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Si simula il convertitore in fig. 3.2 imponendo 𝑉𝑖𝑛 = 360𝑉, per cui vale ancora 𝑀 = 1.1111. La resistenza di carico Γ¨ π‘…π‘œπ‘’π‘‘ = 1.92Ξ©, quindi la potenza richiesta in uscita Γ¨ pari a quella nominale. La frequenza di commutazione Γ¨ 𝑓𝑠 = 68.68π‘˜π»π‘§, quindi questa modalitΓ  di funzionamento avviene sotto la risonanza e a frequenze minori di quelle proprie della modalitΓ  DCMAB. Risulta rispettata la condizione:

π‘…π‘œπ‘’π‘‘ > πœ‹ 2

8π‘Ž2π‘…π‘π‘Ÿπ‘–π‘‘ β‡’ π‘…π‘œπ‘’π‘‘ > 1.23Ξ©

Le forme d’onda relative alle grandezze caratteristiche del sistema sono rappresentate in fig. 4.8.1.

Figura 4.8.1 Forme d'onda in DCMB con carico pesante

Si consideri il semiperiodo di conduzione del MOSFET M1 (fig. 4.8.2, tensione impressa 𝑉𝐻𝐡 positiva). Inizialmente il diodo D1 Γ¨ attivo, quindi l’induttanza 𝐿𝑃 non partecipa alla risonanza, e la corrente 𝐼(𝐿𝑠)

64

che scorre attraverso il circuito risonante Γ¨ una porzione di sinusoide alla frequenza 𝑓𝑅1. Prima della fine dell’intervallo di lavoro di M1, 𝐼(𝐿𝑠) uguaglia la corrente attraverso l’induttanza parallela 𝐼(𝐹𝑙𝑒π‘₯), per cui si ha 𝐼(𝐷1) = 0. In questa fase nessuno dei diodi al secondario conduce e 𝐼(𝐿𝑠) = 𝐼(𝐹𝑙𝑒π‘₯) Γ¨ una porzione di sinusoide alla frequenza 𝑓𝑅2. All’istante di spegnimento di M1 𝐼(𝐿𝑠) Γ¨ maggiore di zero e sufficientemente grande da garantire la completa scarica del nodo HB entro il tempo morto 𝑇𝐷. A tal proposito gioca un ruolo fondamentale la natura multirisonante del convertitore LLC: infatti, anche se in questa regione di funzionamento l’impedenza di ingresso Γ¨ induttiva e la corrente 𝐼(𝐿𝑠) Γ¨ in ritardo rispetto alla tensione impressa, il periodo di commutazione 𝑇𝑠 = 1

𝑓𝑠 Γ¨ piΓΉ lungo del periodo risonante

1

𝑓𝑅1, per cui

𝐼(𝐿𝑠) potrebbe diventare nulla o addirittura cambiare segno prima della commutazione degli interruttori se continuasse a decrescere secondo l’andamento sinusoidale alla frequenza di risonanza. La presenza di una sinusoide alla seconda frequenza di risonanza 𝑓𝑅2 assicura invece l’accensione in ZVS dei transistori.

65

5 Criteri di progetto per convertitori

LLC

In (De Simone et al, 2006), viene descritto un metodo di progetto del convertitore LLC che si basa sui risultati ottenuti mediante approssimazione di prima armonica.

Si faccia riferimento a titolo esemplificativo ai grafici del guadagno di tensione 𝑀 e dell’impedenza di ingresso 𝑍𝑖𝑛 (modulo e fase) ottenuti nel capitolo 3 (figg. 5.1, 5.2 e 5.3).

66

Figura 5.2 Modulo dell'impedenza di ingresso

67

Innanzitutto, nel progetto di un convertitore risonante LLC bisogna perseguire due obiettivi, che costituiscono i pregi fondamentali di questo tipo di convertitore: il funzionamento in ZVS degli interruttori e la capacitΓ  di mantenere regolata la tensione di uscita al valore desiderato anche in assenza di carico. Per quanto riguarda il secondo punto, osservando il grafico di fig. 5.1 si puΓ² notare che all’aumentare di π‘…π‘œπ‘’π‘‘, ovvero al diminuire della potenza richiesta in uscita, non solo il picco di guadagno si sposta verso la seconda frequenza di risonanza 𝑓𝑅2, ma la caratteristica tende verso un asintoto orizzontale per frequenze tendenti all’infinito. CiΓ² Γ¨ definitivo nel caso di assenza di carico (π‘…π‘œπ‘’π‘‘ β†’ ∞, π‘ƒπ‘œπ‘’π‘‘ β†’ 0), come si evince dalla fig. 5.4 in cui si Γ¨ provveduto a utilizzare una scala logaritmica per il rapporto di conversione 𝑀.

68

AffinchΓ© il convertitore possa operare in assenza di carico a una frequenza finita, Γ¨ necessario che il minimo guadagno richiesto π‘€π‘šπ‘–π‘› (ovvero quello corrispondente al massimo valore della tensione dc in ingresso) sia maggiore di questo valore asintotico (che indichiamo con π‘€βˆž): in questo modo l’intersezione tra la retta 𝑀 = π‘€π‘šπ‘–π‘› e la caratteristica in assenza di carico avverrΓ  sicuramente a un valore finito di 𝑓𝑠. Per determinare π‘€βˆž si consideri l’espressione del rapporto di conversione dc che Γ¨ stata definita nel capitolo 3 applicando l’approssimazione di prima armonica:

𝑀 = 2π‘Žπ‘‰π‘œπ‘’π‘‘ 𝑉𝑖𝑛 = π‘Ž βˆ™ ‖𝐻(𝑗2πœ‹π‘“π‘ )β€– = = β€– (2πœ‹π‘“π‘ ) 2𝐿 π‘πΆπ‘Ÿ (2πœ‹π‘“π‘ )2(𝐿 𝑝 + 𝐿𝑠)πΆπ‘Ÿβˆ’ 1 + 𝑗2πœ‹π‘“π‘  𝐿𝑝 π‘…π‘Žπ‘[(2πœ‹π‘“π‘ )2πΏπ‘ πΆπ‘Ÿ βˆ’ 1] β€– = = 1 √[1 + 𝐿𝑠 𝐿𝑝 βˆ’ 𝐿𝑠 𝐿𝑝 (2πœ‹π‘“π‘…1)2 (2πœ‹π‘“π‘ )2 ] 2 +[(2πœ‹π‘“π‘ )2πΏπ‘ πΆπ‘Ÿ βˆ’ 1]2 (2πœ‹π‘“π‘ )2π‘…π‘Žπ‘2πΆπ‘Ÿ2 Sostituendo 𝑄 = 𝑍0 π‘…π‘Žπ‘, πœ† = 𝐿𝑠 𝐿𝑝 e 𝑓𝑛 = 𝑓𝑠 𝑓𝑅1 si ottiene: 𝑀(𝑓𝑛, πœ†, 𝑄) = 1 √(1 + πœ† βˆ’ πœ† 𝑓𝑛2) 2 + 𝑄2βˆ™ (𝑓 𝑛 βˆ’ 1 𝑓𝑛) 2

dove Ξ» e 𝑄 sono rispettivamente il rapporto tra l’induttanza serie e quella parallela e il fattore di qualitΓ  del carico, mentre 𝑓𝑛 Γ¨ la frequenza normalizzata.

In condizioni di assenza di carico (𝑄 = 0), il guadagno assume la seguente forma:

𝑀𝑂𝐿(𝑓𝑛, πœ†) = 1 |1 + πœ† βˆ’ πœ†

69

π‘€βˆž si ottiene calcolando il limite per 𝑓𝑛 β†’ ∞ di 𝑀𝑂𝐿: π‘€βˆž = 𝑀𝑂𝐿(𝑓𝑛 β†’ ∞, πœ†) = 1

1 + πœ†

Il vincolo da soddisfare per garantire il corretto funzionamento del convertitore in assenza di carico Γ¨ dunque legato alla capacitΓ  di tenere in regolazione l’uscita quando il convertitore deve operare fortemente in discesa (tensione di ingresso massima) e questo si traduce in un vincolo sul partitore induttivo, ovvero sul rapporto Ξ»:

π‘€π‘šπ‘–π‘› = 2𝑛 βˆ™ π‘‰π‘œπ‘’π‘‘ 𝑉𝑖𝑛,π‘šπ‘Žπ‘₯ >

1 1 + πœ†

In particolare, ponendo 𝑀𝑂𝐿 = π‘€π‘šπ‘–π‘›, Γ¨ possibile ottenere il valore della massima frequenza normalizzata 𝑓𝑛,π‘šπ‘Žπ‘₯ a cui dovrΓ  lavorare il sistema per mantenere regolata la tensione in assenza di carico:

𝑓𝑛,π‘šπ‘Žπ‘₯ = √ 1 1 +1πœ†(1 βˆ’π‘€1

π‘šπ‘–π‘›)

Questa equazione vincola la frequenza massima di lavoro al rapporto fra induttanza dispersa e magnetizzante del trasformatore (πœ† = 𝐿𝑠⁄𝐿𝑝) e al minimo guadagno di tensione, ovvero la massima tensione di ingresso, sopra quella nominale, per la quale voglio garantire la regolazione nel caso peggiore (a vuoto).

Per quanto concerne la commutazione soft dei transistori, si ricorda che Γ¨ necessario che la corrente del circuito risonante sia in ritardo rispetto alla tensione impressa 𝑉𝐻𝐡 (impedenza di ingresso induttiva) e che in corrispondenza della transizione ON-OFF dei MOSFET il suo valore sia sufficientemente grande in modulo da garantire la completa commutazione del nodo 𝑉𝐻𝐡 entro il tempo morto 𝑇𝐷 senza che cambi il segno della corrente stessa. Riguardo al primo punto (impedenza induttiva), non ci sono problemi se il convertitore opera a frequenze maggiori di 𝑓𝑅1; Γ¨ invece necessario indagare il comportamento di 𝑍𝑖𝑛 per 𝑓𝑅2 < 𝑓𝑠 < 𝑓𝑅1 per evitare di cadere nella regione capacitiva. Dall’espressione di 𝑍𝑖𝑛 ricavata nel capitolo 3:

70 𝑍𝑖𝑛(𝑗2πœ‹π‘“π‘ ) = = π‘…π‘Žπ‘ 1 βˆ’ (2πœ‹π‘“π‘ )2(𝐿 𝑝+ 𝐿𝑠)πΆπ‘Ÿ + 𝑗2πœ‹π‘“π‘  𝐿𝑝 π‘…π‘Žπ‘[1 βˆ’ (2πœ‹π‘“π‘ )2πΏπ‘ πΆπ‘Ÿ] 𝑗2πœ‹π‘“π‘ π‘…π‘Žπ‘πΆπ‘Ÿ(1 + 𝑗2πœ‹π‘“π‘ π‘…πΏπ‘ π‘Žπ‘)

si puΓ² ottenere l’espressione dell’impedenza di ingresso normalizzata in funzione dei parametri 𝑓𝑛, πœ†, 𝑄:

𝑍𝑛(𝑓𝑛, πœ†, 𝑄) = 𝑍𝑖𝑛(𝑓𝑛, πœ†, 𝑄) 𝑍0 = = βˆ’(2πœ‹π‘“π‘ )2𝐿 π‘πΆπ‘Ÿ + [1 βˆ’ (2πœ‹π‘“π‘ )2πΏπ‘ πΆπ‘Ÿ] (1 + 𝑗2πœ‹π‘“π‘  𝐿𝑝 π‘…π‘Žπ‘) 𝑗2πœ‹π‘“π‘ πΆπ‘Ÿ(1 + 𝑗2πœ‹π‘“π‘ π‘…πΏπ‘ π‘Žπ‘) 2πœ‹π‘“π‘…1πΆπ‘Ÿ = = βˆ’ (2πœ‹π‘“π‘ ) 2𝐿 π‘πΆπ‘Ÿ 𝑗𝑓𝑓𝑠 𝑅1(1 + 𝑗2πœ‹π‘“π‘  𝐿𝑝 π‘…π‘Žπ‘) +1 βˆ’ (2πœ‹π‘“π‘ ) 2𝐿 π‘ πΆπ‘Ÿ 𝑗𝑓𝑓𝑠 𝑅1 = = 𝑗(2πœ‹π‘“π‘ )2𝐿 π‘ πΆπ‘Ÿ 𝐿𝑝 𝐿𝑠 𝑓𝑛(1 + 𝑗2πœ‹π‘“π‘…1𝑅𝐿𝑠 π‘Žπ‘ 𝑓𝑠𝐿𝑝 𝑓𝑅1𝐿𝑠) +1 βˆ’ 𝑓𝑛 2 𝑗𝑓𝑛 = = 𝑗 𝑓𝑛2 πœ† 𝑓𝑛(1 + π‘—π‘“π‘›πœ†π‘„) +1 βˆ’ 𝑓𝑛 2 𝑗𝑓𝑛 = 𝑗𝑓𝑛 πœ† + 𝑗𝑓𝑛𝑄+ 1 βˆ’ 𝑓𝑛2 𝑗𝑓𝑛

Imponendo che la parte immaginaria di 𝑍𝑛(𝑓𝑛, πœ†, 𝑄) sia uguale a zero, dopo avere riconosciuto che il secondo addendo Γ¨ immaginario puro e razionalizzato il primo, Γ¨ possibile determinare la condizione al contorno tra la modalitΓ  di funzionamento capacitiva e quella induttiva del convertitore LLC: πΌπ‘š{𝑍𝑛} = 0 β‡’ π‘“π‘›πœ† πœ†2+ 𝑓 𝑛2𝑄2 βˆ’1 βˆ’ 𝑓𝑛 2 𝑓𝑛 = 0

71

Risolvendo questa equazione per 𝑓𝑛 si ottiene la seguente equazione di secondo grado nella variabile 𝑓𝑛2:

𝑓𝑛4𝑄2+ 𝑓

𝑛2(πœ†2+ πœ† βˆ’ 𝑄2) βˆ’ πœ†2 = 0 β‡’ β‡’ 𝑓𝑛𝑍(πœ†, 𝑄) = βˆšπ‘„

2βˆ’ πœ†(1 + πœ†) + √[𝑄2βˆ’ πœ†(1 + πœ†)]2+ 4𝑄2πœ†2 2𝑄2

dove 𝑓𝑛𝑍 rappresenta la frequenza normalizzata alla quale, per una coppia fissata di valori (πœ†, 𝑄), l’impedenza di ingresso del circuito risonante ha parte immaginaria nulla (l’altra soluzione non ammetteva radice perchΓ© negativa).

Se invece si risolve per 𝑄 si trova: 𝑄𝑍(𝑓𝑛, πœ†) = √ πœ†

1 + 𝑓𝑛2 βˆ’ ( πœ† 𝑓𝑛)

2

𝑄𝑍 Γ¨ il massimo valore del fattore di qualitΓ  al di sotto del quale, dati una certa frequenza 𝑓𝑛 e un rapporto di induttanze Ξ», l’impedenza Γ¨ induttiva. È evidente che c’è uno stretto legame tra 𝑄𝑍 e la resistenza π‘…π‘π‘Ÿπ‘–π‘‘; infatti vale:

𝑄𝑍 = 𝑍0 π‘…π‘π‘Ÿπ‘–π‘‘ da cui si deduce:

π‘…π‘Žπ‘ > π‘…π‘π‘Ÿπ‘–π‘‘ β‡’ 𝑄 < 𝑄𝑍

Sostituendo 𝑄 = 𝑄𝑍 nell’espressione del guadagno di tensione 𝑀 Γ¨ possibile determinare l’equazione, nel piano 𝑀 βˆ’ 𝑓𝑛, del confine tra la regione induttiva e quella capacitiva:

𝑀𝑧(𝑓𝑛, πœ†) = 1 √(1 + πœ† βˆ’ πœ† 𝑓𝑛2) 2 + ( πœ† 1 + 𝑓𝑛2 βˆ’ πœ†2 𝑓𝑛2) βˆ™ (𝑓𝑛 βˆ’ 1 𝑓𝑛) 2 =

72

= 𝑓𝑛

βˆšπ‘“π‘›2(1 + πœ†) βˆ’ πœ†

A questa equazione corrisponde, per un fissato valore di πœ†, una curva come quella tratteggiata in fig. 5.5.

Figura 5.5 (De Simone et al, 2006) Confine tra regione capacitiva e induttiva

Considerando che il convertitore va a lavorare a frequenze minori di 𝑓𝑅1 solo per 𝑀 > 1, cioΓ¨ per tensioni di ingresso inferiori al valore nominale, uguagliando l’espressione di 𝑀𝑧 al massimo guadagno richiesto π‘€π‘šπ‘Žπ‘₯ (corrispondente al minimo valore della tensione in ingresso) e risolvendo per 𝑓𝑛 si puΓ² ricavare la minima frequenza operativa 𝑓𝑛,π‘šπ‘–π‘› del sistema, cioΓ¨ quella che consente di ottenere il guadagno π‘€π‘šπ‘Žπ‘₯ al confine tra la regione induttiva e quella capacitiva:

73 π‘€π‘šπ‘Žπ‘₯ = 𝑓𝑛,π‘šπ‘–π‘› βˆšπ‘“π‘›,π‘šπ‘–π‘›2(1 + πœ†) βˆ’ πœ† β‡’ 𝑓𝑛,π‘šπ‘–π‘› = √ 1 1 +1πœ†(1 βˆ’ 1 π‘€π‘šπ‘Žπ‘₯2) Sostituendo 𝑓𝑛,π‘šπ‘–π‘› nell’espressione di 𝑄𝑍, si trova il massimo fattore di qualitΓ  π‘„π‘šπ‘Žπ‘₯ (e quindi il carico piΓΉ pesante) che permette di avere il guadagno π‘€π‘šπ‘Žπ‘₯ in corrispondenza del limite tra modalitΓ  induttiva e capacitiva: π‘„π‘šπ‘Žπ‘₯ = πœ† π‘€π‘šπ‘Žπ‘₯√ 1 πœ†+ π‘€π‘šπ‘Žπ‘₯2 π‘€π‘šπ‘Žπ‘₯2βˆ’ 1

Fin qui sono stati analizzati i vincoli che delimitano la regione in cui l’impedenza ha comportamento induttivo. Per il corretto funzionamento in ZVS dei MOSFET occorre ora individuare le condizioni da rispettare sul modulo della corrente che scorre nel circuito risonante.

Si consideri l’espressione di π‘–π‘Ÿ(𝑑) definita nel capitolo 3: π‘–π‘Ÿ(𝑑) = πΌπ‘Ÿsin (2πœ‹π‘“π‘ π‘‘ βˆ’ πœ‘)

Supponendo il tempo morto trascurabile rispetto al periodo di commutazione, il valore 𝐼𝑧𝑣𝑠 della corrente del circuito risonante all’istante di spegnimento degli interruttori Γ¨ (in modulo):

𝐼𝑧𝑣𝑠 = π‘–π‘Ÿ(𝑇𝑠

2) = πΌπ‘Ÿsin πœ‘

𝐼𝑧𝑣𝑠 deve essere sufficientemente grande da garantire la completa carica/scarica della capacitΓ  𝐢𝐻𝐡 entro il tempo morto 𝑇𝐷; nell’ipotesi che durante il brevissimo tempo morto la corrente sia approssimativamente costante si puΓ² scrivere:

𝐼𝑧𝑣𝑠 = 𝐢𝐻𝐡𝑉𝑖𝑛 𝑇𝐷

Ricordando inoltre che il modulo del fasore di corrente in circolo sul risonatore si puΓ² legare alla potenza di ingresso 𝑃𝑖𝑛:

74 πΌπ‘Ÿcos πœ‘ = 2𝑃𝑖𝑛 𝑉𝑖,𝐹𝐻𝐴 = πœ‹ βˆ™ 𝑃𝑖𝑛 𝑉𝑖𝑛 si ottiene: sin πœ‘ = 𝐼𝑧𝑣𝑠 πΌπ‘Ÿ = 𝐢𝐻𝐡𝑉𝑖𝑛 πΌπ‘Ÿπ‘‡π· cos πœ‘ = πœ‹ βˆ™ 𝑃𝑖𝑛 πΌπ‘Ÿπ‘‰π‘–π‘›

Si giunge quindi a una condizione sullo sfasamento tra la tensione impressa e la corrente del circuito risonante:

tan πœ‘ = πΌπ‘š[𝑍𝑛(𝑓𝑛, πœ†, 𝑄)] 𝑅𝑒[𝑍𝑛(𝑓𝑛, πœ†, 𝑄)]

β‰₯ 𝐢𝐻𝐡𝑉𝑖𝑛 2 πœ‹π‘‡π·π‘ƒπ‘–π‘›

Ricavare dall’equazione precedente il fattore di qualitΓ  𝑄𝑧𝑣𝑠 che assicuri il comportamento in ZVS a pieno carico e con tensione di ingresso minima Γ¨ complicato; pertanto si preferisce calcolare π‘„π‘šπ‘Žπ‘₯ e mantenere un certo margine scegliendo (De Simone et al, 2006):

𝑄𝑧𝑣𝑠,1 = (90% Γ· 95%) βˆ™ π‘„π‘šπ‘Žπ‘₯

verificando a posteriori che la condizione sullo sfasamento sia soddisfatta.

Dato che questa condizione deve essere rispettata anche in assenza di carico e con tensione di ingresso massima, Γ¨ possibile definire un ulteriore vincolo sul valore di 𝑄𝑧𝑣𝑠. Sostituendo 𝑄 = 0 nell’espressione di 𝑍𝑖𝑛 si ricava l’impedenza di ingresso del circuito risonante in assenza di carico:

𝑍𝑖𝑛,𝑂𝐿(𝑓𝑛) = 𝑗𝑍0[𝑓𝑛(1 +1 πœ†) βˆ’ 1 𝑓𝑛] dove 𝑍0 = βˆšπΏπ‘  πΆπ‘Ÿ Γ¨ l’impedenza caratteristica.

Osservando l’equazione precedente si nota che, concordemente a quanto visto nel capitolo 4.6, in assenza di carico l’impedenza Γ¨ puramente reattiva e lo sfasamento vale πœ‹

2. Pertanto il vincolo π‘–π‘Ÿ(𝑇𝑠

2) β‰₯ 𝐼𝑧𝑣𝑠 per 𝑉𝑖𝑛 = 𝑉𝑖𝑛,π‘šπ‘Žπ‘₯ (𝑀 = π‘€π‘šπ‘–π‘›) si riduce a considerare la sola componente immaginaria e al valore di cresta:

75

𝑉𝑖,𝐹𝐻𝐴,π‘šπ‘Žπ‘₯

‖𝑍𝑖𝑛,𝑂𝐿(𝑓𝑛,π‘šπ‘Žπ‘₯)β€–β‰₯ 𝐼𝑧𝑣𝑠@𝑉𝑖𝑛,π‘šπ‘Žπ‘₯

da cui esplicitando l’espressione dell’impedenza e esprimendo 𝑍0 in funzione della resistenza equivalente nominale π‘…π‘Žπ‘ e del fattore di qualitΓ  𝑄: 2 πœ‹π‘‰π‘–π‘›,π‘šπ‘Žπ‘₯ 𝑄𝑧𝑣𝑠,2π‘…π‘Žπ‘[𝑓𝑛,π‘šπ‘Žπ‘₯(1 +1πœ†) βˆ’π‘“ 1 𝑛,π‘šπ‘Žπ‘₯] β‰₯ 𝐢𝐻𝐡𝑉𝑖𝑛,π‘šπ‘Žπ‘₯ 𝑇𝐷 ⟹ ⟹ 𝑄𝑧𝑣𝑠,2 ≀ 2 πœ‹ πœ†π‘“π‘›,π‘šπ‘Žπ‘₯ (πœ† + 1)𝑓𝑛,π‘šπ‘Žπ‘₯2βˆ’ πœ† 𝑇𝐷 π‘…π‘Žπ‘πΆπ»π΅

dove 𝑓𝑛,π‘šπ‘Žπ‘₯ Γ¨ la massima frequenza a cui puΓ² lavorare il convertitore giΓ  definita in precedenza.

Il fattore di qualitΓ  definitivo per assicurare il funzionamento in ZVS dovrΓ  quindi essere piΓΉ basso del piΓΉ piccolo tra 𝑄𝑧𝑣𝑠,1 e 𝑄𝑧𝑣𝑠,2.

Esempio numerico

Si testa ora la validitΓ  di questa tecnica di design determinando i parametri di un convertitore risonante LLC che, a fronte di una tensione di ingresso nominale di 220V, deve imporre in uscita una tensione costante di 12V fornendo una potenza nominale di 120W. I valori possibili della tensione di ingresso vanno da 200V a 240V. Il convertitore viene progettato per operare in condizioni nominali alla frequenza di risonanza, dato che questo punto di lavoro Γ¨ indipendente dal carico. Per iniziare il processo di dimensionamento Γ¨ necessario stabilire a priori quali saranno la frequenza di risonanza e la frequenza massima a cui potrΓ  operare il convertitore: in questo esempio si sceglie 𝑓𝑅1 = 80π‘˜π»π‘§ e 𝑓𝑠,π‘šπ‘Žπ‘₯ = 96π‘˜π»π‘§. Si utilizza lo stesso tipo di MOSFET impiegato nel capitolo 3, per cui 𝐢𝐻𝐡 = 127𝑝𝐹. Anche la rete RC che introduce il tempo morto tra i segnali di comando dei due transistori Γ¨ la medesima, quindi 𝑇𝐷 = 49𝑛𝑠.

76

Innanzitutto si calcola il rapporto spire del trasformatore imponendo che in condizioni nominali il guadagno richiesto sia pari a 1:

π‘€π‘›π‘œπ‘š =2π‘Ž βˆ™ π‘‰π‘œπ‘’π‘‘

𝑉𝑖𝑛,π‘›π‘œπ‘š = 1 β‡’ π‘Ž =

𝑉𝑖𝑛,π‘›π‘œπ‘š

2π‘‰π‘œπ‘’π‘‘ β‰… 9.17 Il guadagno massimo π‘€π‘šπ‘Žπ‘₯ e quello minimo π‘€π‘šπ‘–π‘› sono:

π‘€π‘šπ‘Žπ‘₯ =2π‘Ž βˆ™ π‘‰π‘œπ‘’π‘‘

𝑉𝑖𝑛,π‘šπ‘–π‘› = 1.1 π‘€π‘šπ‘–π‘› =

2π‘Ž βˆ™ π‘‰π‘œπ‘’π‘‘

𝑉𝑖𝑛,π‘šπ‘Žπ‘₯ β‰… 0.92

Nella pratica si approssima il rapporto spire scegliendo π‘Ž = 9, in modo da contrastare le cadute di tensione sui MOSFET e sui diodi rettificatori.

La massima frequenza normalizzata Γ¨: 𝑓𝑛,π‘šπ‘Žπ‘₯ =π‘“π‘šπ‘Žπ‘₯

𝑓𝑅1 = 1.2

mentre la resistenza di carico effettiva riportata a primario vale: π‘…π‘Žπ‘ = π‘Ž2 8 πœ‹2π‘…π‘œπ‘’π‘‘ = π‘Ž2 8 πœ‹2 π‘‰π‘œπ‘’π‘‘2 π‘ƒπ‘œπ‘’π‘‘ β‰… 78.8Ξ©

Imponendo che il convertitore lavori alla frequenza massima in assenza di carico e alla massima tensione di ingresso, si puΓ² determinare il rapporto tra l’induttanza serie e quella parallela:

𝑓𝑛,π‘šπ‘Žπ‘₯ = √ 1 1 +1πœ†(1 βˆ’π‘€1 π‘šπ‘–π‘›) β‡’ β‡’ πœ† = 1 βˆ’ π‘€π‘šπ‘–π‘› π‘€π‘šπ‘–π‘› 𝑓𝑛,π‘šπ‘Žπ‘₯2 𝑓𝑛,π‘šπ‘Žπ‘₯2βˆ’ 1 β‰… 0.285 Si calcolano 𝑄𝑧𝑣𝑠,1 e 𝑄𝑧𝑣𝑠,2 secondo le definizioni:

𝑄𝑧𝑣𝑠,1 = 95% βˆ™ π‘„π‘šπ‘Žπ‘₯ = 95% βˆ™ πœ† π‘€π‘šπ‘Žπ‘₯√ 1 πœ†+ π‘€π‘šπ‘Žπ‘₯2 π‘€π‘šπ‘Žπ‘₯2βˆ’ 1 β‰… 0.749

77 𝑄𝑧𝑣𝑠,2 = 2 πœ‹ πœ†π‘“π‘›,π‘šπ‘Žπ‘₯ (πœ† + 1)𝑓𝑛,π‘šπ‘Žπ‘₯2βˆ’ πœ† 𝑇𝐷 π‘…π‘Žπ‘πΆπ»π΅ β‰… 0.681 e si sceglie come 𝑄𝑧𝑣𝑠 un valore piΓΉ piccolo del minore dei due:

𝑄𝑧𝑣𝑠 = 0.6

Si determina la minima frequenza di commutazione a pieno carico e con la tensione di ingresso minima, secondo la seguente formula approssimata (De Simone et al, 2006):

𝑓𝑛,π‘šπ‘–π‘› = √ 1 1 +1πœ†(1 βˆ’ 1 π‘€π‘šπ‘Žπ‘₯1+( 𝑄𝑧𝑣𝑠 π‘„π‘šπ‘Žπ‘₯) 4) β‰… 0.839

Infine si calcolano i parametri dei componenti del circuito risonante: 𝑍0 = 𝑄𝑧𝑣𝑠 βˆ™ π‘…π‘Žπ‘ = 47.28Ξ© πΆπ‘Ÿ = 1 2πœ‹π‘“π‘…1𝑍0 β‰… 42𝑛𝐹 𝐿𝑠 = 𝑍0 2πœ‹π‘“π‘…1 β‰… 94πœ‡π» 𝐿𝑝 = 𝐿𝑠 πœ† β‰… 330πœ‡π»

Si costruisce in LTspice lo schematico del convertitore appena progettato e se ne simula il comportamento in condizioni nominali, in assenza di carico per 𝑀 = π‘€π‘šπ‘–π‘› e a pieno carico per 𝑀 = π‘€π‘šπ‘Žπ‘₯ per verificare che il convertitore riesca a mantenere regolata la tensione di uscita anche in assenza di carico e che gli interruttori commutino sempre in condizioni di ZVS. Imponendo che la distorsione della tensione in uscita sia minore dell’1% si ottiene un vincolo inferiore per il valore della capacitΓ  del filtro:

π·π‘œπ‘’π‘‘ ≀ 0.01 β‡’ 1

4√3𝑓𝑅1π‘…π‘œπ‘’π‘‘πΆπ‘œπ‘’π‘‘

≀ 0.01 β‡’ πΆπ‘œπ‘’π‘‘ β‰₯ 150πœ‡πΉ Si sceglie pertanto πΆπ‘œπ‘’π‘‘ = 150πœ‡πΉ.

In condizioni nominali, ovvero per 𝑉𝑖𝑛 = 220𝑉 e π‘…π‘œπ‘’π‘‘ = 1.2Ξ©, il convertitore lavora in risonanza e le forme d’onda di tensioni e correnti risultano identiche a quelle viste nel capitolo 4.1 (fig. 5.6).

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Figura 5.6 Forme d'onda in risonanza

A causa dei limiti del simulatore, la massima resistenza di carico applicabile senza che la simulazione sia compromessa Γ¨ π‘…π‘œπ‘’π‘‘ = 1π‘˜Ξ©, per cui la potenza richiesta in uscita, pur essendo molto piccola (π‘ƒπ‘œπ‘’π‘‘ = 0.144π‘Š), non Γ¨ nulla. Imponendo che la tensione di ingresso sia pari al massimo valore possibile (𝑉𝑖𝑛 = 240𝑉), e che quindi il guadagno di tensione sia pari al minimo richiesto (𝑀 = 0.92), la tensione di uscita risulta regolata e pari a 12V per 𝑓𝑠 = 108,7π‘˜π»π‘§, un valore circa uguale a 1.4 volte la frequenza di risonanza. Questa frequenza Γ¨ piΓΉ grande della frequenza massima imposta nelle specifiche di progetto (𝑓𝑠,π‘šπ‘Žπ‘₯ = 96π‘˜π»π‘§ = 1.2𝑓𝑅1) ma il convertitore risulta comunque in grado di regolare la tensione di uscita in (quasi) assenza di carico, soddisfacendo uno degli obiettivi fondamentali del processo di dimensionamento. I MOSFET commutano in condizioni di ZVS e le forme d’onda delle grandezze del sistema sono compatibili con il funzionamento in DCMAB (capitolo 4.4), modalitΓ  di conduzione che si colloca in una regione di frequenze immediatamente inferiore alla frequenza di taglio (fig. 5.7).

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Figura 3 Forme d'onda in (quasi) assenza di carico (modalitΓ  DCMAB)

Infine, l’ultimo caso critico da controllare Γ¨ il funzionamento a pieno carico (π‘…π‘œπ‘’π‘‘ = 1.2Ξ©) con tensione di ingresso pari al minimo valore possibile (𝑉𝑖𝑛 = 200𝑉), ovvero con guadagno richiesto massimo (𝑀 = 1.1). In queste condizioni, il convertitore regola la tensione di uscita per 𝑓𝑠 = 70.82π‘˜π»π‘§, valore di poco superiore a quello ricavato durante il progetto (π‘“π‘šπ‘–π‘› = 0.839𝑓𝑅1 = 67.12π‘˜π»π‘§) e risulta operare in modalitΓ  DCMB, cioΓ¨ in regione induttiva; la commutazione soft dei transistori Γ¨ quindi ottenuta, come si puΓ² facilmente verificare in fig. 5.8 osservando la completa assenza di spike di corrente all’accensione dei MOSFET.

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Figura 5.8 Forme d'onda a pieno carico per 𝑴 = π‘΄π’Žπ’‚π’™ (modalitΓ  DCMB)

Si puΓ² dunque concludere che l’approssimazione di prima armonica Γ¨ un valido strumento per un dimensionamento iniziale del convertitore e che il convertitore cosΓ¬ progettato facilmente garantisce il funzionamento in risonanza nelle condizioni nominali, Γ¨ in grado di regolare la tensione di uscita in assenza di carico e consente la commutazione in ZVS degli interruttori per ogni possibile valore del carico a partire da quello massimo fino al carico nullo e nell’intervallo ammesso per la tensione in ingresso.

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Conclusioni

In questa tesi Γ¨ stata presentata un’analisi approfondita del convertitore risonante LLC finalizzata principalmente alla descrizione delle forme d’onda nei vari possibili regimi di funzionamento e alla comprensione di come i parametri circuitali di progetto ne influenzino la messa in atto. Dopo una panoramica generale sulla struttura del convertitore e la spiegazione dei principali vantaggi di questa topologia (capitoli 1 e 2), nel capitolo 3 Γ¨ stata introdotta l’approssimazione di prima armonica (FHA), un metodo di analisi semplificato che consente sia di tracciare la caratteristica del guadagno di tensione del convertitore (grafico di fondamentale importanza per la classificazione dei vari regimi di funzionamento, per il dimensionamento del circuito e per l’implementazione della metodologia di controllo a frequenza variabile), sia dell’impedenza di ingresso (grafico fondamentale per discriminare il conseguimento di una commutazione ZVS poco dissipativa). Sulla base delle considerazioni svolte nel capitolo 3, nel capitolo 4 Γ¨ stato utilizzato il software LTspice IV per simulare il funzionamento del convertitore in buck e boost mode evidenziando le modalitΓ  di conduzione continue e quelle discontinue. Infine, nell’ultimo capitolo Γ¨ stata illustrata una tecnica di design basata sul metodo FHA con un esempio numerico e ne Γ¨ stata testata la validitΓ  per mezzo della simulazione.

Si Γ¨ potuto constatare come il convertitore di tipo LLC sia particolarmente adatto a realizzare alimentatori ad elevata densitΓ  di potenza grazie alla possibilitΓ  di operare a frequenze molto elevate in virtΓΉ delle basse perdite di commutazione, con conseguente vantaggio per gli ingombri ridotti degli elementi filtranti. Inoltre la doppia induttanza prevista altro non Γ¨ che un unico trasformatore che si deve appositamente costruire con le induttanze di dispersione e magnetizzazione previste in sede di progetto, per cui si tratta di un convertitore con isolamento e a minimo numero di componenti. Le caratteristiche di funzionamento permettono di operare ad alta efficienza per un ampio range di correnti assorbite dal carico e

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finanche a vuoto e con bassi livelli di emissione elettromagnetica (EMI).

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