ... 1

1.2. La struttura del lavoro di diploma ... 2

2. Quadro teorico e metodologia ... 3

2.1. La domanda di ricerca ... 3

2.2. Le ipotesi di lavoro ... 3

2.3. L’obiettivo del lavoro di diploma ... 3

2.4. La metodologia ... 4

2.4.1. Il caso di studio ... 4

2.4.2. Il compito autentico e lo sguardo trifocale ... 5

3. Costruzione delle competenze ... 7

3.1. I rapporti con il mercato nel nuovo Piano degli Studi della SCC ... 7

3.2. Costruzione delle competenze mirate dal percorso didattico ... 8

4. La trasposizione didattica ... 11

4.1. I casi di studio ... 11

4.1.1. La collaborazione con le Aziende Municipalizzate di Bellinzona ... 11

4.1.2. La struttura dei casi di studio ... 12

4.1.2.1. Wambo fibra ottica: il mercato delle telecomunicazioni ... 12

4.1.2.2. Wambo fibra ottica: la strategia marketing ... 12

4.1.2.3. Wambo fibra ottica: il marketing mix ... 12

4.2. Pianificazione e svolgimento del percorso didattico ... 13

4.2.1. Capitolo 1: Struttura del mercato. Lezioni 1 e 2 ... 13

4.2.2. Capitolo 2: Marketing strategico. Lezioni 3, 4, 5 e 6 ... 14

4.2.3. Capitolo 3: Gli strumenti di marketing operativo. Lezioni 7, 8, 9, 10 e 11, 12 ... 16

5. La valutazione degli apprendimenti ... 19

(6)

ii

5.1.1.1. La valutazione oggettiva ... 19

5.1.1.2. La valutazione soggettiva ... 20

5.1.1.3. La valutazione intersoggettiva ... 20

6. La verifica delle ipotesi di lavoro ... 21

6.1. La scelta dell’impianto di osservazione ... 21

6.2. Il metodo del focus group ... 22

6.2.1. I ruoli in un focus group ... 22

6.2.2. La pianificazione dei temi ... 23

6.2.3. Le fasi del focus group ... 24

6.3. Lo svolgimento dei focus group ... 25

6.4. L’analisi dei focus group ... 26

6.4.1. Dimensione 1: il caso di studio sviluppa un contesto cui fare riferimento ... 26

6.4.2. Dimensione 2: il file rouge permette una correlazione tra nozioni teoriche e pratiche

aziendali ... 27

6.4.3. Dimensione 3: l’esempio locale è una realtà semplice da analizzare ... 28

6.4.4. Dimensione 4: l’esempio locale è vicino alla realtà degli allievi e suscita maggiore

interesse ... 28

7. Conclusione ... 30

7.1. Aspetti positivi e aspetti da migliorare ... 30

7.2. Opportunità da cogliere e sviluppi futuri ... 31

8. Bibliografia ... 32

8.1. Fonti del lavoro di diploma ... 32

8.1.1. Letteratura scientifica ... 32

8.1.2. Documenti ufficiali ... 32

8.2. Fonti dei materiali didattici ... 33

8.2.1. Letteratura scientifica ... 33

8.2.2. Altri documenti ... 33

(7)

Buletti Stefania

1

1. Introduzione

Lo studio dell’economia aziendale alla Scuola Cantonale di Commercio (SCC) è previsto nell’intera

durata del curricolo scolastico. Nel primo biennio, gli allievi sono condotti alla scoperta del mondo

aziendale tramite un percorso a tappe lungo il quale studiano le relazioni tra un’azienda e i propri

interlocutori e ne comprendono i tecnicismi contabili.

Nel secondo biennio, il corso di economia aziendale si apre allo studio delle principali competenze

necessarie a garantire il successo di un’azienda: la capacità di attivare strumenti di management

aziendale, la capacità di raggiungere e mantenere un equilibrio finanziario, la capacità di controllare

l’efficienza aziendale, la capacità di valutare e scegliere degli investimenti, la capacità di pianificare

le attività aziendali e la capacità di soddisfare e anticipare le esigenze del mercato.

Il presente lavoro di diploma si sviluppa attorno a quest’ultimo punto, proponendo un percorso

di-dattico sul tema dei rapporti col mercato per una classe di terza SCC bilingue italiano-francese.

1.1. Gli interrogativi di partenza

Solitamente, l’insegnamento del marketing è abbastanza apprezzato dagli allievi poiché, dopo un

anno interamente dedicato all’analisi economico-finanziaria dell’azienda, si passa a un argomento

considerato più leggero.

In realtà, comprendere bene i concetti che ruotano attorno al marketing e alle relazioni con il

merca-to non è così evidente. Gli allievi hanno molmerca-to spesso la concezione che il marketing serva a

vende-re di più, quando, facendo un po’ di semplicismo, serve a vendevende-re meglio, concependo dei prodotti

adatti alle esigenze dei consumatori e non il contrario.

Come riuscire, quindi, a insegnare i rapporti con il mercato affinché gli allievi escano con delle

cor-rette convinzioni e con dei solidi strumenti per analizzare efficacemente le relazioni tra l’azienda e

il mercato?

Dopo lunghe riflessioni si è concluso che una valida risposta possa essere: “tramite l’analisi

appro-fondita di un caso reale, semplice e ben strutturato”. La creazione e l’utilizzo in classe di tale caso

saranno quindi l’obiettivo del presente lavoro di diploma.

(8)

Il marketing che parla ticinese

2

1.2. La struttura del lavoro di diploma

Il lavoro di diploma si compone di sei capitoli. Dopo questa breve introduzione, il capitolo 2

pre-senterà il quadro teorico e la metodologia utilizzata per la creazione del percorso didattico.

In seguito, nel capitolo 3 saranno esposte le competenze mirate dal percorso didattico, come pure le

fasi necessarie al loro sviluppo e, nel capitolo 4, sarà presentata la trasposizione didattica,

specifi-cando le finalità e gli approcci utilizzati in ogni lezione.

Il capitolo 5 si concentrerà sulla valutazione degli apprendimenti effettuata dagli allievi, mentre il

capitolo 6 presenterà quanto svolto nell’ambito del modulo Introduzione alla ricerca in educazione

quale verifica delle ipotesi formulate nel quadro teorico. Infine, le conclusioni generali e qualche

pista di miglioramento per il futuro saranno esposte nel capitolo 7.

(9)

Buletti Stefania

3

2. Quadro teorico e metodologia

Dai primi interrogativi citati nell’introduzione, si è quindi proceduto alla stesura del quadro teorico

necessario all’impostazione del lavoro di diploma e all’analisi della metodologia da utilizzare.

2.1. La domanda di ricerca

L’utilizzo di un caso di studio basato su una realtà locale, proposto come filo conduttore nel corso

di un’unità didattica, permette un maggiore sviluppo delle competenze mirate e una maggiore

com-prensione dei concetti a esse collegate?

2.2. Le ipotesi di lavoro

Per rispondere a tale domanda sono state formulate le ipotesi seguenti:

1. l’introduzione di argomenti tramite un caso di studio permette una migliore comprensione dei

concetti presentati in seguito grazie allo sviluppo di un contesto di riferimento cui fare capo;

2. l’utilizzo di un caso di studio unico, suddiviso in più capitoli, usato come file rouge tematico

dell’unità didattica, permette agli allievi di cogliere maggiormente la correlazione tra le diverse

nozioni teoriche e le differenti pratiche aziendali.

3. l’analisi approfondita di un’azienda locale, operante su un piccolo mercato, permette una

mi-gliore comprensione dei concetti poiché sfrutta una realtà più semplice da analizzare, più vicina

agli allievi e che dunque genera un maggior interesse.

2.3. L’obiettivo del lavoro di diploma

L’obiettivo del lavoro di diploma è quindi sviluppare un percorso didattico costruito attorno

all’analisi di un caso di studio aziendale, diviso in più capitoli, basato su un prodotto e un’azienda

locali; nello specifico, il prodotto Wambo fibra ottica delle Aziende Municipalizzate di Bellinzona.

(10)

Il marketing che parla ticinese

4

2.4. La metodologia

La costruzione del percorso didattico fa capo all’approccio induttivo per casi di studio

1

, mentre la

valutazione delle competenze segue l’approccio del compito autentico

2

. Di seguito una breve

pre-sentazione delle due metodologie.

2.4.1. Il caso di studio

Il metodo dei casi di studio è un approccio didattico basato sull’analisi razionale di situazioni di vita

reale

3

. Di fatto, tale approccio porta in classe un pezzo di realtà, permettendo agli allievi di

confron-tarsi con la sua complessità e i suoi problemi

4

.

Secondo Skudiene (2012, p. 12), l’approccio per casi di studio può essere integrato nel paradigma

socio-costruttivista poiché incoraggia gli allievi a costruire il sapere in modo collaborativo.

L’approccio possiede le seguenti caratteristiche tipiche del socio-costruttivismo:

5

• è realistico, poiché si basa su situazioni di vita reale;

• è interattivo, poiché gli allievi collaborano tra loro e col docente, favorendo lo scambio di

opinioni;

• è contingente, poiché il livello di approfondimento di analisi e discussioni dipende dal

livel-lo degli allievi, dal livel-loro background e dalla livel-loro familiarità con l’approccio per casi;

• è critico, poiché spinge gli allievi a pensare in modo critico, ad argomentare in modo

co-struttivo, ad analizzare in modo sistematico, a confrontare, a porre domande e a valutare;

• è induttivo, poiché basato sull’osservazione, l’analisi e l’esperienza e suppone che ciò che si

scopre da soli è appreso, capito e ricordato meglio di quanto raccontato

6

.

Alcuni tra i vantaggi dell’approccio sono da ricercare nelle sue capacità di dare un senso alla

produ-zione del sapere, di sfidare le convinzioni degli allievi e di colmare il distacco esistente tra la teoria

1

Cfr. L

IMA

M.,

F

ABIANI

T. (2014), Teaching With Cases: A Framewok-Based Approach for Business School Teachers.

S.l.: Creative Space.

2

Cfr. C

ASTOLDI

, M. (2016), Valutare e certificare le competenze. Roma: Carrocci.

3

Cfr. L

IMA

M.,

F

ABIANI

T. (2014), Op. cit., p. 7

4

Cfr. S

KUDIENE

, V. (2012), Case method education. In: Amerman et al. (eds) The case study method in business

educa-tion, S.l.: Bogucki, p. 12

5

Ibid. e Cfr. S

KUDIENE

, V. (2012), Op. cit., p. 13

(11)

Buletti Stefania

5

e la pratica

7

. Ciò detto, esso presenta anche alcune limitazioni (Skudiene, 2012; Lima&Fabiani,

2014):

• tende a semplificare eccessivamente l’interdipendenza dei problemi manageriali,

focaliz-zandosi spesso su una o alcune problematiche specifiche;

• è statico, poiché scatta un’istantanea su un problema aziendale, ma non ne considera

l’evoluzione successiva;

• è difficile da aggiornare, poco interattivo e poco versatile;

• richiede molto tempo di preparazione sia per i docenti, sia per gli studenti.

2.4.2. Il compito autentico e lo sguardo trifocale

Secondo Pellerey (2004, citato in Castoldi 2016, p. 22) “la competenza è la capacità di far fronte a

un compito, o a un insieme di compiti, riuscendo a mettere in moto e a orchestrare le proprie risorse

interne, cognitive, affettive e volitive, e a utilizzare quelle esterne disponibili in modo coerente e

fe-condo”.

In questa prospettiva, la valutazione tradizionale (basata sull’accertamento di quanto appreso

trami-te prove più o meno strutturatrami-te e su fattori di motivazione estrinseci come il voto o il successo

sco-lastico)

8

risulta essere inadeguata e “scarsamente predittiva di ciò che lo studente è in grado di fare

con ciò che sa”

9

.

La tecnica del compito autentico, supportata da un impianto valutativo basato sullo sguardo

trifoca-le, tenta di colmare tali lacune, proponendo una valutazione “centrata sulla comprensione profonda

della conoscenza […] e favorita da compiti autentici e stimolanti”

10

.

L’autenticità di tali compiti risiede proprio nel fatto che essi si riferiscono alla realtà, dando un

sen-so a quanto richiesto e rendendoli quindi significativi agli occhi degli allievi

11

.

La loro valutazione necessita però di un impianto più complesso, che osservi l’oggetto da più punti

di vista, “capaci, nella loro complementarietà, di restituirci un’immagine comprensiva e integrata

della competenza del soggetto”

12

.

7

Cfr. L

IMA

M.,

F

ABIANI

T. (2014), Op. cit., p. 10

8

Cfr. C

ASTOLDI

, M. (2016), Op. cit., p. 128

9

Ibid.

10

Ibid.

11

Cfr. C

ASTOLDI

, M. (2016), Op. cit., p. 30

(12)

Il marketing che parla ticinese

6

L’approccio trifocale, basato sull’osservazione dell’oggetto da tre prospettive differenti, favorisce

questo tipo di valutazione e si struttura attorno al confronto delle analogie e delle differenze

osser-vate su tre dimensioni: oggettiva, soggettiva e intersoggettiva.

• la prima “richiama le evidenze osservabili che attestano la prestazione del soggetto e i suoi

risultati in rapporto al compito affidato”

13

, ovvero le prestazioni effettive dell’allievo;

• la seconda “richiama i significati personali attribuiti dal soggetto alla sua esperienza di

ap-prendimento”

14

, ovvero le sensazioni e il vissuto dell’allievo riguardo al compito;

• la terza “richiama il sistema di attese sociali che il contesto sociale esprime in rapporto alla

capacità del soggetto di rispondere adeguatamente al compito richiesto”

15

, ovvero quanto

at-teso dalla società (il docente, il mondo del lavoro, ecc.) in merito al compito assegnato.

Tale approccio dovrebbe permettere un miglioramento dell’apprendimento dell’allievo anche in

corso di valutazione.

13

Cfr. C

ASTOLDI

, M. (2016), Op. cit., p. 82

14

Ibid.

(13)

Buletti Stefania

7

3. Costruzione delle competenze

Il capitolo presenta dapprima il tema dei rapporti con il mercato previsto nel nuovo Piano degli

Studi della SCC. In seguito, enuncia le competenze mirate dal percorso didattico e gli stadi di

svi-luppo necessari al loro raggiungimento.

3.1. I rapporti con il mercato nel nuovo Piano degli Studi della SCC

Gli argomenti trattati nel corso base di economia aziendale durante il terzo anno alla SCC sono i

se-guenti:

16

• il management aziendale e i relativi strumenti gestionali;

• l’equilibrio economico finanziario dell’azienda;

• i rapporti con il mercato.

I temi citati sono sviluppati attorno alla volontà, nel secondo biennio SCC, “d’iniziare lo studio dei

principali problemi, dalla cui risoluzione dipende, in larga misura, il successo o l'insuccesso di

qualsiasi azienda”

17

.

Per l’analisi dei rapporti con il mercato, il nuovo Piano degli Studi prevede l’approfondimento dei

seguenti contenuti:

• il concetto di mercato, il principio della concorrenza e le forme di mercato;

• la definizione e il ruolo del marketing;

• il piano di marketing strategico: la definizione degli obiettivi, l’analisi dei fattori interni ed

esterni, la segmentazione del mercato, la scelta del “cliente obiettivo” e il posizionamento

dell’azienda sul mercato, gli strumenti operativi del marketing (prezzo, prodotto,

promozio-ne e distribuziopromozio-ne).

Declinando quanto previsto nel Piano degli Studi, si può affermare che l’unità didattica cerchi di

sviluppare la seguente competenza generale:

16

Cfr. DECS (n.d.), Piano degli Studi della Scuola Cantonale di Commercio. Materia: Economia aziendale. Terza

classe.

(14)

Il marketing che parla ticinese

8

L’allievo è in grado, in casi aziendali poco complessi, di analizzare “la capacità dell’azienda di

soddisfare e anticipare le esigenze del mercato attraverso l’offerta di uno o più prodotti / servizi

competitivi, in grado di dare una risposta adeguata alla domanda dei consumatori”

18

.

Attorno al tema i rapporti con mercato, il Piano degli Studi propone i seguenti obiettivi cognitivi

declinati in termini di conoscenze, capacità e atteggiamenti:

Tabella 3.1. – Gli obiettivi cognitivi dell’unità didattica I rapporti con il mercato

Risorse

Obiettivi cognitivi

Conoscenze

• il concetto di mercato e le principali forme di mercato;

• il concetto di settore e di concorrenza;

• il concetto di marketing strategico e operativo.

Capacità

• di individuare i principali fattori determinanti le scelte del consumatore;

• di elaborare, in situazioni semplici, un piano di marketing strategico;

• di valutare e considerare le implicazioni sociali e ambientali nell'ambito delle scelte relative agli

obiettivi economico-finanziari e alle strategie di mercato.

Atteggiamenti • essere disponibile a un'osservazione continua dei vari risvolti della realtà economica, incontrati

nell'ambito scolastico, oppure in altri contesti, al fine di arricchire le proprie competenze;

• essere disponibile a una visione allargata della realtà studiata, accettando di confrontarsi pure con

metodologie di carattere qualitativo proprie all'osservazione economica, sia provenienti da altre

di-scipline (ad esempio di carattere giuridico, oppure storico);

• essere aperto alla collaborazione e al lavoro di gruppo;

• essere disponibile a una comunicazione efficace dei risultati ottenuti in ogni attività svolta.

3.2. Costruzione delle competenze mirate dal percorso didattico

Grazie a un processo di costruzione delle competenze partito dagli obiettivi cognitivi appena

espo-sti, si sono potute formulare le quattro competenze mirate dal percorso didattico, presentate di

se-guito assieme ai passaggi necessari per il loro sviluppo. Il percorso di costruzione delle competenze

è consultabile integralmente all’allegato 3.1.

(15)

Buletti Stefania

9

Competenza 1: l’allievo è in grado di analizzare la struttura di un mercato poco complesso,

defi-nendone gli attori principali e i rapporti che intercorrono tra essi.

Per sviluppare tale competenza, gli allievi dovranno passare dai seguenti stadi:

Tabella 3.2. – Stadi di sviluppo della Competenza 1

1° Stadio

2° Stadio

3° Stadio

4° Stadio

L’allievo identifica gli

inter-locutori e i fattori che

in-fluenzano l’andamento

dell’azienda.

L’allievo analizza i rapporti

con tali interlocutori e gli

effetti dei fattori esterni

sull’andamento

dell’azienda.

L’allievo schematizza un

mercato semplice partendo

dall’analisi del macro e

mi-cro ambiente appena

ese-guita.

L’allievo identifica e

analiz-za la struttura del mercato

emersa dalla

schematizza-zione.

Competenza 2: l’allievo è in grado di individuare e analizzare il marketing strategico di

un’azienda poco complessa, identificandone le componenti e rilevandone punti

forti e criticità.

Per sviluppare tale competenza, gli allievi dovranno passare dai seguenti stadi:

Tabella 3.3. – Stadi di sviluppo della Competenza 2

1° Stadio

2° Stadio

3° Stadio

4° Stadio

L’allievo identifica le fasi

del processo di marketing

strategico e comprende

l’importanza di quest’ultimo

per la competitività

azien-dale.

L’allievo, in casi aziendali

semplici, identifica gli

obiet-tivi di marketing perseguiti

dall’azienda.

L’allievo, in casi aziendali

semplici, identifica la

seg-mentazione applicata

dall’azienda sul mercato di

un prodotto ed è in grado di

segmentare secondo criteri

definiti.

L’allievo, in casi aziendali

semplici, individua e

ana-lizza i target perseguiti

dall’azienda e sa

identifica-re target potenziali

moti-vandone la scelta.

5° Stadio

L’allievo sa definire il

posi-zionamento di un prodotto

e comprende la necessità

di coerenza tra esso e il

target di riferimento.

(16)

Il marketing che parla ticinese

10

Competenza 3: l’allievo è in grado di concepire una piccola ricerca di mercato che risponda alle

esigenze informative richieste.

Per sviluppare tale competenza, gli allievi dovranno passare dai seguenti stadi:

Tabella 3.4. – Stadi di sviluppo della Competenza 3

1° Stadio

2° Stadio

3° Stadio

4° Stadio

L’allievo comprende le

mo-tivazioni che spingono

l’azienda a fare una ricerca

di mercato.

L’allievo identifica gli

obiet-tivi informaobiet-tivi alla base di

una ricerca di mercato.

L’allievo individua e

svilup-pa le dimensioni e gli

indi-catori necessari alla

raccol-ta delle informazioni

ricer-cate.

L’allievo sviluppa un

per-corso di domande mirate

scegliendo la tipologia di

domanda che più si addice

all’esigenza informativa.

5° Stadio

6° Stadio

7° Stadio

L’allievo svolge una piccola

ricerca di mercato

utiliz-zando le tecnologie

dispo-nibili per tale scopo.

L’allievo svolge un’analisi

dei risultati scaturiti dalla

ricerca di mercato

utiliz-zando semplici metodi

sta-tistici (medie, percentuali,

frequenze).

L’allievo, sulla base delle

analisi effettuate, identifica

alcune piste di sviluppo per

la strategia di marketing

dell’azienda.

Competenza 4: l’allievo è in grado di valutare criticamente una proposta di marketing mix poco

complessa, individuandone punti forti e criticità e fornendo spunti per eventuali

correttivi.

Per sviluppare tale competenza, gli allievi dovranno passare dai seguenti stadi:

Tabella 3.5. – Stadi di sviluppo della Competenza 4

1° Stadio

2° Stadio

3° Stadio

4° Stadio

L’allievo è in grado di

identi-ficare e comprendere i

col-legamenti tra marketing

strategico e marketing

ope-rativo.

L’allievo è in grado di

identi-ficare le componenti di ogni

leva del marketing

operati-vo di un’azienda (marketing

mix).

L’allievo è in grado di

ana-lizzare gli strumenti utilizzati

in ogni leva del marketing

mix (punti forti e criticità) e

di individuare coerenza e

integrazioni esistenti tra

tut-te le leve del marketing mix.

L’allievo è in grado di

giusti-ficare le scelte operative

effettuate dall’azienda per

ogni leva del marketing mix,

rilevando le relazioni tra

es-se e le scelte di marketing

strategico e proponendo dei

correttivi se necessari.

(17)

Buletti Stefania

11

4. La trasposizione didattica

Il capitolo presenta nel dettaglio la struttura dei casi di studio, la pianificazione del percorso

didatti-co, le finalità e gli approcci usati nelle varie lezioni.

4.1. I casi di studio

La produzione di casi di studio basati su un’azienda ticinese reale costituisce il cuore del percorso

didattico qui presentato. Ciononostante, se da un lato l’idea è parsa subito valida e spendibile,

dall’altro, identificare l’azienda non è stato altrettanto immediato.

Di fatto, era necessaria un’azienda sufficientemente grande da possedere un ufficio marketing attivo

che lavorasse a regola d’arte, ma anche abbastanza piccola da limitare la complessità del mercato da

analizzare.

4.1.1. La collaborazione con le Aziende Municipalizzate di Bellinzona

Dopo qualche riflessione, un’attenta ricerca e un po’ di casualità (come ad esempio ritrovarsi

inco-lonnati dietro un bus che porta la pubblicità di una connessione internet in fibra ottica locale), sono

state individuate le Aziende Municipalizzate di Bellinzona (AMB), un’azienda pubblica

multiservi-zi di proprietà del Comune di Bellinzona.

Il mercato di riferimento circoscritto alla regione del Bellinzonese, la sua capacità d’innovazione e

la presenza di un prodotto all’avanguardia nel mercato delle telecomunicazioni, in concorrenza

di-retta con un colosso come Swisscom

®

, sono solo alcuni tra i fattori che hanno fatto ricadere la scelta

su tale azienda.

Grazie all’enorme disponibilità concessaci dal Direttore di AMB, Ing. Suà, dalla responsabile

mar-keting di AMB e product manager di Wambo fibra ottica Sig.ra Fabiola Luberti e dall’assistente

marketing Sig.ra Simona Luiselli, è stata definita una collaborazione che ha condotto alla stesura

dei tre casi di studio e che ha coinvolto l’azienda sia in fase di svolgimento del percorso didattico,

sia in fase di valutazione degli apprendimenti degli allievi (anche se in modo parziale e generico).

(18)

Il marketing che parla ticinese

12

4.1.2. La struttura dei casi di studio

I casi di studio si basano sul prodotto Wambo fibra ottica, un servizio di connessione a internet su

fibra ottica che permette di navigare su internet a differenti velocità e, grazie ad abbonamenti

sup-plementari, di guardare la televisione in HD tramite un decoder digitale e/o di comunicare tramite

un servizio di telefonia fissa. I casi di studio sono consultabili all’allegato 4.1. Di seguito sono

pre-sentati brevemente.

4.1.2.1.

Wambo fibra ottica: il mercato delle telecomunicazioni

L’obiettivo del primo caso è permettere all’allievo di entrare gradualmente in contatto con l’azienda

e il contesto nel quale interagisce. Di fatto, il caso presenta AMB, approfondendo poi il suo operato

sul mercato delle telecomunicazioni. Nel testo è dato particolare peso, inoltre, ai fattori

macroam-bientali sopraggiunti e ai relativi effetti sull’azienda e sul suo prodotto Wambo (predecessore di

Wambo fibra ottica).

Le domande poste in calce al caso sono volte a stimolare la riflessione attorno al concetto di

merca-to, guidando l’allievo attraverso un percorso che lo porterà a comprenderne le sue componenti.

4.1.2.2.

Wambo fibra ottica: la strategia marketing

Il secondo caso di studio si focalizza sulle specificità del mercato delle telecomunicazioni sul quale

opera AMB con il prodotto Wambo fibra ottica. Inoltre, è presentata la strategia marketing

dell’azienda senza però palesarla. L’obiettivo è far riflettere gli allievi sulle fasi di un piano di

mar-keting, utilizzando il caso come pretesto per approfondirne ogni singola fase durante le lezioni.

Le domande poste in calce al caso guidano gli allievi nell’identificazione e nell’approfondimento

delle fasi del marketing strategico, restando però ancora vaghe in merito alla terminologia.

4.1.2.3.

Wambo fibra ottica: il marketing mix

L’ultimo caso di studio si concentra sul prodotto Wambo fibra ottica, presentandone il marketing

mix in modo discorsivo e poco strutturato. Agli allievi sarà poi richiesto di ricomporre il puzzle,

andando a identificare gli strumenti utilizzati dall’azienda in ogni leva del marketing mix (prodotto,

prezzo, punto vendita e promozione). Le leve saranno ulteriormente approfondite con esempi

pun-tuali sulle pratiche aziendali di AMB.

(19)

Buletti Stefania

13

4.2. Pianificazione e svolgimento del percorso didattico

L’unità didattica è composta di tre capitoli: la struttura del mercato; il marketing strategico; gli

strumenti di marketing operativo. Essa si sviluppa su un ciclo di dodici lezioni, per un totale di

di-ciotto ore-lezione.

Tabella 4.1. – Pianificazione dell’unità didattica I rapporti con il mercato

Di seguito sono riportati in modo riassuntivo le finalità e gli approcci utilizzati in ogni singola

le-zione. Per maggiori dettagli si possono consultare i piani-lezione all’allegato 4.2., mentre il

materia-le didattico consegnato agli allievi è consultabimateria-le all’almateria-legato 4.3.

4.2.1. Capitolo 1: Struttura del mercato. Lezioni 1 e 2

Il primo capitolo ha approfondito il tema della struttura del mercato e si prefiggeva di sviluppare la

Competenza 1. A tal fine sono state svolte due lezioni, 3 ore/lezione complessive.

Tabella 4.2. – Percorso didattico finalizzato alla costruzione della Competenza 1

Lezione 1:

La lezione ha introdotto il tema dei rapporti con il mercato tramite la lettura e la

comprensione del primo caso di studio. L’approccio è stato di tipo induttivo, anche

se, in una prima fase di attivazione, sono stati verificati i preconcetti sul marketing,

andando poi a definirlo. In seguito, è stato lasciato del tempo agli allievi per leggere

singolarmente il testo e per porre domande di comprensione. È poi stato chiesto di

ri-Data

Capitolo

Lezione

h

Tema

07.01.2016

Struttura del mercato

1

1

Caso di studio Wambo: mercato delle telecomunicazioni

12.01.2016

2

2

Concetto di mercato, forme di mercato e concorrenza

14.01.2016

Marketing strategico

3

1

Caso di studio Wambo fibra ottica: strategia marketing

19.01.2016

4

2

Processo marketing, segmentazione e targeting

21.01.2016

5

1

Posizionamento

26.01.2016

6

2

Questionario con responsabili marketing AMB

28.01.2016

Strumenti di

marketing operativo

7

1

Caso di studio Wambo fibra ottica: marketing mix

02.02.2016

8

2

Mix prodotto (marca, livelli, gerarchia)

04.02.2016

9

1

Mix prodotto (ciclo di vita del prodotto)

16.02.2016

10

2

Mix comunicazione

18.02.2016

11

1

Mix prezzo

25.02.2016

12

1

Mix distribuzione e riepilogo finale

Lezione

Stadi

Attività

Approccio

h

1

1,2

Lettura e svolgimento caso di studio 1

Lavoro individuale

1

2

3,4

Schematizzazione mercato,

presentazione schemi e formalizzazione dei

concetti

Lavoro a gruppi

(20)

Il marketing che parla ticinese

14

spondere alle domande in modo individuale. Come previsto, non è stato possibile

terminare il compito, ripreso nella lezione successiva.

Lezione 2:

L’approccio utilizzato è di tipo induttivo e continua quanto iniziato nella lezione

pre-cedente. L’obiettivo era schematizzare il mercato presentato nel caso di studio per

comprenderlo maggiormente e, dunque, costruire delle basi concettuali solide cui

fa-re capo durante le lezioni successive.

Nella prima parte della lezione gli allievi hanno terminato il compito, poi, a coppie,

hanno paragonato le risposte per trovarne una comune. In seguito, a gruppi di 4-5

al-lievi, hanno schematizzato il mercato su un cartellone, che infine hanno presentato

19

.

La presentazione degli schemi è terminata alla fine della lezione. La formalizzazione

dei concetti teorici di mercato, di concorrenza e di forme di mercato, prevista come

parte conclusiva, è stata rinviata alla lezione successiva.

4.2.2. Capitolo 2: Marketing strategico. Lezioni 3, 4, 5 e 6

Il secondo capitolo ha approfondito il tema del marketing strategico e si prefiggeva di sviluppare le

Competenze 2 e 3. A tal fine sono state svolte quattro lezioni, 6 ore/lezione complessive.

Tabella 4.3. – Percorso didattico finalizzato alla costruzione delle Competenze 2 e 3

19

Gli schemi dei gruppi, come pure gli sviluppi successivi sono proposti all’allegato 4.4.

Lezione

Stadi

Attività

Approccio

h

3

1

1

Lettura e svolgimento caso studio 2

Lavoro a gruppi

Compito a casa

1

4

2,3,4

Correzione del caso di studio

Formalizzazione dei concetti di processo di

mar-keting, obiettivi marmar-keting, segmentazione e

tar-geting

Alternanza tra lezione

dialoga-ta e lezione frondialoga-tale

2

5

5

Correzione del caso di studio

Formalizzazione del concetto di posizionamento

Alternanza tra lezione dialoga-

ta e lezione frontale

1

6

2,3,4*

Approfondimento sulle ricerche di mercato

trami-te la creazione di un questionario quantitativo da

poi somministrare a tutti gli allievi della scuola

Lezione dialogata

Lavoro a gruppi

Lezione coordinata dalle

re-sponsabili marketing di AMB

2

* gli stadi 5, 6 e 7 della Competenza 3 sono stati svolti in parallelo alle lezioni. La classe ha condotto autonomamente la ricerca di mercato, spedendo il questio-nario (online) agli allievi SCC e, a partire dalle analisi, ha sviluppato la proposta di marketing mix richiesta per la valutazione degli apprendimenti (v. capitolo 5).

(21)

Buletti Stefania

15

Lezione 3:

L’obiettivo della lezione era far riflettere gli allievi sul fatto che, considerato il

mer-cato, un’azienda è obbligata a sviluppare delle strategie di marketing per restare

competitiva.

Inizialmente, la docente ha presentato uno schema del mercato che andava a

comple-tare quanto proposto dagli allievi durante la lezione precedente e, grazie a esso, ha in

seguito formalizzato i concetti di mercato, concorrenza e forma di mercato.

Il resto della lezione è stato dedicato alla lettura e svolgimento parziale del secondo

caso di studio (terminato a casa per compito).

Lezione 4:

La lezione si prefiggeva di presentare agli allievi gli strumenti a disposizione

dell’azienda per definire la propria strategia marketing, approfondendone scopi e

ca-ratteristiche grazie al caso di studio.

La lezione è iniziata con una ripresa dei lavori, in cui è stato chiesto agli allievi di

confrontare le proprie risposte a gruppi di tre. In seguito, sono state annotate alla

la-vagna le risposte dei gruppi riguardanti la prima domanda. L’attività ha permesso di

capire la reale comprensione del caso da parte degli allievi. Al termine di questa fase,

la lezione è diventata frontale, spiegando le fasi del processo di marketing e, in

se-guito, si è ritornati sul caso di studio per rielaborare in plenaria la soluzione grazie a

quanto appreso.

Nella seconda ora, è stato utilizzato lo stesso approccio per le domande rimanenti,

approfondendo i concetti di segmentazione e targeting. La lezione è terminata

am-pliando ulteriormente lo schema presentato nella lezione 3.

Lezione 5:

La lezione ha continuato quanto cominciato nella precedente, andando a definire il

posizionamento tramite le informazioni date dal caso di studio. L’approccio è stato

quindi simile: messa in comune delle risposte dei gruppi alla lavagna, apporto teorico

e sviluppo della soluzione finale con ritorno al caso di studio.

Infine, è stato presentato il lavoro di gruppo da svolgere quale valutazione dell’unità

didattica ed è stato annunciato l’arrivo di due ospiti per la lezione successiva.

Lezione 6:

L’obiettivo della lezione era fare sviluppare alla classe un questionario quantitativo

per una piccola ricerca di mercato sulle abitudini di consumo dei giovani in materia

di connessione a internet. L’analisi delle informazioni raccolte ha poi permesso lo

sviluppo della proposta di marketing mix di Wambo fibra ottica destinata a un target

giovane (obiettivo del lavoro di gruppo).

(22)

Il marketing che parla ticinese

16

Durante la lezione sono state accolte le responsabili marketing di Wambo fibra ottica

che hanno aiutato gli allievi a creare il questionario. Nella prima ora, le due ospiti

hanno guidato gli allievi nella strutturazione del questionario partendo dall’obiettivo

e identificando dimensioni e indicatori necessari all’ottenimento delle informazioni

ricercate. Nella seconda ora, a gruppi, sono state formulate le domande facendo

ra-gionare gli allievi sull’importanza di una buona formulazione, punto focale della

riu-scita di un questionario. Infine, ogni gruppo ha presentato le proprie produzioni ed è

stato composto il questionario (trascritto online e inviato agli allievi della). I dettagli

concernenti il questionario sono presentati nell’allegato 4.5.

4.2.3. Capitolo 3: Gli strumenti di marketing operativo. Lezioni 7, 8, 9, 10 e 11, 12

Il terzo capitolo ha approfondito il tema del marketing operativo e si prefiggeva di sviluppare la

Competenza 4. A tal fine sono state svolte sei lezioni, 8 ore/lezione complessive.

Tabella 4.4. – Percorso didattico finalizzato alla costruzione della Competenza 4

Lezione 7:

L’obiettivo della lezione era far riflettere la classe sulla necessità di coerenza tra le

scelte di marketing strategico e quelle di marketing operativo.

Lezione

Stadi

Attività

Approccio

h

7

1

Lettura e svolgimento caso studio 3

Lavoro a gruppi

Compito a casa

1

8

2,3,4*

Correzione leva prodotto caso di studio

Definizione dei concetti di livelli di

prodot-to, di marca e di gerarchie di prodotto

Lezione dialogata

Discussione plenaria

Esercizio comune

2

9

2,3,4

Costruzione del ciclo di vita del prodotto

partendo dal caso di studio reale

Lavoro a gruppi induttivo

Lezione dialogata

1

10

2,3,4

Approfondimento sugli strumenti

promo-zionali a disposizione dell’azienda

par-tendo dalle risposte date sulla leva

pro-mozione nel caso di studio

Flipped classroom

2

11

2,3,4

Correzione leva prezzo caso di studio

Definizione dei concetti di prezzo minimo,

prezzo massimo e strategie tariffarie.

Aggiornamento lavoro di gruppo

Alternanza tra lezione dialogata e

lezione frontale

1

12

2,3,4

Correzione leva punto vendita caso di

studio

Definizione dei canali di distribuzione e

delle strategie di distribuzione (intensiva,

selettiva, esclusiva)

Riepilogo del percorso didattico

Alternanza tra lezione dialogata e

lezione frontale

Lavoro a gruppi

Messa in comune

1

(23)

Buletti Stefania

17

Nella prima parte, il riepilogo degli scopi e della struttura del marketing strategico

(grazie pure a un ulteriore sviluppo dello schema del mercato con l’aggiunta del

po-sizionamento) hanno permesso di concludere l’argomento. Nella seconda parte, la

di-scussione sul legame tra strategia e operatività ha permesso di creare un ponte logico

tra il capitolo 2 e il capitolo 3. Si è quindi passati allo svolgimento del terzo e ultimo

caso di studio, nel quel si chiedeva agli allievi d’identificare le leve del marketing

operativo utilizzate per Wambo fibra ottica. La lezione presupponeva che gli allievi

conoscessero già il concetto di marketing mix (appreso durante le ASPE in 2

a

SCC).

Lezione 8:

La lezione approfondiva i concetti di prodotto, di marca e di gerarchia dei prodotti. A

tal fine sono state sfruttate le informazioni fornite dal caso di studio. Partendo

dall’analisi fatta dagli allievi sul prodotto Wambo fibra ottica, sono state identificate

le componenti della leva prodotto, per poi definirle dal punto di vista teorico. In

se-guito, si è tornati al caso di studio ridefinendo quanto proposto dagli allievi sulla

ba-se di quanto appena appreso. Si è voluto inoltre approfittare del tema “creazione

del-la marca” per sviluppare negli allievi spirito critico, grazie a una discussione sulle

scelte strategiche di AMB sulla marca Wambo fibra ottica.

Lezione 9:

La lezione approfondiva il tema del ciclo di vita del prodotto andando a identificarne

induttivamente le fasi grazie al caso Wambo. In seguito è stato svolto un esercizio

usando altri semplici prodotti. È stato inoltre messo l’accento sulla relazione tra le

fasi del ciclo di vita e le scelte nelle altre leve del marketing mix.

Lezione 10: La lezione si prefiggeva di far comprendere agli allievi che “mix promozione” e

“pubblicità” non sono sinonimi e che, l’azienda, disponendo di molti strumenti per

promuovere i suoi prodotti, dovrebbe prediligere i più coerenti con le scelte

strategi-che e operative (altre leve del marketing mix). L’approccio usato è quello della

flip-ped classroom

20

, nel quale la sequenza dell’attività di docenti e allievi è invertita. Se

normalmente prima si spiega e poi si studia, con la flipped classroom, prima si studia

a casa e poi si approfondisce a scuola

. Di fatto, partendo dai concetti appresi grazie a

un video sul mix promozione visionato a casa come compito, in classe si sono

ana-lizzate le pratiche di AMB per Wambo fibra ottica, aggiungendo puntualmente

(24)

Il marketing che parla ticinese

18

che formalizzazione assente nel video. Molto spazio è stato dedicato alla discussione

e all’analisi critica del mix promozione.

Lezione 11: La lezione aveva l’obiettivo di approfondire la componente prezzo sfruttando le

in-formazioni presenti nel caso di studio. Durante la lezione sono state dapprima messe

in comune le analisi fatte dagli allievi sul mix prezzo di Wambo fibra ottica, andando

poi a definirle dal punto di vista teorico tramite una lezione frontale. In seguito, come

svolto già per la leva prodotto, si è tornati al caso di studio per ridefinire quanto

pro-posto dagli allievi sulla base delle nuove nozioni apprese. In questa seconda fase ci si

è soffermati sulla relazione esistenze tra il prezzo, le scelte strategiche e le altre leve.

Lezione 12: La lezione si prefiggeva di terminare il percorso didattico con l’approfondimento

della leva punto vendita e, infine, con un riepilogo generale. A tal fine è stato

ripro-posto lo stesso approccio didattico della lezione 11, destinando però del tempo al

rie-pilogo, per il quale è stata creata una mappa mentale (prima sviluppata a coppie e poi

condivisa con il gruppo classe) raggruppante tutte le nozioni trattate in classe.

(25)

Buletti Stefania

19

5. La valutazione degli apprendimenti

La valutazione degli apprendimenti si è basata su un compito autentico svolto a gruppi. La classe,

suddivisa in cinque gruppi di 3-4 persone, ha sviluppato il marketing mix di Wambo fibra ottica per

un target giovane. Le consegne del lavoro di gruppo sono riportate nell’allegato 5.1.

Di fatto, è stata colta l’occasione per legare ulteriormente il percorso didattico al caso reale. Infatti,

AMB, a gennaio 2016, ha lanciato realmente il pacchetto “Under 30”. Il compito è risultato pertanto

autentico, poiché è stato chiesto agli allievi di ricostruire e ripercorre da soli il processo svolto da

AMB pochi mesi prima. Esso ha dato un senso al lavoro e ha permesso, in fase conclusiva, di

effet-tuare dei paragoni tra quanto proposto dai gruppi e la soluzione finale adottata da AMB.

5.1.1. Le rubriche valutative e valutazione trifocale

Il compito autentico è stato valutato tramite l’approccio trifocale

21

, per il quale è dapprima occorso

definire chiaramente l’oggetto di osservazione, ovvero le competenze che s’intendevano valutare.

Secondo Castoldi (2016, p. 93) “per compiere questo passaggio non basta nominare la competenza

da accertare […], bensì occorre concettualizzarla, precisandone le dimensioni che la compongono e

i livelli di padronanza attesi”. Lo strumento necessario a questo lavoro sono le rubriche valutative.

Per la valutazione sono quindi state costruite le rubriche valutative attorno alle competenze mirate

dal compito autentico, presentate all’allegato 5.2.

5.1.1.1.

La valutazione oggettiva

La dimensione oggettiva dei lavori di gruppo è stata valutata dalla docente grazie alle rubriche

valu-tative di cui sopra. Tale approccio ha permesso una reale valutazione del grado di padronanza

rag-giunto in ogni competenza, fornendo la possibilità di formulare commenti e giudizi mirati e

specifi-ci per ogni gruppo

22

.

21

V. punto 2.4.2.

(26)

Il marketing che parla ticinese

20

5.1.1.2.

La valutazione soggettiva

La dimensione soggettiva si riferisce a “forme di autovalutazione, attraverso cui coinvolgere il

sog-getto nella ricostruzione della propria esperienza di apprendimento”

23

.

Nella valutazione degli apprendimenti, essa è stata osservata in due occasioni:

• tramite l’autovalutazione del lavoro di gruppo da parte degli allievi effettuata sulla base

del-le stesse rubriche valutative considerate dalla docente.

Un confronto successivo con la valutazione oggettiva ha fatto emergere che circa ¾ della

classe si è assegnata lo stesso voto dato dalla docente, mentre il restante quarto si è

assegna-to un voassegna-to inferiore di ½ punassegna-to.

• tramite lo svolgimento dei focus group presentati nel capitolo 6.

Infatti, anche se svolti allo scopo di valutare le ipotesi del percorso didattico, essi hanno

permesso agli allievi di esprimersi in merito alla percezione della propria adeguatezza

nell’affrontare il compito

24

, come pure in merito alle prestazioni e all’impegno profusi.

5.1.1.3.

La valutazione intersoggettiva

La dimensione intersoggettiva “riguarda le persone a vario titolo coinvolte nella situazione in cui si

manifesta la competenza e l’insieme delle loro aspettative e delle valutazioni espresse”

25

. Per quel

che concerne il compito autentico su Wambo fibra ottica, le collaboratrici di AMB, durante un

in-contro svolto il 21 aprile 2016, hanno presentato la soluzione adottata dall’azienda, andando a

forni-re dei feedback di caratteforni-re generico sulle produzioni degli allievi.

Per concludere, si può dunque affermare che un approccio valutativo di questo tipo, seppur molto

più complesso da strutturare, abbia permesso un reale miglioramento delle competenze degli allievi,

trasformando la tradizionale valutazione degli apprendimenti (di carattere certificativo) in una

valu-tazione per gli apprendimenti

26

, di carattere formativo. Ovvero, la valutazione è diventata anch’essa

un momento privilegiato di apprendimento.

23

C

ASTOLDI

, M. (2016), Op. cit., p. 84

24

Id., p. 82

25

Ibid.

(27)

Buletti Stefania

21

6. La verifica delle ipotesi di lavoro

Il capitolo presenta l’impianto di osservazione predisposto alla verifica delle ipotesi del percorso

didattico, il suo svolgimento e le interpretazioni dei dati scaturiti dalle analisi. Il capitolo certifica il

modulo “Introduzione alla ricerca in educazione”.

6.1. La scelta dell’impianto di osservazione

Fin da subito si è posta la necessità di impostare un impianto di osservazione che permettesse di

ve-rificare le ipotesi formulate al punto 2.2. La riflessione sulla questione ha fatto emergere una serie

di punti aperti, che hanno poi condotto alla scelta del focus group quale strumento di valutazione

del percorso didattico.

In primo luogo, si è pensato di verificare le ipotesi tramite un confronto tra due classi. Nella prima

classe si sarebbe proceduto con il nuovo percorso didattico e nella seconda (classe di controllo)

sa-rebbe stato svolto il percorso didattico tradizionale. A entrambe sasa-rebbe poi stata somministrata la

stessa verifica sommativa e si sarebbero valutati i risultati.

Tale approccio è però stato scartato principalmente per due ragioni:

• durante l’anno scolastico 2015-2016 la docente ha seguito solo la classe di terza del

currico-lo bilingue, con la quale ha svolto le lezioni in francese. Di conseguenza, nonostante ci fosse

la possibilità di appoggiarsi a un collega, il confronto tra classi sarebbe probabilmente stato

falsato dalle maggiori difficoltà linguistiche riscontrate da quella bilingue.

• in secondo luogo, confrontare i risultati ottenuti da due classi non sempre può rilevarsi

effi-cace poiché altri fattori entrano in gioco nell’apprendimento. Classi simili in quantità ed

ete-rogeneità, con percorsi didattici identici, potrebbero ottenere risultati diversi a causa di

fatto-ri come la motivazione personale, la collaborazione tra compagni o semplicemente la

rela-zione con il docente.

La seconda opzione vagliata è stata testare i preconcetti riguardanti il marketing tramite una fase di

ricognizione e verificare come essi fossero mutati alla fine del percorso didattico. L’opzione è stata

però scartata poiché, in realtà, non permetteva di verificare le ipotesi. L’impianto d’osservazione

avrebbe permesso di capire “quanto” e “cosa” gli allievi avessero appreso, ma non “come”, sul

qua-le invece si fondano qua-le ipotesi.

(28)

Il marketing che parla ticinese

22

Da questa riflessione è però emerso un punto essenziale: per verificare le ipotesi occorreva

orientar-si su strumenti metodologici di tipo qualitativo (il “come”) e non di tipo quantitativo (il “quanto”).

Si è quindi considerata la possibilità di fare delle interviste semi-direttive, durante le quali

concen-trarsi sulle sensazioni e convinzioni degli allievi relative al loro vissuto. A quest’ultima opzione è

però stato preferito il focus group per due ragioni: da un lato per svolgere e trascrivere

integralmen-te diciotto inintegralmen-tervisintegralmen-te semi-direttive sarebbe occorso troppo integralmen-tempo. Dall’altro, il integralmen-tema, la struttura del

percorso didattico e il compito autentico ben si prestavano a un’esplorazione di tipo collaborativo.

La tecnica del focus group è sembrata quindi la più coerente poiché permetteva di ottenere delle

in-formazioni importanti relative alla qualità del percorso didattico, emerse e arricchite dalla

discus-sione degli allievi.

6.2. Il metodo del focus group

Secondo Corrao (2000, citato in Albanesi, 2004, p. 9) “il focus group è una tecnica di rilevazione

per la ricerca sociale, basata sulla discussione tra un piccolo gruppo di persone, alla presenza di uno

o più moderatori, focalizzata su un argomento che si vuole indagare in profondità”. L’efficacia del

metodo risiede nella sua capacità di creare un dialogo tra i partecipanti, non solo dando loro la

pos-sibilità di esprimersi, ma anche favorendo la “costruzione collettiva delle opinioni”

27

.

In letteratura, diversi manuali spiegano la metodologia nel dettaglio (Albanesi, 2004; Baldry, 2005;

Bloor, 2002; Zammuner, 2003 e molti altri), tutti convergono però sulla necessità di fare attenzione

a tre elementi: i ruoli, la pianificazione dei temi da discutere, le fasi da seguire.

6.2.1. I ruoli in un focus group

Il buon svolgimento di un focus group richiede sostanzialmente tre ruoli chiave: il gruppo di

parte-cipanti, il moderatore e l’osservatore.

• Il gruppo

Secondo Barbour (2008, citato in Frisina, 2010, p.15) “chi partecipa ai focus group fa la

diffe-renza ed è la scelta dei partecipanti la “pietra angolare” di qualsiasi focus group”.

La selezione dei partecipanti è quindi essenziale per la buona riuscita del focus group.

(29)

Buletti Stefania

23

La composizione del gruppo in termini di quantità e caratteristiche personali dipende

principal-mente dal tema e dagli obiettivi della ricerca

28

. In genere, i gruppi dovrebbero essere composti

da minimo sei persone, massimo dodici

29

. Un numero inferiore non “stimolerebbe la riflessione

e la discussione”

30

. Un gruppo troppo numeroso, all'opposto, “toglierebbe la possibilità di

esprimersi”

31

liberamente.

• Il moderatore

Il moderatore accompagna il gruppo nella discussione ponendo delle domande precise o

stimo-lando il gruppo a esprimersi su argomenti predefiniti. Indipendentemente dal grado di

struttura-zione

32

adottato nel focus group, chi conduce la discussione deve praticare un ascolto attivo ed

empatico, senza far trasparire la propria opinione

33

.

• L’osservatore

L’osservatore “si occupa della registrazione audio e ha il compito di osservare e prendere nota

di ciò che accade nel gruppo”

34

. Tramite la sua funzione, l’osservatore può individuare elementi

che il moderatore, occupato nella conduzione del gruppo, difficilmente riuscirebbe a notare.

6.2.2. La pianificazione dei temi

Il focus group permette di generare dati su un argomento attraverso l’interazione tra i partecipanti

35

.

Pertanto, la pianificazione dettagliata dei temi da toccare durante la discussione è di estrema

impor-tanza. Essa può poggiare su due approcci differenti: la questioning route o il topic guide.

La prima tecnica prevede la stesura integrale delle domande da porre durante la discussione, la

se-conda si limita a redigere una lista dei temi da affrontare

36

.

Indipendentemente dall’approccio scelto, una strategia consolidata per definire la scaletta è quella

del funneling, ovvero “proporre gli stimoli (siano essi argomenti o domande) in ordine

28

Cfr. B

ALDRY

,

A.C.,

Op. cit., p. 22

29

Cfr. Id., p. 21

30

Ibid.

31

Ibid.

32

La conduzione del moderatore può essere più o meno direttiva passando da “conduttore (massima direttività) a

mode-ratore (media direttività), a facilitatore (minima direttività)”. FRISINA

, A., Op. Cit., p. 88

33

Cfr. B

ALDRY

,

A.C.,

Op. cit., p. 50

34

A

LBANESI

, C., Op. cit., p. 97

35

Cfr. F

RISINA

, A., Op. cit., p. 88

(30)

Il marketing che parla ticinese

24

d’importanza, affrontando gli aspetti più centrali dell’oggetto in una fase avanzata (non conclusiva)

della sessione di lavoro, in modo da lasciare al gruppo il tempo di prendere confidenza con la

di-scussione dell’argomento”

37

.

Se per la topic guide, la preparazione sembra essere abbastanza semplice, seppur ben ragionata, per

la questioning route la letteratura scientifica (Krueger e Casey, 2000; Zammuner, 2003; Albanesi,

2004; Baldry, 2005 e Acocella, 2008 citati in Frisina, 2010, p. 46) tende a distinguere le seguenti

tipologie di domande:

Tabella 6.1. – Sintesi dei tipi di domande utilizzate nei focus group. Fonte: A

LBANESI

(2004, p. 77)

Tipologia di domande

Descrizione

Domande d’apertura

Servono a creare un clima confortevole e a evidenziare aspetti in comune tra i partecipanti.

Domande d’introduzione Introducono l’argomento, consentono ai partecipanti di riflettere e favoriscono la

conversa-zione.

Domande di transizione

Permettono di riflettere sull’argomento in rapporto all’esperienza del soggetto.

Domande chiave

Consentono di raccogliere le informazioni richieste.

Domande finali

Identificano degli aspetti più importanti e chiariscono le posizioni emerse, apportando

even-tuali “aggiunte”.

6.2.3. Le fasi del focus group

Un altro fattore da considerare per la buona riuscita di un focus group sono le fasi che ne

costitui-scono il metodo. Infatti, se l’obiettivo è stimolare un’interazione e incoraggiare la discussione tra i

partecipanti, il ritmo e l’entrata in materia progressiva sono particolarmente importanti.

Secondo Baldry (2005, p. 48), dopo una prima fase d’introduzione, durante la quale il moderatore

spiega gli obiettivi ed enuncia le regole per il successo della discussione

38

, si passa a una fase di

presentazione, nella quale i partecipanti, se non si conoscono, si presentano. In seguito, s’introduce

progressivamente il tema, tramite la fase di riscaldamento-facilitazione

39

, passando poi alla fase di

discussione, nella quale è previsto l’approfondimento dei temi in analisi. La discussione di gruppo

termina con una fase conclusiva, nella quale si riassume quanto fatto, si fanno eventuali chiarimenti

e si ringrazia.

37

A

LBANESI

, C., Op. cit., p. 74

38

Ascoltare, non interrompere e far parlare anche gli altri. Cfr. B

ALDRY

,

A.C.,

Op. cit., p. 38

(31)

Buletti Stefania

25

Prima di congedare i partecipanti è tuttavia necessaria un’ultima fase: il debriefing, durante il quale

si dà la parola ai partecipanti per ottenere un feedback sull’esperienza appena vissuta

40

.

6.3. Lo svolgimento dei focus group

Per verificare le ipotesi enunciate al punto 2.2. sono stati organizzati due focus group durante i quali

è stato chiesto agli allievi d’identificare alcune piste di miglioramento del percorso didattico da

im-plementare nel corso del prossimo anno

41

.

Per formare i due gruppi, composti di nove partecipanti l’uno, sono stati presi in considerazione i

fattori seguenti:

• composizione dei gruppi di lavoro: ogni gruppo di lavoro è stato diviso a metà così da avere

almeno un componente per gruppo in ogni focus group.

• sesso: nella classe sono presenti tre ragazzi, suddivisi in modo da averne almeno uno in ogni

focus group.

• caratteri degli allievi: basandosi sulla conoscenza degli allievi e sui loro comportamenti

fre-quenti, la classe è stata ripartita nei focus group cercando di equilibrarne i vari caratteri.

I focus group si sono svolti al termine del percorso didattico, in un’aula di laboratorio della SCC e

sono durati 45 minuti l’uno. Era inoltre presente un osservatore che, oltre ad aver annotato gli

inter-venti dei partecipanti, ha osservato le dinamiche del gruppo. La Tabella 6.2. riporta la questionning

route utilizzata in entrambi i focus group.

Tabella 6.2. – Questionning route dei focus group

40

Cfr. B

ALDRY

,

A.C.,

Op. cit., p. 56

41

V. allegato 6.1

Tipo di domanda

Domande

Domanda d’introduzione

Domande di transizione

Domande chiave

Domanda finale

1. Che cosa pensavate del marketing prima di questo percorso didattico?

2. Come avete vissuto questo percorso didattico?

a. Che cosa avete apprezzato?

b. Che cosa non avete apprezzato?

3. Come proporreste l’insegnamento del marketing se doveste insegnarlo l’anno prossimo?

a. Proporreste l’approccio dei casi di studio?

b. Che cosa migliorereste?

4. Ricapitolazione finale e accertamenti.

(32)

Il marketing che parla ticinese

26

Mentre metà della classe svolgeva il focus group, la restante metà elaborava l’autovalutazione del

compito autentico grazie alle rubriche valutative utilizzate dalla docente per la valutazione

oggetti-va

42

. Inoltre, aprendo una breve parentesi sul tema della valutazione trifocale, i focus group sono

stati essenziali per la valutazione soggettiva del compito autentico, v. punto 5.1.1.

Visto il limitato tempo a disposizione, un maggiore approfondimento della discussione è stato

pre-ferito alla fase di debriefing. Quest’ultima si è quindi limitata a una breve discussione plenaria al

termine della lezione.

6.4. L’analisi dei focus group

Per permettere un’analisi completa delle informazioni e una maggiore ricchezza di dettagli

43

, le

re-gistrazioni dei focus group sono state trascritte integralmente

44

e codificate focalizzando

l’attenzione su quattro dimensioni estrapolate dalle ipotesi di lavoro e riportate nella Tabella 6.3.

Tabella 6.3. – Dimensioni di analisi dei focus group

Si è quindi proceduto a un’analisi tematica del contenuto utilizzando la griglia di lettura

consultabi-le all’alconsultabi-legato 6.3. Di seguito sono riportati i risultati di taconsultabi-le analisi.

6.4.1. Dimensione 1: il caso di studio sviluppa un contesto cui fare riferimento

In nessuno dei due focus group è stato affermato esplicitamente che lavorare per casi abbia

permes-so di sviluppare un contesto cui fare riferimento. In effetti, da entrambi i focus group è emersa una

certa difficoltà iniziale, dovuta a una “mancata introduzione” della tematica, che forse ha rallentato

42

V. allegato 5.2

43

Cfr. C

ATALDI

, S. (2009), Op. cit., p. 89

44

V. allegato 6.2

Ipotesi

Dimensione

1. Il caso di studio

1. Il caso di studio sviluppa un contesto a cui fare riferimento

2. Il file rouge

2. Il file rouge permette una correlazione tra le nozioni teoriche e le differenti pratiche

marketing

3. L’azienda locale

3. L’esempio locale è una realtà semplice da analizzare

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