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ANALISI DELLE PRINCIPALI VISUALI E RENDER GRAFICO

Il dissociatore molecolare e l’ampliamento della discarica per R.S.I. interessano un’area collocata nella parte sud del comparto per smaltimento rifiuti gestito dalla Ecofor Service S.p.A.

Il paesaggio circostante è caratterizzato dalla presenza di insediamenti industriali, anche a forte impatto ambientale, in un contesto agricolo che le trasformazioni urbanistiche hanno relegato a residuo paesaggistico. Né il nuovo paesaggio urbano è riuscito a compensare in termini di qualità urbana e architettonica il contesto rurale faticosamente costruito.

Alle importanti infrastrutture costituite dalla Strada di Grande Comunicazione FI-PI-LI, dalla zona industriale di Gello e dal canale scolmatore dell’Arno, si sono aggiunte ulteriori attività di smaltimento, quelle per la demolizione di autoveicoli e di riciclaggio da inerti impiegati nel ciclo edile.

Le pressioni sul paesaggio sono pertanto aumentate, confermate tra l’altro dal vigente strumento urbanistico con la previsione di ulteriori ampliamenti della zona industriale.

Due sono le problematiche relative al presente studio:

1. L’inserimento di un nuovo volume di circa 80.000 mc per l’attività di dissociazione molecolare e produzione di energia elettrica.

2. Il recupero paesaggistico della nuova discarica.

6.1 IL DISSOCIATORE MOLECOLARE

Il progetto consiste nella realizzazione di un impianto con quattro linee di trattamento per un totale complessivo di 120.000 ton/anno da completarsi in tre fasi. Le prime due fasi, oggetto del presente studio, interessano la costruzione di due linee di trattamento di quattro celle ciascuna con una capacità totale di 60.000 ton/anno.

L’impianto, chiuso tra la Fossa Nuova e l’ampliamento della discarica, confina a sud con una vasta area agricola che prosegue fino alla Strada di Grande Comunicazione FIPI-

La FI-PI-LI, a circa 500 metri di distanza, costituisce pertanto il punto di vista principale dell’insediamento, che invece risulta non visibile da nord perché coperto dai rilievi delle colmate.

Il principio fondamentale che ha guidato l’inserimento dell’impianto nel contesto è stato quello di definirne i caratteri architettonici al di fuori da operazioni di mimesi, dotandolo di un linguaggio che sapesse innescare un dialogo col luogo senza doverne negare la funzione.

Da ciò sono conseguiti i seguenti criteri compositivi:

− Definizione dell’articolazione funzionale e leggibilità architettonica delle parti.

− Definizione dei materiali di rivestimento e delle loro caratteristiche geometriche e cromatiche.

− Studio della silhouette dei volumi in rapporto al paesaggio circostante e alla loro visione da varie distanze.

− Definizione delle aree a verde.

Nell’impianto sono individuate tre funzioni fondamentali: lo stoccaggio dei materiali, l’area di combustione e l’area logistica. A queste tre funzioni sono attribuiti caratteri architettonici distinti che ne specificano il passaggio di scala, da quella territoriale a quella locale, ed i livelli delle lavorazioni. L’architettura si preoccupa quindi di evidenziare il rientro ad una scala umana del vasto processo di smaltimento dei rifiuti.

A questo processo di sintesi contribuiscono i materiali adoperati. Pennellature sandwich in lamiera grecata di colore verde per la zona di combustione e trattamento fumi, pannellature in conglomerato cementizio di due diverse colorazioni per l’area deposito e la palazzina turbine e servizi logistici. La stessa logica cromatica è stata utilizzata per le coperture, ad eccezione di quella della palazzina per la produzione di energia elettrica.

L’architettura così costituita si articola in tre comparti principali, regolari, misurati nei rapporti fra le parti e fra pieni e vuoti. Anche le parti impiantistiche a vista poste sulla copertura (camini e aerocondensatore) sono ricondotti a questa composizione attraverso una carteratura in carabottino metallico che ne consente comunque la necessaria areazione.

Le aperture sono dimensionate per la loro specifica funzione, evitando così riferimenti linguistici fuorvianti e inutili virtuosismi estetici.

Il verde di corredo all’impianto viene qui utilizzato, più che per una funzione di mascheramento, per le sue qualità che storicamente ha sempre assunto in ambito urbano:

due aree piantumate ad alto fusto, veri e propri giardini, completano infatti il disegno a terra bilanciando, con le rispettive masse arboree, i razionali volumi dell’impianto.

L’utilizzo del colore - grigio scuro per lo stoccaggio dei materiali, verde per il volume contenente le celle, arancio per la palazzina turbine e servizi - conferisce all’architettura una chiara leggibilità evidenziandone così il ruolo industriale, senza esitazioni, in modo che il complesso risulti fortemente connotato.

Tale chiarezza garantisce inoltre una facile lettura anche per chi percorre la SGC, che costituisce, come già detto, la visuale privilegiata dell’intervento.

6.2 IL RECUPERO PAESAGGISTICO DELL’AMPLIAMENTO

Il progetto di ampliamento prevede una nuova vasca per la raccolta di rifiuti non pericolosi e per la raccolta delle ceneri provenienti dall’impianto di dissociazione molecolare. A pianta rettangolare di circa 200 x 300 ml il nuovo volume va a raccordarsi con la discarica esaurita esistente. La volumetria lorda è di circa 1.550.000 mc, mentre la volumetria netta dei rifiuti sarà di circa 1.400.000 mc.

Il progetto di recupero ha tenuto conto dello specifico paesaggio entro il quale la discarica è situata, della sua collocazione urbanistica, degli interventi già eseguiti per la rinaturazione delle vecchie colmate e delle condizioni di naturalità oggi presenti.

Il forte aumento delle pressioni sul paesaggio ed il necessario raccordo con la discarica esistente, già oggetto di interventi di recupero, hanno indirizzato il progetto verso un recupero unicamente rivolto alla rinaturazione del sito, a compensazione e per riequilibrare, sotto i diversi profili, il contesto paesistico e ambientale.

L’ambiente si è molto trasformato, semplificandosi, per questo il progetto non tenta una mimesi completa - impossibile - con la natura, ma si confronta con l’attuale complessità del luogo e con i vincoli oggettivi dell'area d'intervento: la geometria del sistema idrografico, l'impossibilità di prevedere fasce di mitigazione e di filtro al di fuori dei confini dati, la discarica esistente.

Coerentemente con gli assunti degli studi preliminari e con l’esperienza dei precedenti interventi il progetto definitivo individua le soluzioni tecniche atte a garantire l'efficienza della rinaturazione, necessaria sia al recupero paesaggistico della massa dei rifiuti, sia alla difesa del nuovo piano di campagna da eventi naturali, dilavamento, stabilità dei versanti, ecc.

Il primo problema affrontato è stato quello di rimodellare i volumi della colmata diminuendo le pendenze delle scarpate, che in alcuni tratti possono arrivare a 30°, per consentire gli impianti vegetazionali e impedire lo slittamento e la rapida erosione del terreno che altrimenti si verificherebbe. Il progetto tiene conto anche del progressivo abbassamento del corpo dei rifiuti nel tempo, con la conseguente attenuazione delle pendenze delle scarpate. L'obbiettivo è stato quello di attestarsi su pendenze massime inferiori a 25°, e su pendenze ideali intorno ai 20°.

Il rimodellamento dovrà conferire una inclinazione minima di circa 5% della sommità della collina prevista dal progetto per impedire l'eventuale ristagno delle acque meteoriche e in considerazione degli imprevedibili abbassamenti del corpo dei rifiuti, che proprio in queste zone possono essere molto significativi. Particolare attenzione è stata posta nella regimazione delle acque superficiali mediante la realizzazione di canalette di raccolta eseguite con uno scavo inerbito con una pendenza minima del 5%, convergenti in caditoie (rittochini) in pietrame o in lastre prefabbricate in calcestruzzo, raccordate alle canalette disposte lungo tutto il perimetro.

Il lato a sud est, che risulta essere il più visibile dall’intorno ed in particolare dalla SGC, è percorso dalla strada interna al comparto che porta al dissociatore. È su questo lato che gli strumenti urbanistici vigenti prevedono l’ampliamento dell’area industriale.

Il progetto prevede gli impianti arborei esclusivamente lungo la strada sopra descritta, un viale alberato con pioppi neri alternati a tigli costituirà l’accesso all’impianto di dissociazione molecolare, con un buon effetto di schermatura della colmata grazie al rapido accrescimento ed alla qualità estetica delle specie previste. Il viale svolge inoltre una funzione di collegamento visivo tra la discarica e l’impianto di dissociazione molecolare. Un’area di circa 20.000 mq. con impianto arbustivo costituito da Ginestra odorosa, Biancospino e Rosa selvatica interessa i versanti sud ed est della collina, quello rivolto verso la SGC ed il territorio agricolo. Su tutto l’ampliamento è previsto un rinverdimento complessivo eseguito con idrosemina.

La possibilità di accesso per la manutenzione è resa possibile da alcune strade bianche disposte su due anelli paralleli che corrono lungo il perimetro e che si raccordano con la viabilità esistente.

In conclusione possiamo così riassumere gli elementi che determinano la proposta di inserimento nel contesto:

• La sintesi architettonica dei volumi del dissociatore molecolare mediante la definizione dell’articolazione funzionale delle parti, la definizione dei materiali di rivestimento e delle loro caratteristiche geometriche e cromatiche;

• La funzione di parco-giardino delle due aree verdi adiacenti l’impianto;

• Il grande elemento naturale rappresentato dalle colmate rinaturalizzate;

• La funzione di collegamento paesaggistico del viale alberato tra l’intervento proposto, l’urbanizzazione esistente ed il territorio agricolo.

6.3 VISTE RENDER

Nella tavola P-D-30-103 viene proposto il rendering grafico per la simulazione dell'impatto paesaggistico. A tal fine è stato realizzato un modello digitale del dissociatore molecolare e della colmata che riproduce le opere previste dal progetto di recupero dell’area, osservabile nella vista zenitale.

A corredo sono proposte due ulteriori riprese del sito: la prima è un render grafico di una vista assonometrica dell’impianto in primo piano con sullo sfondo la nuova discarica secondo un ipotetico punto di vista collocato lungo la superstrada FI-PI-LI (visuale maggiormente significativa).

La seconda è una ripresa aerea dell’area che accoglierà la realizzazione delle opere in progetto all’interno della quale è stata eseguita la ricostruzione digitale dell’inserimento del progetto nell’attuale contesto paesaggistico.

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