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CAPITOLO II: ANALISI AMBIENTALE INIZIALE

3. Analisi dell’attività produttiva

Per svolgere una corretta analisi ambientale è necessario identificare tutte le attività, presenti o pianificate, che sono in grado di generare impatti reali o potenziali sull'ambiente.

È, quindi, opportuno studiare nel dettaglio il processo produttivo, per poter evidenziare quali siano le attività critiche per l’ambiente. Quest’attività costituisce il punto da cui partire per lo studio degli aspetti ambientali.

3.1 Ciclo produttivo

E’ necessaria una descrizione del ciclo produttivo per inquadrare le problematiche ambientali di pertinenza dell’azienda.

La descrizione delle attività del sito può includere:

- la descrizione degli impianti in funzione presso il sito in questione, siano essi impianti produttivi, ovvero impianti destinati a specifiche operazioni di supporto dell'attività produttiva (tra questi devono essere considerati gli impianti di tipo “ecologico” eventualmente presenti, come ad esempio impianti di depurazione o riciclo delle acque reflue, i sistemi di trattamento delle emissioni in atmosfera, le opere di insonorizzazione, ecc.);

- la spiegazione semplificata dei processi che avvengono negli impianti in questione;

- l'illustrazione delle caratteristiche dei prodotti manufatti presso il sito e dei loro eventuali impieghi come beni intermedi.

3.1.1 Produzione: tipologia e quantitativi

In questa sezione andrà riportato un elenco completo delle tipologie dei prodotti realizzati dall’azienda, affiancate dalle relative quantità.

PRODOTTO

QUANTITA’

Anno 0 Anno (–

1)

Queste informazioni sono richieste per l’anno in cui viene effettuata l’analisi e per i 2 anni precedenti, in vista di una possibile definizione di indici basati sulle quantità prodotte. L’analisi del trend sarà, infatti, di fondamentale importanza quando nell’ultima fase dell’analisi ambientale iniziale si dovranno individuare le possibili aree di miglioramento.

3.1.2 Descrizione del processo produttivo

La descrizione analitica del ciclo produttivo deve partire da:

- analisi dei processi (mediante la realizzazione di diagrammi di flusso);

- lay-out (planimetria) dell’azienda, che consente di individuare i flussi di materiali e dove sono posizionate le aree critiche.

A partire da questi due documenti, spesso reperibili in azienda come allegati al documento di valutazione dei rischi, o eventualmente al Manuale della Qualità, si può procedere allo studio e alla suddivisione del processo in fasi, ossia in gruppi di lavorazioni omogenee. Tale suddivisione consente di dettagliare al meglio l’analisi delle singole fasi di ogni processo.

A tale scopo risulta utile la compilazione della tabella “Quadro degli aspetti ambientali pertinenti con le fasi di processo” (ALLEGATO 5), che da un lato consente all’azienda di individuare le fasi omogenee del processo (insieme di attività che hanno i medesimi impatti sull’ambiente), e dall’altro permette al referente aziendale di approfondire le dinamiche del ciclo produttivo aziendale.

I dati relativi a ciascuna fase vengono poi raccolti in apposite schede (ALLEGATO 5) per analizzare i flussi del materiale in ingresso e in uscita da ciascuna fase, con l’indicazione delle quantità e della provenienza, insieme alla destinazione degli stessi. Il bilancio richiesto è di tipo quali - quantitativo: per gli aspetti ritenuti significativi devono essere riportati dati quantitativi, mentre per gli aspetti ritenuti non rilevanti ai fini ambientali, sarà sufficiente segnalarne la presenza. Laddove non esistano contabilizzazioni delle quantità suddivise per singole fasi di processo si potrà decidere, a seconda dell’importanza dei fattori analizzati, se procedere ad una suddivisione delle quantità per ciascuna fase, oppure se rilevare solo un dato di tipo qualitativo nelle singole fasi e un dato quantitativo globale nel bilancio di massa globale.

1. normali condizioni operative; 2. condizioni di avvio e fermata;

3. possibili impatti potenzialmente significativi associati con situazioni ragionevolmente prevedibili.

3.1.3 Bilancio di massa globale

Sommando i dati delle schede relativi alle singole fasi si giunge ad ottenere il bilancio di massa globale (ALLEGATO 6).

Per assicurare una maggiore completezza del lavoro, il bilancio verrà sottoposto alla valutazione del Responsabile di Gestione Ambientale, che ne controllerà l’effettiva completezza attraverso gli opportuni approfondimenti (con l’ufficio acquisti, attraverso il Modello Unico di Dichiarazione ambientale MUD, le autorizzazioni alle emissioni, schede di sicurezza, ecc.). Il bilancio globale fornirà così informazioni riguardanti:

- aspetti ambientali maggiormente interessati da attività svolte nel sito; - attività che incidono in maniera preponderante sugli aspetti elencati;

- attività trascurabili al fine della gestione ambientale degli aspetti identificati.

3.2 Fornitori e terzisti

Nelle aziende i fornitori vengono valutati tenendo in considerazione aspetti quali i prezzi e l’affidabilità del servizio richiesto; raramente vengono considerate le prestazioni ambientali come parametri di qualificazione. Ritenendo, tuttavia, rilevante ai fini della valutazione dell’impatto ambientale complessivo di un’azienda l’impatto dei propri fornitori, si reputa opportuno redigere una tabella, (ALLEGATO 7), che riporti i principali fornitori che possono avere influenza sulle prestazioni ambientali dell’azienda.

In questa prima fase sarà sufficiente, in generale, fare un elenco dei principali fornitori, evidenziando quelli “ambientali”, ovvero quelli la cui attività è considerata avere un maggior impatto ambientale.

Talvolta, parte del ciclo produttivo ed in particolar modo le attività a maggior impatto ambientale vengono svolte da terzisti. Anche se in tali situazioni l’azienda non può sempre esercitare un’influenza diretta, è opportuno uno studio attento di tali fornitori.

3.3 Impatto del prodotto esterno all’azienda

Ai fini della valutazione delle prestazioni ambientali di un’azienda, deve essere considerato anche l’impatto del suo prodotto all’esterno della stessa.

Si è, infatti, convinti che il Life Cycle Assessment sia uno strumento utile, su cui impostare le nuove politiche ambientali. Il processo di LCA si fonda sul principio che un prodotto (o servizio) va "seguito" e analizzato in ogni fase della sua vita, dalla culla alla tomba (from cradle to grave), da quando viene prodotto a quando viene smaltito, in quanto ogni azione associata ad una fase può avere riflessi su fasi precedenti o successive.

Attraverso lo studio di un LCA si possono individuare le fasi e i momenti in cui si concentrano maggiormente le criticità ambientali, i soggetti che dovranno farsene carico (produttore, utilizzatore ecc.) e le informazioni necessarie per realizzare gli interventi di miglioramento.

Una apposita check-list (ALLEGATO 8) si propone di aiutare le aziende ad individuare gli aspetti relativi ai prodotti di maggior rilievo.