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L’analisi delle pressioni è stata effettuata mediante analisi di supporto svolte a diversa scala. Esse riguardano analisi di uso del suolo, analisi idromorfologiche e analisi chimico fisiche che secondo lo schema della Direttiva (Figura 3), costituiscono un supporto agli elementi biologici che diventano il corpo centrale per poter giungere ad una corretta valutazione dello Stato Ecologico.

7.2.1 Analisi di uso del suolo

Per quanto riguarda le analisi effettuate a livello di bacino si è potuto riscontrare come l’uso del suolo della maggior parte dei corpi idrici sia prevalentemente agricolo (tabella 26).

In 16 bacini analizzati sui 22 totali l’uso “agricolo” supera il 70% ed in soli due corpi idrici (Rio Chiaro e fosso della Faggeta) la fascia perifluviale risulta ben strutturata in quanto più del 30% del territorio circostante presenta caratteristiche naturali (bosco e corpi idrici).

7.2.2 Analisi idromorfologica

Per quanto riguarda l’analisi idromorfologica essa si riferisce ad una scala di tratto fluviale di 500m.

Per ciascun corpo idrico sono stati valutati il grado di antropizzazione, rappresentato dai valori dell’indice sintetico HMS (Habitat Modification Score e il livello di naturalità, rappresentato dai valori dell’indice HQA (Habitat Quality Assesment).

I dati mostrano come i corpi idrici analizzati non siano soggetti a modificazioni rilevanti nei loro aspetti morfologici generali. La maggior parte dei siti si trova infatti in condizioni morfologiche prevalentemente naturali.

Dall’analisi dei valori di HMS è possibile notare come per alcuni corpi idrici (Castello, Freddano, Leja, Rigomero, Risiere) siano stati evidenziati interventi antropici sul profilo fluviale (Tabella 28).

Tali interventi potrebbero esser riconducibili ad opere di risezionamento delle rive per evitare l’allagamento dei campi agricoli nei periodi di piena fluviale.

Conseguenza di questi interventi sul profilo fluviale è stata la diminuzione di estensione della zona riparia, già messa in evidenza dall’analisi di uso del suolo e una diminuzione della diversificazione degli habitat fluviali, messa in evidenza dai risultati dell’indice HQA (Maddok, 1999; Raven et al., 2000).

In particolare si nota come i valori HQA medi più elevati siano stati riscontrati nel Fosso della Faggeta, nel fosso di Arlena e nel Rio Paranza; viceversa i siti che presentano minor ricchezza in termini di microhabitat sono il torrente Leja, il fosso Rigomero e il Freddano.

Da notare come la poca ricchezza in microhabitat potrebbe essere legata a due fattori:

- uno di origine naturale, tendenzialmente dovuto alla omogeneità di substrato di origine vulcanica e alla poca presenza di habitat organici come ad esempio le macrofite acquatiche, che colonizzano maggiormente acque più carbonatiche (Kohler, 1975; Muller, 1990; Thiebaut & Muller, 1995, Thiebaut & Muller, 1998 Anderson & Kalff, 1998).

- uno dovuto ai fenomeni precedentemente descritti di risezionamento, che vanno a modificare alternanza di mesohabitat, quali le zone di pool e di riffle e la presenza di microhabitat ad essi strettamente connessi (Kemp et al., 1999, Rabeni, 2000; Sala, 2004).

Un altro indice calcolato per l’analisi idromorfologica è l’indice LRD, utile per la caratterizzazione

del fiume da un punto di vista del carattere lentico-lotico. Per questo motivo i risultati, riportati in tabella 28, verranno commentati successivamente nel paragrafo che analizza le caratteristiche peculiari dei fiumi vulcanici.

7.2.3 Analisi chimiche e microbiologiche

Per quanto riguarda le analisi Chimiche e Microbiologiche, i valori dell’indice sintetico LIM mostrano un quadro in cui circa il 60% delle stazioni esaminate si trovano comprese tra il 2° e il 3° livello LIM (stato Buono- Sufficiente, Figura 27).

Analizzando i dati delle analisi chimiche è possibile notare come in tutte le stazioni siano state rilevate concentrazioni di Nitrati particolarmente elevati (>5 mg/L, Tabella 29).

Questo dato risulta coerente con il dato fornito dall’analisi di Uso del suolo, che evidenziava l’ utilizzo del territorio prevalentemente agricolo.

Gli elevati valori dei nitrati potrebbero essere legati alle pratiche di concimazione (Causapè et al.,2004, Bellos et al., 2004, Gafner et al.,2007), confermando come la pressione maggiore cui sono soggetti i fiumi della provincia di Viterbo sia legata all’inquinamento diffuso (Moreno et al., 2006).

Bisogna comunque notare che l’elevata concentrazione dei nitrati presente anche nei siti di riferimento (es Faggeta), in cui il territorio circostante presenta almeno il 50% di copertura boschiva, potrebbe essere legata a caratteristiche geologiche naturali del substrato (si ricorda che lo studio è stato condotto in acque vulcaniche di natura silicea).

Per quanto riguarda le analisi Microbiologiche solo le stazioni sui fossi Freddano, Leja, Mola Celleno, Mole Paranza e Paranza presentano un alto livello di contaminazione microbica (E.coli).L’elevato numero di microrganismi solo in queste stazioni può essere spiegato con un maggiore apporto di inquinanti (scarichi cloacali e agglomerati urbani) responsabili del rilascio di batteri di origine prevalentemente fecale. La stazione di Mola Celleno è infatti situata a valle del depuratore del centro abitato Celleno, la stazione Freddano è il recettore del depuratore di Viterbo, e la stazione dei mole Paranza riceve acque di scarico del paese di Vasanello.

7.2.4 Individuazione delle condizioni di riferimento

L’approccio seguito in questo studio per la scelta delle condizioni di riferimento è quello proposto a livello europeo, durante il processo di Interconfronto fra i vari Paesi Membri (CIS-Common Implementation Strategy).

Si tratta di un approccio spaziale di tipo Top Down, mediante il quale, attraverso l’analisi di alcuni fattori abiotici, vengono scelti dei siti (per questo viene chiamato approccio spaziale) in cui le condizioni sono prossime allo stato di completa naturalità (Reynolds et al., 1997, Bonada et al., 2002, Verdonschot et al., 2006).

I valori che superano tali soglie sono quelli relativi alle percentuali di uso del suolo legate all’agricoltura, già evidenziate dalle analisi delle pressioni.

A livello europeo (Working Group, CIS) è generalmente consentito il superamento delle soglie di un numero limitato di parametri in assenza di alternative.

Le condizioni di riferimento individuate corrispondono alle migliori possibili per questa tipologia fluviale allo stato attuale.

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