• Non ci sono risultati.

CAPITOLO 5 - Analisi di sensitività

5.6 Analisi di sensitività: un indicatore dell’effetto cumulato

Dall’analisi di sensitività sviluppata nei paragrafi precedenti, emerge che gli effetti sul rapporto spesa/PIL conseguenti ad una modificazione dei parametri demografici e macroeconomici sono significativamente diversi, anche sotto il profilo temporale con cui si realizzano. Ne consegue, pertanto, che il confronto effettuato con riferimento al singolo anno di previsione, come ad esempio l’ultimo, non rende conto dell’effetto cumulativamente prodotto sugli equilibri di finanza pubblica.

Un indicatore in grado di misurare tale aspetto può essere costruito sulla base della componente evolutiva del rapporto fra debito pubblico e PIL, riconducibile all’aggregato di spesa oggetto di previsione162.

Se indichiamo con r il differenziale fra il tasso di interesse e il tasso di crescita del PIL163 e con s la variazione della spesa pensionistica e socio-sanitaria in rapporto al PIL, calcolata

160 In questo caso, il PIL pro capite, a cui è agganciato il CPS della maggior parte delle componenti di spesa socio-sanitaria, risulta positivamente correlato con il flusso migratorio netto.

161 In realtà, si produce un lieve scostamento del rapporto fra CPS e produttività dovuto all’ipotesi, sottostante il reference scenario, di un’elasticità del CPS rispetto al PIL pro capite superiore all’unità (§ 3.8).

162 La dinamica del debito pubblico in rapporto al PIL è scomponibile nella somma di tre addendi che esprimono, rispettivamente:

il contributo derivante dal livello iniziale del debito pubblico, il contributo che scaturisce dall’evoluzione dell’avanzo primario al netto della componente di spesa oggetto di previsione e il contributo imputabile esclusivamente alla componente di spesa oggetto di previsione. In merito, si veda European Commission (2006).

163 Ai fini del calcolo, si è scelto il 2011 come anno base mentre il tasso di interesse è stato posto pari al 3% in termini reali, come concordato in ambito europeo ai fini della valutazione della sostenibilità del debito pubblico. Si veda: Economic Policy Committee – European Commission (2011a) e Ministero dell’economia e delle finanze (2012). Il tasso r varia nel tempo in funzione del PIL e, Ipotesi

macroeconomiche

141

rispetto all’anno base (t0), la componente evolutiva del rapporto debito/PIL, imputabile alla variazione dell’aggregato di spesa oggetto di analisi (d), assume la seguente espressione:

 

t

t i

i t

t si r

d

0 1

1

Tale variabile può essere calcolata per ciascuna delle simulazioni previste nell’ambito dell’analisi di sensitività. La differenza rispetto al valore dell’ipotesi base costituisce un indicatore dell’effetto cumulato prodotto dalla specifica ipotesi di sensitività sul rapporto spesa/PIL, nell’intero periodo di previsione. I risultati sono riportati nella figura 5.15, in relazione alle diverse alternative simulate.

Per quanto riguarda i parametri demografici, gli effetti più rilevanti sono quelli prodotti dalla variazione del flusso netto di immigrati e del tasso di fecondità. Il valore dell’indicatore, riferito alla spesa totale, risulta pari a -13,5 punti percentuali nell’ipotesi di aumento del flusso netto di immigrati e a -8,4 punti percentuali in relazione ad un aumento del tasso di fecondità.

Nelle ipotesi opposte, tali valori raggiungono, rispettivamente, 14,4 e 9,8 punti percentuali.

Quasi nulli sono, invece, gli effetti relativi alla variazione della speranza di vita dove i valori corrispondenti alle ipotesi di aumento e di riduzione risultano, rispettivamente, inferiori ad 1 punto percentuale. Questo risultato è spiegato dagli andamenti, di segno opposto, registrati per la spesa pensionistica e per la spesa socio-sanitaria.

Relativamente agli scenari alto e basso, l’impatto complessivo risulta rilevante attestandosi attorno a -22 punti percentuali, nel primo caso, e a +25 punti percentuali, nel secondo. Tale risultato corrisponde essenzialmente alla somma degli effetti cumulati relativi alle ipotesi sui flussi migratori e sui tassi di fecondità.

Tra le ipotesi di sensitività inerenti alle variabili del quadro macroeconomico, quelle di maggior impatto sull’indicatore riguardano la variazione del tasso di crescita della produttività.

Un aumento del tasso di crescita della produttività di 0,25% produce una contrazione dell’indicatore pari a circa 23 punti percentuali mentre, sotto l’ipotesi di una diminuzione di 0,25%, si registra un incremento di circa 26 punti percentuali. Le altre ipotesi fanno registrare un effetto assai più contenuto che si attesta attorno ai 5 punti percentuali in senso riduttivo (aumento del tasso di attività) o incrementativo (riduzione del tasso di attività e aumento del tasso di disoccupazione).

Box 5.1 – I meccanismi automatici di adeguamento alla speranza di vita nel sistema pensionistico italiano

La revisione triennale (biennale a partire dal 2021) dei coefficienti di trasformazione, in funzione delle aspettative di vita (L 335/95, L 247/2007 e L 214/2011) e l’adeguamento automatico dei requisiti minimi per l’accesso al pensionamento, rispetto alle variazioni della speranza di vita, introdotto con la L 122/2010 e completato con gli interventi di riforma successivi, costituisce un complessivo importante e coordinato automatismo volto a preservare le condizioni di equilibrio finanziario del sistema pensionistico.

In particolare, il processo di elevamento dei requisiti minimi attuato in Italia ed il relativo meccanismo di adeguamento automatico sono stati valutati con estremo favore in ambito europeo. Ciò non solo perché la previsione dei requisiti minimi di età, coerenti con le esigenze di equilibrio del sistema pensionistico, costituisce una condizione irrinunciabile ai fini del perseguimento della sostenibilità finanziario, ma anche perché si sostanzia la misura più efficace per sostenere il livello delle prestazioni, in un contesto di invecchiamento della popolazione164.

Ciò premesso, è interessante indagare l’effetto di contrasto, sotto il profilo finanziario e dell’adeguatezza delle prestazioni, che i suddetti meccanismi automatici sono in grado di esercitare in risposta ad eventuali deviazioni della speranza di vita rispetto al sentiero di crescita ipotizzato nello scenario nazionale base.

Una prima indicazione emerge dal confronto fra le simulazioni di sensitività relative alla speranza di vita degli scenari alto e basso illustrate nel paragrafo 5.3 e quelle che si sarebbero ottenute assumendo che i coefficienti di trasformazione e i requisiti di accesso al pensionamento fossero gli stessi dello scenario nazionale base. In altri termini, si delinea uno scenario virtuale secondo cui le deviazioni della speranza di vita rispetto allo scenario base, recepite negli scenari alternativi, non si traducono in una modificazione dei parametri normativi, secondo quanto previsto dalla legislazione vigente.

In un tale ipotetico contesto, una deviazione in aumento della speranza di vita (ipotesi alta) produrrebbe un graduale innalzamento del rapporto fra spesa pensionistica e PIL con uno scostamento di circa 0,5 punti percentuali al 2040 e poco più di 0,8 punti percentuali alla fine del periodo di previsione (Fig. A.1). Tuttavia, l’operatività dei meccanismi di adeguamento, previsti a normativa vigente, è in grado di compensare totalmente tale effetto, se valutato cumulativamente nel lungo periodo. L’effetto di contrasto è addirittura superiore nei primi quaranta anni, a causa sia del ritardo con cui si produce la variazione dell’importo medio delle pensioni in pagamento e sia della transizione delle generazioni del baby boom (§. 5.4).

Al fine di isolare il contributo di ciascuno dei due meccanismi automatici di adeguamento è stato costruito un secondo scenario virtuale, in cui i coefficienti di trasformazione vengono adeguati nel tempo in funzione delle ipotesi di mortalità sottostanti l’alternativa demografica considerata, in linea con quanto previsto dalla normativa vigente, mentre i requisiti di accesso al pensionamento restano quelli determinati in funzione delle ipotesi di speranza di vita sottostanti lo scenario nazionale base (curva sottile continua).

164 Si veda, da ultimo, EPC - SPC - European Commission (2010), dove si evidenzia che l’innalzamento dell’età effettiva di

143

Il confronto con la simulazione precedente (curva grigia, in grassetto), che escludeva entrambi gli automatismi, consente di evidenziare il contributo specifico dell’adeguamento dei coefficienti di trasformazione, a fronte di uno scostamento dell’ipotesi di mortalità rispetto all’evoluzione assunta nello scenario nazionale base.

Come atteso, tale contributo risulta crescente nel tempo, sia per la gradualità dell’introduzione del sistema di calcolo contributivo che per la progressiva divaricazione delle ipotesi di mortalità. Alla fine del periodo di previsione, la differenza nel rapporto spesa/PIL si attesta attorno a 0,5 punti percentuali.

Diversamente, il confronto con la simulazione elaborata nell’ambito dell’analisi di sensitività, in cui entrambi i meccanismi vengono applicati secondo il dettato normativo (curva tratteggiata), mostra l’effetto imputabile all’adeguamento delle età di pensionamento. Tale effetto è importante in termini di sostenibilità finanziaria, comportando un contenimento del livello di spesa in rapporto al PIL per buona parte del periodo di previsione e in particolare quando ancora il sistema di calcolo della pensione è parzialmente basato sul metodo retributivo; il predetto effetto risulta sostanzialmente nullo nella parte finale del periodo di previsione, quando l’effetto importo derivante dal posticipo del pensionamento si cumula nello stock di pensioni, così da compensare il minor numero di prestazioni in pagamento.

La figura A.2 evidenzia, in particolare, che l’adeguamento dei requisiti di accesso al pensionamento si traduce, nel lungo periodo, in un aumento del livello medio delle prestazioni, per via della maggiore anzianità contributiva e dei più elevati coefficienti di trasformazione, solo parzialmente compensato dalla revisione periodica di questi ultimi.

Indicazioni qualitativamente analoghe, quantunque di segno opposto risultano evidenziate nel caso in cui la speranza di vita dovesse crescere meno di quanto ipotizzato nello scenario base (ipotesi bassa).

145

Fig. 5.1: spesa pubblica per pensioni – Differenti scenari demografici Spesa in rapporto al PIL e sua scomposizione

Fig. 5.2: spesa pubblica per pensioni – Differenti ipotesi sulla fecondità Spesa in rapporto al PIL e sua scomposizione

147

Fig. 5.3: spesa pubblica per pensioni – Differenti ipotesi sulla speranza di vita Spesa in rapporto al PIL e sua scomposizione

Fig. 5.4: spesa pubblica per pensioni – Differenti ipotesi sui flussi migratori Spesa in rapporto al PIL e sua scomposizione

149

Fig. 5.5: spesa pubblica per pensioni – Differenti ipotesi sui tassi di attività Spesa in rapporto al PIL e sua scomposizione

Fig. 5.6: spesa pubblica per pensioni – Differenti ipotesi sulla produttività Spesa in rapporto al PIL e sua scomposizione

151

Fig. 5.7: spesa pubblica per pensioni – Differenti ipotesi sul tasso di disoccupazione Spesa in rapporto al PIL e sua scomposizione

Fig. 5.8: spesa pubblica per sanità e LTC – Differenti scenari demografici Spesa in rapporto al PIL e sua scomposizione

153

Fig. 5.9: spesa pubblica per sanità e LTC – Differenti ipotesi sulla fecondità Spesa in rapporto al PIL e sua scomposizione

Fig. 5.10: spesa pubblica per sanità e LTC – Differenti ipotesi sulla speranza di vita Spesa in rapporto al PIL e sua scomposizione

155

Fig. 5.11: spesa pubblica per sanità e LTC – Differenti ipotesi sui flussi migratori Spesa in rapporto al PIL e sua scomposizione

Fig. 5.12: spesa pubblica per sanità e LTC – Differenti ipotesi sui tassi di attività Spesa in rapporto al PIL e sua scomposizione

157

Fig. 5.13: spesa pubblica per sanità e LTC – Differenti ipotesi sulla produttività Spesa in rapporto al PIL e sua scomposizione

Fig. 5.14: spesa pubblica per sanità e LTC – Differenti ipotesi sul tasso di disoccupazione Spesa in rapporto al PIL e sua scomposizione

159

Fig. 5.15: analisi di sensitività – Effetto differenziale sul rapporto spesa/PIL cumulato al 2060

161

CAPITOLO 6 - Tassi di sostituzione del sistema pensionistico