F. Cavariani*, P. De Blasi**, M. De Rossi*, R. Piccioni**, D. Rughi**
* Laboratorio di Igiene Industriale - Servizio Prevenzione, Igiene e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro, ASL - Viterbo.
** INAIL - Direzione Generale - Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione
RIASSUNTO
Il presente lavoro si inserisce nell’ambito di una recente collaborazione tra l’INAIL e lo SPISLL della ASL di Viterbo, relativamente alle problematiche connesse agli aspetti tecnici della valutazione del rischio silicosi che, tuttora, costituisce un argomento di estremo inte-resse, anche alla luce dei recenti studi dello IARC sugli effetti della cancerogenicità della silice cristallina aerodispersa. L’obiettivo di tale azione sinergica è quello di uniformare le metodologie di valutazione del rischio specifico e razionalizzare gli interventi di verifica nelle aziende.
In questa fase preliminare sono stati confrontati i dati relativi a circa 1500 prelievi di polvere respirabile, frutto della verifica strumentale condotta dai due Enti, tra il 1993 ed il 1999, in alcune aziende ceramiche del comprensorio industriale di Civita Castellana (VT).
Introduzione
Il comprensorio ceramico di Civita Castellana (VT), situato nella parte sud-est della provincia di Viterbo, é rappresentato da un cospicuo numero di aziende medio-piccole operanti in un con-testo di alta industrializzazione. Data l’elevata incidenza di casi di silicosi riscontrati tra i lavo-ratori del settore, la ASL di Viterbo e l’INAIL hanno maturato, in modo parallelo, una lunga esperienza nella verifica del rischio legato all’esposizione dei lavoratori alle polveri aerodisper-se. La necessità di coordinare e razionalizzare l’attività di sorveglianza strumentale sul territo-rio, uniformando quanto più possibile i criteri metodologici applicati per i prelievi, ha recente-mente spinto entrambe gli Enti a convergere su un terreno di stretta collaborazione grazie ad un accordo la cui finalità prevede:
• La correlazione dei dati ottenuti
• La valutazione dei criteri di indagine da adottare per la misura e la valutazione dei dati rilevati
• La verifica dell’esposizione a polveri respirabili aerodisperse con particolare riguardo al loro contenuto di silice cristallina, recentemente classificata dallo IARC nel gruppo 1, per accer-tata cancerogenicità per l’uomo
• L’identificazione del profilo di rischio specifico di ciascuna figura professionale operante in questo settore
Il presente lavoro riassume i risultati del confronto statistico tra dati di esposizione a polveri ricavati dai monitoraggi strumentali effettuati dai due enti nel corso degli anni ’90, per verifi-care il loro grado di correlazione.
Materiali ee mmetodi
Per quanto riguarda i campionamenti personali di polvere respirabile, la metodologia adottata dalla ASL VT prevede l’uso di un preselettore di tipo Dorr-Oliver, realizzato in nylon con una camera di 10 mm di diametro, ad un solo ingresso ed operante ad un flusso di 1,4 l/min; le mem-brane utilizzate per la raccolta delle polveri erano in esteri misti di cellulosa con f=25 mm di diametro e 0,8 mm di porosità. Per i campionamenti di polvere respirabile eseguiti dall’INAIL il protocollo di indagine prevedeva un ciclone separatore tipo Casella (con taglio mediano a 5 mm) con flusso di esercizio di 1,9 l/min e supporti filtranti in argento (diametro pari a 25 mm, con porosità di 0,8 mm). Tutti i dosaggi della silice cristallina sono stati eseguiti per mezzo del-l’analisi diffrattometrica a raggi X (DRX, metodo delle polveri).
Sono stati raccolti e analizzati circa 1500 dati di polvere respirabile relativi alle diverse figure professionali di circa 60 aziende di produzione di sanitari e stoviglie; una parte dei dati provie-ne da sopralluoghi effettuati da entrambi gli Enti sulle stesse aziende in tempi diversi. L’analisi dei dati (tabelle 3 e 4 in allegato) evidenzia in modo chiaro la differenza, in termini di rischio, esistente tra le aziende produttrici di articoli sanitari, per le quali l’entità del rischio è ancora consistente nei reparti impasti, rifinitura, collaudo e smaltatura, e quelle produttrici di stovi-glieria dove il rischio determinato dalla presenza di silice cristallina nelle polveri risulta in gene-rale più contenuto.
Su tale base è stata condotta una trattazione statistico-comparativa specifica per comparto pro-duttivo, sulla base di tutti i dati disponibili, e per mansione, solo laddove era possibile il con-fronto. L’elaborazione è stata effettuata col proposito di stabilire se le eventuali differenze riscontrate tra i dati raccolti dall’INAIL e quelli raccolti dalla ASL siano da attribuirsi a ragioni puramente casuali, dovute esclusivamente alle normali fluttuazioni di variabili aleatorie, oppu-re siano da ricondursi a ragioni causali, cioè imputabili a una vera e propria diffeoppu-renza operati-va e metodologica fra i due enti. Tale pratica viene frequentemente adottata qualora ricorra il caso di dover confrontare risultati ottenuti con metodologie differenti, allo scopo di accertare la presenza di eventuali differenze tra le due popolazioni di misure.
In termini strettamente statistici tutto ciò equivale a stabilire se in termini di accuratezza e pre-cisione le diverse serie mostrino deviazioni fra loro significative, per un prefissato livello di con-fidenza. Per perseguire tale obiettivo, i dati relativi ai singoli comparti produttivi sono stati comparati tra loro tramite:
• Il test t di Student, per il confronto fra le medie, volte a valutare l’allineamento dell’accura-tezza;
• Il test F di Snedecor per il confronto delle varianze, volte a valutare l’allineamento della dis-persione e quindi della precisione.
I suddetti test sono stati eseguiti sia sul singolo comparto, che per ogni rispettiva mansione all’interno dello stesso. Il livello di confidenza prescelto per la conduzione di entrambi i test è stato pari al 95 %. In entrambe le serie l’andamento dei dati è descrittivo, con un buon grado di approssimazione, di una distribuzione lognormale.
Discussione ddei ddati
Nella tabella 1 viene riportato il quadro riassuntivo dei parametri statistici considerati e dei raf-fronti effettuati per le serie di dati appartenenti al settore dei sanitari, sia per quanto riguarda i dati relativi alla frazione respirabile delle polveri totali che al valore del loro contenuto di sili-ce cristallina; la comparazione statistica evidenzia come tutti i dati mostrino
indiscriminata-mente una elevata dispersione intorno al loro valore medio con valori del coefficiente di varia-zione quasi tutti superiori al 50 % (tabella 3 in allegato). Ai fini del confronto fra le medie delle diverse serie di dati si è proceduto con il calcolo del t di Student secondo la formula
dove n1e n2rappresentano le due popolazioni di dati sulle quali si opera il confronto statisti-co, e Scomplrappresenta la deviazione standard complessiva delle due serie di misure calcolata secondo la formula
con il termine gdl che indica i rispettivi gradi di libertà delle popolazioni dei dati.
Il valore di t così calcolato è stato posto successivamente a confronto con il valore desumibile dalla tabella di Student in funzione del livello di confidenza stabilito, pari al 95% (α=0.05).
Tabella 1
Confronto statistico dei dati relativi alle aziende di produzione di sanitari: la significatività statistica al 95% è eviden-ziata dalla lettera s; la mancanza di significatività dalla sigla ns
Dal raffronto operato per ogni singola mansione sono state evidenziate tutte le condizioni per le quali lo scarto tra le medie risulta significativo (dati evidenziati dalla lettera s), quando cioè il valore di t calcolato risulta superiore al suo corrispettivo presente in tabella. In modo analogo è stato valutato il grado di precisione esistente tra le due serie di dati cal-colando il rapporto tra i valori di varianza (test F di Snedecor) di ciascuna delle due serie di dati e confrontando i risultati con il valore di F predeterminato dalla tabella in funzione del livello di confidenza prescelto; ove il valore di F calcolato risulti superiore al valore tabulato, la divergenza tra le due popolazioni di dati, in termini di precisione, deve essere ritenuta significativa.
Per entrambe le tipologie di dati (polveri totali e quarzo) relativi alle aziende di produzio-ne di articoli sanitari, risulta persistere una geproduzio-neralizzata differenza, statisticamente signi-ficativa in termini di accuratezza e precisione, fra i dati raccolti dalla ASL di Viterbo e quel-li INAIL. I reparti dove è più evidente tale risultato sono il colaggio sia manuale che a mac-china, il collaudo e il magazzino. Le tabelle di elaborazione statistica testimoniano tale affermazione.
Anche per il comparto di produzione delle stoviglie (tabella 2) l’analisi comparativa del com-plesso dei dati, indica una generalizzata differenza sia in termini di accuratezza e di precisione fra i dati rilevati. Entrando nel dettaglio delle singole mansioni, i test statistici evidenziano un buon grado di accuratezza tra le serie di dati relative alla concentrazione di silice cristallina nelle polveri, cui fa riscontro la differenza, significativa in termini di precisione, osservata nei reparti filtropressa, foggiatura e rifinitura.
Tabella 2
Confronto statistico dei dati relativi alle aziende di produzione di stoviglie: la significatività statistica al 95% è evi-denziata dalla lettera s; la mancanza di significatività dalla sigla ns
Conclusioni
L’analisi comparativa qui presentata, di cui si sottolinea l’aspetto preliminare nella ricerca di cri-teri metodologici comuni per la verifica dell’esposizione a silice cristallina nelle aziende cerami-che, evidenzia come per entrambi i comparti produttivi la differenza tra le due serie di dati risul-ti starisul-tisrisul-ticamente significarisul-tiva. Ciò è in apparente contrasto con il sostanziale accordo mostrato dai dati medi di esposizione calcolati su ciascuna classe omogenea stabilita e con i relativi valori di GSD, considerato il tipo di lavorazioni prese in considerazione. Fatta esclusione per i cicloni selettori, le tecniche di campionamento adottate per il prelievo delle polveri appaiono analoghe;
tale condizione sembrerebbe far concludere che le fluttuazioni derivino essenzialmente dal diver-so metodo di prelievo e di analisi prescelto per la valutazione dell’esposizione.
Va tuttavia posta attenzione sulla molteplicità delle variabili che in misura più o meno forte concorrono alla determinazione del dato di esposizione, quali ad esempio le differenti finalità con le quali le due serie di dati sono state rilevate, che si riflettono in strategie di campiona-mento notevolmente diverse fra i due enti. Come è noto i monitoraggi ambientali condotti dall’INAIL hanno lo scopo di determinare se, sul piano amministrativo, esistono le condizioni per l’applicabilità del premio supplementare silicosi; poichè l’intervento strumentale è limitato ai soli reparti per i quali esiste un specifica richiesta, la verifica strumentale, a differenza di quella condotta dall’ASL non sempre consente di delineare in modo complessivo l’andamento dell’esposizione alle polveri per i lavoratori.
Altro punto nodale è rappresentato proprio dal tipo di selezione che si opera per frazionare l’in-sieme dei dati in classi omogenee, sulle quali successivamente vengono condotte le elaborazio-ni statistiche. La semplice suddivisione in base al tipo di mansione può non rivelarsi sufficien-te per catalogare le figure professionali con attività di tipo misto. Si può citare come esempio l’attività svolta nel reparto colaggio del settore sanitari dove, accanto agli addetti alle opera-zioni di preparazione stampi, colaggio e sformatura, coesistono operai che si occupano anche della fase di rifinitura in cabina. Un ulteriore fattore di variabilità è infine rappresentato dalla presenza (o meno) di efficaci sistemi di prevenzione dell’inquinamento ambientale; ci si riferi-sce in particolare allo stato di pulizia dei pavimenti durante il turno di lavoro, ampiamente variabile tra le diverse aziende.
A partire dalle indicazioni sin qui ottenute, l’accordo di collaborazione si propone di approfon-dire tutti i punti critici sopra evidenziati, la cui comprensione costituisce l’elemento fondamen-tale per l’identificazione di un profilo di rischio specifico per ciascuna figura professionale ope-rante nel settore.
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