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Analisi dell’andamento dei fondi pensione aperti

Nel documento La previdenza complementare in Italia, oggi (pagine 104-109)

CAPITOLO IV: ANALISI DELL’ANDAMENTO DELLA PREVIDENZA

4.2 Analisi dell’andamento dei fondi pensione aperti

2000 2010 2014 2015 2016 Iscritti 223 032 848 000 1 057 038 1 150 096 1 258 980 Nuovi iscritti dell’anno 86 000 49 000 97 000 122 000 133 000 Variazione percentuale 60 3,4 7,2 8,8 9,5 Numero fondi 85 69 56 50 43 Patrimonio dei fondi (dati in miliardi di euro) 0,55 7,5 14 15,4 17

Fonte: elaborazione su dati COVIP

Come si evince dalla tabella sopra il numero di iscritti ai fondi pensione aperti è notevolmente aumentato nel corso degli anni, mentre il numero dei fondi operanti si è quasi dimezzato dal 2000 al 2016. Dai dati delle relazioni annuali COVIP si evince che la diminuzione del numero di fondi si è registrata principalmente in ragione della riduzione di società di gestione del risparmio operanti nel settore.

101 Nel 2000 erano operanti 30 SGR, nel 2015 9, con una percentuale di iscritti, nelle società di gestione del risparmio, che è passata dal 55% al 35%. Nelle assicurazioni, invece, il numero di adesioni è notevolmente incrementato, con una variazione in aumento di più del triplo. Attualmente non vi è più nessuna SIM operante.

La riduzione della quantità di fondi operanti è dovuta al gran numero di operazioni di fusione166 tra società appartenenti al medesimo gruppo. Il numero di fondi

indicati in tabella rappresenta quelli autorizzati dalla commissione di vigilanza, quelli effettivamente operativi sono qualche unità in meno. Nonostante la diminuzione di forme pensionistiche complementari, rimangono ancora elevati i fondi, anche negoziali, che hanno un numero di iscritti molto basso167. Un’offerta

più concentrata è auspicabile in quanto consentirebbe un incremento dell’efficienza operativa e delle economie di scala.

Le nuove adesioni che si sono verificate attorno al 2000, anno in cui si è verificata una variazione in aumento di 60 punti percentuali, sono costituite principalmente da lavoratori autonomi, infatti la percentuale di partecipazione dei lavoratori autonomi si attestava a circa 90%. L’adesione dei lavoratori dipendenti avveniva, invece, quasi esclusivamente mediante la stipula di contratti collettivi. Fino alla riforma del 2005, infatti, la previdenza complementare, era quasi completamente sconosciuta.

Il numero di iscritti è aumentato nel corso degli anni, anche per quanto riguarda la categoria dei lavoratori dipendenti, che nel 2016 supera la metà degli iscritti, tali lavoratori attualmente aderiscono nella maggior parte in modo individuale. È a partire dal 2007 che sono notevolmente aumentate le iscrizioni di lavoratori dipendenti a seguito dell’entrata in vigore del decreto legislativo n. 252/2005. Nel 2010 si può osservare che la percentuale di nuovi aderenti è inferiore a quella degli anni successivi, per i fondi negoziali si era verificata addirittura una flessione, e questo è probabilmente dovuto al perdurare della crisi economico-finanziaria168.

Per questa ragione nel 2010 e per alcuni anni a seguire molti sono stati i lavoratori,

166La fusione è un istituto mediante il quale società distinte vengono unite in un unico ente

sociale, di nuova creazione o già esistente.

167Da dati COVIP risulta che solo 12 fondi hanno più di 100 000 iscritti. 168Si fa riferimento alla crisi internazionale, che dal 2008 ha colpito l’Italia.

102 prevalentemente autonomi, che hanno sospeso i versamenti contributivi e che seppur tuttora iscritti, non effettuano versamenti.

Il contributo medio annuo per iscritto si attesta nel 2016 attorno a 2 310 euro, dato che risulta costante negli ultimi anni. Per i fondi negoziali questo dato risulta essere pari a 2 600 euro annui, maggiore di quello dei fondi aperti in ragione della presenza del contributo del datore di lavoro.

Il patrimonio dei fondi aperti ha subito un notevole aumento, soprattutto nell’ultimo decennio. Quasi la maggior parte degli aderenti che partecipano in modo individuale lo fanno versando la sola quota del TFR. I lavoratori che aderiscono su base collettiva, in più del 70% dei casi, oltre a versare il TFR effettuano versamenti contributivi.

Figura 5. Composizione degli iscritti per tipologia di comparto nei fondi pensione aperti

Fonte: COVIP

La Figura 5 evidenzia l’evoluzione della composizione degli iscritti per comparto. Si ritiene utile specificare che circa il 10% degli iscritti ha suddiviso la propria posizione individuale su più comparti dello stesso fondo.

Si può osservare che l’adesione al comparto azionario è progressivamente diminuita, passando da quasi il 50% del 2000 al 25% nel 2015, le linee garantite hanno invece seguito un andamento opposto. Questo andamento si è verificato a

103 partire dal 2007, anno di entrata in vigore della riforma, dove è stato previsto che i comparti garantiti accolgano anche il TFR conferito in modo tacito. Molte delle adesioni al comparto garantito derivano infatti da conferimenti del TFR con modalità tacita.

Figura 6. Composizione degli iscritti per tipologia di comparto e classe di età nei fondi pensione aperti

Fonte: COVIP

L’et{ media degli iscritti ai fondi pensione aperti e anche negoziali è di circa 44 anni, con una percentuale di giovani molto esigua. Le ragioni di questa situazione fanno riflettere, infatti la bassa adesione dei lavoratori giovani è dovuta all’incertezza sulla condizione professionale, al lavoro precario e quindi vi è un contesto di instabilità e una carenza di reddito. Questo rende molto difficile l’accantonamento per fini previdenziali.

Dal grafico sopra si può ricavare che le scelte di investimento dei soggetti con meno di 35 anni e quelli nella fascia 35 – 55 anni sono simili. Circa il 35% sceglie comparti garantiti, mentre il 24% opta per l’azionario. I lavoratori con più di 55 anni invece preferiscono per il 50% i comparti garantiti e obbligazionari e per un 20% il comparto azionario, percentuale inferiore rispetto ai soggetti più giovani ma non esigua.

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Tabella 8. Componenti della raccolta netta nei fondi pensione aperti (2016)169

Importi in milioni di euro

Contributi per le prestazioni170 1 779

Trasferimenti in entrata da altre forme pensionistiche171 446

Entrate della gestione previdenziale 2 225

Trasferimenti in uscita verso altre forme pensionistiche171 257

Anticipazioni 234

Riscatti 154

Erogazioni in forma di capitale 165

Trasformazioni in rendita 16

Uscite dalla gestione previdenziale 827

Raccolta netta 1 398

Per quanto attiene ai flussi di cassa dei fondi pensione aperti la situazione rispecchia sostanzialmente quella dei fondi pensione chiusi. In questa forma di previdenza complementare, come per le altre, ci si trova in una fase di accumulo, con delle entrate che superano ampliamente le uscite. Le anticipazioni anche qui sono aumentate per la ragione prima spiegata nei fondi negoziali.

Con riferimento ai trasferimenti da e per altre forme previdenziali si registra un saldo positivo; risulta invece essere negativa la differenza tra trasferimenti in entrata e in uscita per i fondi pensione negoziali. Per quanto riguarda le trasformazioni in rendita, anche in questo caso, risultano essere esigue trovandosi in una fase di accumulo.

169COVIP, Relazione per l’anno 2016.

170 Il flusso è così composto: 1,06 milioni di euro derivano da contribuzioni di lavoratori

dipendenti, di cui 512 milioni di TFR, 384 milioni a carico del lavoratore e 164 a carico del datore di lavoro; i lavoratori autonomi contribuiscono con 539 milioni di euro.

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4.3 ANALISI DELL’ANDAMENTO DEI PIANI INDIVIDUALI PENSIONISTICI

Nel documento La previdenza complementare in Italia, oggi (pagine 104-109)

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