• Non ci sono risultati.

CAPITOLO 1 - Le ipotesi di scenario

1.3 Lo scenario EPC-WGA

Sulla base delle ipotesi demografiche e macroeconomiche in precedenza illustrate, il tasso di crescita reale del PIL si colloca ad un valore medio annuo compreso tra l’1,5% e l’1,6%, nel periodo 2016-2060. Tale valore scende di circa 0,1 punti percentuali se si include il quinquennio 2011-2015. I valori di previsione del tasso di variazione del PIL e delle sue componenti sono riportati nella figura 1.4, assieme alla rappresentazione dei corrispondenti valori storici. Nella figura 1.5 sono riportati i tassi di variazione medi annui per quinquennio di previsione e la relativa scomposizione nei fattori di crescita.

Per il periodo 2012-2015, le ipotesi relative alla dinamica della produttività ed ai parametri occupazionali sono in linea con le indicazioni del quadro macroeconomico definito per il documento di aggiornamento del Programma di Stabilità 2012. Tali ipotesi implicano una crescita media annua del PIL reale attorno allo 0,4%, imputabile per tre quarti alla crescita occupazionale, indotta prevalentemente dall’incremento delle forze di lavoro, e per la parte restante alla dinamica della produttività per occupato.

Il tasso di inflazione e il deflatore del PIL sono posti pari al 2% annuo, a partire dal 2016, che corrisponde al livello di lungo periodo concordato in ambito EPC-WGA. Per il periodo precedente, sono state adottate, per entrambe le variabili, ipotesi coerenti con il quadro macroeconomico utilizzato nel documento di aggiornamento del Programma di Stabilità 2012.

La dinamica delle retribuzioni e dei redditi da lavoro coincide, in media, con quella della produttività per occupato, per tutto il periodo di previsione.

27

sottostante il precedente round del 2009. Tale revisione attiene, in particolar modo, alla dinamica della produttività, ma riguarda anche i tassi di attività e di disoccupazione.

Relativamente alla dinamica della produttività, le ipotesi dello scenario EPC-WGA baseline sono state ottenute utilizzando la funzione di produzione, ed i relativi parametri, concordati nell’Output Gap Working Group del Comitato di politica economica (EPC-OGWG) ai fini dell’elaborazione delle previsioni di crescita economica di breve periodo. Per il medio-lungo periodo, le ipotesi adottate prevedono: i) la convergenza del tasso di variazione della produttività totale dei fattori all’1%, a partire dal 2025, anziché all’1,1% come nelle precedenti previsioni e ii) politiche di investimento tali da annullare gradualmente l’effetto sulla produttività indotto dalla dinamica occupazionale (§ 1.4). La combinazione delle due ipotesi garantisce la convergenza dei tassi di variazione della produttività di tutti i paesi verso il livello dell’1,54%, a partire dal 2025, che rappresenta un livello sensibilmente inferiore all’1,7%

ipotizzato nelle precedenti previsioni.

Il fatto che i livelli iniziali del tasso di variazione della produttività siano significativamente inferiori a quelli di convergenza determina, nella prima parte del periodo di previsione, un trend crescente sostanzialmente in linea con il profilo da sempre adottato per lo scenario nazionale base (figg. 1.5.b, 1.6.b). Ovviamente, per il biennio 2010-2011, i tassi di crescita della produttività sono quelli stimati dalla contabilità nazionale, che riflettono gli effetti indotti della crisi economica. Per il periodo 2012-2015 i valori sono invece allineati con quelli previsti nel quadro macroeconomico del documento di aggiornamento del Programma di Stabilità 2012. Per gli anni successivi, la dinamica della produttività è perfettamente allineata ai valori concordati in ambito EPC-WGA. Il tasso di crescita medio annuo della produttività si attesta, nell’intero periodo di previsione, ad un livello leggermente superiore a quello dello scenario nazionale base (Fig. 1.4.b).

I tassi di attività sono ottenuti tramite un modello di simulazione per coorte (§. 1.5), il quale incorpora gli effetti derivanti dall’elevamento dei requisiti minimi per l’accesso al pensionamento previsti dagli interventi di riforma del sistema pensionistico, ivi inclusi quelli introdotti con la L 214/2011. Tale componente ha determinato un significativo effetto di innalzamento dei tassi di attività dei lavoratori anziani il quale, tuttavia, è risultato più che compensato da una revisione al ribasso della stima delle probabilità di ingresso e di permanenza nel mercato del lavoro in conseguenza dalla crisi economica12.

Inoltre, lo scenario macroeconomico EPC-WGA baseline 2012 combina le previsioni occupazionali delle Spring forecasts del 2011 (le quali coprono il biennio 2011-2012), estrapolate al 2015, con le previsioni ottenute con il modello di simulazione per coorte elaborate in ambito EPC-WGA. La combinazione dei due set di previsioni, che coprono rispettivamente il breve ed il medio-lungo periodo, è stata effettuata sulla base di un approccio metodologico che crea una discontinuità nel passaggio dal 2015 al 2016, la cui dimensione varia di segno e di entità da paese e a paese. Nel caso dell’Italia, tale discontinuità si traduce in un abbattimento dei livelli occupazionali, impiegati ai fini della previsione del PIL, pari al 2,3% rispetto alle previsioni ottenute con il modello di simulazione per coorte.

Conseguentemente, al fine di fornire una rappresentazione delle variabili occupazionali coerente con le dinamiche occupazionali effettivamente inglobate nelle ipotesi di crescita definite nello scenario, i valori dei tassi di attività prospettati sono stati rideterminati in misura

12 Tale revisione ha riguardato entrambi i sessi e, in particolar modo, gli uomini nelle età centrali della distribuzione dei tassi di attività, per i quali è prevista un’uscita dal mondo del lavoro che non trova spiegazione nella possibilità di accesso al pensionamento.

- la produttività

- i tassi di attività

corrispondente. Pertanto, a partire dal 2016, essi risulteranno del 2,3% inferiori rispetto a quelli pubblicati da EPC-WGA.

La revisione dei profili generazionali e la discontinuità nella previsione dell’occupazione sopra evidenziata hanno comportato una revisione al ribasso dei tassi di attività al 2060, rispetto alla precedente previsione. Nella fascia 15-64, la riduzione è pari a circa 3,3 punti percentuali13, la quale scende a 1,9 punti percentuali nella fascia di età 15-69, per gli effetti indotti dalla revisione della normativa pensionistica sui tassi di partecipazione dei lavoratori anziani14

Nell’intero periodo di previsione, il tasso di attività totale aumenta di circa 2,9 punti percentuali, nella fascia di età 15-64, e di circa 4 punti percentuali nella fascia di età 15-69.

Tale crescita risulta di 5,6 punti percentuali (7,5 punti per le donne e 4,2 per gli uomini) più bassa rispetto a quella sottostante lo scenario nazionale base. Ciò è dovuto sia ai diversi profili generazionali adottati nelle due proiezioni15, sia alla diversa dinamica di crescita dei tassi di attività femminili (Tab. 1.2). Infatti, lo scenario nazionale base, a differenza di quello EPC-WGA, ipotizza la prosecuzione, per circa un decennio, dell’aumento generazionale dei tassi di attività indotti da un miglioramento dei livelli di istruzione.

Sulla base dei criteri concordati in ambito EPC-WGA, in occasione dell’aggiornamento 2012 delle previsioni age-related, il tasso di disoccupazione italiano, nella fascia di età 15-64, è stato assunto sostanzialmente costante, al livello del 7,3%, per tutto il periodo di previsione, dopo una fase di aggiustamento iniziale a partire da un valore leggermente più elevato. Il tasso di disoccupazione complessivo, calcolato su tutte le età, risulta corrispondentemente rideterminato ad un livello che converge al 7% nel 2025, al 6,9% nel 2030 per poi attestarsi al 6,8%, solo negli ultimi anni di previsione.

Poiché le prospettive occupazionali di breve periodo si sono ulteriormente deteriorate, rispetto a quanto contemplato nelle Spring forecasts dello scorso anno, il tasso di disoccupazione del 2015 è previsto attestarsi su un livello leggermente superiore a quello del 2011 (8,6% contro 8,4%), secondo quanto riportato nel quadro macroeconomico sottostante il documento di aggiornamento del Programma di Stabilità 2012. Tale livello viene fatto convergere gradualmente al valore previsto nello scenario EPC-WGA baseline entro il 2025. Nel lungo periodo, il tasso di disoccupazione dello scenario EPC-WGA baseline risulta, comunque, superiore di circa 1,3 percentuali rispetto a quello assunto nello scenario nazionale base.

La combinazione delle ipotesi demografiche e macroeconomiche sopra descritte, e le dinamiche di breve periodo conseguenti alla crisi economica degli ultimi anni, implicano un tasso di crescita reale del PIL leggermente inferiore a quello dello scenario nazionale base (circa un decimo di punto percentuale). La differenza è dovuta alla minore dinamica occupazionale, solo in parte compensata da una crescita della produttività leggermente superiore, per effetto della componente del capital deepening.16

13 Tale riduzione è più accentuata per i maschi che per le femmine: 3,9 punti percentuali, per i primi e 2,9 punti percentuali, per le seconde.

14 Si tenga presente che l’effetto delle recenti riforme si espleta in parte nella fascia di età 65-69.

15 In particolare, per i maschi, lo scenario EPC-WGA assume uscite permanenti dal mercato del lavoro fra i 40 e i 50 anni, non giustificate da fattori strutturali o normativi. Ciò dipende essenzialmente dal fatto che la stima dei tassi di uscita risente, impropriamente, di un effetto “periodo” legato alla crisi economica. Economic-Policy Committee – Working Group on Ageing (2011a), §. 2.6

16 La minore dinamica della dinamica della produttività dello scenario nazionale, generata tramite la componente del capital - i tassi di

disoccupazione

- nel lungo periodo

29