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CAPITOLO II: ANALISI DEL TESTO DI PARTENZA

2.7. Temi

Il tema che fa da colonna portante del romanzo è sicuramente quello della migrazione, del viaggio e, in senso più ampio, del movimento. Infatti, l’opera si articola attorno a due fondamentali atti migratori: quello dei genitori di Ralf dalla Crimea agli Stati Uniti, precedente all’inizio della storia narrata, e quello della famiglia Cremean dagli Stati Uniti al Messico. È interessante notare come questa migrazione sia atipica: la cronaca internazionale ci ha ormai abituati a sentir parlare sempre più frequentemente di migranti che dal Messico, e dal resto dell’America Latina, cercano di superare il confine con gli Stati Uniti per tentare di migliorare le proprie condizioni lavorative e di vita. Leggendo Esta gringa que ves, invece, ci troviamo di fronte a un uomo, statunitense, un veterano dell’esercito, che decide di andare controcorrente, di compiere una migrazione “al contrario”, da Nord a Sud, nel verso opposto a quello che ormai viene considerato “normale”, da Sud a Nord, ma con in mente lo stesso obiettivo: un futuro migliore e sereno. Risulta quindi molto interessante riflettere su come l’idea di una “vita migliore” sia davvero relativa, in barba a ciò che ci viene inculcato dalla società e dalle consuetudini: per Ralf questo concetto si indentifica con un posto dove passare in tranquillità la propria vecchiaia a pescare e ammirare i colori delle onde, respirando l’aria dell’oceano.

Accanto ai due spostamenti principali citati anteriormente, che sono di natura permanente e riguardano tutti i membri della famiglia, si collocano i viaggi individuali di Ralf, legati alla sua ultima pazzia e alla partecipazione alle due guerre, altro tema che viene affrontato nell’opera sia dal punto di vista storico, per esempio con l’accenno allo sbarco degli americani in Sicilia, che da quello più filosofico: Ralf e il compagno Mathew, infatti, si interrogano sulle contraddizioni delle guerre, che si combattono tra le nazioni ma chi ammazzano sono le persone. Inoltre, è proprio il contesto del conflitto quello che regalerà a Ralf alcune delle

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esperienze più autentiche della sua vita, tra cui la possibilità di realizzare i suoi sogni e la nascita di una passione, quella per la pesca, per cui deciderà di dare una svolta alla propria esistenza, insieme a quella della sua famiglia. Ralf passerà gli anni della Prima Guerra Mondiale in Cina, Paese che «lo sedujo hasta el fondo de sí mismo» (Medina, 2016: 17), mentre la Seconda Guerra Mondiale lo vedrà impegnato nella traversata dell’Oceano Pacifico e dell’Atlantico, per poi sbarcare in Italia e concludere la sua avventura in Francia, tutti luoghi che hanno lasciato segni indelebili nella sua anima, l’hanno fatto sognare e vivere grandi passioni.

Appare quindi chiaro come il movimento e la dinamicità siano temi strettamente legati a quello principale del viaggio e della migrazione: da un punto di vista materiale, Ralf e la sua famiglia, spostandosi da un luogo all’altro, imparano a reinventarsi e ambientarsi, affrontando le piccole insidie della vita quotidiana in un contesto completamente differente rispetto a quello da cui provengono, imparando ad apprezzare il diverso e tutte le sue potenzialità; da un punto di vista più metaforico, il movimento è ciò che caratterizza Ralf e la nipote, quell’irrequietezza d’animo che genera una continua necessità di mettersi all’opera, di scoprire il nuovo, di combattere la noia e l’abitudine, di realizzare le proprie aspirazioni.

Un’altra tematica fondamentale di Esta gringa que ves: nació en México y no habla inglés è sicuramente quella relativa alla lingua, implicita già nel titolo. Infatti, Litebí si definisce

gringa, usando un termine spregiativo diffuso soprattutto in America Latina per riferirsi ai

nordamericani, ma immediatamente dopo chiarisce che, al contrario di ciò che ci si aspetterebbe, è nata in Messico e non sa parlare inglese. Questa contrapposizione la segna in modo profondo, si sente divisa tra le sue radici statunitensi, a cui non è stato dato un seguito in quanto nessun membro della famiglia della madre si è degnato di insegnarle l’inglese, e il suo essere in tutto e per tutto messicana, a partire dalla lingua parlata: lo spagnolo (o meglio, il

tapatío, lo spagnolo parlato a Jalisco). Tale situazione genera anche un sentimento di

emarginazione, sottolineato nel passaggio proposto di seguito, che non si sanerà nemmeno con il matrimonio, perché anche il marito parla una seconda lingua, il francese, di cui lei non conosce assolutamente nulla: «Cuando niña, mi madre hablaba en inglés con sus hermanas, con sus amigas, y ni a mi hermano Diego ni a mí nos enseñó su lengua, para poder charlar con las personas adultas sin que la entendiéramos los niños, especie de minusválidos» (ibid.: 65-66). È anche attraverso la riflessione sulla lingua, quindi, che Litebí riesce a tratteggiare la propria identità, separandola dal resto, da tutto ciò che invece è alterità, attraverso un percorso favorito proprio dalla ripresa della storia della sua famiglia, delle proprie origini storiche, geografiche e linguistiche, per arrivare fino a lei, alla definizione della persona che è diventata.

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Per concludere, è importante mettere a fuoco la centralità che la figura della donna assume in quest’opera, evidenziata dal fatto che l’autore decide di adottare una prospettiva femminile per narrarci le vicende dei Cremean: è proprio per questo che definisce l’opera una “autobiografía en femenino”, e lo fa inserendo questa dicitura già sul frontespizio, per mettere da subito in chiaro con il lettore che sarà una donna a condurlo attraverso queste pagine. Inoltre, il libro è popolato da una maggioranza di figure femminili importantissime e con una personalità molto forte: l’unico personaggio maschile a cui viene assegnato un ruolo altrettanto centrale è quello di Ralf, tutti gli altri uomini della famiglia (in numero davvero esiguo rispetto a quello delle donne) hanno un ruolo solamente secondario nello sviluppo della storia. Accanto a ciò, un ulteriore filone che attraversa l’intero romanzo è la riflessione sulla famiglia, tema che sta alla base dell’opera stessa: infatti, Esta gringa que ves è, in ultima istanza, la storia di una famiglia, di una famiglia al femminile, dalle origini fino al momento in cui Litebí decide di metterne per iscritto le avventure.

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