Si simula il convertitore in fig. 3.2 imponendo πππ = 360π, per cui vale ancora π = 1.1111. La resistenza di carico Γ¨ π ππ’π‘ = 1.92Ξ©, quindi la potenza richiesta in uscita Γ¨ pari a quella nominale. La frequenza di commutazione Γ¨ ππ = 68.68ππ»π§, quindi questa modalitΓ di funzionamento avviene sotto la risonanza e a frequenze minori di quelle proprie della modalitΓ DCMAB. Risulta rispettata la condizione:
π ππ’π‘ > π 2
8π2π ππππ‘ β π ππ’π‘ > 1.23Ξ©
Le forme dβonda relative alle grandezze caratteristiche del sistema sono rappresentate in fig. 4.8.1.
Figura 4.8.1 Forme d'onda in DCMB con carico pesante
Si consideri il semiperiodo di conduzione del MOSFET M1 (fig. 4.8.2, tensione impressa ππ»π΅ positiva). Inizialmente il diodo D1 Γ¨ attivo, quindi lβinduttanza πΏπ non partecipa alla risonanza, e la corrente πΌ(πΏπ )
64
che scorre attraverso il circuito risonante Γ¨ una porzione di sinusoide alla frequenza ππ 1. Prima della fine dellβintervallo di lavoro di M1, πΌ(πΏπ ) uguaglia la corrente attraverso lβinduttanza parallela πΌ(πΉππ’π₯), per cui si ha πΌ(π·1) = 0. In questa fase nessuno dei diodi al secondario conduce e πΌ(πΏπ ) = πΌ(πΉππ’π₯) Γ¨ una porzione di sinusoide alla frequenza ππ 2. Allβistante di spegnimento di M1 πΌ(πΏπ ) Γ¨ maggiore di zero e sufficientemente grande da garantire la completa scarica del nodo HB entro il tempo morto ππ·. A tal proposito gioca un ruolo fondamentale la natura multirisonante del convertitore LLC: infatti, anche se in questa regione di funzionamento lβimpedenza di ingresso Γ¨ induttiva e la corrente πΌ(πΏπ ) Γ¨ in ritardo rispetto alla tensione impressa, il periodo di commutazione ππ = 1
ππ Γ¨ piΓΉ lungo del periodo risonante
1
ππ 1, per cui
πΌ(πΏπ ) potrebbe diventare nulla o addirittura cambiare segno prima della commutazione degli interruttori se continuasse a decrescere secondo lβandamento sinusoidale alla frequenza di risonanza. La presenza di una sinusoide alla seconda frequenza di risonanza ππ 2 assicura invece lβaccensione in ZVS dei transistori.
65
5 Criteri di progetto per convertitori
LLC
In (De Simone et al, 2006), viene descritto un metodo di progetto del convertitore LLC che si basa sui risultati ottenuti mediante approssimazione di prima armonica.
Si faccia riferimento a titolo esemplificativo ai grafici del guadagno di tensione π e dellβimpedenza di ingresso πππ (modulo e fase) ottenuti nel capitolo 3 (figg. 5.1, 5.2 e 5.3).
66
Figura 5.2 Modulo dell'impedenza di ingresso
67
Innanzitutto, nel progetto di un convertitore risonante LLC bisogna perseguire due obiettivi, che costituiscono i pregi fondamentali di questo tipo di convertitore: il funzionamento in ZVS degli interruttori e la capacitΓ di mantenere regolata la tensione di uscita al valore desiderato anche in assenza di carico. Per quanto riguarda il secondo punto, osservando il grafico di fig. 5.1 si puΓ² notare che allβaumentare di π ππ’π‘, ovvero al diminuire della potenza richiesta in uscita, non solo il picco di guadagno si sposta verso la seconda frequenza di risonanza ππ 2, ma la caratteristica tende verso un asintoto orizzontale per frequenze tendenti allβinfinito. CiΓ² Γ¨ definitivo nel caso di assenza di carico (π ππ’π‘ β β, πππ’π‘ β 0), come si evince dalla fig. 5.4 in cui si Γ¨ provveduto a utilizzare una scala logaritmica per il rapporto di conversione π.
68
AffinchΓ© il convertitore possa operare in assenza di carico a una frequenza finita, Γ¨ necessario che il minimo guadagno richiesto ππππ (ovvero quello corrispondente al massimo valore della tensione dc in ingresso) sia maggiore di questo valore asintotico (che indichiamo con πβ): in questo modo lβintersezione tra la retta π = ππππ e la caratteristica in assenza di carico avverrΓ sicuramente a un valore finito di ππ . Per determinare πβ si consideri lβespressione del rapporto di conversione dc che Γ¨ stata definita nel capitolo 3 applicando lβapprossimazione di prima armonica:
π = 2ππππ’π‘ πππ = π β βπ»(π2πππ )β = = β (2πππ ) 2πΏ ππΆπ (2πππ )2(πΏ π + πΏπ )πΆπβ 1 + π2πππ πΏπ π ππ[(2πππ )2πΏπ πΆπ β 1] β = = 1 β[1 + πΏπ πΏπ β πΏπ πΏπ (2πππ 1)2 (2πππ )2 ] 2 +[(2πππ )2πΏπ πΆπ β 1]2 (2πππ )2π ππ2πΆπ2 Sostituendo π = π0 π ππ, π = πΏπ πΏπ e ππ = ππ ππ 1 si ottiene: π(ππ, π, π) = 1 β(1 + π β π ππ2) 2 + π2β (π π β 1 ππ) 2
dove Ξ» e π sono rispettivamente il rapporto tra lβinduttanza serie e quella parallela e il fattore di qualitΓ del carico, mentre ππ Γ¨ la frequenza normalizzata.
In condizioni di assenza di carico (π = 0), il guadagno assume la seguente forma:
πππΏ(ππ, π) = 1 |1 + π β π
69
πβ si ottiene calcolando il limite per ππ β β di πππΏ: πβ = πππΏ(ππ β β, π) = 1
1 + π
Il vincolo da soddisfare per garantire il corretto funzionamento del convertitore in assenza di carico Γ¨ dunque legato alla capacitΓ di tenere in regolazione lβuscita quando il convertitore deve operare fortemente in discesa (tensione di ingresso massima) e questo si traduce in un vincolo sul partitore induttivo, ovvero sul rapporto Ξ»:
ππππ = 2π β πππ’π‘ πππ,πππ₯ >
1 1 + π
In particolare, ponendo πππΏ = ππππ, Γ¨ possibile ottenere il valore della massima frequenza normalizzata ππ,πππ₯ a cui dovrΓ lavorare il sistema per mantenere regolata la tensione in assenza di carico:
ππ,πππ₯ = β 1 1 +1π(1 βπ1
πππ)
Questa equazione vincola la frequenza massima di lavoro al rapporto fra induttanza dispersa e magnetizzante del trasformatore (π = πΏπ βπΏπ) e al minimo guadagno di tensione, ovvero la massima tensione di ingresso, sopra quella nominale, per la quale voglio garantire la regolazione nel caso peggiore (a vuoto).
Per quanto concerne la commutazione soft dei transistori, si ricorda che Γ¨ necessario che la corrente del circuito risonante sia in ritardo rispetto alla tensione impressa ππ»π΅ (impedenza di ingresso induttiva) e che in corrispondenza della transizione ON-OFF dei MOSFET il suo valore sia sufficientemente grande in modulo da garantire la completa commutazione del nodo ππ»π΅ entro il tempo morto ππ· senza che cambi il segno della corrente stessa. Riguardo al primo punto (impedenza induttiva), non ci sono problemi se il convertitore opera a frequenze maggiori di ππ 1; Γ¨ invece necessario indagare il comportamento di πππ per ππ 2 < ππ < ππ 1 per evitare di cadere nella regione capacitiva. Dallβespressione di πππ ricavata nel capitolo 3:
70 πππ(π2πππ ) = = π ππ 1 β (2πππ )2(πΏ π+ πΏπ )πΆπ + π2πππ πΏπ π ππ[1 β (2πππ )2πΏπ πΆπ] π2πππ π πππΆπ(1 + π2πππ π πΏπ ππ)
si puΓ² ottenere lβespressione dellβimpedenza di ingresso normalizzata in funzione dei parametri ππ, π, π:
ππ(ππ, π, π) = πππ(ππ, π, π) π0 = = β(2πππ )2πΏ ππΆπ + [1 β (2πππ )2πΏπ πΆπ] (1 + π2πππ πΏπ π ππ) π2πππ πΆπ(1 + π2πππ π πΏπ ππ) 2πππ 1πΆπ = = β (2πππ ) 2πΏ ππΆπ ππππ π 1(1 + π2πππ πΏπ π ππ) +1 β (2πππ ) 2πΏ π πΆπ ππππ π 1 = = π(2πππ )2πΏ π πΆπ πΏπ πΏπ ππ(1 + π2πππ 1π πΏπ ππ ππ πΏπ ππ 1πΏπ ) +1 β ππ 2 πππ = = π ππ2 π ππ(1 + πππππ) +1 β ππ 2 πππ = πππ π + ππππ+ 1 β ππ2 πππ
Imponendo che la parte immaginaria di ππ(ππ, π, π) sia uguale a zero, dopo avere riconosciuto che il secondo addendo Γ¨ immaginario puro e razionalizzato il primo, Γ¨ possibile determinare la condizione al contorno tra la modalitΓ di funzionamento capacitiva e quella induttiva del convertitore LLC: πΌπ{ππ} = 0 β πππ π2+ π π2π2 β1 β ππ 2 ππ = 0
71
Risolvendo questa equazione per ππ si ottiene la seguente equazione di secondo grado nella variabile ππ2:
ππ4π2+ π
π2(π2+ π β π2) β π2 = 0 β β πππ(π, π) = βπ
2β π(1 + π) + β[π2β π(1 + π)]2+ 4π2π2 2π2
dove πππ rappresenta la frequenza normalizzata alla quale, per una coppia fissata di valori (π, π), lβimpedenza di ingresso del circuito risonante ha parte immaginaria nulla (lβaltra soluzione non ammetteva radice perchΓ© negativa).
Se invece si risolve per π si trova: ππ(ππ, π) = β π
1 + ππ2 β ( π ππ)
2
ππ Γ¨ il massimo valore del fattore di qualitΓ al di sotto del quale, dati una certa frequenza ππ e un rapporto di induttanze Ξ», lβimpedenza Γ¨ induttiva. Γ evidente che cβΓ¨ uno stretto legame tra ππ e la resistenza π ππππ‘; infatti vale:
ππ = π0 π ππππ‘ da cui si deduce:
π ππ > π ππππ‘ β π < ππ
Sostituendo π = ππ nellβespressione del guadagno di tensione π Γ¨ possibile determinare lβequazione, nel piano π β ππ, del confine tra la regione induttiva e quella capacitiva:
ππ§(ππ, π) = 1 β(1 + π β π ππ2) 2 + ( π 1 + ππ2 β π2 ππ2) β (ππ β 1 ππ) 2 =
72
= ππ
βππ2(1 + π) β π
A questa equazione corrisponde, per un fissato valore di π, una curva come quella tratteggiata in fig. 5.5.
Figura 5.5 (De Simone et al, 2006) Confine tra regione capacitiva e induttiva
Considerando che il convertitore va a lavorare a frequenze minori di ππ 1 solo per π > 1, cioΓ¨ per tensioni di ingresso inferiori al valore nominale, uguagliando lβespressione di ππ§ al massimo guadagno richiesto ππππ₯ (corrispondente al minimo valore della tensione in ingresso) e risolvendo per ππ si puΓ² ricavare la minima frequenza operativa ππ,πππ del sistema, cioΓ¨ quella che consente di ottenere il guadagno ππππ₯ al confine tra la regione induttiva e quella capacitiva:
73 ππππ₯ = ππ,πππ βππ,πππ2(1 + π) β π β ππ,πππ = β 1 1 +1π(1 β 1 ππππ₯2) Sostituendo ππ,πππ nellβespressione di ππ, si trova il massimo fattore di qualitΓ ππππ₯ (e quindi il carico piΓΉ pesante) che permette di avere il guadagno ππππ₯ in corrispondenza del limite tra modalitΓ induttiva e capacitiva: ππππ₯ = π ππππ₯β 1 π+ ππππ₯2 ππππ₯2β 1
Fin qui sono stati analizzati i vincoli che delimitano la regione in cui lβimpedenza ha comportamento induttivo. Per il corretto funzionamento in ZVS dei MOSFET occorre ora individuare le condizioni da rispettare sul modulo della corrente che scorre nel circuito risonante.
Si consideri lβespressione di ππ(π‘) definita nel capitolo 3: ππ(π‘) = πΌπsin (2πππ π‘ β π)
Supponendo il tempo morto trascurabile rispetto al periodo di commutazione, il valore πΌπ§π£π della corrente del circuito risonante allβistante di spegnimento degli interruttori Γ¨ (in modulo):
πΌπ§π£π = ππ(ππ
2) = πΌπsin π
πΌπ§π£π deve essere sufficientemente grande da garantire la completa carica/scarica della capacitΓ πΆπ»π΅ entro il tempo morto ππ·; nellβipotesi che durante il brevissimo tempo morto la corrente sia approssimativamente costante si puΓ² scrivere:
πΌπ§π£π = πΆπ»π΅πππ ππ·
Ricordando inoltre che il modulo del fasore di corrente in circolo sul risonatore si puΓ² legare alla potenza di ingresso πππ:
74 πΌπcos π = 2πππ ππ,πΉπ»π΄ = π β πππ πππ si ottiene: sin π = πΌπ§π£π πΌπ = πΆπ»π΅πππ πΌπππ· cos π = π β πππ πΌππππ
Si giunge quindi a una condizione sullo sfasamento tra la tensione impressa e la corrente del circuito risonante:
tan π = πΌπ[ππ(ππ, π, π)] π π[ππ(ππ, π, π)]
β₯ πΆπ»π΅πππ 2 πππ·πππ
Ricavare dallβequazione precedente il fattore di qualitΓ ππ§π£π che assicuri il comportamento in ZVS a pieno carico e con tensione di ingresso minima Γ¨ complicato; pertanto si preferisce calcolare ππππ₯ e mantenere un certo margine scegliendo (De Simone et al, 2006):
ππ§π£π ,1 = (90% Γ· 95%) β ππππ₯
verificando a posteriori che la condizione sullo sfasamento sia soddisfatta.
Dato che questa condizione deve essere rispettata anche in assenza di carico e con tensione di ingresso massima, Γ¨ possibile definire un ulteriore vincolo sul valore di ππ§π£π . Sostituendo π = 0 nellβespressione di πππ si ricava lβimpedenza di ingresso del circuito risonante in assenza di carico:
πππ,ππΏ(ππ) = ππ0[ππ(1 +1 π) β 1 ππ] dove π0 = βπΏπ πΆπ Γ¨ lβimpedenza caratteristica.
Osservando lβequazione precedente si nota che, concordemente a quanto visto nel capitolo 4.6, in assenza di carico lβimpedenza Γ¨ puramente reattiva e lo sfasamento vale π
2. Pertanto il vincolo ππ(ππ
2) β₯ πΌπ§π£π per πππ = πππ,πππ₯ (π = ππππ) si riduce a considerare la sola componente immaginaria e al valore di cresta:
75
ππ,πΉπ»π΄,πππ₯
βπππ,ππΏ(ππ,πππ₯)ββ₯ πΌπ§π£π @πππ,πππ₯
da cui esplicitando lβespressione dellβimpedenza e esprimendo π0 in funzione della resistenza equivalente nominale π ππ e del fattore di qualitΓ π: 2 ππππ,πππ₯ ππ§π£π ,2π ππ[ππ,πππ₯(1 +1π) βπ 1 π,πππ₯] β₯ πΆπ»π΅πππ,πππ₯ ππ· βΉ βΉ ππ§π£π ,2 β€ 2 π πππ,πππ₯ (π + 1)ππ,πππ₯2β π ππ· π πππΆπ»π΅
dove ππ,πππ₯ Γ¨ la massima frequenza a cui puΓ² lavorare il convertitore giΓ definita in precedenza.
Il fattore di qualitΓ definitivo per assicurare il funzionamento in ZVS dovrΓ quindi essere piΓΉ basso del piΓΉ piccolo tra ππ§π£π ,1 e ππ§π£π ,2.
Esempio numerico
Si testa ora la validitΓ di questa tecnica di design determinando i parametri di un convertitore risonante LLC che, a fronte di una tensione di ingresso nominale di 220V, deve imporre in uscita una tensione costante di 12V fornendo una potenza nominale di 120W. I valori possibili della tensione di ingresso vanno da 200V a 240V. Il convertitore viene progettato per operare in condizioni nominali alla frequenza di risonanza, dato che questo punto di lavoro Γ¨ indipendente dal carico. Per iniziare il processo di dimensionamento Γ¨ necessario stabilire a priori quali saranno la frequenza di risonanza e la frequenza massima a cui potrΓ operare il convertitore: in questo esempio si sceglie ππ 1 = 80ππ»π§ e ππ ,πππ₯ = 96ππ»π§. Si utilizza lo stesso tipo di MOSFET impiegato nel capitolo 3, per cui πΆπ»π΅ = 127ππΉ. Anche la rete RC che introduce il tempo morto tra i segnali di comando dei due transistori Γ¨ la medesima, quindi ππ· = 49ππ .
76
Innanzitutto si calcola il rapporto spire del trasformatore imponendo che in condizioni nominali il guadagno richiesto sia pari a 1:
ππππ =2π β πππ’π‘
πππ,πππ = 1 β π =
πππ,πππ
2πππ’π‘ β 9.17 Il guadagno massimo ππππ₯ e quello minimo ππππ sono:
ππππ₯ =2π β πππ’π‘
πππ,πππ = 1.1 ππππ =
2π β πππ’π‘
πππ,πππ₯ β 0.92
Nella pratica si approssima il rapporto spire scegliendo π = 9, in modo da contrastare le cadute di tensione sui MOSFET e sui diodi rettificatori.
La massima frequenza normalizzata Γ¨: ππ,πππ₯ =ππππ₯
ππ 1 = 1.2
mentre la resistenza di carico effettiva riportata a primario vale: π ππ = π2 8 π2π ππ’π‘ = π2 8 π2 πππ’π‘2 πππ’π‘ β 78.8Ξ©
Imponendo che il convertitore lavori alla frequenza massima in assenza di carico e alla massima tensione di ingresso, si puΓ² determinare il rapporto tra lβinduttanza serie e quella parallela:
ππ,πππ₯ = β 1 1 +1π(1 βπ1 πππ) β β π = 1 β ππππ ππππ ππ,πππ₯2 ππ,πππ₯2β 1 β 0.285 Si calcolano ππ§π£π ,1 e ππ§π£π ,2 secondo le definizioni:
ππ§π£π ,1 = 95% β ππππ₯ = 95% β π ππππ₯β 1 π+ ππππ₯2 ππππ₯2β 1 β 0.749
77 ππ§π£π ,2 = 2 π πππ,πππ₯ (π + 1)ππ,πππ₯2β π ππ· π πππΆπ»π΅ β 0.681 e si sceglie come ππ§π£π un valore piΓΉ piccolo del minore dei due:
ππ§π£π = 0.6
Si determina la minima frequenza di commutazione a pieno carico e con la tensione di ingresso minima, secondo la seguente formula approssimata (De Simone et al, 2006):
ππ,πππ = β 1 1 +1π(1 β 1 ππππ₯1+( ππ§π£π ππππ₯) 4) β 0.839
Infine si calcolano i parametri dei componenti del circuito risonante: π0 = ππ§π£π β π ππ = 47.28Ξ© πΆπ = 1 2πππ 1π0 β 42ππΉ πΏπ = π0 2πππ 1 β 94ππ» πΏπ = πΏπ π β 330ππ»
Si costruisce in LTspice lo schematico del convertitore appena progettato e se ne simula il comportamento in condizioni nominali, in assenza di carico per π = ππππ e a pieno carico per π = ππππ₯ per verificare che il convertitore riesca a mantenere regolata la tensione di uscita anche in assenza di carico e che gli interruttori commutino sempre in condizioni di ZVS. Imponendo che la distorsione della tensione in uscita sia minore dellβ1% si ottiene un vincolo inferiore per il valore della capacitΓ del filtro:
π·ππ’π‘ β€ 0.01 β 1
4β3ππ 1π ππ’π‘πΆππ’π‘
β€ 0.01 β πΆππ’π‘ β₯ 150ππΉ Si sceglie pertanto πΆππ’π‘ = 150ππΉ.
In condizioni nominali, ovvero per πππ = 220π e π ππ’π‘ = 1.2Ξ©, il convertitore lavora in risonanza e le forme dβonda di tensioni e correnti risultano identiche a quelle viste nel capitolo 4.1 (fig. 5.6).
78
Figura 5.6 Forme d'onda in risonanza
A causa dei limiti del simulatore, la massima resistenza di carico applicabile senza che la simulazione sia compromessa Γ¨ π ππ’π‘ = 1πΞ©, per cui la potenza richiesta in uscita, pur essendo molto piccola (πππ’π‘ = 0.144π), non Γ¨ nulla. Imponendo che la tensione di ingresso sia pari al massimo valore possibile (πππ = 240π), e che quindi il guadagno di tensione sia pari al minimo richiesto (π = 0.92), la tensione di uscita risulta regolata e pari a 12V per ππ = 108,7ππ»π§, un valore circa uguale a 1.4 volte la frequenza di risonanza. Questa frequenza Γ¨ piΓΉ grande della frequenza massima imposta nelle specifiche di progetto (ππ ,πππ₯ = 96ππ»π§ = 1.2ππ 1) ma il convertitore risulta comunque in grado di regolare la tensione di uscita in (quasi) assenza di carico, soddisfacendo uno degli obiettivi fondamentali del processo di dimensionamento. I MOSFET commutano in condizioni di ZVS e le forme dβonda delle grandezze del sistema sono compatibili con il funzionamento in DCMAB (capitolo 4.4), modalitΓ di conduzione che si colloca in una regione di frequenze immediatamente inferiore alla frequenza di taglio (fig. 5.7).
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Figura 3 Forme d'onda in (quasi) assenza di carico (modalitΓ DCMAB)
Infine, lβultimo caso critico da controllare Γ¨ il funzionamento a pieno carico (π ππ’π‘ = 1.2Ξ©) con tensione di ingresso pari al minimo valore possibile (πππ = 200π), ovvero con guadagno richiesto massimo (π = 1.1). In queste condizioni, il convertitore regola la tensione di uscita per ππ = 70.82ππ»π§, valore di poco superiore a quello ricavato durante il progetto (ππππ = 0.839ππ 1 = 67.12ππ»π§) e risulta operare in modalitΓ DCMB, cioΓ¨ in regione induttiva; la commutazione soft dei transistori Γ¨ quindi ottenuta, come si puΓ² facilmente verificare in fig. 5.8 osservando la completa assenza di spike di corrente allβaccensione dei MOSFET.
80
Figura 5.8 Forme d'onda a pieno carico per π΄ = π΄πππ (modalitΓ DCMB)
Si puΓ² dunque concludere che lβapprossimazione di prima armonica Γ¨ un valido strumento per un dimensionamento iniziale del convertitore e che il convertitore cosΓ¬ progettato facilmente garantisce il funzionamento in risonanza nelle condizioni nominali, Γ¨ in grado di regolare la tensione di uscita in assenza di carico e consente la commutazione in ZVS degli interruttori per ogni possibile valore del carico a partire da quello massimo fino al carico nullo e nellβintervallo ammesso per la tensione in ingresso.
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Conclusioni
In questa tesi Γ¨ stata presentata unβanalisi approfondita del convertitore risonante LLC finalizzata principalmente alla descrizione delle forme dβonda nei vari possibili regimi di funzionamento e alla comprensione di come i parametri circuitali di progetto ne influenzino la messa in atto. Dopo una panoramica generale sulla struttura del convertitore e la spiegazione dei principali vantaggi di questa topologia (capitoli 1 e 2), nel capitolo 3 Γ¨ stata introdotta lβapprossimazione di prima armonica (FHA), un metodo di analisi semplificato che consente sia di tracciare la caratteristica del guadagno di tensione del convertitore (grafico di fondamentale importanza per la classificazione dei vari regimi di funzionamento, per il dimensionamento del circuito e per lβimplementazione della metodologia di controllo a frequenza variabile), sia dellβimpedenza di ingresso (grafico fondamentale per discriminare il conseguimento di una commutazione ZVS poco dissipativa). Sulla base delle considerazioni svolte nel capitolo 3, nel capitolo 4 Γ¨ stato utilizzato il software LTspice IV per simulare il funzionamento del convertitore in buck e boost mode evidenziando le modalitΓ di conduzione continue e quelle discontinue. Infine, nellβultimo capitolo Γ¨ stata illustrata una tecnica di design basata sul metodo FHA con un esempio numerico e ne Γ¨ stata testata la validitΓ per mezzo della simulazione.
Si Γ¨ potuto constatare come il convertitore di tipo LLC sia particolarmente adatto a realizzare alimentatori ad elevata densitΓ di potenza grazie alla possibilitΓ di operare a frequenze molto elevate in virtΓΉ delle basse perdite di commutazione, con conseguente vantaggio per gli ingombri ridotti degli elementi filtranti. Inoltre la doppia induttanza prevista altro non Γ¨ che un unico trasformatore che si deve appositamente costruire con le induttanze di dispersione e magnetizzazione previste in sede di progetto, per cui si tratta di un convertitore con isolamento e a minimo numero di componenti. Le caratteristiche di funzionamento permettono di operare ad alta efficienza per un ampio range di correnti assorbite dal carico e
82
finanche a vuoto e con bassi livelli di emissione elettromagnetica (EMI).
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Bibliografia
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