• Non ci sono risultati.

EMODIAMICI DELLA MAOVRA DI RECLUTAMETO ALVEOLARE

Gruppo 2 – Presenza di disfunzione diastolica

5.4 Analisi statistica

Poiché i campioni delle popolazioni in analisi erano di numero esiguo (gr. 1 n= 9, gr. 2 n=6), lo studio è da considerasi uno studio pilota.

I 10 parametri rilevati tramite P.R.A.M. presentavano distribuzione normale.

Per ogni parametro è stata calcolata la media, la varianza e la deviazione

standard (DS) al tempo T0 ,precedente l'inizio della manovra di

reclutamento alveolare, nei primi 15 secondi T0''-15’’ e al termine della manovra T15’’-30'' , nei successivi 15 secondi con Mann Whitney test per campioni non appaiati.

L'analisi beat to beat del P.R.A.M. ci ha permesso infatti da valutare nel corso dei 30 secondi della manovra le variazioni dei 10 parametri nei due

gruppi di pazienti.

L'andamento temporale dei due gruppi è stato studiato mediante il Mann Whitney test per campioni non appaiati esprimendo le variazioni significative in funzione del tempo trascorso (T0-15 e T15-30) e in funzione del gruppo di appartenenza (gr 1, gr 2).

Per ogni tipo di analisi sono stati considerati significativi valori di p <

0.06.

5.5 Risultati

Analizzando il CO è emerso che la variazione dello stesso è risultata significativa nei due gruppi in oggetto. Questo parametro ha subito nel corso della manovra di reclutamento alveolare una variazione più significativa nel gruppo 2 di pazienti (con disfunzione diastolica (p=0,05)

rispetto al gruppo 1).

Disfunzionanti Non Disfunzionanti P CO basal 4,7 4,8 0,63 CO 0-15 4,8 4,8 0,63 CO 15-30 3,8 4,9 0,05 SV Basal 0,07 0,06 0,95 SV 0-15 0,07 0,069 0,9 SV 15-30 0,05 0,07 0,01 HR basal 71,6 68,2 0,59 HR 0-15 71,4 67,1 0,6 HR 15-30 80 68 0,06 PPV basal 7 10 0,4 PPV 0-15 12,2 11,5 0,8 PPV15-30 30 7 0,04 Syst basal 117,1 126,4 0,7 Syst 0-15 101,4 132,04 0,28 Syst 15-30 30 7 0,04 Diast basal 56,7 60 0,5 Diast 0-15 53,6 64,4 0,15 Diast 15-30 56,8 60,9 0,23

SVR basal 1207 1301 0,5 SVR 0-15 1171 1254 0,47 SVR 15-30 1427 1203 0,37

Sono risultate significative tra i due gruppi, le medie dei valori nel tempo T15-30 di CO, SV, Syst HR e PPV mentre nessun parametro ha evidenziato una differenza statisticamente significativa tra i due gruppi nei primi 15’’ dall’inizio della manovra di reclutamento alveolare.

QuickTime™ e un decompressore BMP sono necessari per visualizzare quest'immagine.

QuickTime™ e un decompressore BMP sono necessari per visualizzare quest'immagine.

QuickTime™ e un decompressore BMP sono necessari per visualizzare quest'immagine.

QuickTime™ e un decompressore BMP sono necessari per visualizzare quest'immagine.

Associando il CO con i principali parametri discriminanti di disfunzione diastolica è risultato come il semplice rapporto E/A non permetta di distinguere due gruppi statisticamente significativi in funzione delle variazioni di CO mentre risultano significative le differenze di CO nei gruppi distinti per IVRT e E’/A’.

E/A<1 E/A>1 P CO 15-30 3,9 4,8 0,20 IVRT>100 IVRT<100 CO 15-30 3,8 4,97 0,03 E’/A’<1 E’/A’>1 CO 15-30 3,95 5,5 0,02

6

DISCUSSIOE

Gli effetti emodinamici della manovra di reclutamento alveolare determinano una riduzione significativa dello SV e conseguentemente della pressione arteriosa e del CO più evidente nei pazienti con disfunzione diastolica. Osservando l'andamento dello SV e CO nel tempo

si evidenzia come la diminuzione maggiore avvenga nei secondi 15'' secondi dall'inizio della manovra.

I due gruppi presi in esame hanno permesso di evidenziare effetti emodinamici più considerevoli in presenza di disfunzione diastolica.

Nella manovra di reclutamento le elevate pressioni positive a cui viene sottoposto il polmone hanno determinano variazioni significative dello SV e CO nel tempo T15-T30'' più evidenti nei pazienti con disfunzione diastolica.

Poiché CO = Sv x HR ad una diminuzione dello SV dovrà fare seguito un aumento della frequenza cardiaca.

L'aumento della pressione positiva trans-polmonare in corso di reclutamento ha infatti determinato una diminuzione del ritorno venoso all'atrio destro, ha aumentato il post-carico del ventricolo destro compromettendo quindi il riempimento ventricolare sinistro.

Nei pazienti con una normale funzione diastolica i meccanismi compensatori riescono già al tempo T15 a far fronte all'aumento della pressione trans-polmonare.

Il contributo atriale ( Fase A) che in corso di disfunzione diastolica si rende responsabile del riempimento ventricolare, non è in grado durante la manovra di reclutamento di opporsi adeguatamente alla pressione trans- polmonare, determinando pertando un ridotto riempimento ventricolare ed una caduta della pressione arteriosa durante la manovra stessa. La scarsa variazione della pressione diastolica durante la manovra sta ad indicare come siano trascurabili gli effetti dell'incremento della pressione transtoracica sulla compliance vascolare, infatti la pressione arteriosa è determinata sia dalla compliance che dalla resistenze vasali che dal Cardiac Output. La diminuzione del CO si ripercuote principalmente sulla componente sistolica e solo indirettamente su quella diastolica, attraverso la stimolazione ormonale mediata dal sistema renina angiotensina ed aldosterone, oltre che dai barocettori e meccanocettori carotidei.

7

COCLUSIOI

L'effetto emodinamico collaterale principale durante reclutamento alveolare si è confermato essere l'ipotensione con una diminuzione più significativa in presenza di disfunzione diastolica.

La disfunzione diastolica ha provocato nella manovra di reclutamento alveolare una riduzione più marcata del Cardiac Output.

Inoltre l'impedenza arteriosa ha subito una diminuzione maggiore in presenza di disfunzione diastolica confermando che la difficoltà al riempimento diastolico può inficiare la funzionalità cardiaca in condizioni di elevata pressione intratoracica.

Lo studio condotto ha confermato che la presenza di disfunzione diastolica può provocare effetti emodinamici significativi su parametri quali: CO, SV, P syst, PPV e HR.

Questo tipo di dati conferisce alla patologia disfunzionale diastolica una rilevanza considerevole per le complicanze che una sua mancata identificazione possono comportare nell'applicazione di manovre interventistiche che influiscono sulla prestazione cardiaca quali il reclutamento alveolare.

Poiché nei pazienti disfunzionali la prestazione sistolica rimane spesso inalterata così come la FE>55%, la malattia distolica non viene alla luce nella valutazione generale del pazienti ricoverato in UTI.

Questo aspetto nascosto della funzionalità cardiaca potrebbe quindi comportare delle complicanze inaspettate in quei pazienti la cui funzione sistolica risulta normale.

Tuttavia poiché i dati riportati si riferiscono ad una popolazione di piccole dimensioni si rimanda a studi futuri eventuali per la comprensione completa che comprenda anche pattern disfunzionali differenti.

7 BIBLIOGRAFIA

http://win.siec.it/Formazione/GIEC/Review/12-04_1.pdf

http://chestjournal.chestpubs.org/content/127/3/1053.full

http://ccforum.com/content/11/2/R43

Documenti correlati