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A Passo Lento

3.3 Descrizione del percorso di gruppo osservato

3.3.5 Andrea e Pedro

Andrea è un ragazzo molto chiacchierone e intraprendente e, a volte, vuole fare le cose di testa sua. Nonostante il suo carattere vispo e aperto all’inizio del progetto aveva moltissima paura degli animali e non voleva avvicinarli. Per cui l’obiettivo principale nel percorso di Andrea era proprio quello di farlo interagire con gli animali, facendogli superare la sua paura, e cercando di renderlo più rilassato e tranquillo nel momento d’incontro con gli animali. Inizialmente Andrea camminava davanti a tutti gli altri tenendo in mano una sorta di stendardo che avevano fatto i ragazzi tutti assieme. Lo scopo era quello di farlo camminare da solo, in modo da iniziare a staccarlo dagli operatori e di renderlo più autonomo. Col tempo Andrea si è avvicinato soprattutto ai cani di A Passo Lento, Pedro e Shunka, in particolar modo a Pedro, un cane di taglia media molto tranquillo e docile. In questo modo Andrea ha avanzato la richiesta di mettere da parte lo stendardo e di camminare insieme a Pedro.

Inoltre, col tempo, Andrea ha iniziato anche ad avvicinarsi agli asini, ad accarezzarli e a spazzolarli, con sempre meno paura, fino ad essere totalmente tranquillo. Quando Andrea sta con Pedro lo accarezza moltissimo e si vede che ama camminare con lui e che ha superato del tutto la paura per gli animali, tanto che a volte chiede di poter tenere Pedro con sé. Andrea, verso la fine del percorso, ha iniziato a fare da capofila con Pedro, dimostrando quindi di aver acquisito una certa autonomia: all’inizio del percorso, data la sua paura degli animali e il suo attaccamento alla figura delle operatrici o di Massimo, sembrava impossibile pensare che, un giorno, l’avremmo visto camminare davanti a tutti in compagnia di Pedro. Nelle parole di Massimo:

M. - […] forse la cosa più grande che abbiamo ottenuto è Andrea che sta con gli animali; Andrea è arrivato che aveva il panico, non esisteva proprio che si avvicinasse. E invece adesso tu lo vedi, sta tranquillo, li cerca; prima l’ho sentito dire a Pedro sottovoce “ti voglio bene”. […] e poi è anche un discorso di autonomia: all’inizio era impensabile dirgli “vai avanti” e che lui facesse trenta, quaranta metri da solo, all’inizio era sempre attaccato così23

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Anche Paola, l’operatrice che ha seguito maggiormente il percorso dei ragazzi ad A Passo

Lento, ha potuto notare dei miglioramenti significativi in Andrea:

P. - […] anche lui ha acquisito buone capacità: ha imparato cose che non ci aspettavamo, i nomi del materiale da usare, ad aspettare il proprio turno per parlare, a stare al passo "lento" con il gruppo degli asini, ma anche dei compagni e del cane che lui stesso portava con impegno al guinzaglio24.

Fig. 3.8 - Andrea mentre spazzola Antonella

La cura degli animali è servita ad Andrea anche per imparare a fare dei piccoli gesti di precisione che, dato il suo problema motorio, possono risultargli difficili. In particolare mi riferisco alla pratica di mettere e togliere il guinzaglio a Pedro, e di mettere la cavezza e la longhina agli asini. A volte infatti, Massimo e Jessika hanno fatto provare ad Andrea a far indossare la cavezza a Stela, e lui ci è riuscito con il loro aiuto. Inoltre, alla fine del percorso, Andrea era diventato abbastanza autonomo a mettere e togliere il guinzaglio a Pedro, ricordandosi i movimenti da fare dopo averli imparati per imitazione osservando quelli di Massimo o Jessika. Nei momenti di

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grooming Andrea aveva la tendenza a essere poco delicato con gli animali, in particolare a volte

strigliava gli asini con troppa forza o, mentre accarezzava il loro manto, alternava qualche botta alle carezze, e veniva richiamato dagli operatori. Comunque si tratta del suo modo di esplorare le persone, gli animali e le cose, ed è un atteggiamento che ha anche nella vita quotidiana.

Durante le passeggiate con gli asini, uno degli obiettivi era anche quello di riuscire a calmare un po’ Andrea, che parla moltissimo, e di fargli godere il paesaggio in silenzio. In particolare negli ultimi incontri, quando Andrea faceva da capofila con Pedro, l’obiettivo si è effettivamente realizzato: Andrea camminava in silenzio guardando davanti a sé o guardando Pedro, rispettando la posizione senza distrarsi troppo.

3.4 Considerazioni

Il percorso intrapreso dai ragazzi della Tenda è stato sicuramente positivo e ha portato a dei buoni risultati. In particolare le acquisizioni più importanti hanno riguardato la sfera delle relazioni umane e interumane: lavorare con gli animali ha unito di più il gruppo, ha fatto conoscere meglio fra loro i ragazzi e li ha portati ad aprirsi anche con persone nuove, esterne al centro diurno. Inoltre la presenza dell’asino ha permesso loro di rapportarsi con una nuova modalità d’interazione, che prevede l’uso di tutto il corpo per poter portare avanti una comunicazione. In questo modo i ragazzi hanno potuto esercitare, oltre alle loro capacità di socializzazione, anche la propria emotività ed affettività: nell’incontro con l’asino vengono messe in campo tutte le proprie emozioni, perdendo i propri meccanismi di difesa, e la persona si mette totalmente in gioco. Nel loro percorso ho potuto notare una costante apertura in questo senso, che ho annotato nel diario di campo:

Andrea distribuisce le striglie a tutti e ogni ragazzo spazzola il proprio asino o anche aiuta gli altri del gruppo, liberamente. Mentre strigliamo tutti assieme Massimo propone di appoggiare per un po’ la testa all’asino: Sara lo fa subito con Nerone, senza paura e sorridendo dicendo “è buono Nerone”; Michele appoggia la testa su Antonella con delicatezza, Diego su Momo, Stefania su Romy, tutti senza paura e stanno così per un po’ (12/02/2015).

Facciamo una breve passeggiata passando nel sentiero sopra al parco solo con Pedro e Shunka, senza asini: Andrea con Pedro, Michele con Shunka, Massimo dice al gruppo che non bisogna parlare ma bisogna camminare ascoltando i suoni del bosco. Camminiamo molto bene e ordinati: Stefania cammina tranquilla, anche Michele con Shunka è molto bravo, riesce a tenerla bene senza essere aiutato, Andrea che parla tantissimo riesce a controllarsi e a parlare poco, e anche Diego cammina in silenzio, per ultimo,

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chiudendo la fila. Arriviamo così al recinto degli asini in silenzio e rilassati, entriamo e Massimo chiede ai ragazzi di andare in fondo al recinto senza andare subito dagli asini. Così facciamo un cerchio tutti assieme e facciamo la “doccia”: scrolliamo la testa, le braccia, le gambe, tutto il corpo. Mentre facciamo questo Nerone e Momo entrano nel cerchio, vengono loro da noi cercando il contatto e le coccole dei ragazzi, è un momento molto bello (19/02/2015).

Diego distribuisce le striglie e le spazzole a ognuno e tutti si prendono cura dei vari asini. Michele, a un certo punto, spazzolava il muso a Momo inginocchiato per terra e guardandolo bene da vicino, con Momo e Romi che lo annusavano. Mi sembra che Michele sia proprio quello che entra più in sintonia con gli animali, anche prima con Nerone l’ho visto che gli sorrideva e gli aveva appoggiato la testa vicino, di sua iniziativa (19/02/2015).

Stefania oggi è particolarmente di buon umore: quando è arrivata e l’ho salutata mi ha anche dato la mano, cosa che di solito non fa e sta sulle sue. Mentre spazzola Romy sento che le canta una canzoncina di una parola tipo e ride, dopo lo rifà e allora le chiedo che canzone è, mi risponde che è un modo di dire; dopo si avvicina a Stefania anche Diego, la sente cantare e ridono insieme, non li avevo mai visti così vicini (05/03/2015).

Michele, come sempre, nel momento delle carezze e delle spazzolate, guarda attentamente gli asini mangiare mettendosi inginocchiato, sorridendo: gli guarda la bocca da vicino mentre masticano, poi avvicina anche le mani alla bocca dell’asino, tanto che Jessika ha dovuto dirgli di fare attenzione alle dita (19/03/2015).

L’esperienza dei ragazzi ad A Passo Lento è stata anche utile per l’acquisizione di abilità manuali e tecniche. Gesti semplici come, ad esempio, mettere e togliere la cavezza, aprire il moschettone della longhina, usare la striglia, ma anche tutte le decisioni che vengono prese durante il cammino con l’asino (aggirare un ostacolo, mollare la longhina se necessario, fermare l’asino o farlo ripartire) rappresentano delle importanti acquisizioni che vanno oltre al semplice conseguimento tecnico del procedimento. Queste azioni infatti rappresentano delle “microdecisioni” che vengono svolte dai ragazzi che, nel prendersi cura del loro asino, mettono in atto tutta una serie di scelte in cui loro stessi sono responsabili in quanto soggetti decisionali (Corrieri, 2009, pp. 26- 27). In questo modo passano dalla realtà quotidiana, in cui gli operatori del centro e le famiglie si prendono cura di loro, a un nuovo modo di relazionarsi con l’ambiente esterno, all’interno del quale sono chiamati loro stessi a prendersi cura di un altro soggetto di cui sono responsabili, in questo caso un animale. Le abilità che sono state apprese, che comportano quindi anche il prendersi cura dell’animale e l’essere responsabile verso di lui, hanno anche fatto sì che i ragazzi acquisissero una certa indipendenza nel fare le cose pratiche quotidiane. In particolare Paola e Chiara, le operatrici, hanno riportato il fatto che i ragazzi, nello svolgimento dei loro lavori quotidiani presso il centro diurno che è anche CEOD, sono molto più indipendenti e chiedono meno l’aiuto degli operatori: sono più responsabili del loro lavoro e cercano di arrangiarsi a trovare una soluzione di fronte alle

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difficoltà, proprio come viene insegnato loro quando sono ad A Passo Lento. A tal proposito riporto un breve estratto dall’intervista che ho fatto a Massimo e Jessika:

J. - […] se io oggi ti faccio fare quel laboratorio, la settimana prossima ti faccio fare lo stesso, anche quella dopo, alla terza volta lo fai già da solo; […] Paola diceva che era felicissima di questo, lo diceva anche Chiara, erano molto più indipendenti a lavorare, a fare un disegno quando erano alla Tenda, non dovevano più sempre aiutarli a fare ogni cosa […]

M. - Nelle attività che facevano abitualmente in Tenda hanno acquisito delle autonomie e loro dicevano che era grazie a questa possibilità che hanno avuto qua di essere autonomi nel lavoro e quindi la scelta è stata, come in questo momento, ripetere ripetere ripetere, lavorando con ognuno in base a obiettivi più piccoli […]25

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In questo senso, durante il percorso, ho potuto notare un progressivo miglioramento delle abilità dei ragazzi, che ho documentato nel diario di campo:

Massimo invita Michele a distribuire le cavezze e le longhine e provano a mettergliele da soli: Stefania è molto brava, lo fa da sola e Jessika si complimenta con lei; anche Michele riesce a fare quasi tutto da solo, Chiara interviene solo alla fine. Andrea invece deve mettere la cavezza a Stela e ha difficoltà, chiede l’aiuto e gli viene dato. Diego oggi è molto stanco e fa fare tutto a Paola (12/02/2015).

I ragazzi poi mettono le cavezze ai loro asini: Stefania e Michele hanno qualche difficoltà e vengono un po’ aiutati; Diego si distrae e non s’impegna molto ma, alla fine, con il sostegno di Massimo, riesce ad arrangiarsi a mettere la cavezza a Momo; anche Andrea ci prova a mettere la cavezza a Stela, ma lo aiuta Paola (19/02/2015).

Andiamo verso la collinetta, dove ci sono gli asini liberi. Ogni ragazzo, tranne Andrea che cammina con Pedro, ha la propria longhina e deve riuscire a metterla al proprio asino da libero, fuori dal recinto. Stefania è molto tranquilla e brava e mette subito la longhina a Romy senza problemi, si vede che non ha paura. Diego prova a fare da solo, ma dopo viene un po’ aiutato da Massimo (26/02/2015).

Ci prepariamo a uscire dal recinto, ma Andrea ha dei problemi ad attaccare il guinzaglio al collare di Pedro: dice che non si ricorda come si fa e chiama Massimo insistentemente. Massimo allora gli fa vedere come si fa, in modo che possa farlo autonomamente, anche perché la volta scorsa ci era riuscito da solo; allora Andrea ci prova ancora più volte e, alla fine, ce la fa da solo (26/02/2015).

Andrea ha qualche problema a togliere il guinzaglio dal collare di Pedro e, anche adesso, chiama subito Massimo per essere aiutato. Massimo gli fa notare che lo sa fare e di provare; così Andrea ci prova ancora e riesce ad aprire il moschettone del guinzaglio e a toglierlo senza grandi difficoltà (26/02/2015).

Oggi Andrea mette il guinzaglio a Pedro senza tanti problemi, ce la fa da solo quasi subito, senza chiedere aiuto (05/03/2015).

Camminiamo con gli asini ma ci sono delle difficoltà: Andrea non riesce a stare davanti con Pedro, si distrae e non guarda bene dove mette i piedi; Michele ha problemi con Antonella: l’asina si ferma spesso

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e lui la tira con forza impuntandosi. Massimo gli spiega di fare come ha sempre fatto per farla camminare, non così. Poi, per due volte, Romy è uscita dal sentiero ma Stefania ha sempre mollato la corda prontamente. […]. Quando torniamo al recinto Andrea riesce a togliere il guinzaglio a Pedro senza problemi (05/03/2015).

All’inizio il gruppo cammina bene, poi Michele ha dei problemi con Antonella, come l’ultima volta: Antonella si ferma e non vuole ripartire e Michele tira nella maniera sbagliata, impuntandosi. Massimo e Paola gli spiegano che non si può fare così, ma Michele continua testardo, così anche Antonella s’intestardisce sempre di più e si pianta di continuo. […]. Stefania e Diego camminano bene oggi, Diego ha iniziato a comunicare di più con Momo, ci parla e cammina col sorriso. Anche Andrea cammina bene senza problemi: oggi è davanti a tutti con Pedro, senza nessuno ad aiutarlo, è concentrato e si distrae poche volte. Alla fine Massimo farà notare che Andrea cammina molto meglio da solo, senza nessuno a fianco (12/03/2015).

Oggi il gruppo ha camminato in armonia: Andrea, siccome sta davanti a tutti con Pedro e senza operatore, non ha più modo di distrarsi e si concentra su ciò che deve fare; Stefania è concentrata come sempre, cammina tranquilla e serena; anche Diego è migliorato, adesso comunica molto di più con Momo, e anche Michele è tornato a camminare sereno con Antonella: c’è meno tensione ed è più tranquillo (19/03/2015).

Quando ci alziamo dal tavolo per andare nel recinto, Andrea mette il guinzaglio a Pedro da solo, senza problemi, con sicurezza: ci complimentiamo con lui, tanto che Massimo dice “c’è una bella energia oggi” (02/04/2015).

Prima di entrare nel recinto Stefania fa il suo compito, cioè far fare la “doccia”. Si ricorda a memoria i vari passaggi da sola, senza che nessuno glieli suggerisca, e coordina tutti i movimenti da fare (mani, viso, braccia, petto, pancia, sedere, gambe, piedi) (02/04/2015).

A un certo punto, mentre tutti spazzolano gli asini dentro al recinto, Diego dice che per oggi basta spazzolare, che è ora di camminare! Massimo acconsente, Diego raccoglie le spazzole e le striglie, Michele distribuisce le cavezze e le longhine e mostra a tutti come si fa a mettere la cavezza. Ogni ragazzo si arrangia a mettere la cavezza al proprio asino, Andrea la mette a Stela con l’aiuto di Jessika. Poi mettono le longhine che Michele distribuisce abbinando anche i colori rispetto al colore della cavezza (09/04/2015).

Facciamo un giro molto lungo oggi, sempre nel parco: tuti camminano con impegno e ordine, anche Andrea è concentrato […]. Stefania comunica bene con Romy; più volte quando la longhina s’incastra tra le zampe dell’asina lei, con pazienza, se la fa passare da un lato e la mette a posto da sola. Camminiamo ben ordinati, ogni tanto Antonella si ferma ma, stavolta, Michele non s’impone e ascolta i consigli di Massimo per farla ripartire. È molto importante ciò che dice Jessika a tutti: con l’asino non si può usare la forza perché lui è molto più forte di noi, ci vogliono altri metodi come le parole, le carezze, le direzioni della longhina, insomma il linguaggio del corpo (09/04/2015).

Oltre a ciò l’esperienza con gli asini ha permesso di sbloccare o di esercitare anche le capacità verbali e comunicative del gruppo. La relazione con l’animale infatti, ha provocato nei ragazzi una forte curiosità ed empatia, che ha portato al bisogno di esprimere le proprie emozioni verbalizzandole, ma anche a dialogare di più con il gruppo e, nel caso di Michele, ha addirittura

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provocato lo sblocco del suo continuo silenzio. Paola, una delle operatrici, mi ha fatto notare come i ragazzi ricordassero i nomi dei vari animali anche quando non si trovavano al Parco Lonzina. I ragazzi infatti, quando sono nel centro diurno, parlano molto dei loro asini, li nominano, e parlano delle esperienze fatte durante i vari incontri, dialogando tra loro e riportando le notizie agli operatori o agli altri ragazzi della Tenda che non partecipano alle attività di A Passo Lento. Dal diario di campo:

Ci sediamo attorno al tavolo per fare la merenda, Massimo chiede ai ragazzi di ripetere cos’hanno fatto l’ultima volta; dopo varie risposte, Diego dà quella che cercava Massimo: alla fine dell’incontro hanno liberato gli asini, che hanno corso in tutto il parco. Poi Massimo domanda ad ognuno di loro cosa serve per condurre un asino, lo domanda direttamente ad ognuno (Stefania, Diego e Andrea), aspettando che ogni ragazzo formuli la risposta corretta. […] Poi Massimo spiega che oggi dovranno mettere la longhina (la cavezza ce l’hanno già) agli asini da liberi, che infatti stanno gironzolando nel parco, poi li porteranno nel recinto, li spazzoleranno e poi cammineranno con loro. Massimo chiede di ripetere ad ogni ragazzo ciò che ha appena detto: Stefania, Andrea e Diego ripetono a turno il programma della giornata, vengono solo un po’ aiutati da Massimo (26/02/2015).

Torniamo al tavolo e, prima di andare via, ci sediamo e commentiamo la giornata. Jessika fa i complimenti a Stefania per come lavora, e dice a Diego che deve parlare di più con Momo. Diego spiega ciò che vuole dire attraverso delle parole chiave e, quando cammina con Momo, sta molto in silenzio (26/02/2015).

Siamo seduti attorno al tavolo e, a un certo punto Diego, senza che nessuno glielo chieda, inizia a elencare le cose che bisogna fare durante l’incontro: spazzola, carezze, cavezza, lunghina, camminare. Massimo approva. […] oggi Diego parla moltissimo (02/04/2015).

Quando ci sediamo al tavolo per salutarci, Massimo chiede se c’è qualcuno che vuole dire qualcosa prima di andare via: Diego prende la parola e dice subito che è stato benissimo oggi, che è stato molto contento, formulando una breve frase, mi stupisco perché di solito parla tramite parole chiave. Poi anche Stefania si sente di parlare, cosa che non fa spesso quando siamo al tavolo, e dice che è stata bene a camminare con Romy (09/04/2015).

Oggi cammino a fianco a Stefania e mi parla molto di argomenti in generale, di sua iniziativa, finora non l’aveva mai fatto: parliamo del tempo, del paese da dove viene lei e da quello da dove vengo io (23/04/2015).

Come detto in precedenza Michele è un ragazzo che non parla e, oltre a ciò, fa fatica a comunicare anche in altro modo, è molto chiuso in sé stesso. Rispetto alla capacità di esprimersi quindi, è stato soprattutto in lui che si sono potuti notare i benefici più grandi dati dall’interazione con l’asino:

M. - Questa cosa di non comunicare Michele la trasforma molte volte in chiusura nel suo mondo; quello che si è notato è che, per esigenze diverse, come ad esempio oggi che era come se ci chiedesse

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aiutami a tirare, aiutami a mettere, lui ti chiede e si rivolge all’esterno; una volta lui si isolava veramente tanto, quindi questa è forse la cosa più grande ottenuta da Michele

J. - Quando Stela camminava libera perché era ancora molto piccola, Michele camminava con Antonella e doveva anche fare attenzione a Stela, perché magari noi eravamo attenti al gruppo e non tanto alla Stela, che camminava a fianco alla mamma. A volte Michele fermava tutti, faceva dei gesti e comunicava, segnalando che la Stela era rimasta indietro e dovevamo aspettarla, faceva fermare tutti26.